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Wikileaks. Vaticano contro inchiesta su pedofilia. Bertone incompetente

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view post Posted on 6/12/2010, 13:10
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Wikileaks, prossimo obiettivo: il Vaticano

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Altre carte sono in arrivo da Wikileaks e questa volta non risparmieranno il Vaticano. Secondo quanto scrive Guido Olimpio sul “Corriere della Sera” dovrebbero essere diffusi altri 852 cablogrammi dal sito di Julian Assange che ha già imbarazzato la diplomazia mondiale.

“Affrontano le questioni legate alla libertà di religione, i diritti umani ma anche un buon numero di questioni legate all’intelligence e alla sicurezza nazionale (almeno 50 file riguardano questi ultimi dossier). Senza dimenticare la difficile situazione nello Yemen. Tra le carte di Wikileaks spuntano risvolti interessanti, come i tentativi delle autorità yemenite di nascondere l’intervento diretto Usa contro i qaedisti. Obiettivo non facile per l’atteggiamento del presidente Saleh definito «irriverente», «stravagante», «una vecchia volpe»”, scrive Olimpio.

4 dicembre 2010 | 09:46

http://www.blitzquotidiano.it/cronaca-mond...aticano-666471/
 
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view post Posted on 11/12/2010, 08:21
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WIKILEAKS: "VATICANO CONTRO
L'INCHIESTA SULLA PEDOFILIA.
BERTONE? UNO YES MAN"


Caso Irlanda-Vaticano, il Guardian

Nuovi file di Wikileaks sul Vaticano. In particolare nei "cable" si getta nuova luce sull'inchiesta pedofilia sulla quale la Santa Sede avrebbe esplicitamente impedito testimonianze sui casi irlandesi. File di grande peso che hanno determinato l'immediata reazione di padre Federico Lombardi, direttore della sala stampa vaticana. «Il contenuto dei documenti diffusi da Wikileaks riflettono le percezioni e le opinioni di coloro che li hanno redatti e non possono essere considerati espressione della stessa Santa Sede», dice Lombardi. I documenti riferiscono anche di un Vaticano nel 2009 molto seccato con il governo irlandese che attraverso la commissione Murphy «non ha rispettato e protetto la sovranità della Santa Sede durante l'inchiesta». Quest'ultimo cable della rappresentanza diplomatica Usa presso la Santa Sede riportato dal Guardian è datato 26 febbraio 2010.

BERTONE UNO YES MAN Il segretario di Stato Vaticano, cardinal Tarcisio Bertone è uno «yes man» che non ha esperienza diplomatica. A sostenerlo è il numero due dell'ambasciata statunitense presso la Santa Sede, Julieta Valls Noyes, in un dispaccio del 20 febbraio 2009 anticipato questa notte dal quotidiano spagnolo El Pais. E la diplomatica, secondo quanto si legge nel Pais, aggiunge: «Per esempio, parla solo l'italiano».

IL CASO PEDOFILIA Il Vaticano non ha permesso a suoi rappresentanti di testimoniare nell'ambito dell'inchiesta della commissione irlandese sullo scandalo degli abusi sessuali mostrandosi così poco collaborativo con il governo irlandese sulla questione. È quanto si afferma in un 'cable' diffuso da Wikileaks e citato dal Guardian che fa riferimento ad informazioni provenienti da diplomatici Usa e irlandesi presso la Santa Sede.

«La maggior parte dei vertici del Vaticano, tutti uomini in genere sulla settantina, non capiscono i moderni media e la Santa Sede soffre una muddled messaging (confusione nella comunicazione, ndr) a causa della technofobia dei cardinali e l'ignoranza sulle comunicazioni del XXI secolo. Solo il portavoce Federico Lombardi ha un blackberry e pochi una email»: lo scrive il numero due dell'ambasciata Usa in Vaticano nel gennaio 2009 in un dispaccio pubblicato dai media partner di Wikileaks, tra i quali il Guardian.

«L'ambasciatore britannico presso la Santa Sede ha messo in guardia che l'apertura di Benedetto XVI agli oppositori Anglicani sul sacerdozio femminile di convertirsi al Cattolicesimo è così 'inflammatory' (provocatoria, ndr) che potrebbe portare a discriminazioni e anche la violenza contro i cattolici in Gb». Lo si legge in un articolo del britannico Guardian che cita un dispaccio diplomatico statunitense dall'ambasciata presso la Santa Sede.

