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Preti pedofili e malversazioni nella diocesi di Savona, Ratzinger e Vescovi sotto accusa. Spretati don Nello Giraudo e don Giorgio Barbacini.

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view post Posted on 8/2/2014, 14:52
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Pedofilia, gli occhi del Papa sulla Diocesi di Savona
febbraio 8, 2014 - Preti Pedofili - Tagged: chiesa, curia, diocesi di savona, diocesi savona noli, Joseph Ratzinger, minori, papa, papa francesco, pedofilia, preti pedofili, ratzinger, sacerdoti, savona, vaticano - 1 commenti
luisa bonello


Savona - Il “dossier pedofilia” della diocesi di Savona arriva nelle mani di Papa Francesco. A consegnarlo direttamente al pontefice, un medico della cittadina ligure, Luisa Bonello, ex ministro dell’Eucarestia e catechista, strettamente legata agli ambienti cattolici, che di recente ha assunto una posizione critica verso la chiesa, delusa dalla mancata assunzione di responsabilità e di concreti provvedimenti da parte della Curia savonese nei confronti dei preti pedofili. La Bonello ha portato i casi savonesi a Roma, sulla scrivania di Papa Francesco. Che, sul tema, è stato molto chiaro invitando alla massima trasparenzatutti i vescovi italiani. Quella trasparenza che è mancata a Savona, come emerso dagli stessi documenti che la magistratura savonese fece acquisire, perquisendo la cassaforte della diocesi, e sequestrando i carteggi dei vescovi con Joseph Ratzinger, contenenti precise indicazioni che invitavano a occultare le responsabilità dei sacerdoti che avevano compiuto abusi sui minori nel savonese.




Vicende gravi, oggi a disposizione nei dettagli del Vaticano. «Di recente sono stata tre giorni a Roma, in Vaticano, nella residenza di Santa Marta, dove risiede il Papa – racconta la dottoressa savonese. – Stufa di vedere la mia diocesi tradita dai suoi stessi ministri, ho chiesto un incontro per riferire e testimoniare sulla delicata vicenda». Tre giornate intense nel corso delle quali la Bonello ha incontrato un alto prelato e ha avuto occasione di parlare con il Pontefice diverse volte. «Durante il viaggio – dice - ho consegnato il dossier che ho messo insieme in questi anni relativo alla vicenda savonese. Sentenze della magistratura, lettere, testimonianze scritte da cui si evince con chiarezza l’omertà dei vari vescovi che si sono succeduti nella diocesi».

Le accuse della Bonello sono estremamente gravi nei confronti di tutta la curia ma, soprattutto, nei confronti dell’attuale vescovo Vittorio Lupi. «Tutto è cominciato per caso, quando due miei pazienti si sono aperti con me e mi hanno rivelato di essere stati abusati da sacerdoti della nostra diocesi – racconta. – Ho cercato di approfondire le vicende e, purtroppo, si è aperta anche per me una pagina estremamente dolorosa della storia della nostra chiesa. Ingenuamente, ho riferito a monsignor Lupi tutto quello che sapevo, certa che sarebbe intervenuto immediatamente. Nulla. Lui si informava, mi interrogava ripetutamente e insistentemente cercando di capire che cosa sapevo e che cosa riferivano le vittime. Alla lunga sono giunta a una conclusione dolorosa: il mio vescovo sapeva tutto e mi stava usando. Voleva sapere sino a che punto io e i laici potevamo conoscere le vicende che, peraltro, lui stesso conosceva già benissimo». Secondo la Bonello l’atteggiamento del vescovo nei suoi confronti cambia proprio quando, da fedelissima della curia savonese, si trasforma in una “pentita” affamata di verità. «Ero Ministro dell’Eucarestia e somministravo la Comunione ai malati – dice la Bonello – e mi è stato revocato il mandato. Mi è stato anche impedito di frequentare il mio padre spirituale, Don Nino Majo, che è venuto involontariamente a contatto con le vicende della pedofilia essendo figura guida di don Nello Giraudo, condannato per pedofilia nel 2012, e di don Pietro Pinetto, i cui casi sono risultati reali ma prescritti. Che non sia questo il motivo per cui sono stata allontanata dal sacerdote: per il rischio, cioè, che venissi a conoscenza di altre, gravi, realtà che si sono verificate nella nostra diocesi?». Durissima la reazione di monsignor Lupi. «Non intendo commentare le falsità riferite da una donna che agisce per vendetta – le parole del vescovo. – Una persona vendicativa che, per via della revoca del Ministero eucaristico, ha tirato fuori delle menzogne contro la nostra Chiesa».

