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Padova. Don Paolo Spoladore e il figlio segreto., Il prete dal fatturato di 1,7 mln spretato dopo riconoscimento del tribunale

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view post Posted on 23/2/2010, 18:20
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Il prete dal fatturato di 1,7 mln spretato dopo riconoscimento del tribunale

1donpaolo%20spoladore

www.ilgazzettino.it/articolo.php?id=92451&sez=NORDEST

«Il padre di mio figlio è un prete»: nuovo caso di “paternità sacerdotale” a Padova
Dopo 7 anni la madre è uscita allo scoperto in un forum
cattolico su internet. La prova del Dna confermerebbe


PADOVA (23 febbraio) - Dopo don Sante Sguotti, un altro caso di presunta “paternità sacerdotale” starebbe per venire allo scoperto nella diocesi padovana. Un prete padovano, molto conosciuto nell’ambiente, sarebbe padre di M., sette anni e mezzo, che vive nel Padovano da solo con la mamma. A stabilirlo sarebbe la prova del dna alla quale il sacerdote si è sottoposto due mesi fa: 99,9 probabilità su cento, praticamente la certezza che quel bambino è suo figlio. Il certificato della prova, però, non riporta il nome vero del prete. Lui ha detto espressamente che deve mantenere l’anonimato perché ne va del suo futuro.

Il sacerdote in questione è molto popolare tra i giovani. M., invece, vive da sette anni e mezzo nell’ombra, protetto dalla madre. La notizia ormai circola da qualche giorno in un forum cattolico in cui la madre, sotto pseudonimo, ha descritto la vicenda. Il dibattito è acceso e ci sono già i primi schieramenti pro e contro il “don”.

«Quando mio figlio è nato – racconta la mamma di M., professionista quasi cinquantenne, con un lavoro fisso – quello che per me è stato per anni un “compagno”, è venuto in ospedale a trovarci. Ovviamente nessuno doveva sapere. Qualche volta mi ha offerto un contributo economico per il piccolo. Per anni ho sofferto in silenzio. L’ho sempre tenuto informato sulla vita di nostro figlio, ma a debita distanza. Troppo pericoloso, per lui, far sapere in giro che questo bambino esiste, che è suo figlio».

A complicare le cose è arrivata una malattia che ha colpito il bambino. Una malattia debilitante, di quelle subdole che un medico non riesce mai ad identificare con esattezza. Esami del sangue completamente sballati, periodi di apatia e tanta sonnolenza. Inevitabile, per il medico, chiedere l’anamnesi del padre per risalire ad una eventuale ereditarietà della malattia. Il prete ha accettato l’incontro con il medico, ma con molto distacco.

«Non mi interessa il sostegno economico – aggiunge la donna – ma chiedo che questo figlio possa essere riconosciuto da suo padre, anche se è un prete. Penso ne abbia il diritto. Quando è nato lo ha battezzato nell’incubatrice perchè era troppo piccolo, e quando la sua mano si è posata sulla testolina recitando una preghiera, una manina si è alzata a stringere il suo dito. Questa immagine deve averla dimenticata, quel padre, perchè poi è sparito per otto anni. Fino a circa due mesi fa, quando è tornato per fare la prova del Dna, per essere sicuro che quel bambino fosse veramente suo. La prova sarebbe chiara, e il figlio suo. Lui, però, non ha tempo, dice. Non lo sente questo figlio. Il bimbo lo ha perdonato, perchè non sa odiare. Un bambino aspetta, ama, ma chiede amore. E se questo amore non lo riceve, si dà una sola risposta: “Non sono degno. Devo aver fatto qualcosa di cattivo per non essere amato dal mio papà”. E la sua vita è rovinata per sempre».

Ora la donna si è rivolta a un legale per tutelare il futuro del bambino.

http://corrieredelveneto.corriere.it/venet...522959949.shtml

padova
«Ho avuto un bimbo da un sacerdote»
Madre chiede il riconoscimento del figlio
Cinquantenne padovana esce allo scoperto e la notizia scuote la città del Santo. Il bambino, 7 anni e mezzo, sarebbe stato battezzato proprio dal padre-prete
Amori e religiosi. Il celebre bacio tra Marcello Mastroianni e Sophia Loren in «La moglie del prete»

Amori e religiosi. Il celebre bacio tra Marcello Mastroianni e Sophia Loren in «La moglie del prete»

PADOVA - «Ho avuto un figlio da un noto sacerdote della diocesi e ora vorrei che lui lo riconoscesse». La denuncia choc di una cinquantenne professionista padovana scuote la città del Santo. Secondo quanto raccontato dalla madre, il bimbo avrebbe 7 anni e mezzo e sarebbe stato battezzato, alla nascita, dallo stesso padre-sacerdote. «Non mi interessa il sostegno economico – ha tenuto a precisare la donna – ma chiedo che questo figlio possa essere riconosciuto da suo padre, anche se è un prete. Penso ne abbia il diritto».