Il cardinale Joseph Ratzinger espresse nel 2004 scetticismo verso l'adesione della Turchia all'Unione Europea differenziandosi così dalla posizione di neutralità assunta dal Vaticano sulla questione. È quanto emerge da documenti rivelati da Wikileaks e resi noti dal Guardian.

IL PAPA INTERVENNE PER LIBERARE MARINAI INGLESI IN IRAN L'intervento del papa contribuì alla liberazione dei 15 marinai britannici catturati in Iran tre anni fa. Lo si legge in una nota confidenziale diretta al presidente Usa Barack Obama, rivelata da Wikileaks e citata dal Guardian. L'informativa fu redatta nel giugno 2009, come una presentazione di «scenario» in vista della visita di Obama a Roma, da parte di Julieta Noyes, vicecapo della rappresentanza diplomatica Usa presso la Santa Sede.


www.laprovinciadivarese.it/stories/...turchia_nellue/
Wikileaks/ Cablo Usa: Papa Ratzinger non vuole Turchia nell'Ue

* 11 dicembre 2010

Wikileaks/ Cablo Usa: Papa Ratzinger non vuole Turchia nell'Ue "Vaticano preferirebbe un rapporto speciale tra Ankara e Ue"

Roma, 11 dic. (Apcom) - Papa Ratzinger è responsabile della crescente ostilità del Vaticano all'ingresso della Turchia nell'Unione europea. E' quanto emerge dagli ultimi documenti diplomatici Usa diffusi da Wikileaks, secondo cui "il Vaticano potrebbe preferire la Turchia impegnata a sviluppare un rapporto speciale, qualcosa di meno dell'ingresso nell'Ue". Nel 2004, ricostruisce oggi il Guardian, l'allora cardinale Ratzinger si era pronunciato contro l'ingresso nell'Ue di uno stato di religione musulmana, nonostante la posizione di neutralità assunta all'epoca dal Vaticano. Monsignor Pietro Parolin, Sottosegretario per i rapporti con gli Stati, dichiarò ai diplomatici Usa che le dichiarazioni del cardinale non esprimevano la posizione ufficiale del Vaticano. Dal documento dell'ambasciata di Roma, diffuso da Wikileaks, emerge inoltre che fu proprio Ratzinger a fare pressioni per garantire la citazione delle "radici cristiane" europee nella costituzione dell'Unione, tanto che il diplomatico Usa sottolineò come Ratzinger "comprenda chiaramente che permettere a uno stato musulmano di aderire all'Ue indebolirebbe ulteriormente i suoi sforzi per le fondamenta cristiane europee". Nel 2006, quando Ratzinger è diventato Papa, Monsignor Parolin cambia tono e all'incaricato di affari Usa afferma che "nè il papa nè il Vaticano appoggiano l'adesione della Turchia in sè, piuttosto la Santa Sede si è sempre mostrata aperta alla sua adesione, sottolineando solo che la Turchia deve rispettare i criteri di adesione di Copenhagen per poter trovare il suo spazio in Europa". Nel 2009, in preparazione della visita di Obama, l'Ambasciatore Usa scrive che "ora la posizione della Santa Sede, in quanto Stato non membro dell'Ue, è che il Vaticano non ha ruolo nel promuovere od ostacolare l'adesione della Turchia. Il Vaticano potrebbe preferire la Turchia impegnata a sviluppare un rapporto speciale, qualcosa di meno dell'ingresso nell'Ue".


www.leggo.it/articolo.php?id=95624&sez=ESTERI

Edited by GalileoGalilei - 11/12/2010, 11:32
 
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perlanaturale
view post Posted on 11/12/2010, 08:59




Wikileaks, nuovi file sul Vaticano: resistenze nell'inchiesta pedofilia

ROMA - Il Vaticano non ha permesso a suoi rappresentanti di testimoniare nell'ambito dell'inchiesta della commissione irlandese sullo scandalo degli abusi sessuali mostrandosi cosi' poco collaborativo con il governo irlandese sulla questione. E' quanto si afferma in un 'cable' diffuso da Wikileaks e citato dal Guardian che fa riferimento ad informazioni provenienti da diplomatici Usa e irlandesi presso la Santa Sede.