http://retelabuso.org/il-vescovo-sapeva-dei-preti-pedofili/

SAVONA: “Il vescovo sapeva dei preti pedofili”
febbraio 8, 2014 - Preti Pedofili - Tagged: andrea giusto, antonio ferri, chiesa, curia, diocesi di savona, diocesi savona noli, papa, papa francesco, pedofilia, preti pedofili, savona, Silvia Campese, vaticano, vescovo, vittorio lupi - 8 commenti
normal_lupi2 LA COLLABORATRICE DELLA CHIESA ACCUSA: “USATA PER SPIARE LE VITTIME DEGLI ABUSI”

Di Silvia Campese IL SECOLO XIX 08-02-14

Nuovo scandalo per la diocesi savonese. A scatenare la bomba, questa volta, un medico piuttosto noto in città, Luisa Bonello, cattolica impegnata, che ha consegnato direttamente in Vaticano, nelle mani di Papa Francesco, il dossier relativo alla vicenda “pedofilia savonese”. Sentenze e documenti della magistratura, lettere a firma dei vescovi, testimonianze delle vittime. Non solo. In un’intervista rilasciata a Il Secolo XIX, la Bonello ha pesantemente criticato l’operato del vescovo Vittorio Lupi arrivando a sostenere di essere stata usata dalla curia per riferire informazioni riferite dalle vittime, alcune in cura da lei come pazienti. Accuse a cui il vescovo Lupi ha risposto con durezza definendo falsità tali affermazioni e parlando di «vendetta personale a seguito della revoca del Ministero dell’Eucarestia». E ha aggiunto: «Non intendo rispondere alle falsità di una persona che, ai miei occhi, non ha il minimo credito», il commento del Monsignore. Ma le affermazioni del medico savonese, riportate nell’intervista pubblicata di seguito, aprono nuove ombre sulla diocesi.

luisa Dottoressa Bonello, perché è andata in Vaticano e ha voluto consegnare di persona il materiale riguardante la pedofilia nella nostra diocesi?

Perché ero stufa di vedere la mia Chiesa, la mia Diocesi ridotte così.

Che cosa è accaduto durante quei giorni?

Sono stata tre giorni in Vaticano, a Santa Marta, nella residenza di Papa Francesco, e ho incontrato ripetutamente il Papa. Si mangiava insieme, nella stessa stanza. Al tavolo mi è capitato di essere accanto all’ex vescovo di Savona, il cardinale Domenico Calcagno, mentre ho incontrato un alto concittadino, il fratello di don Giuseppe Militello, organista, oggi assunto in Vaticano.

Quale materiale ha consegnato?

Tutti i documenti di cui ero in possesso e dove si evince con chiarezza l’omertà dei vari vescovi che si sono succeduti, le responsabilità dei preti pedofili, con i riscontri legali della magistratura e le testimonianze delle vittime. Mi è stato assicurato che tutto il materiale verrà consegnato alla Commissione antipedofilia del Vaticano.

Vedremo presto i risultati?

Presto non lo so, perché la Commissione si occupa dei reati di pedofilia compiuti in tutto il mondo. Molti, purtroppo. Spero, però, il prima possibile, anche perché è urgente un intervento per salvare la nostra diocesi.

Perché ha deciso di parlare proprio ora?

Perché soltanto di recente ho preso coscienza del fatto che il Vescovo mi usava. Mi usava per sapere che cosa sapevo della vicenda pedofilia. Mi chiedeva di riferirgli tutte le notizie, tutte le informazioni di cui ero venuta a conoscenza dalle vittime. Ma lui sapeva già benissimo tutto. Era omertoso. Pensavo, riferendo a lui, di prestare un servizio alla mia Chiesa al fine di combattere l’orrore della pedofilia. Purtroppo, però, il suo fine non era quello.

