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Ior, gli scandali della banca del Vaticano

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GalileoGalilei
view post Posted on 5/11/2010, 10:30 by: GalileoGalilei
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Corriere della Sera, Lavinia Di Gianvito, Gotti Tedeschi e la banca vaticana: io per la trasparenza non tutti d'accordo
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Corriere della Sera
Gotti Tedeschi e la banca vaticana: io per la trasparenza non tutti d'accordo - Gotti Tedeschi: non tutti d'accordo sulla linea della trasparenza
Lavinia Di Gianvito

________________________________________ ROMA — Assicura che l'obiettivo è la trasparenza sollecitata da Bankitalia, ma è convinto che qualcuno freni. E questo qualcuno, sostiene, è all'interno della Santa Sede. Interrogato il 30 settembre scorso, il presidente dello lor, Ettore Gotti Tedeschi, punta il dito contro misteriosi nemici. «Qualcuno non è contento che io oggi sia qui (in procura, ndr) — rivela —, qualcuno ha cercato addirittura di non farmi venire». Ma la manovra non è riuscita e l'aver deciso di rispondere alle domande dei magistrati è, sottolinea l'economista, «una dimostrazione di volontà di ottemperare a una nuova epoca». Il banchiere, indagato per violazione delle norme antiriciclaggio insieme al direttore generale Paolo Cipriani, in 91 pagine di verbale delinea uno scenario inedito: «l problema delle finanze vaticane sta creando un certo dissapore anche all'interno. Io non sono sicuro di essere apprezzato da tutti per quello che sto facendo». Secondo Gotti Tedeschi, «è intollerabile che noi non stiamo adempiendo ai criteri di trasparenza», perché oggi l'Istituto che fa capo alla Santa Sede non può più permettersi di fare o nascondere dei fatti che possono mettere in discussione la credibilità» del Vaticano. La linea è condivisa dal Papa e dal segretario di Stato, il cardinale Tarcisio Bertone, entrambi «più rigidi di me», e infatti la colpa di quanto è avvenuto non è dei vertici della santa Sede. E stato l'errore di un piccolo funzionario», sostiene Gotti Tedeschi, a determinare il sequestro di 23 milioni di euro. «Ma come possiamo pensare — si chiede l'economista — che i vertici della Chiesa tollerino che qualcuno faccia questo...». Peraltro, aggiunge il presidente, non è sua la firma che appare sui fax con cui lo Ior aveva ordinato al Credito artigiano di dar corso ai due bonifici «incriminati»: una sarebbe di Cipriani; l'altra, forse, del vicedirettore.
Ai magistrati l'economista spiega che, fin dal momento della sua nomina, circa un anno fa, «la priorità» è stata proprio il problema delle procedure e della trasparenza». Però, «data la mia relativa non esperienza degli affari della Santa Sede, ho dovuto appoggiarmi necessariamente alle capacità professionali del dottor Cipriani. Non ho potuto dire: "Nei prossimi 12, 24 mesi...". Mi sono reso conto che non c'era tempo, anche perché c'erano stati piccoli segnali da parte della Banca d'Italia e, credo, dal mercato, che era opportuno che io accelerassi la revisione delle procedure». Ad allarmare via Nazionale era stata la movimentazione di 40 assegni, attraverso un nome falso (Maria Rossi), su un conto di un sacerdote, monsignor Emilio Messina: «C'era stato un trasferimento da San Marino in Santa Sede di alcune somme — ricorda Gotti Tedeschi — per cui la Banca d'Italia mi aveva detto: "Guarda questi fatti"».
 
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