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Torino. Morto don Vaudagnotto, accusato di abusi da un diacono, Finì anche vittima di estorsione: pagò 30.000 €

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view post Posted on 1/1/2018, 15:53

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Finì anche vittima di estorsione: pagò 30.000 €
Torino. Morto don Vaudagnotto, accusato di abusi da un diacono

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http://torino.repubblica.it/cronaca/2011/0...di_me-18146038/

Diacono accusa: ero fragile
quel prete ha abusato di me
Un nuovo caso coinvolge don mario vaudagnotto, sacerdote accusato di pedofilia e poi prosciolto. Ora, vicerettore del santuario di Bra, è accusato di molestie sessuali
di OTTAVIA GIUSTETTI
C'È UN nuovo caso che coinvolge don Mario Vaudagnotto e che potrebbe creare imbarazzo per la Curia. Arriva da un santuario del cuneese, il Santuario della Madonna dei Fiori di Bra, dove don Mario è stato nominato vicerettore, quando si è chiusa con l'archiviazione, l'inchiesta della Procura di Torino nei confronti suoi e di altri tre sacerdoti, tutti accusati di pedofilia. La storia aveva fatto molto scalpore ma si era conclusa con il proscioglimento perché il suo accusatore, Raffaele Costa, e un altro ragazzo di strada avevano rilasciato testimonianze discordanti a proposito dell'epoca dei fatti.

La Procura stessa, allora non ritenne attendibile la denuncia di Costa, che fu poi a sua volta accusato di estorsione. Oggi però c'è un altro uomo che addita don Mario Vaudagnotto. Un adulto molto vicino al sacerdote nei mesi tra settembre e dicembre del 2009, che dice di aver denunciato più volte alle autorità ecclesiastiche le molestie di don Mario, senza ricevere risposta alcuna, e che ha raccolto registrazioni audio e video per "inchiodare" chi inizialmente aveva incontrato come padre spirituale e che avrebbe, invece, approfittato della sua condizione di debolezza psicologica per esigere prestazioni sessuali. Scrive proprio così, Giorgio che ha chiesto di mantenere l'anonimato, in una lettera indirizzata alla Conferenza episcopale italiana datata 21 maggio 2011, "È vero che ho 40 anni, però le sembra normale che un sacerdote, con la scusa di farmi stare un po' tranquillo, mi porti nella sua camera, chiudendola a chiave e approfittando della mia debolezza psicologica pretenda di fare sesso con me?".

"Il mio incubo è iniziato a settembre del 2009 quando mi sono trasferito da Milano a Bra per intraprendere con un gruppo di amici un percorso di fede lontano dalla mia famiglia - racconta Giorgio - al Santuario dei Fiori ho conosciuto don Mario del quale non sapevo assolutamente nulla e che mi ha preso sotto la sua ala protettrice visto che gli avevo comunicato la mia intenzione di intraprendere il percorso da diacono. Don Mario si è offerto di farmi da guida spirituale e io, che mi sentivo in quel periodo molto fragile perché i miei genitori mi avevano allontanato non approvando la mia scelta di fede, mi sono appoggiato a lui completamente, credendo di poter trovare conforto nella sua guida". Sarebbe stato dopo una confessione molto sofferta, secondo quanto racconta Giorgio, durante una sua crisi irrefrenabile di pianto, che il prete lo avrebbe invitato nella propria stanza alla Casa del Clero, non distante dal Santuario, e lì lo avrebbe accolto all'uscita dal bagno in palesi atteggiamenti seduttivi e completamente svestito.

