CITAZIONE (GalileoGalilei @ 11/5/2010, 13:19)
Le attuali «sofferenze» della Chiesa fanno parte di quelle annunciate nel terzo segreto di Fatima. «Oltre alla missione di sofferenza del Papa, che in prima istanza possiamo riferire all'attentato a Giovani Paolo II - ha detto il Papa -, nel messaggio di Fatima ci sono indicazioni su realtà del futuro della Chiesa». Ed è vero, ha aggiunto, che «oltre ai momenti indicati nelle visioni, si parla della realtà di passione della Chiesa. Ci sono sofferenze della Chiesa che si annunciano». Benedetto XVI ha ricordato che «il Signore ha detto che la Chiesa sarà sofferente fino alla fine del mondo. E oggi questo - ha concluso - lo vediamo in modo particolare».
Personalmente non credo ai segreti di presunte apparizioni perché, in esse, si fornisce pure un'immagine di Dio fortemente distorta. Le apparizioni sono eventi caratterizzati da un forte e drammatico contrasto: rappresentano un Dio adirato dai peccati umani il cui braccio vendicatore viene, a mala pena, trattenuto da una rattristata e lacrimosa Madonna.
Il caso del presunto terzo segreto di Fatima ha una caratteristica in più: serve a polarizzare l'attenzione dei fedeli non su Cristo, al quale dovrebbero indirizzarsi, ma sul papa, quale detententore e conoscitore di "segreti" rivelati da Dio e nascosti agli uomini.
Qui, come si vede, non ci si trova solo dinnanzi ad un'immagine distorta di Dio ma, pure, ad una distorsione ecclesiologica, all'ennesimo tentativo col quale si cerca di portare l'attenzione della gente su un centro ecclesiastico amministrativo, su un uomo che, nel tempo, ha acquistato troppo potere nella Chiesa. Ci troviamo dinnanzi ad una mostruosità che continua a nutrire se stessa, servendosi della buona fede di tante ottime persone.
Ora, questa mostruosità (ossia l'ipertrofia del potere papale nella Chiesa) non s'avvede di cadere nel grottesco mostrandosi pure come vittima. Ci chiediamo vittima di che cosa o di chi.
Ad una prima evidenza, in quest' articolo emerge che il potere papale è vittima di ingiustizie e di cattiverie all'interno della stessa Chiesa, vittima dell'immoralita dei chierici stessi.
Chi, anche poco, abbia studiato la storia, si sente preso per i fondelli: quando e come i "piccoli della storia" potrebbero opprimere e rendere vittime i "grandi" della storia? Come potrebbe un "piccolo" pesare sulla testa di un "grande"?
Nella storia del Cristianesimo i papi si sono fatti promotori di guerre, crociate, ammazzamenti, oppressioni, sospetti, epurazioni... Ovviamente in perfetta buona fede, per la gloria di Dio e, per tal fine, per il consolidamento e l'estensione del potere papale!
Allora il papa non è vittima ma, semmai, nell'esercizio del suo eccessivo potere, tende a creare delle vittime, come chiunque è troppo in alto e ha troppo potere!
Per capirci qualcosa in più, è necessario, allora, leggere tra le righe di quest' ultima dichiarazione papale e intuiremo come stanno realmente le cose.
Io credo che non siano tanto i "piccoli" a danneggiare il potere papale (pure se essi sbagliano pesantemente); è quest' ultimo che danneggia se stesso, nella misura in cui avvalla o nasconde, con la sua autorità, quanto non è regolare.
Ci sono voluti anni d'insistenze e di scandali resi pubblici affinché il papa, finalmente, dichiarasse la necessità di denunciare alle pubbliche autorità gli abusi per pedofilia. Prima, infatti, gli scandali dovevano essere nascosti, i malfattori protetti, pensando che, così, si proteggeva pure il buon nome della Chiesa. E' ovvio che le masse, disgustate, appena hanno scorto il fenomeno, non hanno più considerato degno di credibilità questo papato.
Per tutta risposta, ora, il papa si dipinge come vittima, come sofferente, la cui sofferenza era stata pure prevista nel terzo segreto di Fatima. Ma il terzo segreto di Fatima non aveva pure previsto la sofferenza di Giovanni Paolo II quando subì l'attentato in piazza san Pietro? Quante volte, ancora, ci si servirà di questo "segreto" per canonizzare in vita un papa e continuare a giustificargli un potere più che eccessivo?
Che la Chiesa debba soffrire non è una novità. Chiunque vive nelle difficoltà di questo mondo soffre, perfino la vedova che non ce la fa ad arrivare a fine mese con la sua magra pensione.
Ma che si impugni la sofferenza per canonizzare se stessi e il proprio potere e coprire, così, contraddizioni e pessimi comportamenti, mi sembra un insulto alla intelligenza delle persone, molte delle quali sono dei fedeli leali, rispettosi e zelanti della Chiesa stessa.