Laici Libertari Anticlericali Forum

Colombia. Ucciso dall'amante 18enne don Dino Cinel, prete pedofilo spretato, Accusò P. Francesco Tirondola di averlo violentato per 4 anni. Ma mons Scicluna se la prese con lui: "oggi è un santo"

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view post Posted on 31/7/2010, 17:06
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Santi pedofili e vescovi insabbiatori in Vaticano. La denuncia di Dino Cinel, prete pedofilo

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Padova. Ex prete accusato di pedofilia:
il sindaco nega la residenza a Cittadella
Il 68enne Dino Cinel voleva "a casa" dopo anni negli Usa
dove era stato scoperto con materiale pedopornografico

PADOVA (30 luglio) - Il Comune di Cittadella (Padova) ha negato la residenza a un ex sacerdote accusato negli anni Ottanta di pedofilia quando operava nella diocesi di New Orleans.

Il no è stato formalizzato dal sindaco Massimo Bitonci, parlamentare leghista, a Dino Cinel 68 anni di Rossano Veneto che dopo anni oltreoceano vuole tornare in Italia. Bitonci ha definito l'ex prete «persona non gradita» raccogliendo un coro di approvazione comprendente anche quella del collega di Rossano Veneto.

Cinel fu prete nella parrocchia di Santa Rita nella città sul Missisipi: nel 1988 dopo 23 anni di sacerdozio abbandonò la tonaca andando a insegnare nelle università prima di Tulane quindi di Staten Island a New York. Il suo nome negli Usa divenne tristemente famoso quando un'inchiesta giornalistica lo scoprì in possesso di inequivocabile materiale video fotografico pedopornografico.

www.gazzettino.it/articolo.php?id=112854&sez=NORDEST

Edited by GalileoGalilei - 28/5/2014, 11:05
 
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http://mattinopadova.gelocal.it/dettaglio/...i-uniti/2209741

Le perversioni del parroco che sconvolse gli Stati Uniti
Lo scoop di 'Vanity Fair' nel dicembre 1991
La casa di Cinel a Cittadella
La casa di Cinel a Cittadella
CITTADELLA. Dicembre 1991. Leslie Bennetts sviluppa un ampio servizio su Vanity Fair. «I parrocchiani di Santa Rita (New Orleans) appresero dai media cosa combinava uno dei loro sacerdoti preferiti. Padre Dino Cinel è stato scoperto ad aver accumulato una quantità enorme di film porno, foto e riviste con bambini come oggetti sessuali. (...) Ci sono immagini di bambini in pelle nera che praticano sesso orale a vicenda. In alcuni articoli si istruisce su come sedurre i bambini. Nella camera di Padre Cinel vennero trovate 160 ore di videocassette pornografiche in cui il sacerdote praticava sesso (...) con almeno 7 adolescenti maschi».

Lo scandalo era stato tenuto segreto dalla chiesa locale e pure dalla polizia distrettuale per non «mettere in imbarazzo Santa Madre Chiesa», scriveva la rivista, dando atto di aver reso pubblico il caso nella primavera del '90 a un giornalista televisivo di una rete locale affiliata alla Nbc, Richard Angelico. Cinel era stato scoperto dai superiori a fine dicembre 1988 e discretamente estromesso come parroco. Iniziò ad insegnare all'università, era pagato bene, uno stipendio di 90 mila dollari; dopo 3 mesi, la sua vicenda sconvolse l'America. Il clamore fece scattare la denuncia. Due dei giovani che apparivano nei video, intervistati in tv, descrissero come erano stati sfruttati da «Padre Dino»; la tv mise in onda immagini di Cinel a letto con un paio di adolescenti. Lui si difese: controllava l'età dei suoi partner sessuali e poi riteneva che «i suoi peccatucci sessuali - scriveva Vanity Fair - fossero dietro di lui e quindi non riusciva a capire quali fossero le ragioni di tanto clamore per una vicenda successa nel passato». Non venne perseguito penalmente - riferisce ancora la rivista Usa - ma solo civilmente da 2 ragazzi. Uno dei quali indignato per essersi trovato protagonista di un servizio pornografico su una rivista europea, Dreamboy Usa, sostenendo che le foto erano quelle che gli aveva scattato l'allora padre Dino.

