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Preti pedofili. Sotto accusa il card. Sodano, decano del collegio

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view post Posted on 22/5/2010, 08:26
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http://www.libero-news.it/news/416766/Per_...i_Wojtyla_.html


Per i pedofili paga l'uomo di Wojtyla
L’ex segretario di Stato Sodano, accusato di insabbiamento, pronto a dimettersi. Chiesto concistoro speciale da 28 cardinali

È un momento tra i più delicati del papato di Benedetto XVI: dalle chiese di mezzo pianeta è infatti appena giunta al Santo Padre la richiesta riservatadi un concistoro straordinario sulla pedofilia. Venti cardinali diocesani, ovvero presidenti di conferenze episcopali mondiali e altri 8 porporati mettono in mora l’attuale segreteria di Stato, rimarcando come la Curia abbia mal gestito le segnalazione che via via arrivavano dagli episcopati sui casi di abusi sessuali. E chiede che se ne discuta in concistoro.
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È dai tempi dell’Ambrosiano di Roberto Calvi, dello Ior dell’arcivescovo Paul Casimir Marcinkus che non si tiene un concistoro straordinario su tematiche così spinose.


È dai tempi dell’Ambrosiano di Roberto Calvi, dello Ior dell’arcivescovo Paul Casimir Marcinkus che non si tiene un concistoro straordinario su tematiche così spinose. In genere le riunioni straordinarie affrontano tematiche più ampie come la riforma della Curia romana o il giubileo. Eravamo infatti nel novembre del 1982, cinque mesi dopo l’omicidio Calvi, quando presenti 97 cardinali nell’aula del Sinodo si tenne il concistoro straordinario sulla “Situazione finanziaria della Santa Sede e la vicenda Ior-Banco Ambrosiano”. Mesi dopo, nel maggio del 1984 a Ginevra Marcinkus e il fido monsignor Donato De Bonis firmarono il famoso assegno di “contributo volontario” per sollevare lo Ior da qualsiasi responsabilità nel dissesto della banca della finanza bianca del nord.

Se Benedetto XVI accogliesse la richiesta saremo di fronte a un fortissimo segnale di svolta rispetto ai silenzi, agli imbarazzi, alle coperture che per troppi anni gli abusi sessuali hanno goduto. La lettera, due pagine con le firme di tutti i cardinali, è arrivata al papa circa un mese fa subito dopo la visita ad limina dei vescovi tedeschi e belgi. Una richiesta che non sembra aver stupito o preso in contropiede il palazzo Apostolico visto che proprio alla chiesa territoriale Benedetto XVI si è sempre rivolto negli appelli e nelle sue dichiarazioni per affrontare più che superare questi scandali.

Richiesta onesta

Con i dovuti toni oltre a muovere critiche alla gestione della Curia, a sottolineare la scelta di più ampia collaborazione avviata con le autorità giudiziarie civili, i cardinali diocesani accolgono quindi l’appello del Papa di essere forza viva della Chiesa e dimostrano così di essere reattivi, denunciando le inefficienze. La lettera non è figlia di uno scontro tra forze e correnti in Vaticano ma viene dalla chiesa di tutti. È un segnale troppo forte per cadere nel vuoto e con ogni probabilità Benedetto XVI accoglierà la richiesta aprendo ancora alla stagione delle riforme.
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Proprio in questi giorni filtra da Oltretevere la notizia delle prossime dimissioni del cardinale Angelo Sodano, decano del collegio cardinalizio


Del resto il processo sembra ormai inarrestabile. Proprio in questi giorni filtra da Oltretevere la notizia delle prossime dimissioni del cardinale Angelo Sodano, decano del collegio cardinalizio, una posizione che nei protocolli e nei cerimoniali si antepone addirittura a quella del segretario di Stato. Ebbene, le ultime dichiarazioni di Sodano, di apparente sostegno a Benedetto XVI, le accuse che gli sono piovute addosso di aver coperto degli scandali sessuali, portano l’ex segretario di Stato di Karol Wojtyla in una posizione di oggettiva difficoltà e minoranza.

