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Pedofilia. Nuovi casi anche in Austria. Confessa l'abate di Salisburgo

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view post Posted on 9/3/2010, 11:57
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www.wallstreetitalia.com/articolo.asp?art_id=884205

Pedofilia/ Austria, nuovi casi di abusi in 2 istituti religiosi
di Apcom
Abate St.Peter Salisburgo confessa e offre sue dimissioni


Vienna, 9 mar. (Apcom) - Casi di abusi sessuali nei confronti di minori emergono anche in due istituzioni cattoliche in Austria. I reati sarebbero stati commessi negli Anni Settanta e Ottanta e - secondo la stampa austriaca - il padre superiore dell'abbazia St. Peter a Salisburgo ha ammesso di essere coinvolto in uno degli scandali e ha annunciato le sue dimissioni. L'abate Bruno Becker ha riconosciuto di avere abusato di un giovane austriaco, che oggi ha 53 anni, ha riferito la radio pubblica Oe1. A quel tempo Becker aveva 24 anni e non era ancora prete. La vittima aveva 12 anni. Da allora - secondo Becker - "non ci sono stati altri casi di questo tipo". A fine 2009, i religiosi hanno offerto in una lettera alle vittime 5mila euro in cambio del loro silenzio, dato che i fatti sono prescritti, ha aggiunto Oe1. Intervistato dalla radio, l'arcivescovo di Salisburgo, nel nord dell'Austria, Alois Kothgasser, ha dichiarato che si parla di "danni e interessi". "Vogliamo stabilire con le vittime la somma (dell'indennizzo)", ha indicato. Una vittima ha affermato di essere stata maltrattata sessualmente per sei anni da due ex religiosi dell'abbazia benedettina. Questi due, uno dei quali è deceduto, sono stati arrestati nel 2005 per abusi sessuali su minori in Marocco, secondo la procura di Salisburgo. Uno dei due è stato condannato in Austria per questi fatti. Nel Vorarlberg (ovest del Paese), il quotidiano locale Vorarlberger Nachrichten ha rivelato oggi un altro caso di abusi sessuali in un convento religioso a Bregenz, che risale agli anni Ottanta. Il religioso, autore presunto dei fatti, è stato successivamente inviato in un altro istituto in Tirolo (ovest) e non è stata depositata alcuna denuncia, ha detto al giornale l'abate Anselm va der Linde, da un anno responsabile del chiostro di Mehrerau, da cui dipende l'internato. I nuovi casi avvengono mentre a fine gennaio è scoppiato un mega-scandalo a catena su casi di pedofilia in istituzioni religiose in Germania. (fonte Afp)
 
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view post Posted on 9/3/2010, 13:56
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http://www.asca.it/news-PEDOFILIA__SCANDAL...00262-ORA-.html

09-03-10
PEDOFILIA: SCANDALO TRAVOLGE ANCHE CHIESA CATTOLICA IN AUSTRIA


(ASCA-AFP) - Vienna, 9 mar - Lo scandalo dei preti pedofili travolge anche la Chiesa cattolica austriaca. Un uomo di 53 anni ha raccontato alla radio nazionale Oe1 di aver subito abusi sessuali all'eta' di 11 anni da parte di due sacerdoti e di un terzo, che adesso risulta abate del monastero di Sankt Peter a Salisburgo. I due sacerdoti (uno e' deceduto e l'altro ha lasciato la Chiesa) furono arrestati nel 2005 in Marocco accusati di ''turismo sessuale''. L'uomo ha rivelato di aver taciuto per molti anni, ma che lo scorso novembre ha contattato l'abate che gli avrebbe offerto 5.000 euro in cambio del silenzio.

Il monastero di Sankt Peter ha diffuso un comunicato in cui si annuncia che l'abate ha chiesto scusa per gli abusi commessi ed ha rassegnato le dimissioni.

Ma non e' il solo caso emerso in queste ore in Austria. Il direttore di una scuola cattolica di Mehrerau, nella provincia di Vorarlberg, ha raccontato di come negli anni ottanta fu nascosto un caso di violenza sessuale e il prete che aveva ammesso le accuse fu riassegnato alla provincia del Tirolo. Il vescovo del Tirolo, ha raccontato l'abate Anselm van der Linde al quotidiano Vorarlberger Nachrichten, fu informato del fatto e al prete fu fatta seguire una terapia.

Ma e' ancora sacerdote.
 
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view post Posted on 9/3/2010, 17:06
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http://metilparaben.blogspot.com/2010/03/v...-di-numeri.html

Vi conviene parlare di numeri?
Postato da Metilparaben alle 15:17

Padre Federico Lombardi, portavoce del Vaticano, ha ritenuto opportuno ricordare che la pedofilia non alligna soltanto nella Chiesa, ma pure in altri ambienti; e a riprova di tale affermazione (della quale peraltro nessuno dubitava) si è premurato di fornire alcuni dati riguardanti l'Austria, in cui in un determinato periodo di tempo

i casi accertati in istituzioni riconducibili alla Chiesa sono stati 17, mentre ve ne sono stati altri 510 in altri ambienti.


Ecco, io finora mi sono astenuto dal parlare di cifre, giacché mi pareva sufficiente rilevare che gli abusi perpetrati da uomini di chiesa sono comunque più gravi degli altri, a prescindere dal loro numero, in quanto commessi da individui che per il loro ruolo dovrebbero assumere ben altri atteggiamenti.

Però, siccome Padre Lombardi mi ci tira per i capelli, mi rassegno a prendere in esame i numeri che cita, rilevando in prima battuta che

17 : (510 + 17) ≈ 0,03

il che equivale a dire che gli abusi sessuali sui minori commessi in Austria dai preti in un certo periodo di tempo sono stati circa il 3% del totale.

Ebbene, se i sacerdoti austriaci rappresentassero circa il 3% della popolazione maschile adulta vorrebbe dire che la percentuale di preti pedofili è più o meno analoga alla percentuale di pedofili nel resto della popolazione; mentre se la quota di preti sul totale della popolazione fosse inferiore, significherebbe che tra i preti, in termini percentuali, ci sono più pedofili che tra gli altri.

