Laici Libertari Anticlericali Forum

SEX and the VATICAN

« Older   Newer »
  Share  
hanss
view post Posted on 24/5/2011, 12:03




Sex and the Vatican

Carmelo Abbate (editrice Piemme)

image



Parte dal racconto di una festa molto speciale, e da un’inchiesta che ha catturato l’attenzione dei media di tutto il mondo – da Newsweek al Washington Post, dalla Cbs al Guardian, dalla Bbc a France 2, da El Mundo alla Pravda, fino alla tv iraniana – questo viaggio segreto nel Regno dei Casti. Un’inattaccabile indagine da undercover reporter che ha avuto enorme eco e ha provocato la reazione del Vaticano, che con una nota ufficiale del Vicariato di Roma ha invitato i preti coinvolti a «uscire allo scoperto».

Proprio in quei giorni caldi, Carmelo Abbate continuava il suo lavoro da “infiltrato”, un lavoro che si è protratto per diversi mesi e dalla Città Eterna si è allargato a molte altre città italiane, e quindi oltre confine. Il risultato è un reportage ricco di rivelazioni, dialoghi serrati, dati, incontri segreti, testimonianze, a volte dolenti, spesso sconcertanti.

Sacerdoti di ogni nazionalità che si dividono tra le stanze di via della Conciliazione e la movida della Roma by night. Preti dalla doppia vita. Esperienze di escort e chat. Seminaristi e suore che vivono di nascosto la propria sessualità, sia etero che omosessuale. Il problema dei figli dei sacerdoti e delle loro madri, che hanno inviato a papa Benedetto XVI un documento segreto per raccontare la loro difficile condizione. Sacerdoti che testimoniano il loro disagio, o che hanno scelto di gettare la tonaca alle ortiche. L’ossessione sessuofobica e l’«invincibile richiamo del peccato». Prelati rimasti invischiati nelle retate anti-prostituzione. Storie di aborti clandestini e richieste di adozioni per liberarsi dei “frutti del peccato”. E poi soldi, tanti, per comprare il silenzio delle amanti o per accompagnare la crescita di bambini “scomodi”.Un’inchiesta documentata, esclusiva, esplosiva.

www.edizpiemme.it/libri/sex-and-the-vatican-9788856618679


----------------------


Tutto è cominciato in una sauna.
È il tardo pomeriggio di un giorno di fine giugno. Michele è un ragazzo romano di venticinque anni. Lavora in uno showroom.
È gay.
Da qualche settimana ha rotto con l’ultimo fidanzato.
Ora è single.
Libero da impegni fa un salto in uno dei più grandi, discreti e famosi ritrovi romani per omosessuali: un wellness center a due passi dal ministero dell’Economia.
Alla reception presenta la tessera Arci, la carta d’identità, ritira le chiavi dell’armadietto, le ciabatte, e si avvia desideroso di passare qualche ora in assoluto relax. Non ha in testa grandi avventure, quelle le ha già sperimentate con successo altre volte in cui è stato lì. Vuole solo staccare la spina per qualche ora.
Si spoglia. Si toglie la camicia, i pantaloni, le scarpe, le mutande, infila i vestiti nel suo box, chiude a chiave il lucchetto e si avvolge intorno ai fianchi il piccolo asciugamano bianco. Scende giù per le scale verso la zona calda. Una doccia e poi entra in sauna. Tra il vapore e la luce soffusa guadagna a fatica un pezzetto di panca libera. C’è parecchia gente, dentro: un uomo di cui si nota solo la pancia, un altro che si sta masturbando.
Michele si siede, si lascia cadere con le spalle all’indietro. Chiude gli occhi. Divarica leggermente le gambe.
L’asciugamano si apre un po’.
Si abbandona. Una mano si posa sulla sua caviglia. Una mano delicata. Michele non si muove.
La mano risale lungo la gamba, il polpaccio, il ginocchio, la coscia. Ora è vicina, leggera, rispettosa. Ecco.
No. Non ne ha voglia. Michele la blocca. Si alza. Prende l’asciugamano ed esce. Prima di chiudere
la porta della cabina lancia un’occhiata per vedere a chi appartenga quella mano.
Un visino piccolo. Un fisico magro.
Esce.