Si è rivolta mai a qualche altro prelato ligure?

Visto che dal Vescovo non ottenevo riscontri, ho mandato una lettera a Cardinale Bagnasco contenenti le stesse informazioni che avevo già riferito a Lupi. Dicendo che, nella mia diocesi, invece di ricevere un aiuto nella battaglia, ho trovato soltanto omertà. Tali concetti sono stati riferiti al Vescovo Lupi.


I suoi rapporti con il vescovo sono, di recente, cambiati in modo negativo.

Da quando ho iniziato a occuparmi in modo approfondito della vicenda pedofilia, Monsignore ha iniziato a colpirmi negli affetti più cari. Prima di tutto mi è stato revocato il ministero della somministrazione dell’Eucarestia. Era una cosa a cui tenevo profondamente portando conforto ai miei pazienti in ospedale, spesso in gravi condizioni di dolore. Ma non è tutto. Mi ha allontanato dal mio padre spirituale, Don Nino Maio, a cui ero legata da una profonda amicizia oltre ad essere il suo medico personale


Perché il Vescovo avrebbe dovuto agire in questo modo?

È difficile dirlo. Questo è un pensiero mio non suffragato da nulla, ma che mi sento di riferire. Don Nino Maio è stato molto vicino a due preti responsabili di abusi sui minori. Era padre spirituale di Don Nello Giraudo e ha sostenuto per due anni don Pinetto aiutandolo a inserirsi nella comunità di Celle Ligure dove è parroco.

Ha motivi di pensare che Don Maio sia a conoscenza di aspetti inediti relativi alla pedofilia nella chiesa savonese?

Sì, credo di sì. E penso anche che sia questo il motivo per cui il vescovo mi ha allontanato con provvedimenti così severi dal sacerdote.

Dottoressa, lei ha conosciuto direttamente vittime di pedofilia clericale?

Sì. Due, in particolare, sono miei pazienti.

Queste persone hanno le hanno mai riferito di avere denunciato i sacerdoti e di avere cercato di rompere il muro dell’omertà?

La vittima più adulta, un uomo sessantenne, non ha mai fatto in pubblico il nome del suo abusatore, che peraltro oggi non è più vivo. La sua vita, però, è stata segnata in modo devastante, tanto che ancora oggi entra e esce dalla Psichiatria. Poi c’è un ragazzo giovane, oggi trentacinquenne, che non è mai riuscito è riuscito a ricostruirsi davvero una vita.

Ha riferito di questo ragazzo al vescovo?

Si, di questa persona si.

E il vescovo?

Mi stava a sentire ma non ha mai fatto niente. Pur sapendo da anni cosa stava succedendo.
 
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view post Posted on 10/2/2014, 02:59
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09 febbraio 2014
«Non avevo capito, soffro per lo scandalo della pedofilia»
Silvia Campese

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Don Nino Maio, parroco della Villetta, a Savona Don Nino Maio, parroco della Villetta, a Savona
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Savona - «Soffro troppo per la nostra chiesa. Per lo scandalo della pedofilia. Porto sulle spalle tutto questo dolore e non ho voglia di parlare. Questa vicenda mi fa ancora oggi troppo male». È un uomo sofferente don Nino Maio, parroco della Villetta, chiamato in causa da Luisa Bonello, il medico savonese che, nell’intervista rilasciata a Il Secolo XIX , ha dichiarato di avere consegnato a Roma, direttamente a Papa Francesco, il dossier sulla pedofilia nella diocesi ligure.

Don Maio, infatti, è stato padre spirituale di don Nello Giraudo, il prete condannato nel maggio 2012 per abusi, mentre ha accompagnato nel suo inserimento nella parrocchia di Celle don Pietro Pinetto, altro sacerdote travolto dalla bufera pedofilia, i cui casi di abuso sono risultati prescritti. E la Bonello, nel suo “j’accuse” contro monsignor Vittorio Lupi e contro l’atteggiamento da lei definito omertoso della curia, ha citato proprio don Maio, visto che il vescovo le avrebbe impedito di vederlo e di incontrarlo, nonostante fosse un suo riferimento religioso. «Forse qualcuno temeva che il parroco potesse rivelarmi ulteriori informazioni proprio sulla pedofilia?», la domanda che si era posta il medico savonese, cattolica fervente, presente nell’attività parrocchiale, per diversi anni Ministro dell’Eucarestia, oggi sospesa dal vescovo.

