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Preti pedofili. Cei: "Non denunceremo i criminali, devono farlo le vittime", I bambini invitati a denunciare. E nel frattempo corre la prescrizione

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view post Posted on 29/9/2011, 06:26
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Cei e pedofilia: conseguenze penali e formazione
28 settembre 2011


Il presidente della Cei Angelo Bagnasco
Roma - Le linee guida anti-pedofilia dei vescovi italiani passano al primo vaglio ufficiale dopo le indicazioni dettate dalla Santa Sede a tutte le conferenze episcopali mondiali. Quattro i capitoli su cui si sta lavorando: fermezza nelle conseguenze penali, più rigore nella formazione dei sacerdoti, ascolto delle vittime, accompagnamento dei sacerdoti coinvolti.

La bozza del testo è stato esaminata oggi dal Consiglio episcopale permanente, l’organo direttivo della Cei, riunito in questi giorni a Roma e aperto lunedì dalla prolusione del presidente, card. Angelo Bagnasco. Quest’incontro era, di fatto, la prima riunione operativa del vertice della Conferenza episcopale italiana dopo l’input arrivato dal Vaticano a metà maggio attraverso un documento stilato dalla Congregazione della dottrina della fede. Da allora il tema della pedofilia nel clero non ha mancato di tornare all’attenzione delle cronache. Proprio nei giorni in cui usciva il documento della Congregazione, a Genova scoppiava il caso di Don Seppia, il parroco arrestato per abusi e droga. A luglio dall’Irlanda arrivava il rapporto Cloyne che ha spinto il Vaticano a un gesto clamoroso come quello di richiamare a Roma il nunzio per consultazioni. Ed è di pochi giorni fa la denuncia alla Corte penale internazionale dell’Aja presentata da un’associazione americana di vittime di abusi che accusa persino il Papa: un’azione a detta di molti giuristi con scarse probabilità di essere presa in considerazione, ma che ha fatto molto rumore.

Il testo della Congregazione forniva indirizzi e vincoli su come le Conferenze episcopali dovessero muoversi per affrontare lo spinoso problema degli abusi su minori commessi da sacerdoti. L’obbligo di tener conto delle leggi civili era uno degli aspetti e sarà uno dei nodi centrali anche del documento a cui stanno lavorando i vescovi. Tra loro è emersa la «convinzione condivisa» che sia necessario «un sempre più rigoroso percorso formativo per i futuri preti, l’ascolto delle vittime, l’accompagnamento dei sacerdoti coinvolti». «Ferme restando le conseguenze penali», però. In sostanza, c’è un’attività di prevenzione da fare a monte, in seminario, con una selezione accurata dei futuri sacerdoti. C’è poi un lavoro a valle, che riguarda da una parte chi ha subito gli abusi e dall’altra chi li ha commessi. Ma i risvolti sul piano della giustizia devono restare un punto fermo e non ci devono essere sconti. Bisognerà vedere come quest’aspetto, che è centrale, verrà recepito nel documento finale. Nel maggio scorso era stato lo stesso Bagnasco ad assicurare che ‘«sarà sicuramente messa nero su bianco l’esortazione ai vescovi afffinché invitino le persone a fare denunce e segnalazioni».

Per l’approvazione del documento finale bisognerà quasi certamente aspettare qualche mese. Presumibilmente sarà varato dal Consiglio Cei nella sessione invernale, a gennaio. (ANSA).


http://www.ilsecoloxix.it/p/italia/2011/09...nseguenze.shtml
 
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view post Posted on 29/9/2011, 11:31
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giovedì 29 settembre 2011, 08:00
Ecco la guida anti pedofilia dei vescovi
di Enza Cusmai
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Sono state profetiche le parole di Papa Ratzinger pronunciate nell’ultimo viaggio in Germania. Il suo anatema contro la pedofilia che infanga la Chiesa è racchiuso in poche parole stringenti: «Capisco i motivi di chi lascia la Chiesa… ma dalle pagine scure del passato è possibile trarre lezioni per il futuro». E così è stato.
Sembra che sia davvero arrivata, anche per la classe sacerdotale italiana, una «ventata di aria fresca». D’ora in poi, infatti, la formazione dei sacerdoti sarà più rigorosa, non ci saranno più coperture omertose per i preti che abusano o molestano i minori.
Ma soprattutto, ed ecco la novità, verranno ascoltati con attenzione e rispetto le vittime degli abusi, le cui grida di impotenza venivano, in passato, spesso soffocate nello scetticismo e nell’indifferenza di molti. Ieri il Consiglio episcopale permanente della Cei ha messo nero su bianco le linee guida a cui si dovranno adeguare i vescovi di tutta Italia per contrastare la piaga della pedofilia. E proprio il mons. Domenico Pompili, portavoce del parlamentino dei vescovi, ne ha spiegato i contenuti salienti. «La necessità di un sempre più rigoroso percorso formativo per i futuri preti, l’ascolto delle vittime, l’accompagnamento dei sacerdoti coinvolti, ferme restando le conseguenze penali – ha detto il portavoce - sono i punti fermi che accompagneranno l’azione della Chiesa Italiana per contrastare il triste fenomeno degli abusi sessuali compiuti da religiosi sui minori».
Pompili ha anche aggiunto che questa strategia riflette «convinzioni diffuse e condivise» all’interno del Consiglio che si è adeguato all’indicazioni della Santa Sede e alle norme restrittive approvate dallo stesso Pontefice nel maggio del 2010 in fatto di pedofilia. Insomma, dopo aver fatto una radiografia della realtà italiana, tra i vescovi non c’è stato alcun disaccordo sui comportamenti da adottare in caso di abusi.
La Chiesa, del resto, non può stare a guardare lo scetticismo diffuso tra la gente. Sono tempi in cui la fede sembra smarrita e persino nella Germania del Pontefice si assiste ad una disaffezione profonda verso il cattolicesimo. Il numero degli sbattezzi cresce di anno in anno e persino nella Baviera, regione natale di Papa Ratzinger, i cattolici non sono più la maggioranza.
La gente chiede coerenza e trasparenza dei sacerdoti anche nelle materie più spinose. Non a caso Pompili invita alla fermezza perché «fraintendimenti e pregiudizi rischiano di deturpare l’originaria bellezza della fede cristiana».
Ne è consapevole anche il Pontefice che, già l’anno scorso, aveva dato un giro di vite alla normativa antipedofili. Nella nuova legge, i casi di abusi su minori da parte dei preti devono «seguire la legge civile per quanto riguarda la denuncia dei crimini alle appropriate autorità». Anche l’iter per la dismissione dallo stato clericale di un sacerdote pedofilo è stato accelerato ed è stato introdotto il reato della pedopornografia.
La prescrizione del reato è raddoppiata da dieci a venti anni, mentre i minori sono equiparati a «persone con limitato uso della ragione». Dunque, deboli e da salvaguardare prima di chiunque altro.


http://www.ilgiornale.it/interni/ecco_guid...ge=0-comments=1
 
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