(s.b.)
(29 luglio 2010)
 
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http://www.agenparl.it/articoli/primo-pian...de-di-pedofilia

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Giovedì 11 Novembre 2010 15:40
PEDOFILIA: BITONCI (LNP), NO RESIDENZA A EX SACERDOTE In primo piano
Scritto da Manuela Lisi

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PEDOFILIA: BITONCI (LNP), NO RESIDENZA A EX SACERDOTE

(AGENPARL) - Roma, 11 nov - "La mia interrogazione nasce da un diniego che ho fatto in qualità di Sindaco di Cittadella, oltre che di Parlamentare, in seguito alla richiesta di residenza da parte del signor Dino Cinel, ex sacerdote che ha vissuto per lungo tempo in America,assumendo anche un'altra identità". Lo dichiara all'AgenParl l'on. Massimo Bitonci (Lnp) in merito all'interrogazione a risposta scritta presentata al Ministro Maroni lo scorso 29 luglio. "Il diniego alla richiesta di residenza - prosegue l'on. Bitonci - è dovuto alle difficoltà riscontrate nell' individuare la vera identità del soggetto in possesso di due passaporti, uno americano e uno italiano, che registrano due diverse identità. Facendo le dovute verifiche è stato scoperto che Cinel è un ex padre dell'ordinamento degli Scalabrini che esercitava le sue funzioni negli Stati Uniti ed è stato al centro di uno scandalo molto importante di pedofilia. Nella documentazione, che abbiamo potuto facilmente reperire, anche tramite siti ufficiali, risulta che Cinel non è stato condannato dal punto di vista penale però, in sede civile, è emersa tutta una serie di documentazione in cui è stato dimostrato che Cinel registrava dei filmini con dei minori suoi allievi. Sappiamo che la legislazione italiana è diversa da quella americana, da noi c'è l'obbligo di procedere penalmente, invece in America, se non c'è una denuncia di parte non si può procedere". "E' una vicenda che in America ha fatto un certo scalpore - spiega -. Oltre al problema dell'identità, dunque, c'è anche un problema di natura morale. Successivamente Cinel ha presentato un ricorso gerarchico al Prefetto al mio provvedimento di diniego, ricorso che è ancora pendente presso la Prefettura perchè il Prefetto dovrebbe scegliere se cancellare il mio diniego e concedere la residenza oppure avvalorare la mia tesi, corretta dal punto di vista amministrativo, e non poter dare la residenza ad un soggetto di dubbia identità e con un passato poco trasparente".

Ci spiega i motivi delle azioni giudiziarie mosse nei confronti dell'avvocato di Dino Cinel, Massimo Pierezza?

L'avvocato Pierezza, che è un militante del Partito Democratico del Comune di Cittadella - spiega il deputato del Carroccio -, nel ricorso non si è limitato al tema del diniego della residenza, ma, in maniera del tutto spregiudicante, ha affrontato altre tematiche non pertinenti. Ha trasformato il suo ricorso al Prefetto in una denuncia politica del mio operato come Sindaco di Cittadella, anche con dei passaggi offensivi, cosa che, dal punto di vista deontologico, ma anche professionale, non è accettabile perchè non si può utilizzare un ricorso per scrivere ciò che si vuole. Ho denunciato l'avvocato in sede penale, con una querela di parte, e in sede civile per un eventuale risarcimento danni. Acquisita notizia delle denunce, Pierezza ha presentato una querela nei miei confronti e anche nei confronti di altri sindaci di paesi presso i quali l'ex sacerdote aveva tentato di ottenere la residenza, ma senza ottenere un diniego, avendo presentato e ritirato la documentazione. Essendo i sindaci solidali con la mia azione hanno subito anche loro la querela così come il mio Segretario comunale che ha firmato con me il documento di diniego all'iscrizione anagrafica".

"E' una questione delicata - conclude l'on. Bitonci - che rientra in quella casistica emersa negli ultimi tempi, di pedofilia da parte di preti o comunque di persone legate alla chiesa. Questo inoltre è il primo caso che ha messo in difficoltà la chiesa in America".
 