Il giorno dopo lo scalpore suscitato dall’intervento della Bonello, però, il parroco della Villetta fatica a parlare. «Nemmeno sapevo di essere stato citato. Ne avrei fatto a meno», il suo commento. Ma il dolore gli si legge in faccia, pesante come un macigno. «Ripeto – dice don Maio, - non ho nulla da aggiungere. Non sto bene, non è facile per chi ama questa Chiesa toccare ancora un argomento di dolore che pesa su tutti noi». Qualche frase per ricordare i giorni in cui aveva seguito Nello Giraudo. «Era impossibile sapere e capire – dice. – Nascondeva perfettamente tutto. Non l’ho frequentato molto. Solo una volta ero andato nella Comunità di minori che gestiva a Feglino. Avevo sentito nell’aria qualcosa che non mi piaceva. Qualche tempo dopo è scoppiato lo scandalo». Pochi ricordi anche a proposito di don Pinetto. «Il vescovo – dice - l’aveva mandato al mio posto alla parrocchia di Celle dove ero parroco e che, per me, era un luogo davvero speciale, dove avevo instaurato un bel rapporto con i fedeli. Lo avevo accompagnato nell’inserimento per un breve periodo, poi l’avevo lasciato e avevo proseguito la mia strada in un’altra parrocchia. Non ricordo altro».

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view post Posted on 14/2/2014, 08:03
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RTICOLO N° 258087 DEL 13/02/2014 - 19:36
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La Diocesi smentisce l’ex catechista Luisa Bonello: “Accuse non veritiere, non temiamo alcun dossier”
Cattedrale Savona diocesi

Savona. “La Diocesi di Savona-Noli non ha mai temuto eventuali dossier della dottoressa Bonello sulla pedofilia perché su questo punto il Vescovo e la Diocesi hanno sempre tenuto un comportamento di massima trasparenza assumendo tutte le iniziative in loro potere e inviando tutte le notizie in loro possesso alla Competente Congregazione per la Dottrina della Fede”. E’ una smentita secca quella che arriva dalla Diocesi dopo le notizie uscite nei giorni scorsi su un “dossier pedofilia” che il medico savonese Luisa Bonello, ex catechista e ministro dell’Eucarestia, avrebbe consegnato a Papa Francesco.

“La dottoressa Bonello, peraltro – prosegue la difesa della Curia – non ha mai fornito alla Diocesi informazioni precise e circostanziate, limitandosi a riferire di essere venuta a conoscenza di episodi di abuso nell’ambito dell’esercizio della professione medica da lei esercitata, ma senza fornire elementi concreti e nuovi per un ulteriore intervento del Vescovo, il quale ha sempre risposto che se aveva informazioni rilevanti doveva rivolgersi all’Autorità competente”.
“Alla dottoressa Bonello – precisa poi la Diocesi – è stato revocato il Ministero dell’Eucarestia solo ed esclusivamente in conseguenza di una gestione dell’ufficio contraria alle norme del Codice di Diritto Canonico vigenti in materia (nello specifico è tassativamente proibito tenere l’Eucarestia in casa) nonostante specifici richiami del Pastore; del tutto destituita di fondamento anche la tesi che la Diocesi volesse allontanare la dottoressa Bonello dal parroco don Nino Maio, per presunti timori che il sacerdote potesse rivelare chissà quali retroscena sull’argomento pedofilia; nel caso di specie, il Vescovo ha ritenuto opportuno intervenire per le precarie condizioni di salute di Don Nino, anche in relazione a delicati e documentati episodi occorsi allo stesso”.

“Nessun componente della Diocesi ha cercato di ottenere “ritrattazioni” di sorta da parte di soggetti interessati dall’inchiesta della magistratura savonese – aggiunge la Curia – non corrisponde al vero che la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Savona abbia effettuato perquisizioni in locali della Curia savonese; è vero, invece, che proprio la Diocesi ha prestato la propria collaborazione alla Magistratura, fornendo spontaneamente copia di atti ritenuti rilevanti”.
Monsignor Angelo Becciu, Sostituto della Segreteria di Stato, che secondo le notizie dei giorni scorsi avrebbe ricevuto materialmente il dossier, ha inviato al Vescovo per chiarire la propria versione dei fatti.