Non dispongo del numero di sacerdoti austriaci, ma credo si possano tranquillamente utilizzare come pietra di paragone i dati del nostro paese, in cui i preti, nel 2000, erano circa 35.000, mentre nello stesso anno i maschi adulti in tutta la popolazione ammontavano a circa 20 milioni; siccome

35.000 : 20.000.000 ≈ 0,002

se ne deduce che i preti (almeno in Italia, ma non c'è ragione per ritenere che in Austria le cose debbano stare diversamente) rappresentano circa il 2 per mille della popolazione maschile adulta; dal momento che il 3% dei casi di pedofilia sono messi in opera dai preti, che i preti rappresentano il 2‰ della popolazione maschile adulta, e che

0,03 : 0,002 = 15

se ne deduce, stando ai dati di Padre Lombardi, che la percentuale di pedofili nei sacerdoti è quindici volte superiore alla percentuale di pedofili nel resto della popolazione; il che equivale a dire, se non mi sbaglio, che non parliamo di una differenza minima, ma proprio di un altro ordine di grandezza, che risalta in modo evidente nonostante il fatto che l'analisi sia stata fatta davvero in modo grossolano e, per così dire, "a spanne".

Non sono stato io, ripeto, a tirare in ballo le cifre, che per come la vedo lasciano comunque il tempo che trovano: sta di fatto, però, che se fossi il portavoce del Vaticano ci penserei due o tre volte prima di impelagarmi nel magico mondo dei numeri.
 
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view post Posted on 11/3/2010, 17:37
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http://www.corriere.it/cronache/10_marzo_1...44f02aabe.shtml

il vescovo di Ratisbona: «ma la colpa non è del celibato»
Vaticano: «No attenuanti per abusi»
In Austria sospesi tre sacerdoti
Mons. Tomasi: «Protezione minori massima priorità». Tre provvedimenti nel monastero di Kremsmuenster

MILANO - Nessuna attenuante per i sacerdoti che si macchiano del reato di pedofilia. Lo afferma con durezza monsignor Silvano Maria Tomasi, osservatore della Santa Sede all'Onu, mentre in Austria arrivano i primi provvedimenti. Tre preti del monastero di Kremsmuenster, nel distretto di Kirchdorf, sono stati sospesi dalle funzioni per presunti abusi sessuali e maltrattamenti - avvenuti negli anni '80 - nei confronti di alcuni ragazzi della scuola gestita dal monastero. Uno dei tre, 75enne, ha ammesso gli abusi.

ALMENO CINQUE CASI - «Un completo chiarimento su questi casi è dovuto ai confratelli e al pubblico» ha detto l'abate di Kremsmuenster Ambros Ebhart, dichiarandosi pronto a lavorare insieme alla diocesi di Linz e alle autorità dell'Alta Austria per far luce su questi episodi. Il quotidiano Oberoesterreichischen Nachrichten ha pubblicato un articolo in cui un ex studente della scuola accusava i tre preti di abusi sessuali e maltrattamenti. Nel complesso, le vittime di queste violenze - che sarebbero avvenute tutte negli anni '80 - sono almeno cinque. «Mi dispiace molto che persone nel nostro istituto abbiano fatto simili esperienze di violenza» ha proseguito l'abate, sottolineando che la commissione diocesana si interesserà di questi casi. E finché non verrà fatta piena luce, i tre preti chiamati in causa - tutti sopra i 75 anni - rimarranno sospesi dai loro uffici e dai loro compiti. L'abate ha quindi messo in guardia contro «condanne sommarie» ma non ha garantito che in futuro non possano emergere altri casi simili: su questo, ha detto, «non posso mettere la mano sul fuoco».

«NON CI SONO SCUSE» - Intervenendo a un incontro annuale delle Nazioni Unite sui diritti dei bambini, Tomasi ha spiegato che non ci possono essere scuse per i preti che si macchiano del «crimine odioso» di pedofilia e la protezione dei minori da queste aggressioni deve essere in cima alle priorità della Chiesa. In apertura del suo intervento, mons. Tomasi ha citato le parole di Benedetto XVI: «L'abuso sessuale sui minori è sempre un crimine odioso». «L'integrità fisica e psicologica dei minori viene violata con conseguenze distruttive - ha aggiunto il presule -. Gli studiosi hanno dimostrato che i bambini abusati reagiscono in modi differenti alla violenza sessuale e tra di loro si registrano maggiori probabilità di gravidanze adolescenziali, vagabondaggio, tossicodipendenza e alcolismo». «Non ci sono scuse per questo comportamento» ribadisce il presule, sottolineando che «la protezione dalle aggressioni sessuali rimane in cima alla lista delle priorità di tutte le istituzioni ecclesiastiche che lottano per porre fine a questo serio problema».

Il cardinale Schoenborn (Ansa)
Il cardinale Schoenborn (Ansa)
CELIBATO - Accanto alla condanna, si delinea da parte di alti esponenti vaticani la difesa del celibato dei sacerdoti dopo lo scandalo degli abusi in Germania e l'avvio di un'inchiesta da parte della conferenza dei vescovi tedeschi per far luce sulle accuse di violenze sessuali e maltrattamenti. E dopo le dichiarazioni del cardinale di Vienna Christoph Schoenborn (che ha poi rettificato la propria posizione), secondo cui il celibato è tra le cause del fenomeno. Il vescovo di Ratisbona (diocesi dove sono stati denunciati abusi nel periodo in cui il fratello del Papa era direttore del coro), Gerhard Mueller, ha definito tale teoria «una stupidaggine» e ha affermato che non c'è motivo di modificare l'istituzione. Ha però ricordato, a margine di un convegno teologico a Roma, che i sacerdoti che si macchiano di reati di pedofilia non possono continuare a svolgere il loro ruolo di rappresentanti di Cristo.

FRATELLO DEL PAPA - Mueller ha poi ribadito l'estraneità di Georg Ratzinger, il fratello di papa Benedetto XVI, rispetto all'unico caso accertato di abusi sessuali commesso più di 40 anni fa nella struttura del coro di voci bianche di cui il prelato è in seguito stato direttore. «Georg Ratzinger è assolutamente, temporalmente e realmente estraneo» ha detto Mueller a Roma, ricordando che «c'è stato un solo caso di abuso (nel 1958, ndr), sei anni prima del suo inizio come maestro del coro». Un secondo caso di cui hanno parlato i mezzi di informazione è solo relativo «a una persona» che pur avendo operato per otto mesi nella struttura «è stata condannata nel 1971 per atti compiuti non presso il duomo di Ratisbona, ma altrove».

