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Approvata la legge Levi sul prezzo dei libri, dal 1° settembre niente sconti oltre il 15%­

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Alessandro Baoli
view post Posted on 29/8/2011, 18:04




Approvata la legge Levi sul prezzo dei libri

È giunto oggi in tarda mattinata il via libera definitivo del Senato al disegno di legge che fissa i limiti degli sconti sui libri al 15% dei prezzi di copertina. La legge Levi (dal nome del senatore Riccardo Franco Levi del Pd, primo firmatario del provvedimento) stabilisce che al massimo si può arrivare al 25% di sconto, solo nel caso in cui si tratti di campagne promozionali realizzate dagli stessi editori. E' previsto anche che il prezzo di vendita dei libri sia "liberamente fissato dagli editori". Le nuove norme si applicheranno a partire dal prossimo 1 settembre.

"E' un passo molto importate per la nostra associazione e per gli attori della filiera editoriale-libraria che permetterà finalmente alle librerie indipendenti di competere in un mercato più equilibrato per fornire in modo appropriato un prezioso e utile servizio ai cittadini. Ringraziamo, pertanto, le Istituzioni che hanno dato ascolto alle nostra voce e reso possibile questo risultato, al cui raggiungimento abbiamo lavorato con grande impegno e attenzione". Questo il commento di Paolo Pisanti, Presidente dell'Ali (l'Associazione Librai Italiani aderente a Confcommercio-Imprese per l'Italia) sull'approvazione in Senato della Legge Levi riguardante la nuova disciplina sul prezzo dei libri.

http://www.italiaoggi.it/news/dettaglio_ne...nzie=ITALIAOGGI




Radicali contro legge corporativa sul prezzo dei libri, provvedimento per casta editoria

Proprio in questi giorni, in cui si fa un gran parlare di casta accusando la casta della politica, questo provvedimento, riguardante l'aumento del prezzo dei libri, ci rientra a pieno titolo. Si parla di un'altra casta, quella dell'editoria. Ancora una volta vogliamo sottolineare che questo è un provvedimento corporativo e protezionista, che vede il mercato come un qualcosa di pericoloso, come una giungla non da regolamentare e da disciplinare, ma da cui scappare a gambe levate. Questo provvedimento, limitando gli sconti ed imponendo i prezzi per legge, dovrebbe imporre ed invogliare la lettura e l'acquisto di un libro ma gli effetti saranno chiaramente opposti. Per questi motivi, con il collega Marco Perduca ci asterremo dal votare questo provvedimento.

http://www.radicali.it/comunicati/20110720...nto-casta-edito

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Quanto costa la legge sul prezzo dei libri

Addio forti sconti sul prezzo dei libri. Dal 1° settembre entra in vigore la legge (primo firmatario Ricardo Franco Levi del Pd, quello che voleva costringere i blog ad avere un direttore responsabile) che limita al 15% sul prezzo di copertina lo sconto massimo e inoltre riduce le operazioni promozionali: le potranno fare solo gli editori, non più i librai e solo in certi periodi dell’anno.

Il Fatto di venerdì scorso ha ospitato un lungo articolo di Stefano Mauri, capo del gruppo editoriale Gems, che ha fatto una difesa d’ufficio della nuova normativa.
È un legge buona e giusta, dice Mauri; i libri non possono valere poco (sic!) e quindi non vanno scontati più del 15%.
Secondo Mauri la legge fa bene a tutti: agli editori (in particolare quelli piccoli) e anche ai librai (in particolare quelli indipendenti).
Giudizi opinabili, ovviamente, tutti da verificare.
Una cosa però è certa: la legge non farà certo bene ai consumatori/lettori, che non potranno più approfittare di promozioni come questa di Amazon:


In realtà la legge non danneggerà solo i consumatori ma anche le biblioteche pubbliche e quindi la diffusione della cultura. Lo denuncia l’Aib, Associazione italiana biblioteche, in una lettera-appello inviata giorni fa al presidente Napolitano.

Ecco alcuni stralci della lettera:

Il provvedimento dispone che la vendita di libri in favore di biblioteche, archivi, musei pubblici, istituzioni scolastiche e università possa essere effettuata con sconti fino a un massimo del 20% sul prezzo di vendita fissato dall’editore. Questa previsione, che nelle intenzioni del legislatore deroga in senso positivo al tetto di sconto massimo fissato dalla norma (15%), in realtà produrrà l’effetto opposto, compromettendo la possibilità di documentare adeguatamente nelle collezioni bibliotecarie la produzione editoriale corrente.

Le biblioteche, infatti, hanno goduto sino a questo momento di percentuali di sconto più elevate grazie alle politiche di vendita effettuate a loro favore direttamente dagli editori o dagli intermediari specializzati che competono sul mercato degli appalti pubblici di fornitura.

Questa situazione, determinata da dinamiche di libera competizione commerciale, ha compensato, almeno parzialmente, la significativa riduzione di risorse economiche a seguito degli interventi di contenimento della spesa pubblica emanati dal Governo; interventi che negli ultimi 5 anni hanno quasi dimezzato del peso delle biblioteche come acquirenti sul mercato editoriale, passato dal 5% del fatturato complessivo nel 2005 a circa il 3% nel 2010.

Da settembre, con l’entrata in vigore della legge Levi, sarà come se sulle biblioteche d’Italia si abbattesse un’altra manovra finanziaria, che penalizzerà la possibilità di offrire servizi di accesso all’informazione e alla conoscenza di livello adeguato alle esigenze dei cittadini e toglierà strumenti di lavoro alla ricerca scientifica.

“Se le biblioteche sono un bene comune – conclude la lettera dell’Aib – come è possibile che una legge dello Stato non ne tenga conto?”

Già, com’è possibile, on. Levi?!?

http://ipse.com/wpblog/2011/08/28/quanto-c...ezzo-dei-libri/
 
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