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Addio a Josè Saramago, poeta, visionario ed "eretico"

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Felipe-bis
view post Posted on 18/6/2010, 14:36




http://www.repubblica.it/persone/2010/06/1...072/?ref=HREA-1

LETTERATURA
Addio a Josè Saramago, poeta, visionario ed "eretico"

Lo scrittore portoghese, premio Nobel nel 1998, aveva 87 anni. Ha avuto un malore nella sua casa di Lanzarote. I capolavori, da Memoriale del Convento a Cecità. Gli ultimi anni segnati dalle polemiche con la Chiesa fino alla rottura con "Caino"

LISBONA - E' morto lo scrittore portoghese Josè Saramago. Premio Nobel per la Letteratura nel 1998, aveva 87 anni. Il decesso è avvenuto nella sua casa di Tias, sull'isola di Lanzarote alle Canarie. Lo scrittore è morto alle 13 passate di oggi, e al suo capezzale c'era la moglie, Pilar del Rio. Aveva passato una notte tranquilla e fatto colazione. Poi si è sentito male.

Scrittore, poeta e critico letterario, negli ultimi anni era stato al centro di aspre polemiche per le posizioni, espresse nelle sue opere, in materia di religione. La sua figura di "ateo militante" ha suscitato controversie e polemiche in Portogallo e non solo. Dopo la pubblicazione de "Il Vangelo secondo Gesù Cristo", è stato oggetto di aspre critiche che lo hanno indotto a lasciare il paese per vivere alle Canarie. Di nuovo, nel 2009, con l'uscita del suo ultimo romanzo "Caino", Saramago si è trovato a polemizzare con la chiesa cattolica portoghese, criticando la Bibbia, e definendo il Dio del libro "vendicativo, rancoroso, cattivo, indegno di fiducia".

Il suo primo romanzo in stile realista, "Terra del peccato", è del 1947. Nel 1959 si iscrive al Partito Comunista che, sotto il regime di Salazar, opera in clandestinità. Negli anni sessanta diventa uno dei critici più seguiti del paese e nel '66 pubblica la sua prima raccolta di poesie, "I poemi possibili". Diventa quindi direttore letterario e di produzione per dodici anni di una casa editrice e dal 1972 al '73 curatore del supplemento culturale del Diario de Lisboa.

Sino a metà anni '70 vive un periodo di formazione e pubblica poesie, cronache, testi teatrali, novelle e romanzi, ma è solo dopo la Rivoluzione dei Garofani che pian piano nasce un Saramago diverso (vice direttore del quotidiano Diario de Noticias nel '75 e quindi scrittore a tempo pieno) che rivoluziona la narrativa portoghese rispetto alle radici del passato e anche per questo riceverà nel 1998 il premio Nobel per la letteratura.

Nel 1980 pubblica "Una terra chiamata Alentejo" sulla rivolta della popolazione della regione più ad est del Portogallo. Ma è con "Memoriale del convento" (1982) che arriva il grande successo, seguito da "L'anno della morte di Riccardo Reis". Negli anni '90, grazie al Nobel, ha fama internazionale e pubblica "Storia dell'assedio di Lisbona", "Il Vangelo secondo Gesù", quindi "Cecità", "Tutti i nomi", "La caverna", "L'uomo duplicato", "Le intermittenze della morte" e "Le piccole memorie".

E' stato uno dei sostenitori dell'iberismo, il movimento che propugna l'unificazione di Spagna e Portogallo, i due paesi della penisola iberica, cui dedica anche il romanzo "La zattera di pietra". Per le sue posizioni sul conflitto Medio Oriente verrà accusato di antisemitismo, mentre per il Memoriale, ma soprattutto per il suo "Vangelo" e il testo teatrale "La seconda vita di Francesco d'Assisi", fino all'ultimo "Caino", ha subito gli attacchi dalla Santa Sede.

(18 giugno 2010)
 
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Ashmael
view post Posted on 19/6/2010, 22:17




Era un comunista, non amo i comunisti come non amo i cattolici integralisti.
 
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view post Posted on 19/6/2010, 22:35
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http://www.repubblica.it/persone/2010/06/1...vatore-4979158/

LA POLEMICA

il Vaticano contro Saramago
"Un ideologo anti-religioso"
Il giornale della Santa Sede critica in particolare il "Vangelo secondo Gesù", opera controversa, attraverso la quale il premio Nobel lanciò una "sfida alla memorie del cristianesimo"

il Vaticano contro Saramago "Un ideologo anti-religioso" Josè Saramago

ROMA - Josè Saramago "è stato un uomo e un intellettuale di nessuna ammissione metafisica, fino all'ultimo inchiodato in una sua pervicace fiducia nel materialismo storico, alias marxismo", si legge questo oggi sull'Osservatore Romano, in un articolo, "L'onnipotenza (presunta) del narratore" che ricorda come il poeta portoghese morto ieri a 87 anni 1, avesse scelto "lucidamente" di autocollocarsi "dalla parte della zizzania nell'evangelico campo di grano".