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view post Posted on 3/5/2011, 12:47
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Cittadella, l'ex prete Cinel è residente anche contro il parere di Bitonci

Dino Cinel l'ha spuntata: dopo che ha ottenuto dalla Questura il passaporto italiano l'Anagrafe non ha potuto non registrare la sua iscrizione. Il sindaco: "Non cambio idea su di lui. E poi con il suo legale mi ha perseguitato, per cui mi sono rivolto ai carabinieri»

residenza, diritti, ex sacerdote, pedopornografia
cittadella

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di Silvia Bergamin CITTADELLA. Dino Cinel risiede a Cittadella, è un suo diritto: il prefetto aveva accolto il ricorso dell'ex prete, al quale il sindaco-deputato Massimo Bitonci aveva negato la residenza, e ora la Questura gli ha rilasciato un passaporto italiano, quindi può abitare dove vuole e gli uffici dell'Anagrafe di Cittadella hanno già dovuto provvedere all'iscrizione. Si chiude quindi un caso durato mesi.

Cinel, 69 anni, nato a Rossano Veneto, negli Anni Ottanta fu parroco di Santa Rita a New Orleans. Nell'88, dopo 23 anni di sacerdozio fra gli scalabriniani, abbandonò le vesti e continuò a insegnare storia all'Università di Tulane, sempre in Luisiana. Il suo caso ebbe notevole clamore negli Usa e nel '91 la rivista Vanity Fair gli dedicò un reportage sottolineando che era stato costretto a lasciare la tonaca perché nella sua stanza era stato trovato materiale pedopornografico.

Bitonci prende atto della situazione, ma non rinuncia a polemizzare: «Non cambiano le mie idee sulla sua persona e sul suo passato; in queste settimane ho subito un continuo stillicidio di lettere e di appostamenti fuori dal Comune da parte di Cinel e del suo legale, insulti che rasentano la minaccia. Alcuni episodi si sono verificati anche nei confronti del segretario, tanto che ci siamo rivolti ai carabinieri per segnalare questo atteggiamento vessatorio». Il consigliere comunale del Pd, Giovanni Paolo Parolin, si dice «felice del fatto che alla fine Cinel l'abbia spuntata. Negare la residenza al cittadino Cinel è stato un atto di arroganza, sostenuto da motivi pretestuosi e inconsistenti. Ora è stata ripristinata la legalità contro un sindaco arrogante e prevaricatore che prende provvedimenti solo in funzione del loro impatto mediatico, come l'ultima ordinanza sulla prostituzione, inesistente a Cittadella, almeno per le strade. Lo sceriffo Bitonci è stato sconfitto e isolato. Per me - conclude Parolin - è un giorno positivo».


http://mattinopadova.gelocal.it/cronaca/20...bitonci-4088083

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view post Posted on 29/7/2012, 07:10
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http://cronachelaiche.globalist.it/Detail_...D=31265&typeb=0

Pedofilia, il prete che sconfessò la Chiesa
Una ficcante inchiesta che per la prima volta arriva fin dentro le Mura leonine. Dino Cinel fu abusato a 12 anni dal suo educatore. Dopo 60 anni narra in un libro la propria vicenda.
Federico Tulli
venerdì 27 luglio 2012 11:43

Violentato dall'età di 12 anni dal suo educatore, Dino Cinel oggi ha 71 anni. All'epoca degli abusi era un novello seminarista. L'aguzzino? Un sacerdote, anzi più che un sacerdote. Tale era il rettore del seminario di Bassano, "Istituto Scalabrini": padre Francesco Tirandola (Tirondola ndr) della congregazione dei Missionari di san Carlo. Gli stupri di Tirandola durano quattro anni, le violenze psicologiche proseguono per altri tre. Fino all'età di 46 anni Cinel blinda il dramma dentro di sé, ricacciandolo nei meandri della memoria. Nel corso di alcune sedute di psicoterapia, la devastazione subita emerge in tutta la sua reale dimensione. Inizia così un lungo e doloroso percorso di elaborazione e ricerca personale che nel 2012 si è materializzato in un libro autobiografico. Atto di accusa circostanziato e reso inattaccabile da una logica ineccepibile - oltre che da documenti e testimonianze inconfutabili - "Un prete sconfessa la Chiesa" (Albatros) è una complessa opera che fonde insieme la testimonianza di una vita, la denuncia e l'indignazione di un uomo e l'analisi storico-sociale di un docente universitario (Cinel è stato ordinario di storia americana in diversi atenei statunitensi) sulla conflittuale tematica dell'eros nel mondo ecclesiastico. Lasciare la Chiesa e il sacerdozio sono stati atti fondamentali per ricostruirsi una vita in tutte le sue dimensioni, ma insufficienti a cancellare i residui della violenza subita. Cinel decide quindi di intraprendere la via della denuncia diretta verso la Chiesa.