Giorgio non nega che sia nata una sorta di relazione tra lui e don Mario, un rapporto anche chiacchierato nell'ambiente, tanto che in una registrazione video lui e il prete discutono di come gestire i pettegolezzi e i giudizi severi dei confratelli che hanno compreso con chiarezza cosa c'è tra i due. "A un certo punto mi sono addirittura dovuto difendere perché al santuario alludevano al fatto che gli stessi estorcendo del denaro - racconta - so per certo, invece, che uno dei due uomini che lo accusavano nell'inchiesta del 2007, un certo Gregorio, si presenta ancora oggi, regolarmente, a chiedergli somme di denaro e che lui gliele dà, una volta io stesso l'ho fermato davanti al Santuario e ho visto che gli stava passando 400 euro. Io non so perché, ma so di certo che prende spesso soldi da don Mario". Giorgio, per evitare qualsiasi accusa di estorsione, ha fatto firmare a Vaudagnotto, e a due testimoni, un foglio nel quale dichiara di non essere mai stato ricattato, né di avergli mai dovuto elargire favori o denaro.

"Ho tantissima documentazione che testimonia l'assoluta inconciliabilità del ministero sacerdotale per don Mario che ha rifiutato di confessarmi per non incorrere in auto scomunica come prevede il codice di diritto canonico - dice - ho fatto decine di segnalazioni ma mai nessuna delle autorità ecclesiastiche ha preso in considerazione ciò che dicevo o provavo". Esauriti i riferimenti nel mondo cattolico l'uomo Giorgio si è rivolto ai mezzi di informazione annunciando che stava raccogliendo le segnalazioni di abusi di preti omosessuali nei confronti dei fedeli. "Sono spinto ad agire in questo modo - scrive Giorgio - non per motivi di astio o di rancore né perché mi senta investito di un potere inquisitorio che assolutamente non mi compete, ma solo ed esclusivamente in quanto credente e, come tale, destinatario dell'esplicito invito rivolto recentemente dal Santo Padre a denunciare tali fatti".

(24 giugno 2011)

https://gloria.tv/article/ucYz4SagRtCJ2BDm4cbte27p9

rete-cattolica 5 set 2016
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Don Mario Vaudagnotto - Una storia coperta da sacerdoti e vescovi

Un quarantenne trasferitosi a Bra (Cuneo), per potersi inserire a livello lavorativo e poter continuare il suo cammino di fede, si rivolge a Don Mario Vaudagnotto presso il “Santuario Madonna dei Fiori” di Bra.

Don Mario Vaudagnotto sin dall'inizio si mostra disponibile, e promette di aiutarlo a trovare un lavoro e fargli iniziare un cammino serio di fede come diacono.

Il quarantenne trovandosi da solo, inizia a frequentare Don Mario Vaudagnotto e nasce una bella amicizia.

Don Mario Vaudagnotto inserisce il quarantenne da subito nell'animazione liturgica, presso la cappella dell'ospedale di Bra, e spesso la sera si ritrovano per pregare, cenare insieme, e provare i canti liturgici con la chitarra.

Dopo qualche settimana, di frequentazione assidua, (ogni sera si vedevano anche alla messa al Santuario Madonna dei Fiori di Bra) il quarantenne notò alcune attenzioni ambigue da parte di Don Mario Vaudagnotto.

Chiese informazioni al suo parroco Don Gigi Coello, che lo tranquillizzò e gli disse: “…con Don Mario Vaudagnotto sei in una botte di ferro…fatti pure guidare da lui..”.

Don Mario Vaudagnotto, disse al quarantenne di stare sereno, che lui avrebbe colmato il vuoto affettivo dei suoi genitori.

Tutto procedeva bene, specie a livello spirituale, ma mancava il lavoro, e la promessa di continuare un cammino come diacono.

Un pomeriggio, il quarantenne andò a confessarsi da Don Mario Vaudagnotto presso il Santuario Madonna dei Fiori di Bra, ma preso dallo sconforto, scoppiò in lacrime.

Don Mario Vaudagnotto cercò di consolarlo e gli propose di andare sù, nella sua camera n° 1 presso la casa del clero (adiacente al Santuario), per rimane più tranquilli, parlare con serenità e senza essere disturbati da nessuno. Il quarantenne accettò il suo invito, anche perché soffrendo di problemi alla prostata e vescica, aveva bisogno di andare in bagno.

Il quarantenne entrava per la prima volta nella casa del clero, adiacente al santuario, infatti non sapeva dell'esistenza di tale sistemazione dei sacerdoti accuditi dalle suore.