Agli inizi di maggio, era stato l’arcivescovo di Vienna, il cardinale Christoph Schoenborn, amico personale del pontefice, ad accusare pubblicamente Sodano di aver insabbiato le verifiche sulle accuse di pedofilia attribuite all’allora capo della diocesi viennese Hermann Groer.

Schoenborn attacca

L’amico di Ratzinger imputava anche a Sodano di aver offeso le vittime degli abusi sessuali quando aveva liquidato come “chiacchiericcio” lo scandalo. Schoenborn aveva interpretato le parole di Sodano come «una pesante offesa per le vittime» facendo intuire come la posizione del decano dei cardinali fosse ormai incompatibile con la carica che ricopre nel Vaticano di Benedetto XVI. Sodano viene dato per dimissionario già nel concistoro ordinario del prossimo dicembre, subito dopo il suo compleanno con 83 candeline.
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Sodano viene dato per dimissionario già nel concistoro ordinario del prossimo dicembre, subito dopo il suo compleanno con 83 candeline.


Anche queste sarebbe una novità storica. Sarebbe il primo cardinale, figura di potere e vertice nella gerarchia vaticana, a pagare in modo eclatante lo scandalo della pedofilia pur non essendosi macchiato personalmente di questo reato. «È un momento di oggettivo disorientamento», afferma una fonte vaticana, «e solo con una conduzione decisa e con rotture nette con il passato, si può riaffermare la centralità della Chiesa e superare gli scandali che la stanno tormentando».

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21/05/2010
 
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view post Posted on 28/6/2010, 19:26
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Li soprani der monno vecchio

C’era una volta un Re cche ddar palazzo
mannò ffora a li popoli st’editto:
- Io so’ io, e vvoi nun zete un cazzo,

sori vassalli bbuggiaroni, e zzitto.

Io fo ddritto lo storto e storto er dritto:
pozzo vénneve a ttutti a un tant’er mazzo:
Io, si vve fo impiccà, nun ve strapazzo,
ché la vita e la robba Io ve l’affitto.

Chi abbita a sto monno senza er titolo
o dde Papa, o dde Re, o dd’Imperatore,
quello nun pò avé mmai vosce in capitolo -.

Co st’editto annò er boja pe ccuriero,
interroganno tutti in zur tenore;
e, arisposero tutti: E’ vvero, è vvero.
(Giuseppe Gioacchino Belli)

I sovrani del mondo vecchio
C’era una volta un Re che dal palazzo
emanò ai popoli quest’editto:
- Io sono io, e voi non siete un cazzo,
signori vassalli imbroglioni, e state zitti.

Io rendo diritto lo storto e storto il diritto:
posso vendervi tutti a un tanto al mazzo:
Io, se vi faccio impiccare, non vi faccio un torto,
perché la vita e la roba Io ve le do in affitto.

Chi abita in questo mondo senza il titolo
o di Papa, o di Re, o d’Imperatore,
quello non può avere mai voce in capitolo -.

Con quest’editto andò il boia per corriere,
interrogando tutti sull’argomento;
e, tutti risposero: E’ vero, è vero.
(Traduzione: Lorenzo De Ninis)

http://www.repubblica.it/cronaca/2010/06/2...250/?ref=HREA-1

Benedetto XVI striglia Schoenborn
"Solo io posso criticare i cardinali"


Inedita dichiarazione del Vaticano sull'udienza concessa all'arcivescovo di Vienna. Il Pontefice ribadisce che tocca soltanto a lui muovere appunti ai porporati. All'incontro hanno partecipato anche il segretario di Stato Tarcisio Bertone e il suo predecessore Angelo Sodano, duramemte attaccato dal presule austriaco

Benedetto XVI striglia Schoenborn "Solo io posso criticare i cardinali" Papa Benedetto XVI


Solo il Papa può criticare o muovere accuse a un cardinale: è quanto è stato ricordato all'arcivescovo di Vienna, cardinal Christoph Schoenborn, che nelle settimane scorse aveva rimproverato all'allora segretario di Stato, Angelo Sodano, di aver protetto il precedente capo della diocesi viennese, Hans Hermann Groer, alla fine dimesso per le accuse di pedofilia.