Lo scrittore "si dichiarava insonne al solo pensiero delle crociate, o dell'inquisizione, dimenticando il ricordo dei gulag, delle 'purghe', dei genocidi, dei samizdat culturali e religiosi". Il giornale della Santa Sede critica in particolare il "Vangelo secondo Gesù", un'opera controversa, attraverso la quale il premio nobel lanciò una "sfida alla memorie del cristianesimo di cui non si sa cosa salvare se, tra l'altro, Cristo è figlio di un Padre che imperturbato lo manda al sacrificio; che sembra intendersela con Satana più che con gli uomini; che sovrintende l'universo con potestà senza misericordia. E Cristo non sa nulla di Sè se non a un passo dalla croce; e Maria Gli è stata madre occasionale; e Lazzaro è lasciato nella tomba per non destinarlo a morte suppletiva".

"Irriverenza a parte, la sterilità logica, prima che teologica, di tali assunti narrativi, non produce - conclude l'articolo - la perseguita decostruzione ontologica, ma si ritorce in una faziosità dialettica di tale evidenza da vietargli ogni credibile scopo".

Le spoglie dello scrittore portoghese da Lanzarote, isola delle Canarie dove risiedeva dal 1991, sono state portate a Lisbona, dove si terranno le esequie. Lo ha reso noto la fondazione Saramago. Ad accompagnare il feretro a bordo di un c130 dell'aeronautica militare portoghese, c'erano la vedova e il figlio, oltre al ministro della Cultura, al suo biografo e a diversi parenti e amici. La cremazione si terrà domani intorno a mezzogiorno.

Poeta, romanziere e giornalista, Saramago è stato l'unico autore di lingua portoghese ad avere ricevuto il premio nobel per la letteratura. Il suo primo romanzo - che non ebbe successo - fu "Terra do pecado" del 1947; dopo 30 anni di silenzio uscì "Manuale di pittura e calligrafia", vero inizio di una carriera letteraria riconosciuta a livello internazionale con "L'anno della morte di Ricardo Reis" (1984) e culminata con il premio nobel vinto nel 1998. Ateo dichiarato, ebbe problemi con il governo portoghese che rifiutò di presentare il suo "Vangelo secondo Gesù Cristo" al premio letterario europeo, abbandonando per protesta il Paese e trasferendosi a Lanzarote.

(19 giugno 2010)
 
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Paolo_79
view post Posted on 20/6/2010, 14:09




Sentito ieri un servizio tracotante d'odio redatto dagli scribacchini procattolici. Esilarante di come a momenti esultassero della dipartita del nemico del loro padrone, descritto appunto tra le righe come persona ignobile perché non allineata all'ideologia piena d'amore del cattolicesimo. :lol:
 
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Felipe-bis
view post Posted on 21/6/2010, 09:45




http://www.uaar.it/news/2010/06/20/giornal...icano-saramago/

I giornali cattolici criticano Saramago

L’Osservatore Romano e Avvenire hanno espresso critiche molto forti nei confronti dell’opera di José Saramago, lo scrittore portoghese, premio Nobel per la letteratura, morto l’altro ieri. Claudio Toscani, sul quotidiano della Santa Sede, si è soffermato soprattutto sulle sue idee politiche, scrivendo che Saramago “si dichiarava insonne al solo pensiero delle crociate, o dell’inquisizione, dimenticando il ricordo dei gulag, delle ‘purghe’, dei genocidi, dei samizdat culturali e religiosi”: “un uomo e un intellettuale di nessuna ammissione metafisica, fino all’ultimo inchiodato in una sua pervicace fiducia nel materialismo storico, alias marxismo”. Principale bersaglio dell’articolo è stato Il Vangelo secondo Gesù Cristo, definito una “sfida alla memorie del cristianesimo di cui non si sa cosa salvare”: “Irriverenza a parte, la sterilità logica, prima che teologica, di tali assunti narrativi, non produce la perseguita decostruzione ontologica, ma si ritorce in una faziosità dialettica di tale evidenza da vietargli ogni credibile scopo”. Il recente Caino è a sua volta giudicato “inaccettabile”. In sintesi, il “populista estremistico” Saramago è accusato di non essersi fatto mai “mancare il sostegno di uno sconfortante semplicismo teologico: se Dio è all’origine di tutto, Lui è la causa di ogni effetto e l’effetto di ogni causa”.
La prosa debole dell’ateo è invece il titolo del commento di Fulvio Panzeri pubblicato su Avvenire*, quotidiano dei vescovi italiani. Panzeri definisce Saramago uno di quegli scrittori che, “per essere al centro dell’attenzione mediatica e per distogliere il giudizio dalla poco rilevante qualità delle loro opere, amano mettersi al centro dell’attenzione attraverso polemiche e attacchi mediatici”: “vincitore di un premio Nobel nel 1998 più per le sue controverse posizioni che per l’ effettiva grandezza della sua opera. Saramago è stato uno scrittore notevolmente sopravvalutato in maniera esagerata in Italia”. Con i suoi romanzi, si legge, lo scrittore “ha voluto soprattutto condurre una personale e blasfema campagna contro la tradizione cristiana e cattolica”, prendendosi per esempio la “libertà ampia e audace” di descrivere Gesù come “una persona normale”, oppure raccontando i miracoli “senza inventiva” e “senza fede”. “Le sue sono state solo parole”, conclude Panzeri, “spesso brutte parole, senza storia”.
* http://www.avvenire.it/Cultura/saramago+mo...27187100000.htm