MARADIAGA - Anche il cardinale Oscar Rodriguez Maradiaga, presidente di Caritas International e arcivescovo di Tegucigalpa, si schiera a favore del celibato: «Non capisco come possa darsi un rapporto perché gli abusi sessuali ci sono in tutte le categorie, anche in quelle non formate da celibi». Due giorni fa era stato il portavoce vaticano padre Lombardi a sottolineare che la pedofilia non esiste solo all'interno della Chiesa. «Quello che succede - ha aggiunto Maradiaga - è che i casi di abusi sessuali su minori perpetrati da non sacerdoti non sono pubblicizzati». Per evitare che queste vicende si ripetano, spiega, «dobbiamo soprattutto insistere nella formazione. E inoltre dobbiamo pensare che non si può giudicare la gente con i criteri del ventunesimo secolo, in altri tempi non si conosceva bene la psicologia umana e a volte gente che aveva indicazioni contrarie a seguire la vocazione intraprendeva la strada del sacerdozio». In difesa del celibato interviene anche il cardinale Claudio Hummes, prefetto della Congregazione per il clero, secondo cui «è un dono dello Spirito Santo che chiede di essere compreso e vissuto con pienezza di senso e di gioia, nel rapporto totalizzante con il Signore».

SCHOENBRON - Il dibattito è nato appunto dalle controverse dichiarazioni del cardinale e arcivescovo di Vienna Christoph Schoenborn: interrogandosi sulle cause degli abusi rivelati a catena in Germania e in Austria, ritiene che derivino «sia dall’educazione dei preti che dalle conseguenze della rivoluzione sessuale del '68, dal celibato nello sviluppo personale». Schoenbron invita dunque a «un cambiamento di visione» del celibato. Giovedì è arrivata poi una parziale rettifica: Erich Leitenberger, portavoce dell'arcidiocesi di Vienna, ha detto che Schoenborn «non ha messo in dubbio in alcun modo il celibato nella Chiesa cattolica di rito latino». Secondo l'agenzia di stampa cattolica Kathpress, nell'ultima edizione di «Thema Kirche», periodico dei collaboratori dell'arcidiocesi, Schoenborn aveva affermato che sugli abusi «deve esserci solo la via della verità ed è assolutamente necessario mettere al primo posto le vittime». Riprendendo le parole esatte dell'arcivescovo, l'agenzia di stampa precisa che il cardinale aveva auspicato un esame delle cause di abuso, tra cui: «La questione della formazione dei sacerdoti, così come la questione di quanto è accaduto con la "rivoluzione sessuale" della generazione del '68. Ne fanno parte il tema del celibato, così come il tema dello sviluppo della personalità. E ci vuole anche una buona porzione di sincerità, nella Chiesa, ma anche nella società».

Redazione online
11 marzo 2010
 
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http://www.tio.ch/aa_pagine_comuni/articol...sito=1&idtipo=2

Notizia del 11/03/2010 - 19:24
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AUSTRIA
Pedofilia: sospetti abusi anche nel coro di Vienna

A denunciare le violenze nel famoso coro dei 'Saengerknaben' sono stati due ex coristi - oggi residenti in Germania - che hanno raccontato di una "atmosfera di terrore e di paura"

Articolo


VIENNA - Anche il Coro dei Ragazzi di Vienna, dopo quello dei 'Passeri del Duomo di Ratisbona', in Germania, viene investito dai sospetti di abusi sessuali e maltrattamenti. Il Coro di Vienna, le cui radici risalgono al 13/mo secolo, non è legato alla Chiesa né a un collegio religioso, ma ogni domenica si esibisce durante la messa che viene celebrata nella Cappella del Palazzo Imperiale di Hofburg.

Secondo quanto scrive il quotidiano austriaco Standard in un articolo che verrà pubblicato domani, a denunciare le violenze nel famoso coro dei 'Saengerknaben' sono stati due ex coristi - oggi residenti in Germania - che hanno raccontato di una "atmosfera di terrore e di paura". Uno di loro, che oggi ha 33 anni, chiede "spiegazioni e un risarcimento".

Uno dei testimoni citati dallo Standard, corista dell'ensemble dal 1985 al 1987 e oggi 33/enne, chirurgo a Berlino, ha raccontato al quotidiano di rituali sotto la doccia - durante le tournee del coro - alla presenza dei cosiddetti 'prefetti', cioé i tutori che viaggiano con i ragazzi.

Questi, ha detto l'uomo, che ha voluto rimanere anonimo, consigliavano ai ragazzi di lavarsi gli organi genitali. E durante una tournee negli Usa ha ricordato di essere stato costretto da un ragazzo più anziano del coro ad avere un rapporto sessuale orale.

Un altro ex corista, uno psicologo di 51 anni che oggi vive a Monaco di Baviera, che è stato membro del coro di Vienna dal 1966 al 1970, ha denunciato invece molestie sessuali da parte del direttore del coro durante una tournee in Germania. In un'altra occasione, durante un viaggio in pullman negli Stati Uniti - ha proseguito lo psicologo - un tutore ha costretto, con la forza, un ragazzo che non aveva appetito a mangiare.


 
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www.agi.it/estero/notizie/201003201...a_contro_chiesa

PEDOFILIA: AUSTRIA, VITTIME UNITE PER CAUSA MASSA CONTRO CHIESA

(AGI) - Vienna, 20 mar. - In Austria le vittime di maltrattamenti e abusi sessuali si uniscono per intentare una causa di massa contro i preti pedofili e la Chiesa. Un avvocato viennese, Werner Schostal, ha annunciato la costituzione di una associazione che minaccia azioni legali con richieste di risarcimento fino a 80mila euro (nel caso di abusi prolungati) per vittima. "Il primo passso - ha spiegato l'avvocato - sara' quello di cercare di arrivare ad accordi extra giudiziali. Ma se la Chiesa - ha aggiunto - non dimostrera' la volonta' di arrivare agli accordi o offrira' risarcimenti non adeguati, si avvieranno le azioni formali". L'associazione, che conta di riunire centinaia di vittime, "vuole portare in tribunale i preti autori dei presunti abusi ma anche la Chiesa come responsabile delle loro azioni", ha precisato l'avvocato. Al vaglio ci sono azioni legali contro il vescovo di Eistendstadt, Paul Iby, e quello di Graz, Johann Weber, sospettato di aver abusto di una ventina di bambini tra la fine degli anni '70 e l'inizio degli anni '80 ed e' stato sospeso all'jnizio di marzo. -
 