"L'ambasciatore britannico presso la Santa Sede ha messo in guardia che l'apertura di Benedetto XVI agli oppositori Anglicani sul sacerdozio femminile di convertirsi al Cattolicesimo e' cosi' 'inflammatory' (provocatoria, ndr) che potrebbe portare a discriminazioni e anche la violenza contro i cattolici in Gb". Lo si legge in un articolo del britannico Guardian che cita un dispaccio diplomatico statunitense dall'ambasciata presso la Santa Sede.

http://ansa.it/web/notizie/rubriche/specia...1677179926.html
 
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perlanaturale
view post Posted on 11/12/2010, 09:16




https://laici.forumcommunity.net/?t=42393735
uniamo? :)


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I dispacci Usa:«Il Vaticano ostacolò l'inchiesta sulla pedofilia in Irlanda»
La replica:«Sono solo opinioni»
GIORDANO STABILE

Un mondo a parte, che agli americani appare «chiuso» e «antiquato», monopolizzato dai prelati italiani che non parlano inglese e con metodi di comunicazione che sono un «disastro». Il ritratto del Vaticano che esce dai cablogrammi dell’ambasciata statunitense è impietoso, spia di un conflitto culturale al suo apice negli anni di Bush ma che non si è ancora sanato, colorito nella descrizione di una curia che fatica a stare al passo con il tempo. Come nell’immagine di Padre Federico Lombardi, il «portavoce» del Papa, «l’unico che usa il Blackberry» ma con poco costrutto, perché «non ha accesso al Pontefice» e soccombe sotto una mole di incarichi eccessivi. Lo stesso Lombardi ha immediatamente ribattuto che i cablo »non possono essere considerati espressione della Santa Sede», sono «opinioni personali» la cui «attendibilità va quindi valutata con riserva e molta prudenza». I dispacci di Wikileaks sono in gran parti firmati da Julieta Valls Noyes, ai vertici della missione diplomatica Usa presso la Santa Sede, che, secondo il quotidiano spagnolo, si avvale come fonte di monsignor Paul Thige, irlandese.

È lui a lamentarsi del fatto che nel cerchio ristretto «sono tutti italiani», ostili ai moderni mezzi di comunicazione, (si parla di «cardinali tecnofobici») e senza un indirizzo e-mail, e a suggerire che ci vorrebbe qualcuno in grado di parlare inglese. Competenza che, secondo la Valls, servirebbe pure al Segretario di Stato Tarcisio Bertone, «uno yes-man» con «uno stile personale che lo porta a occuparsi soltanto di problemi spirituali» e non della «politica estera» e «dei problemi di gestione». Bertone, secondo la ricostruzione della Valls, è anche dietro al rifiuto del Vaticano di collaborare con la commissione sulla pedofilia in Irlanda, una decisione che provoca forti tensioni con l’ambasciatore irlandese alla Santa Sede. Altro episodio gestito malissimo a livello comunicativo, come del resto la riammissione dei lefebvriani nella Chiesa proprio nel momento in cui il loro leader ribadiva il suo negazionismo della Shoah.

Un altro memento «caldo» è il colloquio tra l’ambasciatore britannico Francis Campbell e Benedetto XVI dopo l’invito del Pontefice agli anglicani che non accettavano il sacerdozio femminile a unirsi alla Chiesa cattolica: per Campbell quell’invito «poteva portare a violenza contro i cattolici in Gran Bretagna» e aveva messo l’arcivescovo di Canterbury, Rowan William, «in una situazione impossibile». Ci sono però anche menzioni positive, come quella sul ruolo giocato dalla Santa Sede nella liberazione dei 15 marinai britannici fatti prigionieri in Iran nell’aprile del 2007. O positive con il senno di poi, come i primi cablogrammi del 2001, quando il Vaticano metteva in guardia l’allora presidente Usa George W. Bush dall’attaccare l’Iraq perché «la dittatura laica di Saddam Hussein» sarebbe stata comunque più favorevole ai seicentomila cristiani iracheni di «qualsiasi soluzione» portata da quella «guerra ingiusta», compresa una possibile «dittatura islamica».
Parole profetiche considerato il peggioramento delle condizioni dei cristiani in quel Paese dal 2003 in poi. Sui rapporti con il mondo islamico sono destinate a pesare le rivelazioni che mostrano la forte ostilità papale all’ingresso della Turchia nell’Unione europea.