Edited by GalileoGalilei - 30/8/2014, 06:39
 
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martedì 27 gennaio 2015, 07:36

Savona: indagine aperta per Don Nello Giraudo

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La Procura indagherà su presunte minacce che il prete avrebbe rivolto a chi lo aveva denunciato per atti di pedofilia


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Torna a far parlare il caso di Don Nello Giraudo il prete accusato di aver posto in essere atti di pedofilia.

La procura ha, infatti, aperto un'indagine nei suoi confronti per accertare le sue responsabilità circa alcune minacce che sembrerebbero aver ricevuto almeno un paio di persone che lo avevano denunciato, questo si legge sul quotidiano "Il Secolo XIX" oggi in edicola.

Ad effettuare gli accertamenti gli uomini della squadra mobile sotto la guida del Procuratore Giovanni Battista Ferro che stanno valutando almeno due episodi il primo avvenuto nell'entroterra finalese questa estate , e l'ultimo episodio che risalirebbe a poche settimane fa.

R.G.

http://www.ilsecoloxix.it/p/savona/2015/01..._pedofilo.shtml

27 gennaio 2015
Finale, prete pedofilo minaccia le vittime
Giovanni Ciolina

Savona - Due anni fa aveva patteggiato un anno di carcere per aver abusato di un quindicenne in un campo scout a Finale. Era il 2005 e il reato non è caduto in prescrizione come altri, ma don Nello Giraudo a distanza di due anni dalla condanna è tornato a far parlare di sè.

La procura ha infatti aperto un’inchiesta per minacce del prete nei confronti di alcune delle sue vittime: almeno due.

Non contento di quanto fatto in passato, l'uomo, cognato dell’assessore ai servizi sociali del comune di Savona ed ex capo scout, Isabella Sorgini, non avrebbe esitato a minacciare alcune sue vittime incontrate casualmente per strada con un pesantissimo «te la farò pagare». «Dopo il bene che ho fatto a te e agli altri ragazzi, tu mi hai denunciato» avrebbe detto in sostanza alle sue vittime creando non pochi problemi a quelle persone che già in passato avevano dovuto subire violenze ed umiliazioni.

Non è un caso che degli episodi si stia interessando la procura. Il sostituto procuratore Giovanni Battista Ferro ha infatti aperto un’inchiesta ad hoc sul nuovo filone d’inchiesta riguardante le minacce. Un lavoro affidato agli uomini della squadra mobile che si stanno occupando di due episodi distinti. Il primo sarebbe successo la scorsa estate nell’entroterra finalese, mentre l'ultimo esposto risale al gennaio scorso. Un finalese ha denunciato di essere stato avvicinato e minacciato da don Nello mentre percorreva una strada di Finale. Il prete era in motorino, secondo quando descritto dalla vittima, ed alla sua vista avrebbe fatto un’inversione di marcia fino a raggiungerlo.

«No comment» sono le uniche parole del pm Ferro sull’argomento, anche se il magistrato non ha potuto negare l’esistenza dell’inchiesta e soprattutto un altro filone che riguardava altri presunti episodi di pedofilia commessi da don Nello Giraudo.
 
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view post Posted on 27/10/2015, 06:26
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www.ivg.it/2015/10/accuse-a-don-pin...esunte-vittime/

Accuse a Don Pinetto, ecco le testimonianze delle presunte vittime
La Rete L'Abuso pubblica alcuni stralci delle carte dell'indagine: dai fascicoli della Procura emergono violenze "non fisiche, ma psicologiche"

di Redazione - 20 ottobre 2015 - 16:52 Commenta Stampa Invia notizia
Più informazioni surete l'abuso don pietro pinettofrancesco zanardi savona
tetto duomo savona
Savona. “Io ricordo bene la notte in cui Pinetto mi invitò nel suo letto, in seminario: lui indossava un pigiama di flanella, giacca e pantaloni a righe azzurre e bianche: anche io avevo il pigiama, ma lui strofinò il pene sulla mia coscia, io ero un bambino di 12 anni ma non ero mica scemo: ricordo benissimo quando cercò di entrare la seconda volta nel mio letto, in camera con tutti i seminaristi, subito dopo avermi spalmato la crema sulla caviglia e aver cercato di massaggiarmi le parti intime…”. Sono le parole con cui, negli atti, un ex seminarista accusa don Pietro Pinetto di molestie sessuali: a renderle pubbliche la Rete L’Abuso, che da anni si batte contro la pedofilia nella chiesa e a favore delle vittime.