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http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/to...1732184330.html


Percorso:ANSA.it > Top News > News
Pedofilia: Austria, 3 sacerdoti sospesi
Uno di loro ha ammesso violenze su studenti scuola monastero
11 marzo, 17:12

Pedofilia: Austria, 3 sacerdoti sospesi (ANSA) - BERLINO, 11 MAR - Sospesi per presunti abusi sessuali su ragazzi 3 preti cattolici del monastero di Kremsmuenster, nel distretto di Kirchdorf in Austria. Sollevati dalle loro funzioni sacerdotali, i religiosi avrebbero compiuto negli anni '80 maltrattamenti nei confronti di alcuni ragazzi della scuola gestita dal monastero. L'abate di Kremsmuenster, Ambros Ebhart ha riferito che uno dei tre sacerdoti, un padre di 75 anni, ha ammesso gli abusi. 'Un chiarimento su questi casi e' dovuto', ha aggiunto.

www.wallstreetitalia.com/articolo.asp?art_id=903239

Pedofilia/ Austria, in due settimane denunciati 174 casi abusi
di Apcom
Il sistema educativo cattolico in Austria riassunto in "sadismo"

Vienna, 2 apr. (Apcom) - Sono 174 i casi di maltrattamenti o di abusi sessuali all'interno delle istituzioni cattoliche in Austria denunciati nel corso delle ultime due settimane, da quando cioè è stato istituito un numero telefonico speciale a disposizione delle vittime. Lo ha reso noto l'associazione "Piattaforma delle vittime della violenza nella Chiesa". Il numero è stato chiamato da 150 persone e "siamo venuti a conoscenza di 174 casi", ha spiegato Holger Eich, psicologo, membro dell'associazione durante una conferenza stampa alla quale ha preso parte anche una delle vittime. "Ogni giorno ne veniamo a sapere di nuove sui metodi di educazione nelle istituzioni cattoliche in Austria negli anni '60 e '70", ha commentato Eich, prima di aggiungere: "Tutto si può riassumere con una sola parola: sadismo". Nel 43% dei casi registrati si tratta di violenze fisiche, nel 34% di aggressioni sessuali, nel 23% di violenze morali. Secondo le statistiche dell'associazione il 68% delle vittime sono uomini, come il 74% degli autori delle violenze. Al momento tutte le denunce sono sotto esame e i fatti in corso di verifica. Si valuta anche la possibilità di presentare una denuncia collettiva contro la Chiesa. In Austria, l'arcivescovo di Vienna, cardinale Christoph Schoenborn, ha istituito una commissione d'inchiesta laica e indipendente, presieduta da una donna, Waltraud Klasnic, incaricata di esaminare le diverse denunce. (fonte afp)

http://www.ilgiornale.it/interni/austria_c...ge=0-comments=1

Austria Critiche alla «inquisitrice»: troppo legata al clero, non è adatta

Ha provocato sorpresa, ma anche una serie di critiche la decisione dell’arcivescovo di Vienna Schoenborn di nominare una donna, l’ex governatore della Stiria, Waltraud Klasnic, alla testa di una commissione indipendente sugli abusi sessuali dei preti in Austria. Molti dicono che né preti né politici debbano farne parte e giudicano la Klasnic, del partito popolare Oevp (cattolico), troppo vicina alla Chiesa e inadatta a lavorare in modo indipendente. Scettica l’organizzazione «Wir sind Kirche» (Noi siamo chiesa), mentre la «Laieniniziative» (Iniziativa laica) dà un giudizio positivo. È «il tipico tentativo di mettere la cosa su un binario non pericoloso» ha detto Schermann, parroco ed editore di «Kirche-In»: dalla Klasnic, legatissima alla Chiesa, non ci si può aspettare indipendenza e «deve essere recisamente respinta». Per lui bisognerebbe dare più ascolto alle vittime e cooptare i loro rappresentanti nella commissione.
 
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view post Posted on 27/4/2010, 11:34
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http://www.giornalettismo.com/archives/610...-benedetto-xvi/

Europadi Dario Ferri
Preti pedofili: Benedetto XVI coprì un sacerdote austriaco?
pubblicato il 27 aprile 2010 alle 10:06 dallo stesso autore - torna alla home

La storia del Cardinale Groer viene spesso portata ad esempio del comportamento cristallino di Joseph Ratzinger riguardo gli abusi del clero. Ma, svela il New York Times, basta guardare da vicino la storia per accorgersi che di incongruenze ce ne sono molte.

Anche stavolta è il New York Times a portare all’attenzione dell’opinione pubblica il caso: i difensori di Papa Benedetto XVI hanno sempre portato ad esempio dell’attenzione con cui Joseph Ratzinger ha combattuto la pedofilia la questione del cardinale austriaco Hans Hermann Groer, dimessosi dai suoi ruoli a sei mesi dall’apparizione sui media delle accuse di molestia nei confronti di alcuni ragazzi nel 1995.

BLOCCATO DAL VATICANO? – Nell’occasione, secondo i suoi difensori, Ratzinger si spese per una piena indagine interna, ma venne bloccato dai suoi superiori. Eppure un teologo bavarese dice che basta guardare con maggiore attenzione a quanto accaduto per rendersi conto che le cose andarono in maniera molto diversa. Ad esempio, si ricorda che la nomina di Groer fu apertamente sponsorizzata da Ratzinger nel 1986, quando l’allora cardinale fu pronto a consigliare Giovanni Paolo II sulla questione. E’ vero che oggi papa Benedetto ha incontrato le vittime della pedofilia, Ma mentre spesso, da cardinale, ha usato la sua influenza per far rispettare la dottrina e il clero emarginare i membri le cui opinioni erano divergenti dalla propria, sembrava meno disposto a quel tempo a perseguire aggressivamente i sexual offenders.