http://www3.lastampa.it/esteri/sezioni/articolo/lstp/379502/
 
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view post Posted on 11/12/2010, 11:31
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Il Vaticano contro Wikileaks: una pubblicazione estremamente grave

Cronologia articolo11 dicembre 2010

«Estrema gravità »: sono queste le parole usate in una nota della Sala Stampa vaticana, a seguito della diffusione di una serie di files di Wikileaks che riguardano la Santa Sede.
«Senza entrare nella valutazione dell'estrema gravità della pubblicazione di una grande quantità di documenti riservati e confidenziali e delle sue possibili conseguenze - si legge nella nota della sala stampa della Santa Sede - osserva che una parte dei documenti resi pubblici recentemente da Wikileaks riguarda rapporti inviati al Dipartimento di Stato degli Stati Uniti d'America dall`Ambasciata degli Stati Uniti presso la Santa Sede».

«Naturalmente - sottolinea la Santa Sede - tali rapporti riflettono le percezioni e le opinioni di coloro che li hanno redatti, e non possono essere considerati espressione della stessa Santa Sede né citazioni precise delle parole dei suoi Officiali. La loro attendibilità va quindi valutata con riserva e con molta prudenza, tenendo conto di tale circostanza».


www.ilsole24ore.com/art/notizie/201...l?uuid=AYJO9sqC
 
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view post Posted on 11/12/2010, 14:52
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Wikileaks/ Usa: Sodano criticò cause anti-Vaticano su pedofilia
12:56 - ESTERI- 11 DIC 2010

Wikileaks/ Usa: Sodano criticò cause anti-Vaticano su pedofilia

"E avvocati aggressivi su oro nazista che sarebbe finito a Roma"
Roma, 11 dic. (Apcom) - Il cardinale Angelo Sodano, all'epoca Segretario di Stato vaticano, si lamentò con l'allora ambasciatore degli Stati Uniti presso la Santa Sede James Nicholson per le cause intentate negli Usa contro il Vaticano in occasione dello scandalo pedofilia che investì la Chiesa cattolica di Oltreatlantico nel 2002. Il porporato "dedicò la maggior parte del suo primo incontro" a "registrare il proprio dispiacere per diverse cause intentate nelle corti degli Stati Uniti indirizzate al Vaticano", si legge in un cablogramma di Wikileaks riportato dal 'New York Times'. "Una cosa è citare in giudizio i vescovi, completamente altra cosa è citare in giudizio il Vaticano", afferma Sodano a quanto riferito dall'informativa diplomatica Usa. Il cablogramma cita anche il rammarico espresso da Sodano per "gli aggressivi avvocati che hanno preso di mira il Vaticano per gli abusi sessuali ed hanno anche intentato una causa sull'oro dell'epoca nazista che sarebbe stato acquisito dal Vaticano". Sodano, a quanto riferisce il 'New York Times' chiese all'ambasciatore statunitense di aiutare la Santa Sede a difendere la propria sovranità.


www.apcom.net/newsesteri/20101211_125616_20010fb_105969.html



www.leggo.it/articolo.php?id=95692&sez=ESTERI

ANTISEMITISMO NEL VATICANO Alcuni esponenti della gerarchia vaticana continuano a manifestare «residui di sentimenti antisemiti» malgrado i «molti progressi» compiuti sotto il pontificato di Giovanni Paolo II nelle relazioni tra il Vaticano e gli ebrei. È quanto si legge in un cable dell'ambasciata Usa presso la Santa Sede del 2002 riportato dal New York Times. Il cablogramma cita a proposito un rappresentante della Curia di origini francesi che si è lamentato del fatto che il «forte interesse del governo americano per l'antisemitismo in Europa» deriva dalla «smodata influenza degli ebrei nei media e nel governo» degli Stati Uniti. Un altro esponente della Curia - secondo quanto riferisce il New York Times - osservò invece che le cause intentate negli Stati Uniti contro il Vaticano (per la vicenda pedofilia, ndr) «erano il risultato della troppa influenza dei giudici ebrei» nel sistema
 
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view post Posted on 11/12/2010, 17:15
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Pugio Dirkio - generale della Legione Viktorica

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Cosa ti aspettavi?
anche se il pastore tedesco ha fatto qualche "mea culpa",ma bada ...solo di facciata...giusto per fare da vedere al popolo, che è un problema che vogliono risolvere(tempi e modi lo sanno solo loro),dentro la loro cerchia di potere le cose non cambieranno mai.
anzi.....
 