Con un comunicato assolutamente inedito nella storia del protocollo vaticano, la Santa Sede ha riferito nei dettagli l'udienza avvenuta tra il Papa e il cardinale di Vienna, Christoph Schoenborn, a cui si sono aggiunti anche l'ex segretario di Stato vaticano e attuale decano del collegio cardinalizio, Angelo Sodano (criticato in passato da Schoenborn per aver difeso un porporato pedofilo), e il segretario di Stato vaticano in carica, Tracisio Bertone.

Schoenborn "aveva chiesto di poter riferire personalmente al Pontefice circa la presente situazione della Chiesa in Austria. In particolare, il cardinale Christoph Schoenborn ha voluto chiarire - si legge nella nota dell'Ufficio stampa - il senso esatto di sue recenti dichiarazioni circa alcuni aspetti dell'attuale disciplina ecclesiastica, come pure taluni giudizi sull'atteggiamento tenuto dalla Segreteria di Stato, ed in particolare dall'allora stretto collaboratore del Papa Giovanni Paolo I, nei riguardi del compianto cardinale Hans Hermann Gror, arcivescovo di Vienna dal 1986 al 1995".

"Successivamente aggiunge il comunicato vaticano - sono stati invitati all'incontro Angelo Sodano, decano del Collegio cardinalizio, e Tarcisio Bertone, attuale segretario di Stato. Nella seconda parte dell'udienza, sono stati chiariti e risolti alcuni equivoci molto diffusi e in parte derivati da alcune espressioni di Christoph Schoenborn, il quale esprime il suo dispiacere per le interpretazioni date".

"In particolare- precisa il Vaticano-: a) si ricorda che nella Chiesa, quando si tratta di accuse contro un cardinale, la competenza spetta unicamente al Papa; le altre istanze possono avere una funzione di consulenza, sempre con il dovuto rispetto per le persone. b) La parola "chiacchiericcio" è stata interpretata erroneamente come una mancanza di rispetto per le vittime degli abusi sessuali, per le quali il cardinale Angelo Sodano nutre gli stessi sentimenti di compassione e di condanna del male, come espressi in diversi interventi del Santo Padre".

"Tale parola, pronunciata nell'indirizzo pasquale al papa Benedetto XVI, era presa letteralmente - ricorda la nota - dall'omelia pontificia della domenica delle Palme ed era riferita al "coraggio che non si lascia intimidire dal chiacchiericcio delle opinioni dominanti".


(28 giugno 2010)
 
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view post Posted on 30/6/2010, 14:23
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www.lavocedifiore.org/SPIP/article.php3?id_article=4825

Preti pedofili perché il Papa difende Sodano?

di Vito Mancuso (la Repubblica, 30 giugno 2010)

Ieri il papa ha sottolineato che il pericolo più grande per la Chiesa viene dal fronte interno: "Il danno maggiore lo subisce da ciò che inquina la fede e la vita cristiana dei suoi membri e delle sue comunità". Ma allora perché, due giorni fa, ha pubblicamente umiliato il cardinale Christoph Schönborn, finora il più coraggioso degli uomini di Chiesa nel lottare contro il terribile inquinamento interno che è la pedofilia del clero?

Io quasi non volevo crederci, non poteva essere vero che Benedetto XVI, dopo aver più volte affermato di voler fare tutto il possibile per stabilire la verità e perseguire la giustizia nello scandalo pedofilia, avesse costretto l’arcivescovo di Vienna a una specie di Canossa vaticana.

Eppure era vero. Benedetto XVI aveva costretto il presule, nonché stimato teologo di orientamento conservatore a lui molto vicino, a una conciliazione forzata con il cardinal Sodano. La logica del potere romano è la forza che ancora domina la Chiesa cattolica.