Forte anche della profonda conoscenza di certi meccanismi interni alla Santa Sede, vuole confrontarsi di persona con le istituzioni che rappresentano la giustizia vaticana richiamandole alle loro responsabilità e rivendicando i propri diritti. Ma, come l'autore documenta con la precisione dello storico di professione, sono proprio le alte sfere - quelle che spesso sentiamo annunciare sui media italiani il massimo impegno nei confronti delle vittime e la tolleranza zero verso i carnefici in tonaca - a mostrare agghiaccianti ipocrisie e incoerenze, evidenziando un malato "narcisismo" istituzionale che nega la devastazione interiore subita dalle vittime, mirando a renderle invisibili annullandone la stessa esistenza. Spicca in questo senso, dalle pagine del libro, la figura del promotore di giustizia monsignor Charles Scicluna, il braccio della legge vaticano. È dopo il suo incontro dagli esiti sconcertanti che, come lo stesso Cinel racconta a Cronache Laiche, l'idea di raccontare tutto in un libro che lo ha accompagnato per una vita non può più rimanere tale. E in meno di sei mesi Cinel confeziona il suo "j'accuse!". Insieme con Sua santità (Chiarelettere) di Gianluigi Nuzzi, Un prete sconfessa la Chiesa chiude il cerchio e mette definitivamente a nudo la vera natura di un pensiero e di una cultura strumentali alla salvaguardia del potere politico ed economico della Chiesa cattolica e apostolica romana.

«Non potevo elaborare un giudizio sulla Chiesa senza aver affrontato di persona chi ne muove le fila» spiega Cinel. «Avrei voluto parlare con il successore di Joseph Ratzinger alla Congregazione per la dottrina della fede, monsignor Levada, ma alla richiesta di un appuntamento lui mi rispose di scrivere una relazione. Lo avevo già fatto senza ottenere mai una risposta. La sua politica era quella di sperare che prima o poi mi sarei stancato di sbattere contro il muro del silenzio. Ho scritto anche a Benedetto XVI, stesso risultato». Alla fine Cinel è riuscito a incontrare Scicluna. Erano i primi mesi del 2011. In generale sono due i cardini su cui l'autore si è basato per arrivare a formulare un giudizio assolutamente negativo sull'operato della Chiesa riguardo il tema della pedofilia ecclesiastica. Il primo è la totale indifferenza nei confronti di una verifica storica: «Quando sono riuscito a raccontare a Scicluna cosa è successo, con tanto di prove, testimonianze e relazioni mediche, la risposta (offensiva) è stata che il mio violentatore oggi è considerato un santo, un sacerdote degno di tutti gli onori. Io non mi so capacitare come una società di persone si renda talmente spregevole da non voler guardare nemmeno in faccia la realtà storica».

Il secondo mattoncino è l'assoluta mancanza di rispetto per le competenze professionali "straniere". «Io ho portato in Città del Vaticano i referti di tre medici che spiegano quali ferite mi ha provocato la violenza subita. La risposta da me ricevuta è che queste diagnosi sono scientificamente inattendibile. Punto. Non dicono che devono farmi visitare da un altro medico di loro fiducia come normalmente si usa in questi casi per verificare. Non ci pensano nemmeno. Per loro quello che "produce" la società laica non ha nessun valore». Ma la faccia che la Chiesa mostra in pubblico, specie con le vittime, è del tutto diversa. Almeno a prima vista. Cinel è un fiume in piena: «Benedetto XVI ha pronunciato parole talmente offensive che nemmeno una persona di modesta intelligenza se le può permettere. Lui dice che le vittime di sacerdoti pedofili sono i nuovi martiri. Come si può essere tanto cinici? Come si può pensare di cooptare all'interno della Chiesa delle persone che proprio dalla Chiesa stessa hanno avuto la vita distrutta?».