Due mesi fa la donna si è rivolta ad un legale di Padova – si tratta dell'avvocato Maria Pia Rizzo – per capire come fosse possibile tutelare i diritti del piccolo. Possibilità che il prete esca allo scoperto? «Il test del Dna ha accertato la sua paternità – ha raccontato la madre -; ma è troppo pericoloso, per lui, far sapere in giro che questo bambino esiste, che è suo figlio». A questo punto, però, non si escludono sorprese.

Giovanni Viafora
23 febbraio 2010

Edited by pincopallino1 - 14/12/2020, 15:18
 
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view post Posted on 24/2/2010, 10:31
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http://corrieredelveneto.corriere.it/padov...528345209.shtml

Il caso Il piccolo ha sette anni, la paternità viene alla luce solo ora dopo l’esame del dna
Padova, un altro sacerdote è papà
«Quel bambino è figlio di don rock»
Gli indizi portano a don Paolo Spoladore: «Per ora non commento»
Sul palco Don Paolo Spoladore durante uno dei suoi concerti

Sul palco Don Paolo Spoladore durante uno dei suoi concerti

image

«Ho avuto un bimbo da un prete» Madre chiede il riconoscimento

PADOVA – Prima il racconto lasciato su un forum cattolico on-line, poi la richiesta di aiuto ad un avvocato. Infine la confessione ad un giornale. «Ho avuto un figlio da un noto sacerdote della diocesi e ora vorrei che lui lo riconoscesse ». Ed ecco che la denuncia choc di una cinquantenne professionista di Padova è giunta dritta al cuore della città del Santo. Turbata da un caso che sembra avvicinarsi a quello che vide protagonista nel 2007 don Sante Sguotti, l’ex parroco di Monterosso finito agli onori delle cronache per aver dichiarato di essere innamorato di una donna madre di un bambino. Ma questa nuova storia di amore proibito rischia di modellarsi in modo forse ancora più forte - o drammatico - di quella precedente. E non solo perché di mezzo c’è un bimbo di nemmeno otto anni, che vive con la madre e che nel passato ha sofferto di una patologia debilitante, ma anche perché il presunto padre non sarebbe un sacerdote qualunque.

Monterosso - Don Sante Sguotti ha avuto un figlio dalla compagna
Monterosso - Don Sante Sguotti ha avuto un figlio dalla compagna
«E’ troppo pericoloso per lui far sapere in giro che questo bambino esiste, che è suo figlio», ha confessato la donna alla stampa. Sottolineando anche che «il test del Dna», a cui si è sottoposto il prelato, «ha accertato la sua paternità ». Chi sarebbe dunque l’uomo? Sulla identità dell’interessato la consulente legale della madre – l’avvocato Maria Pia Rizzo, a cui la donna si è rivolta non più tardi di due giorni fa – ha alzato una cortina di silenzio. «Non posso dire nulla», ha ripetuto la professionista per tutta la giornata di ieri. Tuttavia il nome del presunto padre- prelato è presto spuntato su internet, proprio nel forum on-line a cui si era rivolta la mamma del piccolo. E poi è stato ripetuto da chi dice di averlo visto sul registro battesimale dell’ospedale, dove sette anni e mezzo fa fu proprio il sacerdote a battezzare il figlio ancora nell’incubatrice. E un fremito ha scosso i corridoi della curia. «Si tratta di don Paolo Spoladore, il prete cantautore». Una bomba, se confermata.
A Feltre Don Giulio Antoniol aspetta di diventare papà
A Feltre Don Giulio Antoniol aspetta di diventare papà