Quelle poche righe, spiegano, sono solo uno stralcio di quanto riportato nelle carte dell’indagine. “Abbiamo scelto di non pubblicare l’intero carteggio sul caso di don Pietro Pinetto – spiega il presidente della Rete, Francesco Zanardi – ci limiteremo a rendere pubblici solo pochi atti, quelli essenziali”. Passaggi attraverso i quali Zanardi ripercorre oltre quattro anni d’indagine, in cui le presunte vittime hanno a più riprese confermato le loro accuse, sempre negate da Don Pinetto.
Il caso viene portato all’attenzione dell’autorità giudiziaria il 4 dicembre 2010, quando Francesco Zanardi raccoglie le confidenze di un ex seminarista: la segnalazione viene prontamente trasmessa alla magistratura la quale però deve fermarsi di fronte alla prescrizione. Nel 2013 lo scandalo savonese di don Nello Giraudo trasmesso dal noto programma televisivo Le Iene dà la forza di uscire allo scoperto ad un altro ex seminarista: ma anche questa volta l’intervento dei termini di prescrizione costringe l’autorità giudiziaria a fermarsi. In quella occasione la Diocesi di Savona, attraverso un comunicato stampa, dichiara che se quei gravi fatti prescritti per l’autorità giudiziaria (ma non per il codice canonico) saranno accertati, si procederà con un processo canonico nei confronti del sacerdote.
La querela per diffamazione che Pinetto sporge nei confronti di Zanardi e di due giornalisti, però, cambia le carte in tavola: ora gli inquirenti, per accertare la diffamazione, possono sentire le presunte vittime dei reati prescritti. “Emerge una lettera autografa scritta da un bambino, allora seminarista, negli anni 70 – svela Zanardi – nella quale il 12enne racconta l’accaduto. La madre ha conservato per tutti questi anni quella lettera che quando è depressa rilegge. Dalle deposizioni delle persone ascoltate emerge che quel sacerdote era già stato denunciato ai massimi vertici della chiesa savonese negli anni 70, ma l’allora vescovo mons. Sibilla non fece nulla. Tra i racconti emerge anche il dolore della madre la quale a seguito della fuga del figlio dal seminario savonese, prima di affrontare l’allora vescovo di Savona, si era rivolta ad alcuni sacerdoti savonesi, uno morto ma gli altri due ancora vivi, denunciando l’accaduto e chiedendo loro consigli su come procedere”.
La donna racconta agli inquirenti: “A me il vescovo sembrava fosse dispiaciuto e speravamo togliesse di mezzo quel prete, invece nulla: XXXXX era un bambino a quei tempi: il prete si chiamava don Pinetto, pressappoco, un nome cosi: ha cercato di fargli le cose che sono scritte qui: XXXXXX è scappato dal seminario e con questa lettera ha provato a raccontare quello che era successo, ma noi non lo abbiamo ascoltato. Il padre l’ha picchiato credendo che non fosse una cosa vera: la verità è che non è successo una volta sola. XXXXXX è rimasto sperando che il prete la smettesse. Invece poi il prete ha continuato e XXXXXX è scappato. Noi eravamo persone semplici, siamo venuti grandi in un paesino così e credevamo che il seminario fosse sicuro e che non potessero succedere delle cose cosi”.
Anche il padre della vittima non si da pace e dichiara agli inquirenti: “Io so che mio figlio è scappato dal seminario perché ha visto violentare un altro bambino e poi mi ricordo che io l’ho picchiato: io poi credevo che il prete che ha cercato di violentare (anche mio figlio) XXXXXX fosse morto, prendo atto che lei ora mi dice che è vivo. Di lui non mi interessa nulla, però voglio dirle che mio figlio per colpa di quel prete ha avuto la vita rovinata: e basta, non voglio dire altro”.
Un’altra delle vittime racconterà agli inquirenti: “Ricordo che la prima volta che mi ha toccato nelle parti intime è stato quando mi voleva spiegare come bisognava lavarsi nelle parti intime. Ha iniziato a mostrarmi concretamente come fare, facendomi spogliare e manovrando il mio pene. Questa cosa è successa, per quanto ricordo due o tre volte, probabilmente perché ho iniziato a mostrare il mio disappunto e quindi non ha più insistito a chiamarmi. Preciso che il tutto veniva effettuato senza alcuna violenza fisica, ma violenza psicologica perché era più subdola, in quanto faceva apparire reali e onesti questi atteggiamenti, che in realtà non lo erano – continua – Preciso inoltre che i toccamenti sono sempre stati effettuati da don Pinetto sulla mia persona e non viceversa”.
“Anche per noi sta diventando davvero imbarazzante denunciare ancora una volta, carte alla mano, la profonda disonestà intellettuale della diocesi di Savona – Noli, del suo vescovo Vittorio Lupi e di molti dei sacerdoti che la compongono – tuona Zanardi – Quello che indigna ulteriormente è il messaggio altamente diseducativo che la chiesa savonese in questi anni, attraverso i diversi casi, ha dato ai giovani: un messaggio che nella sostanza insegna che qualunque malefatta si può mettere a tacere, basta screditare chi la denuncia, fare un bel comunicato stampa, chiedere scusa e si ricomincia da capo”. Mentre la richiesta di Zanardi alla diocesi è chiara: istituire il processo canonico promesso, per chiarire una volta per tutte se quelle accuse sono vere oppure no.