Secondo l'ex sacerdote questo atteggiamento è studiato dalle gerarchie ecclesiastiche in ogni minimo particolare. «Questo papa è cosciente che il problema della pedofilia clericale è gigantesco. Ma non ha alcuna intenzione di risolverlo. Piangere davanti alle vittime, dichiarare davanti a loro che la Chiesa si assume le proprie responsabilità, invocare la tolleranza zero, è tutta una messa in scena. I fatti concreti stanno a zero. La realtà e che Benedetto XVI si è circondato di un gruppo di persone che faranno con lui quello che lui ha fatto col papa precedente. Due o tre anni dopo la sua morte lo beatificheranno e via verso la santificazione». Così tutti dimenticheranno cosa è successo durante il pontificato di Benedetto XVI e durante i 25 anni in cui Joseph Ratzingher è stato prefetto della Congregazione per la dottrina della fede. «Magari diventerà, in cielo, il santo protettore delle vittime di preti pedofili. Così in Vaticano riusciranno a spillare un bel po' di denaro ai pellegrini in adorazione. Un modo molto pratico, il solito, per non assolvere le proprie responsabilità qui in terra».


Federico Tulli

www.scalabrini.org/index.php?option...mid=346&lang=it

P. FRANCESCO TIRONDOLA

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Roncà (Verona), 4 settembre 1886
Ginevra, 21 aprile 1962

Nacque a Roncà (Verona) il 4 settembre 1886. Entra come fratello laico tra i Comboniani: fa il soldato di leva, ritorna fra i Comboniani, ma non lo mandano in missione. Domanda e viene accettato nella nostra Congregazione il 13 novembre 1915, come fratello laico e con promessa che sarà inviato nelle Missioni.

Quattro mesi dopo è in guerra, al fronte. Ritorna nell'agosto del 1919 e si sente chiedere dal Superiore Generale: "Vuol farsi sacerdote?". Diventa sacerdote a Crespano del Grappa il 7 settembre 1924.

Pochi mesi dopo è eletto Pro-rettore di Piacenza dalla Santa Sede. Fu, successivamente, Superiore delle Case d'Italia, Visitatore delle case del Brasile e degli Stati Uniti, vicario Generale. Sotto la sua guida sorsero i seminari di Bassano del Grappa, di Cermenate e di Rezzato, e le case di Arco e di Villabassa; la presenza scalabriniana si estese all'Argentina e all'Europa; si moltiplicarono le vocazioni, la Congregazione ritornò, l'8 aprile 1934, alla vita religiosa; le Suore Scalabriniane ritornarono in Italia.

Spende gli ultimi. anni, finalmente Missionario, a Ginevra, ove muore il Sabato Santo, 21 aprile 1962. Trasportato a Bassano del Grappa, vi fu sepolto il 26 aprile.

La sua pietà era la forza della sua vita: la devozione alla Madonna, al Crocifisso, al Sacro Cuore, a Gesù Bambino, a San Giuseppe diventavano qualcosa di vivo ad ogni sua parola.

Edited by pincopallino2 - 2/9/2023, 16:17
 
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Pedofilia, il prete che sconfessò la Chiesa
Per la prima volta un'ichiesta è arrivata fin dentro le Mura leonine. Abusato a 12 anni in seminario dal suo educatore, Dino Civel rivela in un libro le reazioni della Chiesa
Federico Tulli
venerdì 22 febbraio 2013 14:02


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Monsignor Charles Scicluna, ex promotore di giustizia vaticano