Don Paolo Spoladore, classe 1960, è l’ex parroco della chiesa di San Lazzaro. Una personalità speciale, conosciuta in tutto il Veneto, non solo per le sue straordinarie doti di predicatore e di trascinatore di folle; ma anche per la sua arte canora. «Donpa», come lo chiamano i fedeli, è autore di tre cd musicali, editi dalla casa discografica Usiogope di Dolo, che egli stesso ha fondato negli anni Ottanta. Ed è da sempre una figura controversa: amatissimo dai suoi «discepoli», inviso invece alla gerarchia ecclesiale. Che nel 2005, infatti, lo ha allontanato dalla parrocchia di San Lazzaro, dove ogni domenica migliaia di persone si radunavano appositamente per ascoltare le sue omelie. «Non è una punizione – spiegò allora don Giovanni Brusegan, delegato vescovile per l’ecumenismo -; al contrario, la Curia sta creativamente cercando nuovi ruoli per i preti moderni». Pochi, però, hanno creduto a quella spiegazione. E hanno continuato invece a seguire il loro don Paolo. Ma adesso questa vicenda rischia di rivoltare ogni cosa. «Don Spoladore non vuole parlare in questo momento », si sono limitati a dire ieri sera i suoi più stretti collaboratori. Chissà.

Giovanni Viafora
24 febbraio 2010
 
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view post Posted on 24/2/2010, 15:43
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Il forum da dove è stata tratta la notizia. Le notizie si leggono alla rovescia: i post più vecchi sono in basso

www.campiglia.it/prop/forum.asp?id=252&pag=4



Risposta inserita da Pimpi il 22/02/2010 12.19.40
www.youtube.com/watch?v=MHZUwl-V6Gk
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Risposta inserita da desiderio il 22/02/2010 12.09.32
www.youtube.com/watch?v=mPs-pAvwEPk&feature=player_embedded#
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Risposta inserita da Tigro il 22/02/2010 11.27.52
D'accordo Con Hesed:
non è possibile narrare una favoletta, dire: - chi ha orecchie per intendere, intenda e non ho altro da raccontare - perchè in questo modo non si fa altro che far nascere un gran casino.
Messa in questo modo si può pensare tutto e il suo contrario in quanto una cosa del genere scuote le persone: è facile che uno possa dire: - Incredibile Donpa ha un figlio! - ma non è difficile che qualcun alro pensi: - questa è rimasta delusa da don Paolo e guarda cosa si va ad inventare pur di sputtanarlo -
Attendiamo..
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Risposta inserita da Giacomo il 22/02/2010 11.27.35
Favolette? Se non suffragate da prove sono solo BALLE. Direi di non dare peso a queste maldicenze:la prossima quale sarà, un prete miliardario che si fa di coca colluso con la mafia??? Mi sembra che periodicamente girino voci infamanti.Non fatevi confondere.
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Risposta inserita da Pimpi il 22/02/2010 11.22.38
Hesed, non ho organizzato un forum, ho scritto in un forum.
Non ho fatto nomi, quelli sono stati fatti da altri.
Il cammino spirituale di migliaia di uomini e donne verrà ritardato o accelerato? Tale cammino dipende da un uomo, per quanto illuminato pur sempre un uomo, o dalla parola del Signore?
Chiedo perdono se con la mia favoletta ho scombussolato gli animi delle persone. Come dici tu....non per giudizio o condanna verso questo o quello , ma semplicemente per amore della verità.
E per amore infinito, viscerale, sofferto e a lungo silenziosamente richiesto, verso un (uno? o tanti?) bimbo...
Non mi nascondo, no, infatti sono qui, sono informaticamente raggiungibile lo so bene. E so anche i rischi che corro. Ma c'è un bimbo di mezzo,che deve essere tutelato.
Certamente non è facile leggere, ma, credimi, non è neanche facile scrivere...
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Risposta inserita da Hesed il 22/02/2010 10.52.59
Ciao Pimpi, spero tu comprenda che non è facile leggere ciò che hai scritto nella tua tavoletta .
Io non so se tutto ciò è l’ennesima invenzione , in tal caso dico che è disdicevole , quanto hai scritto sul tuo intervento , organizzando addirittura un forum, per attirare l’attenzione .

Ma se questa storia è vera , allora non per giudizio o condanna verso questo o quello , ma semplicemente per amore della verità , allora è bene è vitale che il popolo di Dio conosca , quindi è opportuno non rimanere dietro a una copertura , ma definitivamente fare chiarezza , con coraggio , fiduciosi che la verità libera e certamente aprirà nuove vie per tutti , in particolare per chi ne è direttamente coinvolto .

