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Cuffia islamica nell’ora di musica

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Alessandro Baoli
view post Posted on 9/12/2010, 11:26





Cuffia islamica nell’ora di musica
La figlia va a scuola con la cuffia nelle orecchie perché il padre non vuole che ascolti la lezione di musica: «roba da infedeli». Succede alla scuola media di Reggello

REGGELLO (FIRENZE) — Da oltre un anno, una quindicenne segue le lezioni di musica con i tappi alle orecchie. Così ha voluto suo padre, Omar, marocchino di fede islamica che considera la musica impura, una «roba da infedeli». Succede alla scuola media statale di Reggello, dove il padre della ragazzina e gli insegnanti hanno escogitato questa originale strategia per permetterle di rimanere in classe durante le lezioni di educazione musicale. E così, mentre i suoi compagni di terza media suonano, cantano o solfeggiano, lei si estranea con un paio di cuffie isolanti. Osserva i compagni col flauto, ma non li sente. Vede muovere le loro dita, ma è totalmente sorda ai suoni che emettono gli strumenti. E invece che esercitarsi con la pratica, studia la teoria musicale su un libro. Accade tutte le settimane, non appena la campanella annuncia la lezione di musica. Ormai il meccanismo è collaudato, ma fino all’anno scorso, tra la famiglia marocchina e la dirigenza scolastica erano scintille. Quando c’erano le esercitazioni musicali, la ragazza non andava a scuola, spesso perdendo intere giornate di lezione. E a causa delle troppe assenze, la studentessa venne bocciata. La preside segnalò il caso al sindaco e ai carabinieri.

Partì una denuncia e si aprì un processo, tutt’ora in corso, nei confronti del padre, colpevole per aver costretto la figlia a rinunciare, almeno in parte, alla scuola dell’obbligo. Nonostante la denuncia, i genitori furono irremovibili: «Niente musica per nostra figlia. Altrimenti, niente scuola». Così si arrivò alla soluzione concordata, quella attuale. Un lieto fine, almeno per genitori e insegnanti, ma chissà se è così anche per la ragazza. Su questo il padre non ha dubbi: «Mia figlia è felice di seguire le regole del Corano. La nostra religione ci obbliga a non studiare la musica, è scritto nei testi sacri. Non mi sento un fanatico, ma un fedele alle credenze musulmane. Credo di essere il primo in Italia ad aver sollevato questo problema, ma sono contento e lo rifarei». Il protagonista della vicenda, Omar R. è uno dei rappresentanti della comunità islamica di Reggello. Il caso da lui sollevato ha suscitato critiche e perplessità in tutto il paese. «Rispettiamo le tradizioni religiose di tutti i nostri cittadini — ha commentato il vicesindaco e assessore all’istruzione Cristiano Benucci— ma ritengo che si debba fare tutto il possibile affinché ogni materia scolastica venga insegnata agli studenti. Tra queste, anche la musica, che a Reggello ha una grande tradizione storica e dovrebbe essere appresa da tutti i bambini. È difficile capire le motivazioni che spingono un genitore a negare l’ascolto della musica alla propria figlia». Sulla stessa lunghezza d’onda l’assessore alle politiche sociali Daniele Bruschetini: «La nostra scuola accoglie tutti, ma gli islamici dovrebbero adeguarsi alla cultura del Paese che li ospita».

Più moderata la preside dell’istituto scolastico, Vilma Natali: «È stata trovata una soluzione condivisa, che accontenta sia gli insegnanti che i genitori. La vicenda non va enfatizzata». In ogni caso, precisa la dirigente scolastica, «credo che la ragazzina, attraverso questo metodo educativo, non otterrà grandi risultati». Scelta comprensibile, invece, secondo l’imam di Firenze Izzedin Elzir: «Il mondo islamico interpreta la musica in due modi. Può essere qualcosa di illecito e immorale, oppure uno strumento artistico positivo». Elzir, pur condividendo quest’ultima interpretazione, ritiene che «tutto deve essere correlato alla scelta educativa della singola famiglia». Inoltre, aggiunge l’imam, «è necessario lavorare alla coesione della nostra società rispettando le credenze di ognuno ed evitando di creare allarmismi mediatici».