IL CASO GROER – Groer è un caso particolare: aveva molti appoggi ed amicizie nella Curia Romana e condivideva con Giovanni Paolo II la devozione per la Vergine Maria. Quattro vescovi austriaci, tra cui il suo successore a Vienna, hanno considerato “moralmente certa” la responsabilità del cardinale nei casi di abuso. Alcune delle sue giovani vittime, il cui numero varia da 12 a 30, hanno raccontato che il cardinale chiedeva loro di seguirlo nel confessionale, faceva togliere i vestiti e quindi abusava di loro. Groer però non ha mai confessato nulla. E’ scomparso dalla vita pubblica, si è ritirato in un convento da lui fondato e lì ha vissuto fino alla sua morte nel 2003. Padre Kreen, il favorito alla promozione nel ruolo superato da Groer, era anche lui sospettato di non saper reprimere i suoi gusti sessuali – era stato beccato con materiale pedopornografico – ma venne bocciato perché non aveva una laurea in teologia, ma solo quella in filosofia, come fece notare l’allora cardinale Ratzinger.

I PICCOLI ANGELI – Il problema è che i sospetti su Groer erano ben precedenti al periodo della sua nomina. Il reverendo Udo Fischer, un prete che ha partecipato al seminario maschile Hollabrunn nell’Austria orientale nel 1960 e primi anni 1970, dove il cardinale Groër aveva vissuto e insegnato per decenni, ha detto che nel 1985 ha personalmente messo in guardia l’abate del loro monastero benedettino locale su comportamento inadeguato del Cardinale con i ragazzi, che egli spesso definiva “piccoli angeli”. Fischer stesso era stato oggetto di attenzioni particolari da parte di Groer, e per questo quando seppe della sua nomina a cardinale si lamentò con l’Abate Clemens Lashofer di Göttweig per l’accaduto, ed egli gli rispose che non aveva ricevuto domande sul tema da parte del Nunzio vaticano, aggiungendo che “forse significa che non volevano sapere“.

LA CALUNNIA E’ UN VENTICELLO – Le voci che circondavano il cardinale Groër andavan però oltre la cerchia di coloro che hanno subito le mani. Josef Votzi, il giornalista che ha rotto lo scandalo nel 1995 nella rivista Profil, è un alunno di Hollabrunn e ha detto che anche tra i membri del personale dell’Arcidiocesi di Vienna che lui ha intervistato la storia era “un segreto di Pulcinella”. Nel 1995 la vittima si fece avanti, dicendo che l’arcivescovo , allora il suo insegnante di religione e confessore, aveva abusato sessualmente di lui per quattro anni, due decenni prima a Hollabrunn. A Roma, qualche settimana dopo, secondo il Cardinale Schönborn, il cardinale Ratzinger in una conversazione a porte chiuse gli rivelò che voleva istituire una commissione d’inchiesta, ma venne fermato. “Questo per me è una delle migliori indicazioni che so per esperienza personale che il Papa di oggi ha avuto un molto deciso, chiaro di gestire casi di abuso“, ha detto. “E ‘diventato ben presto chiaro che la corrente che regnava a Roma non era quella che esigeva chiarezza qui. Il Cardinale Ratzinger mi ha detto che dall’altra parte, il lato diplomatico, aveva prevalso“. Il “lato diplomatico“, dicono gli austriaci, era guidato dal segretario di Stato vaticano, il cardinale Angelo Sodano, e dall’arcivescovo Stanislaw Dziwisz, segretario personale di Giovanni Paolo II.

RETICENZE E OMISSIONI - Schonborn però non riesce a spiegare come mai Ratzinger avesse influenza sulla scelta dei cardinali, ma non sull’apertura di indagini su di loro: “Io non posso spiegare tutto, so solo che è andata così“. Nelle lettere che l’attuale papa ha inviato ai membri del clero austriaco dopo lo scandalo, non fece menzione degli abusi sessuali dell’arcivescovo, avvisando invece i vescovi di non cedere terreno sulle proposte riformiste dei movimenti cattolici di base. Nel 1996, il cardinale Groër è stato nominato capo di un convento in Germania, sotto la supervisione di Göttweig, e appariva ancora alle funzioni ufficiali della Chiesa. Questo ha scatenato una ribellione alla fine del 1997 tra alcuni dei suoi ex allievi e le vittime, che hanno chiesto le sue dimissioni. Di fronte a tali sconvolgimenti, i funzionari della chiesa rimossero il cardinale Groër dal convento e lo rimandarono a gennaio al convento dove aveva vissuto dopo che era stato costretto all’addio nel 1995. Poco tempo dopo, Giovanni Paolo II ha approvato una indagine del Vaticano.

DARE IL SILENZIO COME SPIEGAZIONE - Ma nessun risultato dell’indagine è stato mai reso pubblico, e il Cardinale Groër non è mai comparso di fronte ad un giudice chiesa né è stato destinatario un rimprovero pubblico di Roma, per non parlare di un processo secolare. Molti nel clero austriaco hanno criticato quello che hanno visto come un tentativo da parte di Roma di proteggere un cardinale, ignorando le vittime che chiedono giustizia. Gottfried Schatz, il numero due del Göttweig che aveva contribuito a guidare la protesta contro il cardinale Groër, ha lasciato nel settembre 1998 e ha chiesto la rimozione dal sacerdozio, cosa che gli è stata concessa insolitamente presto, entro un anno. “Hanno fatto tanto quando avevano davanti l’indignazione pubblica, e non di più“, secondo Padre Schermann
 
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Felipe-bis
view post Posted on 23/5/2010, 17:02




http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezion...55277girata.asp

23/5/2010 (7:23) - UNA COMUNITA' DI FEDELI APERTA A NUOVE IDEE
Vienna, preghiere e cartellini rossi contro il Muro del Vaticano

Iniziative in tutto il Paese per convincere la Chiesa di Roma a riformarsi. I cattolici austriaci: “Perdiamo fedeli e vocazioni, è ora di dire no al celibato”
MARINA VERNA
INVIATA A VIENNA
Da una tasca della sua borsa, Paul Weitzer - professore di matematica e teologia in pensione - estrae una cartolina rossa prestampata indirizzata a Benedikt XVI-Palazzo Apostolico-Città del Vaticano. Sulla parte sinistra, poche parole: «Cartellino rosso per il Vaticano. Adesso basta! Cambiare!».

