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Emma for President !Una decina d' anni fa un vasto movimento popolare sostenne la candidatura di Emma Bonino a Presidente della Repubblica, ma la vecchia partitocrazia da una parte e il partito personale di Berlusconi dall'altro la contrastarono di comune accordo preferendo l'elezione di Carlo Azeglio Ciampi a Presidente della Repubblica. Ora Emma Bonino sembra essere candidata a una nuova Presidenza, quella della Regione Lazio, anche se i maggiorenti locali del PD hanno impedito che ieri sera si ufficializzasse il consenso pieno del partito rinviato a una riunione di ratifica da tenere nei prossimi giorni. Se Emma otterrà la ratifica assisteremo finalmente all'unico vero scontro politico serio della campagna per le regionali 2010 dal momento che le due candidate, Bonino e Polverini, sono la vera novità assoluta dello stanco panorama politico nazionale. Delle due candidate e dei rispettivi programmi ci offrono una prima interessante opinione Tiziana Ficacci e Orsetta Calamai
www.nessundio.net/tiziana2010.htmParlo mai di astrofisica io? Parlo mai di biologia io? Parlo mai di neuropsichiatria? Di botanica? Di algebra? Io non parlo delle cose che non conosco! (Michele Apicella, Sogni d’oro, 1981)Fondamentali in tutte le battaglie civili e di libertà, ai Radicali italiani viene sempre impedito di sedere sulla poltrona più importante che spetta di diritto ai rappresentanti della partitocrazia. Marco Pannella, leader indiscusso e indiscutibile, non è mai stato indicato per nessun incarico istituzionale, eppure è stato in grado di stravolgere gli scenari politici italiani mostrando più volte come il re fosse nudo. Bonino, senz’altro in misura inferiore rispetto alle sue capacità, ha ricoperto alcuni incarichi istituzionali. La prima volta nel ’95 fu nominata dal governo Berlusconi commissario europeo, e mostrò una competenza e una autorevolezza che mise d’accordo perfino gli italiani. Tanto che nel ’99 alle elezioni europee la lista Bonino arrivò all’8,5%. Poi ministro della Repubblica nel governo Prodi nel 2006, oggi vicepresidente del Senato in quota Pd (che nelle ultime elezioni con molti mal di pancia ha nominato una quota di radicali alla Camera e al Senato). Al momento, come è purtroppo noto, nessun radicale (e nessun socialista) siede al Parlamento europeo, grazie all’intesa sullo sbarramento al 4%, l’unico accordo, oltre a certe camarille rai, che il Pd veltroniano ha raggiunto con il Pdl. Come candidata al governo della Regione Lazio, Emma Bonino è alla guida di uno schieramento composto da una forza più numerosa del piccolo partito dei Radicali italiani.
Potrebbe anche essere un nuovo inizio per il Pd - ad oggi una stracca riedizione del compromesso storico Pci-Dc che tanti guasti ha portato, tra cui la fine dei socialisti, l’aggressività crescente del clero, Berlusconi premier - che con gli abbandoni annunciati degli ultrà religiosi e dell’Udc, disporrebbe della facoltà di ricostruire un partito su un terreno sgombro di macerie. Dopo tanto chiacchiericcio sulla centralità del voto cattolico, il Pd si allinea a una personalità che il mondo ecclesiale più oscurantista guarda con sospetto. E questa si che è una vittoria radicale, è la caduta di una barriera che divide un mondo cattolico intramato nel tessuto del fondamentalismo e un universo di cattolici che hanno detto si all’aborto e si sono schierati con papà Englaro. L’azione lampo di Bonino, anche se malauguratamente non dovesse vincere, potrebbe sparigliare il minuetto della partitocrazia non solo nel Lazio.
Probabilmente in nessuna altra regione italiana ci sarà un confronto tra due persone del calibro di Bonino e Polverini. La peste italiana del “governo dei partiti” rischia di soffocare due candidate di indubbia qualità - una storia di ribellioni all’esistente la prima, una visione statalista e sindacale la seconda - nel balletto di promesse che la ricerca della vittoria porta con sé.
Certamente Renata Polverini appare la candidata più statica e conformista.
Certamente con Emma Bonino e i Radicali tutto è possibile.
Tiziana Ficacci,
www.nogod.itQuoziente familiareIn politica, specie durante le elezioni, famiglia vuol dire una società chiusa basata sull’aiuto dei e ai nonni, sbarrata all’esterno, arretrata, in cerca continua di una raccomandazione o almeno di un aiutino per trovare un lavoro o lavoretto ai più giovani. Il quoziente familiare, proposto dalla candidata Polverini, è un meccanismo fiscale che serve a sostenere le famiglie più numerose. In Francia una famiglia monoreddito con tre figli e una rendita di 35mila € è esente da tassazione. E’ questo che ha in mente Polverini e i suoi sostenitori? No, piuttosto, e per il momento, piccoli bonus per evitare un aggravio sui servizi. Bonino ritiene che calcolare l’imponibile dividendo il reddito complessivo di una famiglia in base al numero dei componenti rischia di aggravare ulteriormente la sindrome tipicamente italiana della donna in casa. Il quoziente, secondo Emma, non spingerebbe le donne a cercarsi un lavoro, mentre riterrebbe essenziale incentivare asili nido e stanziare fondi per favorire le politiche di conciliazione. Se la radicale diventasse governatore vorrebbe introdurre il bilancio di genere, “significherebbe valutare le voci di bilancio dal punto di vista delle pari opportunità, analizzare quanto viene speso sulla base di un principio di qualità, di beneficio per le donne”. In Italia ancora meno delle metà delle donne lavora contro la media europea di sei su dieci.
Orsetta Calamai,
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