Jacopo Storni
09 dicembre 2010

http://corrierefiorentino.corriere.it/fire...139347948.shtml

il caso

Edited by GalileoGalilei - 9/12/2010, 12:09
 
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view post Posted on 9/12/2010, 12:13
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perlanaturale
view post Posted on 10/12/2010, 16:09




Islam: la Lega segnala a Maroni il caso dell'Imam di Reggello


A Reggello una ragazza marocchina di 13 anni durante le ore di insegnamento musicale porta una cuffia alle orecchie per non ascoltare la musica dato che secondo le considerazioni di suo padre muratore immigrato di stretta osservanza musulmana "La musica è da infedeli" e sua figlia "deve rimanere pura". Prima di arrivare al compromesso delle cuffie, la ragazza saltava le lezioni e due anni fa, in prima media, è stata bocciata per troppe assenze.

"E' la dimostrazione di quanto sia difficile che certe popolazioni -commenta il Capogruppo Lega Nord alla Provincia di Firenze, Marco Cordone- riescano ad integrarsi nella nostra società occidentale e del ruolo marginale che ha la donna nella società musulmana, un monito questo alle numerose conquiste delle donne nella moderna società occidentale. Da questo tipo di atteggiamenti, la nostra società occidentale sempre più debole a livello identitario rischia di essere stravolta, ed allo stesso tempo, non si da un bell'esempio ai nostri giovani i quali vedono una loro compagna di studi che tiene una cuffia per non ascoltare la lezione di musica.E tutto ciò viene interpretato in maniera ipocrita, secondo i crismi del miglior relativismo culturale. Ci chiediamo se risponda alla nostra tradizione culturale impedire ad una ragazzina di ascoltare la lezione di musica. Non voglio creare allarmi mediatici ma le credenze di ognuno(come dice qualcuno), per noi si scontrano con la casa comune costituita dalla nostra civiltà occidentale che si origina dai valori giudaico cristiani e nel campo della musica ha dei geni come Haendel che ha composto Il Messia".

«La vicenda dell’imam marocchino che a Reggello vieta alla figlia di partecipare alle lezioni di musica perché “da infedeli” – commenta Gian Luca Lazzeri, consigliere regionale della Lega Nord Toscana – è grave e paradossale.Mi chiedo se vi siano i presupposti per continuare a garantirgli il diritto di soggiorno, e se debba usufruire della ‘casa popolare’ pagata dagli “infedeli”. Quest’ultimo, a quanto pare, non è un peccato… Vietare alla figlia tredicenne di partecipare a lezioni scolastiche – prosegue il consigliere regionale eletto nella circoscrizione fiorentina – perché considerate da infedeli è estremamente grave e significa non volersi integrare nella nostra società. Arrivare a un compromesso mettendo alla ragazza delle cuffie è grave. La scuola dovrebbe, infatti, garantire pari dignità ed uguaglianza per tutti, ma così facendo discrimina ed isola una ragazza di soli 13 anni. Noi in molte scuole per compromesso e sbagliando abbiamo già tolto presepi e crocefissi. La Legge è uguale per tutti. Se un italiano sottoponesse a tali trattamenti la propria figlia, verrebbe subito attivato un meccanismo di verifica e tutela verso il minore che potrebbe portare fino alla revoca della patria potestà e all’affidamento del minore ai servizi sociali. Questa verifica dovrebbe avvenire anche per il caso dell’imam di Reggello e confido che verranno presi i provvedimenti del caso. Se non si vuole rispettare le leggi, allora non bisogna venire nel nostro Paese. L’imam, invece, è venuto nel nostro Paese per convertirci. Per ora chi subisce è solo una bambina. Se il muratore marocchino non ha intenzione di accettare gli “infedeli”, la loro storia, la loro cultura, la loro tradizione etc., può tornarsene al proprio Paese d’origine dove potrà fare ciò che gli pare. Nel nostro Paese non abbiamo bisogno di immigrati che fomentano le divisioni e, di conseguenza, l’odio e lo scontro tra culture. Qui abbiamo bisogno di immigrati che accettino le nostre regole e che si integrino con noi. Il marocchino di Reggello – conclude Lazzeri – ha dimostrato il contrario e non può stare nel nostro Paese. Mi dispiace per sua figlia». «La musica – aggiunge il capogruppo nonché musicista Antonio Gambetta Vianna – è uno dei massimi momenti di unione ed integrazione tra culture diverse. Il fatto di Reggello è estremamente grave e deve far riflettere perché in Italia ci sono migliaia di casi come questo che, poi, sfociano in efferate violenze. Mi stupisco della preside che canta alla missione completata perché, con le cuffie, la ragazza non fa più assenze. La missione completata ci sarà solo quando la ragazza sarà al pari degli altri alunni e potrà partecipare regolarmente alle lezioni. Quando sarà affrontata la Divina Commedia, la tredicenne sarà anche lì costretta a usare le cuffie e si tapperà pure gli occhi? O salterà direttamente le lezioni di lettere?».