Entrati nello stabile con discrezione e religioso silenzioso, presero l'ascensore, che si aprì direttamente davanti la camera numero 1,
dove Don Mario Vaudagnotto alloggiava.

Don Mario Vaudagnotto aprì la porta che faceva entrare subito nel suo ufficio, accomodati, dopo aver parlato un pò, il quarantenne chiese di andare in bagno.

Allora, lo accompagnò attraversando la sua camera da letto, e gli indicò la porta del bagno. Naturalmente, per rispetto al sacerdote e privacy, entrato nel bagno chiuse la porta.

Dopo qualche minuto uscito dal bagno, il quarantenne trovò una scena che non avrebbe mai immaginato di trovare.

Il settantenne Don Mario Vaudagnotto, si trovava nudo sul suo letto, in posizione detta “alla pecorina” e si masturbava, chiedendogli di avvicinarsi ... "vieni qua che ti consolo in pò, guarda non c'è nulla di strano siamo fratelli in Gesù".

Il quarantenne, rimase allibito, in quanto mai un sacerdote con lui aveva assunto tale atteggiamento, e per giunta si trovava davanti una persona nemmeno molto pulita, visto che gli slip di colore bianco erano inguardabili.

Dopo molte provocazioni a sfondo sessuale, da parte di Don Mario Vaudagnotto, e mai accolte dal quarantenne.

Si sente bussare alla porta, e il prete trovandosi totalmente nudo, rispose “arrivo .. un attimo”.

Dietro la porta si trovava ad attenderlo, Mons. Piero del Bosco attualmente vescovo di Cuneo e Fossano.

Prima di aprire la porta chiusa a chiave precedentemente, non capendo il perché, mi chiese di nascondermi e non uscire.

Il quarantenne non capiva cosa stava succedendo, rimase in attesa del suo ritorno.

Arrivato dopo mezz'ora, gli disse che era il rettore del santuario e il vicario della diocesi di Torino Mons. Piero Del Bosco, che erano andati per richiamarlo, in quanto spesso portava persone nella sua camera e che sapevano che al momento nella sua camera c’era un uomo.

Da quel momento avevo ben capito, che avevo davanti un sacerdote settantenne con spiccate attitudini omosessuali.

Usciti dopo un po' dalla casa del clero, Don Mario Vaudagnotto celebrò la santa messa al santuario, come se niente fosse mai accaduto nella sua camera.
Il quarantenne ritornò a casa scioccato, deluso, demoralizzato per tutto quello che si era verificato.
Il giorno dopo il quarantenne, prese coraggio e ne andò a parlare in confessione con il rettore del santuario.
Ascoltati tutti i particolari scabrosi del quarantenne, il rettore del santuario gli disse: "Se vuoi che io ti dia l'assoluzione, devi promettere che non metterai più piede in questo santuario, e non frequenterai più quel sacerdote".

Il quarantenne uscì dal confessionale senza assoluzione, e andò subito da Don Mario Vaudagnotto sempre in confessionale.

Entrato nel confessionale al santuario, Don Mario Vaudagnotto precisò che dopo quello che era successo nella camera della casa del clero, non poteva più confessarlo, in quanto rischiava un’auto scomunica come sacerdote, e sarebbe stato ridotto allo stato laicale.

A questo punto il quarantenne si rivolse al suo parroco Don Gigi Colello, che lo liquido subito dicendo di non poter far nulla, e che doveva tutelare la categoria dei sacerdoti.

In conclusione, il quarantenne venne escluso da ogni attività parrocchiale, non continuo il cammino di diacono, venne discriminato e ferito, sia come cattolico praticante che come persona.

Visto che il quarantenne non aveva preso bene tutta la situazione, infatti da vittima, era passato come la persona responsabile di tutto l'accaduto, e quindi l'unica persona da punire e allontanare assolutamente dalla chiesa cattolica.

Decise di chiedere un incontro chiarificatore direttamente a Don Mario Vaudagnotto, lui accetto di vedersi a cena e parlarne serenamente.

