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Albenga. La diocesi dei preti pedofili, gay, amanti donne sposate e catechiste minorenni, Papa Francesco chiama a rapporto il vescovo Borghetti. Tutti gli scandali della diocesi più chiacchierata d'Italia

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GalileoGalilei
view post Posted on 24/9/2010, 09:31 by: GalileoGalilei
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24/09/2010 - Corriere della Sera - Francesco Alberti
Quel vescovo che vuole prete l’ex modello di Buenos Aires
Oliveri: «Qui accolgo tutti». E in Vaticano pensano di trasferirlo

ALBENGA (Savona) — Pure il «prete griffato» sono riusciti ad inventarsi. Il prete «firmato», come già lo chiamano qui. Ex modello, palestrato, sangue argentino, un passato nella Milano da bere. Il 18 dicembre, con altri quattro diaconi, sarà ordinato sacerdote dal vescovo Mario Oliveri nella cattedrale di Albenga. La sua nomina ha già conquistato la pole position nel chiacchiericcio di paese. L’altro giorno, durante la tradizionale processione di San Maurizio, ad Imperia, era tutto un darsi di gomito tra i fedeli alla ricerca del prete che un tempo vestiva Prada, mentre in strada sfilava il corteo: in testa il vescovo, impassibile, e le autorità cittadine, fasciate e impettite. Tutti a cercare Julio Amadeo Abalsamo, argentino di Buenos Aires, 45 anni, arrivato in Italia con il sogno dell’alta moda e finito ad Albenga, nella Casa del clero, a pregare, preparandosi al sacerdozio. In mezzo: anni di sfilate, foto e locali notturni. Fino a quando la vocazione l’ha rapito: i primi contatti religiosi a Milano, poi il seminario e, arrivato ad Albenga, la nomina nel giugno scorso a diacono, prima del gran salto. Al telefono, l’ex modello non sembra gradire la pubblicità: «Non ho nulla da dire, parlo solo con gli avvocati...». Clic.

Prima o poi ci faranno un film su questa diocesi. La diocesi di Albenga-Imperia: 130 preti, 161 parrocchie, 150 mila fedeli. Tanta devozione. Ma anche un clero chiacchierato. A parte il caso di Abalsamo, finito nella centrifuga del pettegolezzo per il suo passato (e per un articolo a tutta pagina del Secolo XIX), negli ultimi mesi diversi sacerdoti della diocesi si sono ritrovati nell’occhio del ciclone per le loro inclinazioni sessuali o, peggio, per aver compiuto atti (o presunti tali) penalmente perseguibili. Una filiera di episodi finita sotto la lente delle gerarchie vaticane. Al punto che il segretario di Stato Tarcisio Bertone, già cardinale a Genova, ha fatto capire che così non va, qualcosa va cambiato. Nessun nome, ma era chiaro il riferimento al vescovo Oliveri, 66 anni, la cui ormai ventennale esperienza di pastore di questo gregge (arrivò ad Albenga nel ’90) viene considerata «datata». Non è in discussione la preparazione del religioso, che anzi vanta un curriculum di tutto rispetto nel servizio diplomatico della Santa Sede (ha lavorat o nel l e nunziat ur e a post ol i c he di Dakar, Roma , Londrae Parigi) e un’esperienza alla Segreteria di Stato come braccio destro del cardinale Giovanni Benelli, quanto la gestione della diocesi, ritenuta troppo «aperturista».
In effetti diventa difficile imputare all’aria di mare la sequenza di piccoli e grandi scandali che hanno segnato il clero locale. Il caso più grave è quello di don Luciano Massaferro, parroco di Alassio, in carcere da quasi un anno con l’accusa di aver molestato una bambina di 12 anni. Per non parlare di don Silvano De Matteis, denunciato per aver importunato durante una processione la moglie di un alto ufficiale della Marina. O di Renato Giaccardi, che ha patteggiato per reati con un minore. O di don Tirla, accusato di essere un frequentatore di siti gay. E poi voci su preti diventati papà o che hanno cambiato sesso.

Di questa effervescente arca di Noè, era inevitabile che prima o poi monsignor Oliveri venisse chiamato a rendere conto. Granitico in pubblico, come quando fece scudo a don Luciano Massaferro («Chi ci attacca tenta di giustificare il male che è in sé, cercando il male negli altri»), in privato ha così motivato la sua linea pastorale: «La mia comunità è aperta a tutti. Nessun sacerdote verrà mai respinto: credo sia giusto lasciare le 99 pecorelle per andare a cercare quella smarrita». Il risultato, come spiega sotto anonimato chi gli è vicino, è che «sono finiti ad Albenga alcuni preti cosiddetti scomodi, allontanati da altre diocesi: l’unica colpa di monsignore è aver ecceduto in generosità». In Vaticano la pensano diversamente. Per due volte lo hanno invitato a fare le valigie per Roma e per due volte lui ha rifiutato. «L’ha fatto per me: mi troverei in difficoltà» spiega il fratello, Lorenzo, 74 anni, invalido che vive in Curia. Ora però da Roma sta partendo il terzo e definitivo assalto. E ad Albenga già scommettono sulla data del trasferimento: «Farà in tempo o no ad ordinare sacerdote il prete che vestiva Prada?».
 
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