«Il caso dell'imam che nega alla figlia di seguire le lezioni di musica a scuola perché “da infedeli” – spiega l'eurodeputato Claudio Morganti – è il classico esempio della volontà di integrazione di questi signori che vogliono avere solo diritti senza doveri e fare ciò che pare e piace loro nel nostro territorio. O questi signori si mettono in testa di accettare la nostra cultura o che se ne tornino pure nel proprio Paese di origine. Noi non ci sottometteremo mai al loro volere. Quello di Reggello non è un caso isolato di soprusi dettati dall'Islam. Non dimentichiamoci di Hina Saleem e Sanaa Dafani, uccise perché fidanzate con due italiani. E non tralasciamo pure la cena fiorentina offerta dal Comune nella quale la delegazione iraniana non si è seduta perché al tavolo c'erano due funzionarie comunali, colpevoli solo di essere donne. Ma i casi, purtroppo – conclude l'onorevole Morganti –, sono molti altri e tuttora ci sono centinaia di Reggello in tutto il nostro Paese». L'europarlamentare Claudio Morganti, intanto, ha presentato un'interrogazione parlamentare in Unione Europea sul 'caso-Reggello' insieme al collega di partito onorevole Mario Borghezio.


www.nove.firenze.it/vediarticolo.asp?id=b0.12.09.23.14


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islam: Ragazza Mussulmana Nell’ora Di Musica Costretta A Mettersi Le Cuffie Perché “È Roba Da Infedeli”.


Nell’ora di musica la figlia è costretta a mettersi le cuffie perché “è roba da infedeli”. Una quindicenne di Reggello, Firenze, è costretta a stare con i tappi in classe perché papà Omar, marocchino musulmano non approva la musica occidentale.

«Mia figlia è felice di seguire le regole del Corano. La nostra religione ci obbliga a non studiare la musica, è scritto nei testi sacri. Non mi sento un fanatico, ma un fedele alle credenze musulmane. Credo di essere il primo in Italia ad aver sollevato questo problema, ma sono contento e lo rifarei», spiega l’uomo.

Con una interrogazione urgente al ministro dell'Istruzione, Francesco Rutelli chiede un intervento immediato sul caso. «Tali restrizioni -afferma Rutelli- avrebbero portato la giovane, di famiglia musulmana, a doversi assentare dalla scuola, e poi addirittura a dover presenziare alle lezioni di musica con le orecchie tappate con una cuffia isolante, a causa di un'interpretazione demenziale del genitore, secondi cui l'ascolto della musica sarebbe illecito, o addirittura immorale».

«Se tali fatti venissero confermati -prosegue il leader di Alleanza per l'Italia - ci troveremmo di fronte ad un caso di palese violazione della nostra Costituzione, e dei diritti umani fondamentali di questa giovane studentessa; ad una equivoca interpretazione dei principi di tolleranza e dei valori di accoglienza; ad una rinuncia intollerabile dei doveri di educazione che spettano alla scuola italiana».

«Il pluralismo è a fondamento della cultura italiana, e in nessun modo lo si può intendere come divieto ad accedere alla cultura, o alla musica, o alle arti», osserva ancora Rutelli che nella sua interrogazione chiede al ministro Gelmini «quali provvedimenti intenda assumere per porre fine a tale situazione di fondamentalismo anti-educativo, incompatibile con la democrazia» e «quali misure intenda prendere rispetto alla prolungata accettazione da parte delle strutture scolastiche territoriali di una simile paradossale, incivile ed illecita situazione».

www.buonanotizia.org/index.php?opti...alita&Itemid=59
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