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perlanaturale
view post Posted on 13/12/2010, 14:29






File sul Vaticano, il gelo della S. Sede
Obama: Wikileaks, atti irresponsabili


Nei rapporti diffusi sul Web
le critiche a Bertone "Yes man"
E lui: «Per me è un orgoglio»

CITTA' DEL VATICANO
Il Vaticano ha accolto con fastidio e una punta di ironia i cablogrammi di Wikileaks relativi al Vaticano diffusi in queste ore da alcuni quotidiani internazionali, nelle stesse ore in cui da Obama è arrivata una condanna nettissima delle attività di Julian Assange, definite «irresponsabili e gravissime».

«Senza entrare nella valutazione dell`estrema gravità della pubblicazione di una grande quantità di documenti riservati e confidenziali e delle sue possibili conseguenze - afferma una nota diffusa dal Vaticano in mattinata - la sala stampa della Santa Sede osserva che una parte dei documenti resi pubblici recentemente da Wikileaks riguarda rapporti inviati al Dipartimento di Stato degli Stati Uniti d`America dall`Ambasciata degli Stati Uniti presso la Santa Sede. Naturalmente tali rapporti riflettono le percezioni e le opinioni di coloro che li hanno redatti, e - precisa la nota che fa così scuso alle fonti vaticane della diplomazia Usa - non possono essere considerati espressione della stessa Santa Sede né citazioni precise delle parole dei suoi Officiali. La loro attendibilità va quindi valutata con riserva e con molta prudenza, tenendo conto di tale circostanza». Segno della poca attenzione che il Palazzo apostolico intende tributare alle informative Usa, l’Osservatore romano in edicola il pomeriggio non riporta la nota mattutina e non dedica alla vicenda neppure una riga.

A titolo preventivo, il giornale vaticano aveva scritto alcuni giorni fa che i cablogrammi «non sembrano in grado di modificare sostanzialmente i rapporti tra gli Stati Uniti e le diverse diplomazie mondiali». Sostanzialmente no, ma con la Santa Sede emerge qualche increspatura.

I cablogrammi dell’ambasciata Usa presso la Santa Sede, che ha sede sull’Aventino e dal 2009 è guidata dal teologo ispano-americano Miguel H. Diaz, spaziano dai commenti - per lo più elogiativi - nei confronti della diplomazia vaticana alle critiche - anche colorite - nei confronti del cardinal Bertone, del Papa stesso e della scarsa efficacia comunicativa e decisionale della Curia romana.

Sul Segretario di Stato vaticano piovono non poche critiche. «Ha uno stile pastorale personale che a volte lo porta lontano da Roma, in giro per il mondo, a occuparsi di problemi spirituali prima che della politica estera», scrive in un’informativa del 2009 la vice-capo missione Julieta Valls e «non sono poche le voci che chiedono la destituzione del cardinale dal suo attuale posto». Il cablogramma cita il controverso discorso di Ratisbona, il battesimo in mondo-visione di Magdi Allam, l’incidente dei lefebvriani e la contestata nomina del vescovo austriaco di Linz tra gli incidenti in cui è incorsa la macchina curiale. «Al culmine dello scandalo lefebvriano, Bertone ha menzionato il vescovo offensivo (il negazionista Richard Williamson, ndr.) sbagliando il nome, e ha poi accusato i media di aver ’inventatò un problema che non c’era», nota la diplomatica Usa. Bertone viene definito digiuno di qualunque esperienza diplomatica («Per esempio, parla solo italiano»). In realtà era stato lo stesso porporato a spiegare di conoscere francese, tedesco, spagnolo e portoghese (l’inglese «è il mio punto debole», ammetteva).

