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Ora di religione

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GalileoGalilei
view post Posted on 26/2/2008, 14:11 by: GalileoGalilei
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http://milano.repubblica.it/dettaglio/Ora-...presidi/1427193

Ora di religione, strigliata ai presidi

La dirigente: "Siamo senza rimedio bisogna rivedere i programmi"

La Curia protesta, il provveditore si mobilita: “Non va penalizzata”
di Zita Dazzi

Un richiamo all'ordine per i presidi delle scuole lombarde sull'ora di religione. L'ufficio scolastico regionale, dopo una lettera di protesta della Curia milanese, ha mandato una circolare a tutti gli istituti di ogni ordine e grado sollecitando una diversa organizzazione per chi sceglie non avvalersi dell'insegnamento della religione cattolica. E invitandoli a non mettere quella materia alla prima o all'ultima ora, come spesso succede.

Don Michele di Tolve, il responsabile diocesano del servizio, aveva scritto all'inizio di gennaio al direttore della scuola lombarda Anna Maria Dominici protestando per le modalità con cui, secondo la Curia, gli studenti lombardi verrebbero scoraggiati non solo dal frequentare l'ora di religione, ma anche dal partecipare ad una attività di studio alternativo. La Curia è molto critica: «Alle superiori chi fa religione è penalizzato: mettere la materia alla prima o all'ultima ora equivale a un invito ad andare al bar dopo una mattina pesante, o a bigiare l'intera mattinata, se religione è all'inizio», spiega don Michele Di Tolve. E aggiunge: «Anche quando questa materia cade durante la mattinata, comunque la proposta è un'ora di nulla, quindi i ragazzi sono deresponsabilizzati, di fatto invitati a perdere tempo. Questo è diseducativo dal nostro punto di vista».

I dati confermano che la percentuale di studenti lombardi che frequenta l'ora di religione è in calo. Se alle elementari e alle medie, le statistiche sono soddisfacenti per la Curia (80-90 per cento delle frequenze), alle superiori il dato cambia drasticamente, soprattutto a Milano città. Qui, uno studente su quattro, secondo alcune stime, esce dall'aula quando entra il prof di religione. Secondo le statistiche della Curia, invece, in tutta la Diocesi alle superiori salta l'ora dedicata al vangelo «solo» il 36 per cento. Ma c'è da dire, che questa percentuale comprende anche le realtà della provincia, molto diverse dalla metropoli.



Il direttore scolastico Dominici un mese dopo la protesta della Curia ha risposto con la circolare a tutti i capi d'istituto, riprendendo punto per punto le segnalazioni ricevute. I presidi vengono invitati «ad adottare tutte le iniziative per superare le difficoltà rappresentate ». Vietato quindi offrire agli studenti la possibilità di cambiare idea sull'ora di religione ogni anno e tanto meno durante l'anno in corso; vietata la «collocazione oraria che permette a volte la non frequenza»; vietati gli accorpamenti di classe fra studenti che fanno religione; vietato consigliare agli studenti stranieri di saltare l'ora per frequentare invece corsi di lingua italiana.

Secondo don Di Tolve, infatti, in alcune scuole i presidi arriverebbero a consegnare moduli con la scelta della non frequenza già siglata, o addirittura a stracciare i moduli degli alunni non italiani, o persino ad obbligare chi non fa religione a restare in classe disturbando quelli che la fanno. Situazioni sulle quali la Dominici non si esprime, anche se la circolare inviata nelle scuole parla chiaro: «Sia data la dovuta attenzione in modo da assicurare i diritti previsti dalla normativa vigente ».

In effetti la materia è controversa, con una serie di sentenze della Corte costituzionale che fin dall'89 hanno sancito che l'ora di religione è facoltativa, e alternativa allo studio individuale o ad altri insegnamenti organizzati dalla scuola, in modo che non sia discriminato né chi fa religione, né chi non la fa. Secondo Di Tolve «già il fatto di mettere religione sempre alla prima o all'ultima ora è una discriminazione pesante per i credenti, che finiscono a fare un'ora in più di lezione mentre gli altri vanno al bar. Inoltre, la mancata programmazione di attività alternative è una rinuncia da parte della scuola ad educare i giovani se non alla fede, anche ad altre cose utili come la legalità, la cittadinanza, il rispetto degli altri».
(25 febbraio 2008)
 
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