Quello che però a mente fredda colpisce di più è il disinteresse mostrato dal papa per il merito delle accuse mosse pubblicamente da Schönborn il 28 aprile scorso contro il cardinale Angelo Sodano, Segretario di Stato sotto Giovanni Paolo II, accusandolo di aver insabbiato il caso Groer.

Hans Hermann Groer (1919-2003), monaco benedettino, arcivescovo di Vienna e cardinale, fu costretto a dimettersi nel 1995 per aver molestato un seminarista minorenne (in seguito a suo carico emersero molti altri casi).

Immediato successore di Groer nella diocesi di Vienna, Schönborn quando accusava Sodano parlava di cose che conosce molto bene. Ma diceva la verità oppure mentiva? È vero o non è vero che Sodano da Roma ostacolò le indagini di Vienna? Il papa semplicemente non se ne è curato, non è entrato nel merito, alla verità ha preferito la forma ricordando che solo a lui è concesso accusare un cardinale. Così il comunicato ufficiale: "Nella Chiesa, quando si tratta di accuse contro un cardinale, la competenza spetta unicamente al papa".

Ma se è così, allora il papa è tenuto ad andare fino in fondo verificando se le accuse di Schönborn a Sodano sono fondate o sono solo calunnie. Lo farà? Non lo farà, per il motivo che dirò alla fine di questo articolo.

Nella predica a conclusione dell’Anno sacerdotale a piazza San Pietro l’11 giugno Benedetto XVI aveva detto di "voler fare tutto il possibile affinché un tale abuso non possa succedere mai più". Alla luce del trattamento riservato a Schönborn queste parole appaiono molto sfuocate, mera retorica di stato. Di che cosa stiamo parlando, infatti? Stiamo parlando (occorre ricordarlo sempre!) di migliaia e migliaia di giovani vittime.

Oltre all’Austria scandali sono emersi ovunque. Negli Stati Uniti finora sono stati pagati indennizzi per 1.269 miliardi di dollari, con il conseguente fallimento di non poche diocesi.

In Irlanda nel 2009 sono usciti documenti come il Rapporto Murphy e il Rapporto Ryan, quest’ultimo sugli abusi del clero dagli anni ’30 agli anni ’70 (notare: anni ’30, altro che responsabilità della rivoluzione sessuale del postconcilio come scrive Benedetto XVI nella "Lettera ai cattolici irlandesi"): il risultato è che la Chiesa irlandese deve versare 2.100 milioni di euro di risarcimenti.

Poi c’è la Germania del papa: abbazia benedettina di Ettal in Alta Baviera, coro di Ratisbona, dimissioni di mons. Mixa vescovo di Augusta per molestie sessuali su minori, collegio Canisius dei gesuiti a Berlino...

C’è il Belgio con le dimissioni del vescovo di Bruges per i medesimi tristi motivi e le perquisizioni delle tombe nella cattedrale di Malines con le conseguenti deplorazioni pontificie.

Ci sono Polonia, Svizzera, Olanda, Danimarca, Norvegia, Inghilterra, Australia...

Don Ferdinando Di Noto, il prete da anni in prima linea contro la pedofilia, simbolo della rettitudine della gran parte dei preti, dichiarava il 18 febbraio scorso che in Italia i casi accertati sarebbero un’ottantina. Da allora, vista la frequenza delle notizie sui giornali, temo che la cifra sia aumentata non poco.

Di fronte a questi dati due cose sono sicure. Primo: se non fosse stato per la forza dei giornali e delle tv tutto sarebbe rimasto sconosciuto e insabbiato; se la Chiesa riuscirà un giorno a fare pulizia al proprio interno lo dovrà alla forza delle scomode verità fatte emergere dalla libera informazione.