http://www.ivg.it/2015/10/mamme-contro-il-...a-nostri-figli/
amme contro il parroco don Pinetto, “Allontanatelo o porteremo via nostri figli”
Zanardi: "I genitori dei bambini che frequentano la parrocchia di san Francesco da Paola hanno paura per l'incolumità dei propri figli"

di Redazione - 08 ottobre 2015 - 19:12 Commenta Stampa Invia notizia
Più informazioni suparrocchia di san francesco da paola don pietro pinettovittorio lupi savona
croce
Savona. Le mamme minacciano di portare via i loro figli se don Pietro Pinetto non verrà allontanato dalla parrocchia di san Francesco da Paola di Savona.
E’ questo quello che da ieri sera, i genitori allarmati dicono al telefono, chiedendo aiuto a Francesco Zanardi, il portavoce della Rete L’ABUSO che nel 2013 aveva denunciato le molestie subite da alcuni seminaristi, i quali avevano confermato davanti al sostituto procuratore di Savona Giovanni Battista Ferro le loro accuse. In quella occasione l’avvocato Altamura, difensore del sacerdote, aveva querelato Zanardi, un seminarista e due giornalisti, ma la Procura della Repubblica di Savona, una volta accertate le molestie aveva rinviato a giudizio per calunnia il sacerdote il quale però in quella occasione era sfuggito al processo grazie all’intervento dei termini di prescrizione.
Inizialmente la curia di Savona, attraverso un comunicato, aveva garantito che se l’autorità giudiziaria avesse accertato i gravi fatti, avrebbe a sua volta avviato nei confronti del sacerdote un processo canonico. Promessa che però svanì nel nulla.
Adesso sono i genitori dei bambini che frequentano la parrocchia di san Francesco da Paola a non starci, hanno paura per l’incolumità dei propri figli.
“Un gesto di responsabilità da parte dei genitori” commenta così Francesco Zanardi, “le oramai tristi scelte del vescovo di Savona Vittorio Lupi sono ben note non solo alla comunità savonese” continua commentando “questo è il frutto di anni di lotta e di denunce che l’associazione italiana delle vittime di preti pedofili, Rete L’ABUSO ha portato avanti con lo scopo di intervenire li, dove la chiesa non vuole agire e finalmente i genitori cominciano a responsabilizzarsi e a prendere coscienza della situazione”.
Questa sera alle 21 i genitori dei bambini si riuniranno in parrocchia per fare le loro dovute contestazioni.
 