Michele fa un salto sotto la doccia e si infila nella vasca idromassaggio. Anche lì c’è parecchia gente. Si sdraia, chiude gli occhi. Quando li riapre, vede la sagoma di prima che gli passa davanti. Gli sguardi si incrociano. È carino.
Michele rimane ancora un po’ in vasca. Si alza, si asciuga e si incammina verso una sorta di labirinto dove ci sono cabine semibuie, le dark room, con schermi che trasmettono film porno. Qualcuno ha lasciato la porta aperta e se ne sta sdraiato nell’invitante posizione a pancia in giù. Qualcun altro ansima. Un ragazzo viene schiaffeggiato. Dietro ogni soglia c’è sempre gente che guarda, che attende, che
si masturba.
La mano di prima è lì, in piedi, dietro una porta. Michele passa. Guarda. Si guardano. Poi torna indietro.
Ripassa. La mano gli afferra l’asciugamano e lo trascina dentro una cabina.
Si baciano. Si toccano. Si amano.
Non è il solito incontro di sesso occasionale. Tutto è molto soft, tranquillo, educato, leggero. Bello. Raggiunto l’orgasmo, la mano si sdraia accanto a Michele. Si accuccia al suo fianco. Lo abbraccia. In silenzio.
Si addormentano.
Il risveglio non è per nulla imbarazzato. Si presentano, la mano vuole sapere che cosa fa Michele nella vita, dove vive, quanti anni ha.
«E tu di dove sei?» dice Michele
«Sono francese» dice la mano.
«E cosa fai a Roma?» dice Michele.
«Studio teologia» dice la mano.
«Ma dai» dice Michele.
«Sì» dice la mano.
«Figo!» dice Michele.
«Ma hai capito?» dice la mano.
«Certo» dice Michele.
«Se vuoi farmi delle domande fai pure» dice la mano.
«Sei un prete?» dice Michele.
«Sì» dice la mano.
Michele ride.
«Tutto ok?» dice la mano.
«Certo, nessun problema. Sono credente» dice Michele.
Risata. Anche il prete ride.
Michele chiede come mai un prete non riesca a seguire l’insegnamento della Chiesa. Come mai non riesca a essere coerente con le cose che predica dal pulpito. Non giudica.
Chiede. Comprende. La mano non si sottrae. Risponde. Vuole essere compresa. Parla della bellezza e della grandezza del Signore, dell’importanza del credo. E di quanto un prete sia prima di
tutto un uomo e solo dopo un prete. Michele è sbigottito. La tranquillità con cui la mano affronta
questi argomenti lo lascia esterrefatto. Rimangono dentro la cabina per più di un’ora.
Poi escono, fanno la doccia, si rivestono. La mano gli offre un passaggio in macchina fino alla stazione
della metropolitana più vicina. Guida e gli racconta dei preti gay.
Dice che lui neppure se lo immagina quanti ce ne siano in giro, soprattutto a Roma. Dice che molti sono fidanzati tra loro. Come due suoi amici, un tedesco e un brasiliano, che da quando fanno coppia fissa sono diventati un po’ stronzetti. Dice che la Chiesa è a conoscenza di questo fenomeno e che tace purché nessuno di loro faccia scoppiare scandali.
Apre il cruscotto. Tira fuori un collarino bianco. Glielo mostra.
Arrivati alla stazione della metropolitana si scambiano il numero di cellulare. La mano saluta e lo invita a una festa che si terrà venerdì 2 luglio in un locale del quartiere Testaccio.
Dice che ci saranno tutti i suoi amici, diversi preti e due escort.
Nei giorni successivi il traffico telefonico tra il cellulare di Michele e quello del francese è bollente. Il sacerdote lo chiama una volta “tesoro” e l’altra “cucciolo”. Gli racconta dei suoi impegni, del pomeriggio in cui sta andando a fare una doccia abbronzante, della messa che celebrerà la sera alle 18 durante la quale «dirò una preghiera anche per te, se vuoi».
Si offre poi di fargli «due coccole», prospettiva questa che lo fa ridere: «Hihihihi, adoro le coccole!». Infine gli rinnova l’invito per la festa al Testaccio ma lo prega di «non dire che ci siamo conosciuti la settimana scorsa in sauna».
Michele chiede se può portare un’amica.
L’amica sono io.
Il francese prima dice che «rischia di essere l’unica ragazza – hihihihi! – della serata, perché gli altri sono tutti miei amici, dal prete all’escort ateo». Poi, quando Michele lo tranquillizza sul fatto che la sua amica è maschio, accende la luce verde.

---------

Carmelo Abbate, Sex and the Vatican, Piemme, pp. 9-12
 
Top
Alessandro Baoli
view post Posted on 30/5/2011, 07:45




“Quei festini dei preti così segreti e affollati”