Violentato dall'età di 12 anni dal suo educatore, Dino Cinel oggi ha 71 anni. All'epoca degli abusi era un novello seminarista. L'aguzzino? Un sacerdote, anzi più che un sacerdote. Tale era il rettore del seminario di Bassano, "Istituto Scalabrini": padre Francesco Tirandola della congregazione dei Missionari di san Carlo. Gli stupri di Tirandola durano quattro anni, le violenze psicologiche proseguono per altri tre. Fino all'età di 46 anni Cinel blinda il dramma dentro di sé, ricacciandolo nei meandri della memoria. Nel corso di alcune sedute di psicoterapia, la devastazione subita emerge in tutta la sua reale dimensione. Inizia così un lungo e doloroso percorso di elaborazione e ricerca personale che nel 2012 si è materializzato in un libro autobiografico. Atto di accusa circostanziato e reso inattaccabile da una logica ineccepibile - oltre che da documenti e testimonianze inconfutabili - Un prete sconfessa la Chiesa (Albatros edizioni) è una complessa opera che fonde insieme la testimonianza di una vita, la denuncia e l'indignazione di un uomo e l'analisi storico-sociale di un docente universitario (Cinel è stato ordinario di storia americana in diversi atenei statunitensi) sulla conflittuale tematica dell'eros nel mondo ecclesiastico. Lasciare la Chiesa e il sacerdozio sono stati atti fondamentali per ricostruirsi una vita in tutte le sue dimensioni, ma insufficienti a cancellare i residui della violenza subita. Cinel decide quindi di intraprendere la via della denuncia diretta verso la Chiesa.

Forte anche della profonda conoscenza di certi meccanismi interni alla Santa Sede, vuole confrontarsi di persona con le istituzioni che rappresentano la giustizia vaticana richiamandole alle loro responsabilità e rivendicando i propri diritti. Ma, come l'autore documenta con la precisione dello storico di professione, sono proprio le alte sfere - quelle che spesso sentiamo annunciare sui media italiani il massimo impegno nei confronti delle vittime e la tolleranza zero verso i carnefici in tonaca - a mostrare agghiaccianti ipocrisie e incoerenze, evidenziando un malato "narcisismo" istituzionale che nega la devastazione interiore subita dalle vittime, mirando a renderle invisibili annullandone la stessa esistenza. Spicca in questo senso, dalle pagine del libro, la figura del promotore di giustizia monsignor Charles Scicluna, il braccio della legge vaticano. È dopo il suo incontro dagli esiti sconcertanti che, come lo stesso Cinel ci racconta, l'idea di raccontare tutto in un libro che lo ha accompagnato per una vita non può più rimanere tale. E in meno di sei mesi Cinel confeziona il suo "j'accuse!". Insieme con Sua santità (Chiarelettere) di Gianluigi Nuzzi, Un prete sconfessa la Chiesa chiude il cerchio e mette definitivamente a nudo la vera natura di un pensiero e di una cultura strumentali alla salvaguardia del potere politico ed economico della Chiesa cattolica e apostolica romana.

«Non potevo elaborare un giudizio sulla Chiesa senza aver affrontato di persona chi ne muove le fila» spiega Cinel. «Avrei voluto parlare con il successore di Joseph Ratzinger alla Congregazione per la dottrina della fede, monsignor Levada, ma alla richiesta di un appuntamento lui mi rispose di scrivere una relazione. Lo avevo già fatto senza ottenere mai una risposta. La sua politica era quella di sperare che prima o poi mi sarei stancato di sbattere contro il muro del silenzio. Ho scritto anche a Benedetto XVI, stesso risultato». Alla fine Cinel è riuscito a incontrare Scicluna. Erano i primi mesi del 2011. In generale sono due i cardini su cui l'autore si è basato per arrivare a formulare un giudizio assolutamente negativo sull'operato della Chiesa riguardo il tema della pedofilia ecclesiastica. Il primo è la totale indifferenza nei confronti di una verifica storica: «Quando sono riuscito a raccontare a Scicluna cosa è successo, con tanto di prove, testimonianze e relazioni mediche, la risposta (offensiva) è stata che il mio violentatore oggi è considerato un santo, un sacerdote degno di tutti gli onori. Io non mi so capacitare come una società di persone si renda talmente spregevole da non voler guardare nemmeno in faccia la realtà storica».