Quanto al problema «se c’è qualcuno» in Vaticano capace di portare «le posizioni di dissenso all’attenzione del Papa», nell’informativa si afferma che «come si è notato, il cardinal Bertone è considerato uno yes man e altri cardinali non hanno grande influenza sul Papa - o manca loro la confidenza per portargli cattive notizie».

Chi ha sentito in queste ore il cardinal Bertone lo definisce per nulla scosso da questi giudizi. «Sono ben orgoglioso di essere stato definito così - ha affermato il porporato a chi gli ha avuto modo di parlargli - visto che questa immagine un po’ colorita in realtà rappresenta bene la mia sintonia con l’azione pastorale del Papa».

Il cablogramma del 2009 - stilato, dunque, nel mezzo della crisi seguita alla revoca della scomunica dei vescovi lefebvriani - critica, in generale, i meccanismi comunicativi e decisionali della Santa Sede. Solo il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, ha il Blackberry, e pochi collaboratori del Papa hanno un indirizzo di email. «La maggior parte dei più alti esponenti del Vaticano, tutti uomini, in media sui 70 anni, non comprende i mezzi moderni e le nuove tecnologie informatiche», scrive la diplomatica. Sebbene «ci sono segnali che almeno qualcuno in Vaticano abbia imparato la lezione e lavorerà per ridisegnare la struttura comunicativa della Santa Sede», l’analisi è impietosa: «Le radici strutturali e culturali della situazione attuale sono profonde e non saranno facilmente sradicate per il fatto che sono strettamente connesse con lo stile di governo di Papa Benedetto».

Nelle informative Usa non emergono eclatanti novità. Si menziona la ben nota opposizione di Ratzinger all’ingresso della Turchia nell’Unione europea espressa - e modificata da Papa - all’epoca in cui era cardinale. Si cita la resistenza di maggiorenti vaticani a collaborare alla commissione Murphy sulla pedofilia nel clero irlandese e le proteste dell’allora Segretario di Stato Sodano per le cause intentante negli Usa contro il Vaticano. Ancora, si riecheggia il malumore statunitense per l’ostilità di Wojtyla alla guerra di Bush in Iraq.

Nel corso degli anni l’ambasciata Usa tiene in buona considerazione la diplomazia della Santa Sede, così come della comunità di Sant’Egidio, impegnata in diversi scenari di peace keeping. Il Vaticano, riferisce un file, ha «eccellenti fonti di informazione sui dissidenti, i diritti dell’uomo, la libertà religiosa, il controllo del Governo sulle popolazioni» in Cina e buone informazioni in Corea del Nord.

Trovano conferma nelle informative Wikileaks alcune ipotesi fioccate nel corso degli anni attorno alla politica estera del Vaticano ma mai confermate ufficialmente. Il Papa si adoperò presso le autorità religiose iraniane per favorire il rilascio dei 15 marinai britannici catturati tre anni fa da Teheran. Fu una richiesta dell’ambasciatore Usa - si legge in un cablogramma - che indusse il Papa a non ricevere il presidente iraniano Ahmadinejad in occasione del vertice Fao del 2008 a Roma. Dai files emerge che l’ambasciata Usa presso la Santa Sede ha fatto pressing sul Vaticano per la promozione degli organismi geneticamente modificati (ogm). Quanto alla decisione del Papa di aprire le porte della Chiesa cattolica a gruppi di anglicani tradizionalisti, «il risultato potrebbe essere la discriminazione, o in casi isolati, persino la violenza contro questa minoranza».

«Condanniamo nel modo più forte possibili la divulgazione di ciò che è classificato come informazioni del Dipartimento di Stato. Non commenteremo il contenuto o l’autenticità di tali informazioni», ha commentato in una nota ufficiale l’ambasciatore Usa presso la Santa Sede Diaz. «In ogni parte del mondo, come presso la Santa Sede, stiamo lavorando con i nostri partner per perseguire obiettivi importanti. Sono fiducioso che la partnership che il Presidente Obama, il segretario di Stato Hillary Rodham Clinton, e diplomatici americani devoti alla causa hanno lavorato duramente per costruire resisteranno a questa sfida».


http://www3.lastampa.it/esteri/sezioni/articolo/lstp/379588/
 
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