Secondo: fino a poco tempo fa la linea tenuta dal cardinal Sodano sul caso Groer era la prassi abituale, come appare anche dalla Epistula de delictis gravioribus inviata il 18 maggio 2001 dall’allora cardinal Ratzinger ai vescovi di tutto il mondo che imponeva il secretum Pontificium per tutte le gravi trasgressioni del clero (notare: il caso Groer risale a sei anni prima!). È proprio questa la peculiarità dello scandalo, non tanto la pedofilia di preti e vescovi, quanto l’insabbiamento da parte delle gerarchie, il fatto incredibile che i vertici ecclesiastici sapevano di questi crimini e, per non indebolire il potere politico della Chiesa, tacevano e insabbiavano.

Per anni e anni. Per interi decenni è stata preferita l’onorabilità della struttura politica della Chiesa rispetto alla giustizia verso le vittime, e quindi verso Dio. Le dichiarazioni del cardinal Sodano che riduceva a "chiacchiericcio" le accuse erano esattamente in linea con questa politica dell’insabbiare, e l’umiliazione inferta dal papa al cardinale Schönborn per averlo criticato è una conferma che questa politica non è terminata. La subdola peculiarità di questo scandalo mondiale è purtroppo ancora in vita.

Salvare la Chiesa prima di tutto. Prima dei bambini e della loro vita psichica e affettiva. Prima dei genitori e del loro inestirpabile dolore. Prima del senso di giustizia di tutta una società. Prima della giustizia di cui rendere conto davanti a Dio. Prima di tutto, la Chiesa e la sua immagine, e il conseguente potere che ne deriva.

Per questo l’ordine era (anzi è, perché altrimenti non si sarebbe salvata l’onorabilità del potente cardinal Sodano) coprire, insabbiare, dissimulare, mentire, negare, comprare. Tra l’ottantina di cardinali della Chiesa solo uno aveva avuto il coraggio e l’onestà di puntare il dito contro il vertice della nomenclatura. Il papa l’ha messo a tacere, l’ha fatto rientrare tra le fila, imponendogli una bella dichiarazione di facciata.

Ma com’è possibile che nella Chiesa tanti crimini siano stati occultati e che all’interesse delle vittime sia stato preferito quello dei loro aguzzini? La risposta a mio avviso consiste nella teologia elaborata lungo i secoli che ha condotto a una vera e propria idolatria della struttura politica della Chiesa, a una sorta di sequestro dell’intelligenza da parte della struttura per affermare se stessa sopra ogni cosa, il cui inizio si può emblematicamente collocare, come già intuito da Dante, nella stesura del falso documento conosciuto come "Donazione di Costantino" da parte della cancelleria papale (documento svelato come falso da Lorenzo Valla nel 1440).

Questa teologia ecclesiastica ha condotto a fare dell’obbedienza alla Chiesa gerarchica il segno distintivo dell’essere cattolico: il cattolico è anzitutto colui che obbedisce al papa e ai vescovi. Se non obbedisci, non sei cattolico. Dante non lo sarebbe più, neppure san Paolo, che ebbe l’ardire di opporsi pubblicamente a Pietro, non potrebbe far parte di questa Chiesa cattolica. Al termine degli Esercizi spirituali così Ignazio di Loyola illustrava il rapporto con la verità che deve avere il cattolico: "Quello che io vedo bianco, lo credo nero se lo stabilisce la Chiesa gerarchica".

Da tempo immemorabile la bilancia è il simbolo della giustizia. Su un piatto della bilancia ci sono le vite di migliaia di bambini, ragazzi e giovani irrimediabilmente deturpate da uomini di Chiesa. Sull’altro, che cosa mette la Chiesa? Oggi è costretta a mettere i nomi dei colpevoli, e tantissimi soldi. Ma si ferma qui, e non basta. Essa infatti deve aggiungere se stessa, la struttura di potere che l’ha fatta precipitare in questo abisso. Solo a questa condizione i due piatti possono tornare in equilibrio e generare la vera giustizia, quella che Gesù diceva di cercare sopra ogni altra cosa.
 
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