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Pedofilia nel clero, udienza preliminare a maggio per Lafranconi. Non c’è archiviazione1 Vote
Non è stata archiviata l’indagine sul vescovo di Cremona Dante Lafranconi. Dopo l’atto d’opposizione della rete L’Abuso, guidata da Francesco Zanardi, il gip Fiorenza Giorgi ha deciso non di archiviare per prescrizione del reato, come chiesto dal pm Giovanni Battista Ferro, bensì di fissare un’udienza che potrebbe tenersi ai primi di maggio. Sarà in quell’occasione che si deciderà se archiviare o no.
Dante Lafranconi è il primo vescovo d’Italia indagato per aver “coperto” atti di pedofilia e abusi sessuali compiuti da sacerdoti poi condannati. Secondo il codice penale si tratta di omertà, ovvero di mancata segnalazione di un comportamento illecito ai superiori affinché provvedano.
Il pm voleva archiviare per prescrizione perché mons. Lafranconi non è più vescovo di Savona: è stato nominato a Cremona nel 2001. La rete L’Abuso invece ha presentato nuovi documenti e una nuova querela da parte di una vittima di reati di carattere sessuale da parte di un prete. Tra i nuovi documenti figura anche un dato finora trascurato: mons. Lafranconi era responsabile della diocesi di Savona e Noli anche nel 2003, quindi in un periodo che cade nella cosiddetta prescrizione breve, secondo la legge voluta da Berlusconi.
Francesco Zanardi sostiene che l’ex vescovo di Savona era al corrente di alcuni reati di pedofilia ma li tenne nascosti, non denunciò né segnalò i responsabili. Vi sono anche testimonianze di sacerdoti savonesi che asseriscono che il vescovo Lafranconi “sapeva”. Testimonianze pubblicate dal Secolo XIX in forma di intervista.
Da parte propria il vescovo di Cremona nei giorni scorsi ha dichiarato di sentirsi “tranquilli”. L’ufficio comunicazione della diocesi, giorni fa, ha ribadito il comunicato di settembre: “Si tratta di illazioni senza fondamento, che non meritano né credito né pubblicità”.
Paolo Zignan