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http://www.lucacoscioni.it/comunicato/sara...l-nostro-presid

Saramago: Riconobbe la forza profetica di Luca Coscioni e divenne il nostro presidente d’onore

Dichiarazione di Maria Antonietta Farina Coscioni: Voglio ricordare José Saramago per il suo sostegno alla battaglia di Luca Coscioni e di noi radicali per la libertà di ricerca scientifica Saramago, con parole “semplici” e limpide seppe e volle dare un aiuto fondamentale alla nostra battaglia: “Purché la luce della ragione e del rispetto umano possa illuminare i tetri spiriti di coloro che si credono ancora, e per sempre, padroni del nostro destino. Attendevamo da molto tempo che si facesse giorno, eravamo sfiancati dall’attesa, ma ad un tratto il coraggio di un uomo reso muto da una malattia terribile ci ha restituito un nuova forza. Grazie, per questo”. Oggi siamo noi a rendere omaggio a Saramago, a dirgli grazie per il suo appoggio e la sua solidarietà. Non si è ancora fatto quel giorno che attendeva e per cui abbiamo lottato; ma è grazie anche lui se non siamo sfiancati e se con persone mute come Luca continuiamo la lotta per la dignità della vita, la dignità della morte, la libertà della ricerca scientifica.

Dichiarazione di Marco Cappato, Segretario dell’Associazione Luca Coscioni: Nell’esprimere a nome dell’Associazione Luca Coscioni il nostro cordoglio per la morte di José Saramago, nostro Presidente onorario dal 2002, vogliamo ricordarlo con le sue stesse parole di quando riconobbe e salutò la forza profetica di Luca Coscioni e della sua battaglia.

Saramago dedicò a Coscioni versi straordinari in occasione della battaglia per le elezioni politiche del 2001, per le quali Luca era capolista della Lista Bonino in nome della battaglia per la libertà di ricerca sulle cellule staminali. Sostenendo, assieme ad altri 50 Premi Nobel, la candidatura radicale di Coscioni, Saramago scrisse:

"forse il sostegno di un semplice scrittore come me stonerà un poco, o anche troppo, nella lista delle personalità scientifiche che, con i loro nomi e il loro prestigio, suggellano le affermazioni rese da Luca Coscioni. In ogni caso, potete disporre del mio nome. Purché la luce della ragione e del rispetto umano possa illuminare i tetri spiriti di coloro che si credono ancora, e per sempre, padroni del nostro destino”.Attendevamo da molto tempo che si facesse giorno, eravamo sfiancati dall’attesa, ma ad un tratto il coraggio di un uomo reso muto da una malattia terribile ci ha restituito una nuova forza. Grazie, per questo".

In un incontro con Luca Coscioni il 22 novembre 2002 a Siena, Saramago disse: "E' importante - che gli studi sulle cellule staminali siano sempre di più all'ordine del giorno dell'opinione pubblica, per rendere più visibile una situazione di proibizione che alcuni vogliono occultare". A queste parole ed alla dichiarazione di sostegno ricevuta, Luca Coscioni replicò: "La tua presenza mi dà forza, quella forza che è fondamentale per condurre una battaglia, i cui frutti non saranno vissuti da noi, ma probabilmente dalla prossima generazione. Per questo bisogna guardare lontano". Il premio Nobel regalò a Luca un mazzo di garofani rossi e una promessa: "Per quanto sarà in mio potere, potete contare su di me". Da allora accettò di essere Presidente onorario dell’Associazione Luca Coscioni.
Ci mancherà la sua presenza e la sua attenzione. Continueranno le sue parole e le sue opere ad essere con noi, e con tutti coloro che si battono per non far spegnere la “luce della ragione”.
 
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