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view post Posted on 9/2/2016, 09:26
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Archiviato il procedimento per calunnia di Don Pinetto, ma il giudice “bacchetta” la Curia
Il gip Giorgi nel motivare la sua decisione riconosce però la solidità delle accuse mosse da un ex seminarista verso il sacerdote

di Olivia Stevanin - 04 febbraio 2016 - 16:09 1 Commento Stampa Invia notizia
Più informazioni surete l'abuso don pietro pinettofrancesco zanardi savona

tetto duomo savona


Savona. Il procedimento penale che vedeva Don Piero Pinetto, 76 anni, accusato di calunnia verso un ex seminarista è stato archiviato. Il decreto di archiviazione è stato firmato nelle scorse ore dal gip Fiorenza Giorgi su richiesta del pm Giovanni Battista Ferro.
Se dal punto di vista penale la vicenda è chiusa, le motivazioni con le quali il giudice ha spiegato la sua decisione sono destinate a far discutere. Come era già successo nel 2012 per il caso dell’ex vescovo Dante Lafranconi, anche stavolta il giudice Giorgi infatti non ha nascosto come le indagini abbiano fatto emergere elementi di prova che confermano gli abusi sessuali sui seminaristi. Allo stesso tempo, il magistrato rileva che “la Curia si è preoccupata di salvare le apparenze invece di pensare a quei ragazzi che, tra l’altro, rappresentavano il futuro della Chiesa stessa”.

Insomma, nel motivare l’archiviazione, il gip ha messo in risalto senza usare giri di parole le responsabilità del sacerdote, che sarebbe stato “coperto” dalla Curia, ritenendo credibili il racconto del seminarista ed altre testimonianze che confermavano gli abusi.
Tra i motivi che hanno spinto il giudice ad archiviare, oltre ad un motivo tecnico-formale (in riferimento ad un pronunciamento della Suprema Corte secondo cui la calunnia sussiste se si accusa qualcuno di un reato per il quale si può procedere), anche quello di tutelare la vittima “per evitargli di tornare davanti ad un magistrato” ed affrontare un “calvario inutile” visto che comunque gli abusi sessuali sono comunque ormai finiti in prescrizione.
Questo procedimento penale per calunnia, tra l’altro, prendeva le mosse proprio da una denuncia presentata dallo stesso Don Pinetto dopo che, nell’agosto 2013, il gip aveva archiviato per prescrizione un procedimento nei suoi confronti per l’accusa di violenza sessuale (“atti di libidine violenti”) per presunti abusi avvenuti negli anni ’70 proprio nel seminario di Savona. Archiviata quell’indagine il sacerdote aveva querelato per diffamazione e calunnia il seminarista che lo aveva accusato, S.P., ma anche io portavoce della Rete L’Abuso Francesco Zanardi e due giornalisti. Una mossa che, di fatto, aveva costretto la Procura ad indagare ancora sulla vicenda degli abusi sessuali (ormai prescritti) sui quali si fondava la calunnia.
“La vicenda si sarebbe chiusa in quel momento se protervamente Don Pinetto non avesse presentato la querela dicendo che le accuse erano infondate” ammette il giudice Giorgi. Indagando sulla calunnia presentata dal sacerdote, gli inquirenti hanno accertato come le accuse di abusi fossero fondate e, di conseguenza, nei confronti del prete era stato aperto un procedimento per “calunnia di calunnia”.
 
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view post Posted on 11/5/2016, 09:47
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Ex sacerdote Nello Giraudo a processo per minacce
Le avrebbe rivolte a una sua vittima di abusi sessuali che lo aveva denunciato


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10/05/2016
L’ex sacerdote Nello Giraudo sarà processato il prossimo 30 maggio (su citazione a giudizio diretta disposta dal pubblico ministero Giovanni Battista Ferro) con l’accusa di minacce. La vicenda risaliva a un anno fa ed era avvenuta a Finale Ligure. Secondo quanto contestato, Giraudo avrebbe incontrato una sua vittima di abusi sessuali che lo aveva denunciato e lo avrebbe minacciato dicendogli «te la farò pagare». Nel 2012 l’ex sacerdote aveva patteggiato una pena a 1 anno e sei mesi per aver molestato uno scout.
 
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