Intervista all'autore di Sex and the Vatican

Partiamo dall’inizio: come è nata l’idea di indagare su questo argomento?
Per caso. L’estate scorsa mi chiama un mio amico gay di Roma e tra una cosa e l’altra mi dice che in una sauna ha avuto un’avventura con un ragazzo: un prete. L’ha proprio ammesso: “Che male c’è? Siamo tanti, forse hai un’idea arcaica dei preti”. Poi l’ha invitato a una festa: “Ci saranno altri come me”.
A quella festa lei è andato fingendosi gay. Ed è iniziata l’inchiesta sul campo.
Sì. A dir la verità il prete gay non mi pareva una novità, ma mi colpiva il fatto che vivesse così alla luce del sole, nelle saune, organizzando festini... Mi sono detto: fammi andare a vedere se è vero. E non solo era vero ma era un fenomeno più grande di quello che pensassi. Ho scritto subito un lungo articolo per il mio giornale, Panorama.
E il Vaticano come ha reagito?
La reazione ufficiale è stata: “Sono solo tre mele marce: il resto della Chiesa è pulito”. Non potevano confutare ciò che dicevo: avevo prove solide (una telecamera nascosta). Ho voluto vedere se davvero fossero solo “tre mele” e per 7 mesi ho lavorato intensamente al libro: erano ben più di tre.
Nel suo libro raccoglie testimonianze da tutto il mondo in effetti, dall’Italia alla Polonia, dalla Francia all’Africa, al Brasile.
L’ho fatto con l’aiuto di collaboratori e colleghi bravissimi, ci tengo a dirlo. Senta un po’ di dati. Non sono dati Istat o della Bce ma rendono l’idea. Negli Usa, dice l’autorevole Richard Sipe, almeno il 25% dei preti ha una compagna, un altro 30% è gay e un altro 25-30% ha avuto un rapporto occasionale.
Ma è l’85%!
E posso continuare: in Germania un prete su tre ha una partner segreta (lo dice il teologo Eugen Drewermann); in Svizzera c’è un’associazione per le donne che hanno relazioni con preti: sono 500 e ci sarebbero almeno 100 bimbi nati da queste storie.
La doppia vita di cui parla in “Sex and the Vatican” riguarda infatti preti gay, preti con compagne, figli nati da queste unioni. E poi ci sono anche le suore.
Suore lesbiche, costrette ad abortire, violentate. Come la religiosa indiana che mi ha raccontato del prete brasiliano che obbligava lei e le altre a rapporti con lui, rapporti saffici, multipli. L’hanno denunciato e sono state trasferite.
La soluzione della Chiesa sembra sempre essere il trasferimento. Succede pure con i preti pedofili. A proposito, perché lei non ne parla?
Per scelta. Secondo me la pedofilia è la punta dell’iceberg - aberrante, atroce e orribile - di un fenomeno più grande e importante.
Cioè?
L’approccio alla sessualità da parte della Chiesa cattolica è talmente folle, fuori dal tempo e mortificante che alla fine spinge le persone che ne fanno parte verso comportamenti sessuali estremi. Vede, anche don Seppia (il prete pedofilo di Genova arrestato, ndr) era ossessionato dal sesso. C’è una bella differenza, e va fatta, fra chi violenta i bimbi e chi fa festini gay. Ma alla base c’è lo stesso malessere di fondo: il voto di castità e il celibato non funzionano. La Chiesa lo sa bene ma non fa nulla. E la sessualità è il terreno su cui rischia di giocarsi definitivamente la sua credibilità.
Lei è cattolico?
Sì. E proprio da buon cattolico sogno una Chiesa serena, trasparente, aperta a tutti, a ogni forma d’amore e in cui chi ne fa parte trovi conforto e non catene. Spesso i preti con una vita sessuale segreta sono eccellenti preti ma vivere di segreti e bugie è pesante. Cadono nell’alcol e nella depressione. Sono soli. Qui non stiamo parlando di quattro preti sporcaccioni ma della vita di tantissimi uomini e donne.
Va ancora a messa?
Mi sforzo di andarci. Ma detesto la doppia morale della Chiesa: gay e lesbiche sono intrinsecamente malvagi in generale ma vanno bene se sono dentro la Chiesa purché non facciano scoppiare scandali.
Manderebbe i suoi figli in una scuola cattolica?
Mai, se ne avessi.
Il suo libro sta avendo grande successo in Francia, è uscito in Belgio, Svizzera e ora Canada. In Italia è in libreria da un mese ma non ne parla quasi nessuno. Anche il Guardian ha denunciato questo muro di silenzio.
All’agenzia France Press il Vaticano e la Cei hanno detto: “Non bisogna parlare di questo libro, non bisogna fare pubblicità”. Questo silenzio in Italia colpisce molto: City è il primo quotidiano che mi intervista.
Qual è stato il momento più difficile della sua inchiesta?
Nei festini romani mi sono trovato in situazioni che per un eterosessuale come me erano quantomeno imbarazzanti. Mi ha aiutato la determinazione di andare avanti col mio lavoro.
Angela [email protected]


http://city.corriere.it/2011/05/30/interviste.shtml
 
Top
1 replies since 24/5/2011, 11:49   304 views
  Share