La firma è un sito Web, quello di «Wir sind Kirche» (noi siamo la Chiesa), piccola organizzazione di laici progressisti che da 15 anni è portavoce del malcontento dei fedeli e lavora per riformare la Chiesa dall’interno. «Noi pensiamo che sia sulla strada sbagliata, ma non vogliamo lasciarla, passare alla Chiesa luterana. Vogliamo cambiarla, riportarla ai fondamentali delle origini. Vogliamo che i sacerdoti siano liberi di scegliere se essere celibi o sposati, che le donne possano accedere al diaconato, che i messaggi dal pulpito siano di gioia e non di minaccia. Vogliamo far cadere il Muro del Vaticano!».

E allora, perché non copiare Lipsia e i suoi lunedì di preghiera che alla fine degli Anni 80 catalizzarono la protesta e contribuirono a far cadere il Muro di Berlino? Il primo appuntamento, a Vienna, è per giovedì alle 18 nella bellissima Chiesa di Donau City: un parallelepipedo di cromo e acciaio nero in mezzo ai grattacieli del quartiere Onu, con le pareti perforate da decine di «occhi» che convogliano la luce all’interno.

I «buchi» che i dissidenti vogliono scavare nel Muro del Vaticano fino a farlo crollare. Padre Albert - uno dei pochi che accettano di dare ospitalità a «Wir sind Kirche» - ha messo a disposizione la sua Chiesa, ma non celebrerà la messa: sarà un momento di preghiera gestito dai laici. A Graz l’hanno già fatto e la chiesa era piena - «più che alla domenica», dice Weitzer. Dunque si fa anche a Vienna, ogni mese. Consegnando a ogni fedele cartellini rossi da spedire in Vaticano. «Il Papa deve riconoscere le sue responsabilità dirette nello scandalo della pedofilia e trarne le conseguenze. Deve ritirarsi».

Non è nuova alla teologia della riforma, Vienna. Cominciò con il sinodo del 1970 dopo il Concilio Vaticano II, quando sotto un cardinale illuminato e carismatico come Koenig molti teologi elaboravano nuove proposte - per esempio il celibato volontario - e nei consigli pastorali delle parrocchie i laici condividevano davvero le decisioni. La stagione felice finì nel 1985, con l’arrivo a Vienna di quel cardinal Groer che dieci anni dopo dovette lasciare la guida dell’arcidiocesi per le accuse di pedofilia e morì nel 2003, in disparte ma mai apertamente accusato. «Groer ha cancellato subito tutto quello che aveva fatto Koenig - racconta Weitzer -. Non riduceva neppure più allo stato laicale i preti che lo chiedevano. E’ stato allora che la gente ha cominciato a essere insoddisfatta, a non andare più in Chiesa. Le rivelazioni sulla pedofilia sono state solo la goccia finale».

Così, nel 1995, un pugno di teologi decise che era tempo di reagire e fondò «Wir sind Kirchen». Dopo 15 anni, di risultati, però non se ne sono praticamente visti. Nemmeno con il cardinal Schoenborn, che pure sembra aver fatto aperture impensabili. «Il cardinale parla parla parla, sorride sorride sorride, ma non si sposta di un centimetro - dice Weitzer -. E così pure il 95% dei vescovi: ci ascoltano, ma non succede niente. Solo adesso, con lo scandalo, siamo stati di nuovo ricevuti e ascoltati. Noi siamo dell’idea che l’origine degli abusi sta nel celibato obbligatorio».

Dunque, occorre ridiscutere la forma di vita dei sacerdoti: «Il celibato non è un dogma, è stato introdotto nel corso del tempo e dunque, cambiando le circostanze, può essere cambiato. Neppure i preservativi o il divieto di sacerdozio alle donne sono materia di fede. Perché dunque questa rigidezza? Che cosa deve ancora succedere perché la chiesa capisca che deve cambiare strada o è finita?». «Abbiamo sottovalutato la gerarchia - dice Martha Heizer, teologa e assistente di pedagogia delle religioni all’Università di Vienna -. Le Chiese che si svuotano, i fedeli che manifestano la loro frustrazione, i giovani che non vogliono più fare i preti pur studiando teologia - e la ragione me la dicono chiara: prete sì, casto no -, nulla sembra scuotere gli uomini del Vaticano. I laici possono dire quello che vogliono, è il clero che governa. Ma il meccanismo funziona perché ci sono dei laici che riconoscono questo potere e lo finanziano. Dobbiamo smetterla di chiedere sempre il permesso, dobbiamo cominciare a fare ciò che riteniamo giusto. Il tempo della paura è finito».

Martha Heizer ha conosciuto la frustrazione per l’inutilità di ciò che faceva - insegnare come si insegna religione nelle scuole -, ma proprio nel «no» di Papa Wojtyla al sacerdozio delle donne e alla comunione ai divorziati risposati ha trovato la motivazione per fondare «Wir sind Kirche» e rappresentare quella maggioranza silenziosa di laici - ma anche di sacerdoti - che vorrebbe tornare alla Chiesa delle origini, con la sua struttura democratica e senza l’ossessione del peccato sessuale. «Madre Chiesa! - e qui Heizer cita una collega che con lei ha scritto «Muttikan», una parodia del Vaticano dove sono le donne a tenere lontano dal potere gli uomini -. Chiudo gli occhi e vedo patriarchi, santi padri, vecchi parroci: qualcosa non quadra, le madri non sono così!».

La «marcia nelle istituzioni» di questa società semisegreta - che si raduna nelle case private e in pochissime parrocchie tolleranti e non ha una sede ma un sito - ha cambiato molto nelle teste della gente, ma di frutti ne ha raccolti pochi. Peter Weizer ne mostra uno: la posizione dell’altare in questa chiesa barocca alla periferia di Vienna - Maria Hietzing - per la quale i parrocchiani hanno discusso tre anni con il cardinale Schoenbron: «Volevamo un altare moderno al centro, senza pedana né scalini, solo sedie intorno, per simboleggiare che il sacerdote è uno di noi. Abbiamo discusso su ogni singolo banco, li volevamo togliere tutti, alla fine ci siamo accordati per sei file. E adesso la messa si celebra su questo cubo di marmo bianco circondato dai fedeli. Volevamo anche togliere la Madonna dall’altare maggiore e metterla in uno laterale: lei è importante ma non è il centro del cristianesimo, quel posto non è il suo. Su questo non l’abbiamo spuntata».