Penso che ti renderai conto che ciò che hai scritto, potrà essere cancellato solo se tu dirai che tutto ciò è una menzogna , altrimenti certamente ciò che hai detto susciterà un vespaio che se non viene chiarito al più presto , genererà solo confusione e calunnie , ritardando il cammino spirituale di migliaia di uomini e donne .

Attendiamo una risposta saggia e sapiente anche da Don Paolo, non solo da te .

Che la luce di Dio guidi le nostre menti e i nostri cuori .


Hesed .
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Risposta inserita da desiderio il 21/02/2010 20.38.54
prendere posizione scegliendo la verità non necessariamente è giudicare l'altro...qualche volta è tutelare la dignità umana.
invitare a schiettezza e chiarimenti credo proprio sia ironico....come a dire possibile che tutti coloro che leggono fanno finta di nulla?
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Risposta inserita da Francesca il 21/02/2010 20.22.38
Riflessione schietta dopo aver letto la favoletta che mi pare tutto tranne una favola. E scusate la schiettezza ma non mi vengono altre parole.
Ma tra Donpa e questa mamma il figlio che è nato è frutto di una storia d'amore sbocciata magari senza neppure accorgersene? Nulla da recriminare anzi ma come si è comportato il padre è da veri figli di buona donna. Non ci sono giustificazioni. Non è tanto "Mamma mia il prete ha un figlio" ma "Mamma mia il prete non lo vuole". Non ha tempo. NON HA TEMPO. E' questo che è triste. Molto triste.

Mamma: sei forte a portare tutto da sola. Son sicura che Dio ti ha fornito di due belle spalle larghe.
Bimbo: ti sono vicina per quel che posso con la preghiera.
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Risposta inserita da Raffaele 57 il 21/02/2010 20.15.06

Partirei chiedendo scusa per il fraintendimento che ho involontariamente creato con la frase “… La verità è invincibile e non ha bisogno di banditori né di gossip per essere enunciata.” ma mi freno rendendomi conto, dagli interventi successivi, che il subbuglio interiore, inevitabile e più che comprensibile, su vicende così coinvolgenti non contribuisce a valutazioni serene. Mi appare evidente che l’affermazione che ho fatto è generale e non è legata al giudizio sulla modalità scelta per raccontare i fatti, che accetto per la realtà che è. Così come è evidente che una spiegazione (“favoletta”), potenzialmente valutabile come incredibile, così dettagliata, circostanziata, precisa e ricca di particolari, porta a pensare che non sia affatto una sparata e quindi vera. Credo ci siano pochi dubbi sul fatto che la situazione descritta non è affatto vitale per nessuno.
Anche per questi motivi presumo ci sia poco da chiarire o da aggiungere. Leggendo gli interventi che si aggiunti dalle 16 in poi, ora in cui stavo preparando questo (che posso inserire solo ora), prendo atto che la presunzione è la madre di tutte le cazzate. Senza ipocrisia e con trasparenza va detto ancora che c’è stridente incompatibilità tra dire “Siamo quel tipo di credenti che non ha mai capito cosa significhi "non giudicare" e dire “Occorre prendere una posizione chiara e concreta, occorre scegliere da quale parte stare”; schierarsi comporta sempre valutare e giudicare ed il giudizio è una sentenza spesso inappellabile!

Chi può garantire che si possa realizzare questo legittimo, nobile e cristiano desiderio, questa netta e precisa volontà, così chiaramente espressa ( “… Nessuna ripicca, nessuna vendetta, nessun male. Solo amore chiede per suo figlio, solo dignità e rispetto.”) auspicando chiari e aperti commenti e/o richieste di chiarimenti attraverso un forum?

Chiedo scusa, invece, per aver omesso di scrivere, nell’intervento precedente, che mi sento interamente stretto in spirito con tutti coloro che stanno soffrendo a causa di questa vicenda a cominciare da quella madre e da quel figlio, che sono anche nel mio cuore … stretti insieme al padre.
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Risposta inserita da -vicino a quel bambino- il 21/02/2010 18.35.28
.... Non: vedere per credere, ma: credere per vedere!!!....
perchè è così difficile?

non facciamo come san Tommaso... quando è tutto così chiaro!

