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Abusi sessuali. Archiviazione per don Stefano Rocca. Mancano querele, Prete conferma: "Rapporti consenzienti"

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GalileoGalilei
view post Posted on 12/10/2010, 16:29 by: GalileoGalilei
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12 ottobre 2010
Don Stefano in cardiologia. Veglia di preghiera in serata
don stefano

Fedeli in coda all'ospedale di Casarano per fargli visita. Il parroco sarebbe dovuto partire per un periodo di riposo "forzato"

Rimandata ancora una volta la partenza di Don Stefano Rocca per l'Umbria.

Il parroco infatti, causa un'aritmia, è stato spostato dal reparto di medicina a quello di cardiologia dell'ospedale Ferrari di Casarano e resterà ricoverato non si sa ancora per quanto.

A dargli sollievo, probabilmente, un vero e proprio pellegrinaggio di quella parte della comunità ugentina che lo ama e che ininterrottamente gli rende omaggio facendogli visita.

Le vicende sono note a tutti: sarebbe dovuto partire per Perugia in ritiro spirituale "forzato", ma è stato colto da malore.

Sull'allontanamento di Don Stefano, rappresentato ufficialmente come un'esigenza personale di riposo (a causa della vicenda Basile e delle accuse di scandali sessuali che lo coinvolgerebbero) è stato, invece, determinante il peso della volontà del Vaticano, espresso in una missiva a lui destinata, con richiesta esplicita di andare via per un mese.

I fedeli che lo difendono dalle accuse e che hanno chiuso con un lucchetto il portone della chiesa di san Giovanni Bosco a testimonianza del timore di una possibile rimozione definitiva del loro parroco, si riuniranno questa sera in una veglia di preghiera.

www.quotidianodipuglia.it/articolo.php?id=122490

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Ugento, peggiorano le condizioni
di don Stefano ricoverato in Cardiologia

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Ugento

UGENTO (12 ottobre) - Don Stefano Rocca peggiora. Ieri mattina il parroco di Ugento è stato trasferito nel reparto di Cardiologia a causa di una aritmia. L’applicazione di un holter per monitorare in maniera continua l’attività del cuore è una delle precauzioni prese dai medici dell’ospedale “Francesco Ferrari” di Casarano.

Ma non solo: per il momento don Stefano Rocca resta ricoverato e non si può prevedere se e quando raggiungerà il convento di Collevalenza, in Umbria, per il ritiro spirituale disposto dal Vaticano. E questo nuovo peggioramento mette in forse le visite a fiume dei fedeli. Ma don Stefano annuncia: «Non mollo. Non getto la spugna». Non dice altro, non aggiunge, ma chi lo conosce sa che non si riferisce solo alle sue condizioni di salute. Sì, perchè la decisione di lasciare la parrocchia di San Giovanni Bosco di Ugento non è frutto di una scelta in piena autonomia del prelato. Tutt’altro: lo ha chiarito solo nella serata di ieri la curia di Ugento-Santa Maria di Leuca. Se giovedì scorso la Curia aveva spiegato l’imminente partenza di don Stefano parlando di allontanamento volontario, ora riferisce di una procedura di garanzia disposta dal Vaticano: in base alle norme attuate dal Papa, il sacerdote sottoposto ad inchiesta interna (ma ce n’è una anche in Procura) per pedofilia deve allontanarsi dai fedeli.

La procedura è stata seguita con discrezione: a don Stefano è stato rivolto un invito orale a lasciare la parrocchia di San Giovanni Bosco. Ma lui si è opposto. Battagliero fuori e dentro la chiesa. E, allora, è giunta la lettera con la quale il Vaticano ha disposto d’ufficio il trasferimento: questa volta nero su bianco.
E qui si arriva alla serata di giovedì. Poi il malore nella nottata ed il ricovero in ospedale. Saltata la partenza in treno della mattinata successiva. E chissà mai se metterà piede in convento. Intanto questa sera ci sarà una veglia di preghiera nella sua parocchia: arriveranno da Ugento e da Taurisano, la sua città natale, per pregare per don Stefano, i fedeli.

Gli stessi che l’altro ieri hanno messo il lucchetto al cancello della chiesa per dimostrare la loro contrarietà all’arrivo di un nuovo parrocco. Appuntamento alle 8 di stasera: si andrà avanti ad oltranza. Tutti convinti, quei fedeli, che il loro parroco sia al centro di un complotto ordito allo scopo di fargli pagare l’essersi esposto sul delitto di Peppino Basile. E’ gente che parla, pensa e sente con il cuore, la verità dovranno stabilirla le inchieste del Vaticano e del pubblico ministero Stefania Mininni della Procura di Lecce: sono vere le accuse di pedofilia formulate a Roma, in Vaticano, e quelle raccolte durante e dopo le indagini sulla morte di Basile? Don Stefano, appena potrà, preparerà le memorie difensive da inviare a Roma. In Procura, invece, non hanno voluto interrogarlo quando si propose un paio di mesi fa. Lo difende l’avvocato Silvio Caroli.
E.M.
 
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7 replies since 2/4/2010, 18:18   2416 views
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