Il quarantenne aveva deciso di procurarsi ogni prova con video-audio, che confermava la verità di quanto accaduto con Don Mario Vaudagnotto.

Infatti, all'incontro con il prete settantenne, il quarantenne raccolse tutte le prove video-audio.

Dopo qualche giorno il quarantenne chiese a Don Mario Vaudagnotto, di dare dimissioni dall'incarico di sacerdote, per aver fatto atti impuri-gesti sessuali con lui.

La risposta di Don Mario Vaudagnotto fu: "Io qui mangio e bevo, sono assistito dalle suore, stò bene, mica sono scemo. Anzi, é meglio non vedersi e non sentirsi più. Dimenticami."

Il quarantenne fece recapitare al parroco Don Gigi Coello, rettore, e vescovo Mons. Cesare Nosiglia, il materiale video-audio, dove Don Mario Vaudagnotto, confermava tutto e si prendeva ogni colpa e responsabilità.

Non avuto nessun esito da parte della diocesi di Torino, il quarantenne, decise di contattare la stampa, che pubblico la storia il 24 giugno 2011, e cosi si rese possibile l'allontanamento di Don Mario Vaudagnotto dal santuario Madonna dei Fiori di Bra, in un luogo ancora oggi segreto.

Naturalmente, il quarantenne venne allontanato da ogni attività liturgica, nonostante le sue ottime qualità anche di musicista.

Chi ha insabbiato ogni situazione Don Mario Vaudagnotto, é stato elogiato dalla diocesi, mentre il vicario diocesano Mons. Piero Del Bosco e il responsabile della casa del clero Mons. Franco Brunetti, vengono persino nominati vescovi di Alba, Fossano e Cuneo.
Dopo questa storia vera, ognuno tragga le proprie conclusioni, e si tenga lontano da certi preti che danneggiano solo la chiesa cattolica.

*** Racconto tratto dal Libro: “La Storia di un Prete Gay – Coperta da Sacerdoti e Vescovi”, distribuito in tutte le librerie e book store del mondo

N.B.: Copia Inviata anche a Papa Francesco.

Link Amazon:
www.amazon.it/…/B01LMNV7GO

http://www.lastampa.it/Torino/cmsSezioni/c.../4535girata.asp
22/9/2007 (8:49) - NUOVO CAPITOLO NELL'ESTATE NERA DELLA CHIESA
Foto porno nel pc del prete indagato
+ Poletto: "Amarezza per accuse, stima per il clero"
+ Preti e molestie, la rete si allarga
+ Abusi sessuali Coinvolto un terzo prete
+ Salvatore, ragazzo di strada



Torino, un ex ragazzo di vita: «Don Nino fu il primo ad abusare di me, in parrocchia»
ALBERTO GAINO
TORINO
I carabinieri hanno rintracciato immagini pornografiche nel computer del più giovane dei tre sacerdoti torinesi indagati per violenza sessuale, dopo le accuse contro di loro di Salvatore Costa, 25 anni, ex ragazzo di vita, arrestato due volte per estorsione negli ultimi due mesi e tuttora in carcere. Le immagini scaricate dal portatile di don Nino Fiori suggeriscono un interesse omosessuale che potrebbe supportare, se non il dettaglio delle rivelazioni, almeno la scelta del «ricattatore dei preti» di chiamare in causa il sacerdote.

Costa ha fatto il nome di Fiori solo dopo il secondo arresto, deciso dal gip Emanuela Gai con un’ordinanza durissima: «E’ un ricattatore di professione». Ritrovatosi di fronte al pm Cristina Bianconi, in quei giorni di agosto, Costa fu pesante nei confronti di don Fiori: «Fu lui, quando ero giovanissimo, il primo ad abusare di me nella stanza che occupava in parrocchia, a Moncalieri, dove mi ospitava la notte».