Il secondo mattoncino è l'assoluta mancanza di rispetto per le competenze professionali "straniere". «Io ho portato in Città del Vaticano i referti di tre medici che spiegano quali ferite mi ha provocato la violenza subita. La risposta da me ricevuta è che queste diagnosi sono scientificamente inattendibile. Punto. Non dicono che devono farmi visitare da un altro medico di loro fiducia come normalmente si usa in questi casi per verificare. Non ci pensano nemmeno. Per loro quello che "produce" la società laica non ha nessun valore». Ma la faccia che la Chiesa mostra in pubblico, specie con le vittime, è del tutto diversa. Almeno a prima vista. Cinel è un fiume in piena: «Benedetto XVI ha pronunciato parole talmente offensive che nemmeno una persona di modesta intelligenza se le può permettere. Lui dice che le vittime di sacerdoti pedofili sono i nuovi martiri. Come si può essere tanto cinici? Come si può pensare di cooptare all'interno della Chiesa delle persone che proprio dalla Chiesa stessa hanno avuto la vita distrutta?».

Secondo l'ex sacerdote questo atteggiamento è studiato dalle gerarchie ecclesiastiche in ogni minimo particolare. «Questo papa è cosciente che il problema della pedofilia clericale è gigantesco. Ma non ha alcuna intenzione di risolverlo. Piangere davanti alle vittime, dichiarare davanti a loro che la Chiesa si assume le proprie responsabilità, invocare la tolleranza zero, è tutta una messa in scena. I fatti concreti stanno a zero. La realtà e che Benedetto XVI si è circondato di un gruppo di persone che faranno con lui quello che lui ha fatto col papa precedente. Due o tre anni dopo la sua morte lo beatificheranno e via verso la santificazione». Così tutti dimenticheranno cosa è successo durante il pontificato di Benedetto XVI e durante i 25 anni in cui Joseph Ratzingher è stato prefetto della Congregazione per la dottrina della fede. «Magari diventerà, in cielo, il santo protettore delle vittime di preti pedofili. Così in Vaticano riusciranno a spillare un bel po' di denaro ai pellegrini in adorazione. Un modo molto pratico, il solito, per non assolvere le proprie responsabilità qui in terra».

Federico Tulli
 
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http://voxnews.info/2013/10/31/nego-reside...ato-a-giudizio/

Negò residenza a prete pedofilo: leghista rinviato a giudizio!
31-10-2013




OkNotizie
BITONCI-large570

«Ai tempi in cui ero sindaco di Cittadella, ho negato, ritengo ancora giustamente e lo rifarei, la residenza a un ex sacerdote con doppio passaporto e doppio cognome e che un attenta indagine giornalista ha scoperto come processato negli Stati Uniti per pedofilia. Già nel 2011 il prefetto Ennio Sodano, dopo aver disposto presso il Ministero degli Esteri approfondite ricerche sui pregressi di quella persona, si era già pronunciato in mio favore, contro il ricorso mosso dell’ex sacerdote, come peraltro aveva riportato il Mattino di Padova in un articolo pubblicato in data 13/01/2011.

Non solo, lo stesso giornale sottolineava al tempo che, come testimoniato da un reportage di Vanity Fair del 1991, il sacerdote “era stato costretto a lasciare la tonaca perché nella sua stanza era stato trovato materiale pedopornografico”. Peraltro la tendenziosità dell’informazione fornita al lettore circa il mio rinvio a giudizio appare del tutto evidente laddove il giornalista tace la circostanza che anche il Suo ex direttore Omar Monastier e la Sua collega Silvia Bergamini sono imputati nello stesso processo per aver scritto della mia vicenda diffamando a loro volta, secondo l’accusa, l’ex sacerdote Cinel. Anzi, a ben vedere, dei tre imputati di quel procedimento io sono quello che si era limitato a dichiarare quello che i documenti in mio possesso attestavano e cioè che il signor Dino Cinel era stato accusato di pedofilia mentre risiedeva negli Stati Uniti».



Lo dichiara Massimo Bitonci, presidente dei senatori della Lega Nord, a margine di un articolo pubblicato su Il Mattino di Padova e altri del gruppo Finegil, in data 30 ottobre 2013. «Attacchi del genere si definiscono da soli. Per me questa è una medaglia: da sindaco allora, da senatore oggi, ho sempre agito per difendere, nel limite delle mie competenze, i miei cittadini. Quello che ho fatto lo rifarei e affronto giudizio a testa alta. Certi giornalisti, invece, nella loro azione hanno altri obiettivi».