C’è una conquista però ben maggiore, e il merito va tutto al cardinal Schoenborn: da novembre è avviato un percorso in cinque colloqui per portare i divorziati risposati alla comunione. E’ arrivato un ammonimento dal Vaticano, ma il cardinale non si è tirato indietro. Ha fatto anche dell’altro: ha affidato sette parroccchie a sacerdoti anglicani e ortodossi passati al cattolicesimo insieme a moglie e figli. Doveva essere un primo passo verso l’abolizione del celibato, ma lì sono arrivati guai grossi: uno di loro vuole divorziare. Il cardinale l’ha raccontato a Weitzer, spiegandogli che adesso ha ancora più problemi di prima. «Eccellenza - gli ha risposto - questi sono i nostri tempi e a questi tempi dobbiamo trovare risposte».
 
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Audra Bautista
view post Posted on 31/5/2010, 14:09




laici.forumcommunity.net's done it once more! Amazing read.
 
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view post Posted on 7/7/2010, 15:02
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http://www.asca.it/news-PEDOFILIA__COMMISS...29163-ORA-.html

07-07-10
PEDOFILIA: COMMISSIONE VESCOVI AUSTRIA DENUNCIA ABUSI IN SCUOLA VIENNA


(ASCA-AFP) - Vienna, 7 lug - La commissione della Chiesa cattolica austriaca incaricata di indagare sui casi di pedofilia nelle istituzioni cattoliche ha presentato la sua prima denuncia. L'accusato principale e' un sacerdote che una quindicina d'anni fa, quando insegnava in una scuola di Vienna, avrebbe abusato di un ragazzo di 11 anni, secondo quanto riferiscono i media austriaci.

L'ordine religioso dei Fratelli delle scuole cristiane, che gestisce la scuola, nega le accuse, precisando che la questione era gia' stata affrontata negli anni '90. La commissione, istituita dalla Chiesa austriaca dopo gli scandali di questo inverno, ha denunciato il prete sulla base delle dichiarazioni di una donna il cui figlio sarebbe stato abusato a piu' riprese nel 1993. I Fratelli, in una conferenza stampa, hanno respinto le accuse, precisando che l'innocenza del sospetto, Paul Kaiser, e' stata gia' dimostrato in un processo. ''La procura puo' indagare di nuovo, non trovera' nulla'', ha detto l'avvocato dell'ordine, Farid Rifaat. Qualcuno, ha aggiunto, utilizza la commissione ''per disseppellire vecchie storie''.asp/sam/ss
 
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view post Posted on 27/11/2010, 09:13
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http://www.giornalettismo.com/archives/987...lenzio-parlano/

Europadi Dario Ferri
Austria: dopo un lungo silenzio le tante vittime dei preti parlano
pubblicato il 26 novembre 2010 alle 10:31 dallo stesso autore - torna alla home

Primo drammatico bilancio dell’indagine su chi ha subito violenze da parte dei religiosi. La Chiesa di Vienna ha forti responsabilità sui numerosi abusi compiuti.

klage020410ap Austria: dopo un lungo silenzio le tante vittime dei preti parlanoLa Piattaforma per le vittime della violenza religiosa è un’organizzazione indipendente con sede a Vienna che offre aiuto psicologico e tutela giuridica alle persone che hanno subito abusi da parte di preti, suore o altre persone gravitanti le Chiese austriache. La Piattaforma ha stilato un primo rapporto preliminare che ha in parte svelato i comportamenti criminali commessi in Austria senza che venisse presa alcuna seria iniziativa di contrasto, di repressione o di risarcimento delle vittime degli uomini di Chiesa. La Piattaforma chiede inoltre un serio impegno del governo per chiarire le molestie compiute negli ultimi decenni, e attacca la commissione indipendente formata nei mesi scorsi perchè troppo vicina alla Curia viennese. Secondo lo Standard il cardinale che guida la diocesi della capitale austriaca, Christof Schönborn, era da tempo informato sui fatti.

PRIMA ANALISI DELLE VIOLENZE - Da marzo a ottobre 2010 325 vittime, 28% donne e 72% uomini, hanno contattato il numero verde indipendente per le vittime delle violenze compiute dai religiosi offerto dalla Piattaforma per le vittime. Quasi il 60% delle 325 persone che hanno contattato la linea verde hanno confessato di aver subito abusi sessuali, il 57% invece ha parlato di violenze fisiche mentre il 32% è la cifra per gli abusi psicologici. Il 70% ha definito gli incidenti come frequenti, e continui nel corso di più anni, ripetuti anche per molto tempo. La maggior parte dei casi di violenza fisica è capitata quando le vittime erano tra i 7 e i 14 anni, mentre il 12% di chi ha chiamato ha riferito di aver avuto 6 anni o un’età inferiore quando ha subito degli abusi da parte degli uomini di Chiesa. E’ stata riscontrata una differenza di genere per quanto riguarda l’inizio delle violenze. Le vittime femminili hanno ricevuto degli abusi quando erano tra i 6 e gli 8 anni, mentre i maschi erano un po’ più vecchi, tra i 10 e i 12. La differenza è apparsa in tutti in 3 tipidi abusi, sessuali, fisici o psicologici.

dc295b322b77f289d670ba1d2ed4 grande Austria: dopo un lungo silenzio le tante vittime dei preti parlanoTEMPO E LUOGO DEGLI ABUSI RELIGIOSI- La maggior parte di questi casi si è verificata negli anni 60′ e 70′, e la maggioranza delle vittime che hanno contattato il numero verde hanno ora un’età tra i 40 e i 65 anni. L’80% delle vittime ha dichiarato di aver aspettato molto tempo prima che gli fosse offerta un’opportunità per riferire quanto subito ad un ufficio o un’organizzazione indipendente. I collegi nel 38,8% dei casi e le case nel 17% sono stati indicati come i luoghi dove più frequentemente si sono verificati gli abusi. L’11% delle vittime ha dichiarato di aver subito violenze sessuali durante il loro lavoro giovanile in parrocchia. Nell’8% dei casi gli abusi si sono verificati nelle scuole, sia pubbliche che religiose. In molti casi erano coinvolte persone appartenenti alle classi socialmente più deboli. Qualche vittima aveva avuto il coraggio di confessare all’interno della famiglia la propria vicenda, ma i genitori per lo più negarono la loro comprensione, arrivando al punto di picchiare i bambini per imporgli il silenzio.
 