L’avvocato Mauro Ronco, difensore di Fiori, risponde a muso duro: «Il sacerdote ha conosciuto Costa solo in quest’ultimo anno e in ragione delle assai poco commendevoli richieste dell’uomo al canonico Vaudagnotto. L’uno officiava in Duomo, l’altro nella vicina chiesa di San Lorenzo. Del resto, a Moncalieri don Fiori ha operato in un periodo molto successivo a quello indicato da Costa». In serata, rimbalzata in tv la notizia che le tracce di consultazioni di siti pornografici sono state rinvenute nel pc di don Fiori, non è stato più possibile rintracciare il legale.

Costa ricattava da tempo il canonico settantenne Mario Vaudagnotto, cerimoniere della Curia - che gli ha consegnato 30 mila euro - e l’ex economo del liceo salesiano Valsalice, don Luciano Alloisio, poco più giovane. Quest’ultimo fece intervenire i carabinieri in strada all’atto della consegna a Costa degli ultimi 2 mila euro. L’estorsore confessò e uscì di galera in due giorni.

Una volta libero, Costa si offre di ritrattare l’accusa di aver avuto anche da minorenne rapporti sessuali con don Alloisio, in cambio di 30 mila euro. Una telefonata della sua convivente rivela tante cose: «Salvo dice “Io ritratto e però mi devono togliere la cosa di estorsione... io ritratto tutto... e mi faccio lasciare la calunnia, tanto in tre mesi... ma che c... me ne frega, mi danno gli obblighi di firma».

I pm Cristina Bianconi e Manuela Pedrotta ne ottengono il riarresto. I carabinieri raccolgono testimonianze sulla vita da «miserabile» del giovane, che ricorda certi personaggi di Dumas padre: buttato fuori di casa a 14 anni, finito in via Cavalli a prostituirsi, rapine ai trans e ai clienti, la mano tesa nelle parrocchie, finché un certo assistenzialismo-ricattatorio non è diventato lavoro, modus vivendi. Don Franco Martinacci, rettore della chiesa di San Lorenzo, riferisce ai carabinieri: «Ho assistito a minacce di Costa nei confronti di don Vaudagnotto».

L’estorsione, per l’accusa, si consuma in una frase: «Se non mi paghi, svelo i rapporti che hai avuto con me quando avevo 18 anni». Don Vaudagnotto ha riferito ai pm di avergli dato denaro per carità cristiana. La stessa versione di don Alloisio. Che, in una perquisizione a casa sua, ha però rivelato a un carabiniere di aver avuto rapporti con ragazzi di via Cavalli. Non con Costa. E’ comunque credibile il loro accusatore? Uno che, intercettato, dice al telefono, parlando del suo primo avvocato: «Lo mando a fan... all’interrogatorio, faccio finta che m’ha molestato due bambini davanti a me. Lo rovino».

La procura deve cercare riscontri alle dichiarazioni di Costa. Per tre giorni, a fine agosto, l’ha «rispremuto» per sapere dei ricatti ai sacerdoti che «duravano da anni». I pm hanno rintracciato uno dei tre compagni di sventura indicati da Costa come testimoni dei suoi rapporti con i sacerdoti. E il suo ultimo avvocato, Basilio Foti, si è visto respingere l’istanza di arresti domiciliari «perché sono ancora in corso le indagini».

www.diocesi.torino.it/site/morto-don-mario-vaudagnotto/
Morto don Mario Vaudagnotto
Mancato giovedì 28 dicembre 2017; funerale sabato 30 alla Consolata
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Il can. Mario Vaudagnotto è deceduto giovedì 28 dicembre 2017 alla Casa del Clero di Torino. Era nato a Caselle T.se il 3 luglio 1937 ed era stato ordinato il 29 giugno 1961.

Santo Rosario venerdì 29 dicembre: alle ore 16 presso la Casa del Clero in c. Benedetto Croce 20 a Torino e alle ore 18.30 alla parrocchia S. Maria e S. Giovanni Evangelista a Caselle Torinese (via Torino 13).

Esequie sabato 30 dicembre alle 9 presso il Santuario della Consolata a Torino; presiede l’Arcivescovo.

La comunità cristiana è invitata a unirsi nella preghiera di fraterno suffragio.
 
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