LE PERVERSIONI DEL PARROCO
CHE SCONVOLSE GLI STATI UNITI
(da il Mattino di Padova del 26 luglio 2010)

Dicembre 1991. Leslie Bennetts sviluppa un ampio servizio su Vanity Fair. «I parrocchiani di Santa Rita (New Orleans) appresero dai media cosa combinava uno dei loro sacerdoti preferiti. Padre Dino Cinel è stato scoperto ad aver accumulato una quantità enorme di film porno, foto e riviste con bambini come oggetti sessuali. (…) Ci sono immagini di bambini in pelle nera che praticano sesso orale a vicenda. In alcuni articoli si istruisce su come sedurre i bambini. Nella camera di Padre Cinel vennero trovate 160 ore di videocassette pornografiche in cui il sacerdote praticava sesso (…) con almeno 7 adolescenti maschi».

Lo scandalo era stato tenuto segreto dalla chiesa locale e pure dalla polizia distrettuale per non «mettere in imbarazzo Santa Madre Chiesa», scriveva la rivista, dando atto di aver reso pubblico il caso nella primavera del ’90 a un giornalista televisivo di una rete locale affiliata alla Nbc, Richard Angelico. Cinel era stato scoperto dai superiori a fine dicembre 1988 e discretamente estromesso come parroco. Iniziò ad insegnare all’università, era pagato bene, uno stipendio di 90 mila dollari; dopo 3 mesi, la sua vicenda sconvolse l’America. Il clamore fece scattare la denuncia. Due dei giovani che apparivano nei video, intervistati in tv, descrissero come erano stati sfruttati da «Padre Dino»; la tv mise in onda immagini di Cinel a letto con un paio di adolescenti.

Lui si difese: controllava l’età dei suoi partner sessuali e poi riteneva che «i suoi peccatucci sessuali – scriveva Vanity Fair – fossero dietro di lui e quindi non riusciva a capire quali fossero le ragioni di tanto clamore per una vicenda successa nel passato». Non venne perseguito penalmente – riferisce ancora la rivista Usa – ma solo civilmente da 2 ragazzi. Uno dei quali indignato per essersi trovato protagonista di un servizio pornografico su una rivista europea, Dreamboy Usa, sostenendo che le foto erano quelle che gli aveva scattato l’allora padre Dino. Dal 1950 al 2002, 4.392 sacerdoti americani (su oltre 109 mila) sono stati accusati di relazioni sessuali con minorenni. Di questi, solo un centinaio sono stati condannati dalle Corti statunitensi.
 
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Accusò P. Francesco Tirondola di averlo violentato per 4 anni. Ma mons Scicluna se la prese con lui: "oggi è un santo"



5a75e0359f9da
Cinel


www.ilgiornaledivicenza.it/territor...h_ce#scroll=700

Ex prete ucciso
dal suo amante
18enne in Colombia

Dino Cinel, ex prete originario di Rossano espulso dalla Chiesa cattolica per pedofilia, è stato assassinato giovedì nella città di Medellín, in Colombia, da un giovane di 18 anni.

Secondo il quotidiano El Colombiano, la polizia ha ricevuto una chiamata di emergenza da parte del ragazzo, nella quale ha confessato di aver ucciso l'ex religioso. Al loro arrivo gli agenti hanno trovato il corpo senza vita del 76enne e sono riusciti ad impedire al 18enne di suicidarsi.

Il generale Oscar Gómez, comandante della polizia metropolitana, ha riferito che gli eventi si sono verificati dopo una discussione tra i due «per cause non accertate»: Cinel sarebbe stao aggredito con un coltello al culmine della lite. Il portale locale Minuto30 afferma che l'assassino ha poi provato a saltare dal sesto piano della casa dove la coppia aveva vissuto per tre mesi.

Dino Cinel aveva lavorato come storico e insegnante a San Francisco e New York (USA) ed è diventato famoso nel 1984 quando vinse il prestigioso Merle Curti Social History Award per il suo libro "Dall'Italia a San Francisco". Un rapporto pubblicato nel 2003 dice che negli anni '90 fu scopertoa una grande quantità di pornografia infantile nella chiesa di Santa Rita (New Orleans, USA), che gli costò un'indagine per pedofilia e la perdita della sua condizione di sacerdote.
 
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7 replies since 31/7/2010, 17:06   1092 views
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