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view post Posted on 4/1/2011, 14:56
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Il figlio di Martin Bormann accusato di abusi sessuali su minori. Li avremme commessi quando insegnava in un collegio cattolico


Roma, 4 gen. (TMNews) – Martin Bormann junior, il figlio 80enne di Martin Bormann, uno dei principali gerarchi nazisti e segretario personale di Hitler, è stato accusato da un ex studente di un collegio cattolico austriaco di aver commesso violenze e abusi sessuali nei confronti deggli studenti quando lavorò presso la struttura come prete e maestro più di 50 anni fa. Lo riporta il quotidiano britannico The Independent.

Bormann jr., che è un prete cattolico, è conosciuto in Austria e in Germania per gli sforzi da lui compiuti per espiare i crimini del padre e in passato è andato a parlare nelle scuole contro l’Olocausto. A tirarlo in ballo con queste accuse di abusi sessuali è stato ieri un 63enne ex allievo del collegio presso il monaster Cuore di Gesù di Salisburgo durante gli anni, che al magazine austriaco Profil ha raccontato di essere stato molestato da Bormann jr. quando aveva 12 anni. Secondo The Independent, il figlio del segretario di Hitler avrebbe detto di non sapere nulla di questi fatti.

www.dailyblog.it/il-figlio-di-marti...ico/04/01/2011/
 
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view post Posted on 4/1/2011, 18:17
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Pedofilia: accuse a figlio Bormann
Ex prete, denuncia ex allievo collegio Salisburgo per 50 anni fa
04 gennaio, 17:45

Pedofilia: accuse a figlio Bormann (ANSA) - LONDRA, 4 GEN - Il figlio maggiore di Martin Bormann, uno dei principali gerarchi nazista e segretario personale di Hitler, e' stato accusato di violenze sessuali su minore da uno studente di un convitto cattolico austriaco. Martin Borman Jr., che ha oggi 80 anni, era all'epoca un prete. Le accuse risalgono a 50 anni fa, quando il figlio del gerarca insegnava nella scuola. Secondo le accuse il prete, all'epoca 30enne violentava e picchiava gli allievi del monastero del Cuore di Gesu' a Salisburgo nel '60.

http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/mo...1644059150.html
 
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perlanaturale
view post Posted on 5/1/2011, 14:38




Son of Hitler's secretary accused of sexual abuses while being priest 50 yrs ago

Moscow, Jan 4 (ANI): Martin Bormann, the eldest son of Adolf Hitler's secretary, has reportedly been accused of being sexually violent with a young boy at an Austrian Catholic boarding school when he was its schoolmaster over 50 years ago.

Buzz up!
Eighty-year-old Martin is renowned in Germany and Austria for his attempts to atone for his father's crimes. He was a Catholic missionary, a priest and a speaker against the Holocaust in schools


According to The Independent, he has now been accused of assaulting pupils both violently and sexually while employed as a schoolmaster at an elite boarding school at the Hearts of Jesus monastery in Salzburg during the 1960s.

Bormann is reported to have denied knowledge of the allegation against him.

A 63-year-old former pupil, Victor M, at the monastery school has put forward the allegations, saying that when he was a 12-year-old pupil, the then 30-year-old priest Bormann had repeatedly raped him and had warned him that informing others of his experiences, even his own mother, would be useless because "nobody will believe you".

Besides, three other pupils at the school claimed that Bormann had also beaten boys so badly that they ended up covered in blood.

Bormann was believed to be shocked by the scale of the Nazis' crimes after the war, and decided to become a Catholic priest. He served as a missionary in the Congo and wrote an autobiography in an attempt to come to terms with his Nazi past.

Later he left the priesthood to marry a nun who nursed him after he suffered a near-fatal injury in 1969. He continued to visit schools and speak out against the Holocaust. He also met with survivors in Israel. He currently lives in Germany with his wife. (ANI)

http://news.oneindia.in/2011/01/04/sonof-h...ses-whileb.html

traduzione con google traslate

Figlio del segretario di Hitler accusati di abusi sessuali pur essendo prete 50 anni fa

Mosca, 4 gennaio (ANI): Martin Bormann, il figlio maggiore del segretario di Adolf Hitler, ha dichiarato di essere stati accusati di essere sessualmente violenti con un giovane ragazzo in una scuola austriaca collegio cattolico quando era il suo maestro di scuola più di 50 anni fa.

Buzz up!
Ottanta anni, Martin è rinomato in Germania e in Austria per i suoi tentativi per espiare i crimini del padre. Era un missionario cattolico, un prete e un oratore contro dell'Olocausto nelle scuole


Secondo The Independent, che ora è stato accusato di aver aggredito due alunni con violenza e sessualmente mentre lavorava come insegnante in un collegio d'élite al cuore di Gesù nel monastero di Salisburgo, nel corso del 1960.

Bormann è segnalato per aver negato la conoscenza delle accuse contro di lui.

Un alunno di 63 anni, ex, Victor M, presso la scuola del monastero ha presentato le accuse, dicendo che quando era un allievo di 12 anni, l'allora 30 anni, sacerdote Bormann aveva ripetutamente violentata e lui aveva lo avvertì che informare gli altri delle sue esperienze, anche la propria madre, sarebbe inutile, perché "nessuno ti crederà".

Inoltre, tre gli altri alunni della scuola hanno affermato che Bormann aveva anche picchiato i ragazzi così male che hanno finito per coperto di sangue.

Bormann è stato creduto di essere scioccato dalla portata dei crimini dopo la guerra dei nazisti ', e ha deciso di diventare un prete cattolico. Ha prestato servizio come missionario in Congo e ha scritto un'autobiografia, nel tentativo di venire a patti con il suo passato nazista.

In seguito ha lasciato il sacerdozio per sposare una suora che lo curò dopo aver subito un infortunio quasi fatale nel 1969. Ha continuato a visitare le scuole e parlare contro l'Olocausto. Ha inoltre incontrato i sopravvissuti in Israele. Attualmente vive in Germania con la moglie. (ANI)
 
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17 replies since 9/3/2010, 11:57   634 views
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