..... la verità rende liberi!!
è possibile che si debba aver bisogno di nomi, cognomi, favola non favola.... è tutto scritto lì, ma quando non si
vuol vedere è perchè si ha paura.....
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Risposta inserita da Pimpi il 21/02/2010 17.28.24
Rientro nel mio silenzio.Non ho altro da raccontare
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Risposta inserita da Pimpi il 21/02/2010 17.14.54
Suzie, i protagonisti sono una madre e un bimbo. E un padre prete che rifiuta suo figlio. Non è chiaro?
vuoi i nomi e i cognomi? E' tutto scritto lì. e i nomi e i cognomi in una favoletta non si fanno smile
Ti scriverei volentieri in e-mail ma cosa potrei dirti di più di questo...
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Risposta inserita da suzie il 21/02/2010 17.04.56
Pimpi,
anch'io vorrei essere diretta:
-chi sono i protagonisti della tua favoletta?
- tu come sei a conoscenza dei fatti?
Se vuoi ti dò un indirizzo e mail per la risposta
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Risposta inserita da Pimpi il 21/02/2010 16.40.37
Cara maci, finalmente una persona che ha il coraggio di essere diretta.
Leggendo la favoletta puoi ben capire come sono a conoscenza dei fatti e anche a chi mi riferisco.
chi sono, ha importanza? Io non so chi sei tu e questo per me non è un problema. Comunque se ci tieni possiamo conoscerci in privato. io non ho problemi...
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Risposta inserita da Maci il 21/02/2010 16.14.05
pimpi, ho letto adesso la tua favoletta e il tuo post di oggi.
Visto che dici che è così evidente, giochiamo a carte scoperte. Ti chiedo:
- chi sei
- a chi si riferisce il tuo racconto
- come sei a conoscenza dei fatti
Ovviamente non serve che rispondi se è solo una favoletta...
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Risposta inserita da pimpi il 21/02/2010 13.27.40
Però passiamo insegnare, caro xyz, l'amore e il coraggio di essere se stessi, la capacità di sostenere con forza le proprie idee, il valore che si ha anche se qualcuno non te l'ha dato, la scelta di far prevalere il bene sul male, la solidarietà e la fratellanza...e come? no, non solo con le parole, ma soprattutto con l'esempio...
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Risposta inserita da xyz il 21/02/2010 13.19.22
Peccato che noi adulti ( nn tutti x fortuna ) non siamo capaci di dare un ottimo esempio ai nostri figli. C'è troppa ipocrisia che rovina l'innocenza, ma allora se siamo credenti cosa riusciamo ad insegnare?? non di certo ciò che ascoltiamo la domenica in chiesa !!!!!!!
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Risposta inserita da pmpi il 21/02/2010 10.24.43
La verità è una, semplice, evidente. Non ha bisogno di tanti giri di parole che dicono e non dicono.
Occorre prendere una posizione chiara e concreta, occorre scegliere da quale parte stare, occorre guardare la via e avere il coraggio di percorrerla fino in fondo, anche se diffile e tortuosa. C'è chi piange in silenzio, c'è chi urla per far sentire il suo dolore, c'è chi si nasconde, e chi si mette, umile ma deteminato, in prima linea per dar voce ai sofferenti.
C'è chi si gioca la vita per la verità.
Banditori? Gossip? Che il Signore ci dia la capacità di discernere...
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Chi è dentro un'idea di perfezionismo lo applica anche all'amore, ma chi è perfezionista è destinato a grandi pene per sè e per gli altri. Comincerà a umiliare gli altri a esercitare l'ipocrisia fingendo di possedere grandi qualità ma di fatto dentro ha solo il vuoto. L'amore è una beatitudine che a loro non appartiene...(Osho)

inviato stamane dalla mia più cara amica
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Risposta inserita da Pimpi il 20/02/2010 18.37.11
favoletta:
Un bimbo di quasi otto anni chiede a sua madre: - mamma, perchè il mio papà non mi vuole? -
La mamma, con il cuore spezzato, risponde: - Amore mio, lui ti ama ma non lo sa -
- Ma i preti non possono avere figli, mamma? -
-No, tesoro, per la chiesa questo è un peccato -
- Allora io sono un peccato? -
Dialogo tra madre e figlio.
Il piccolo ha saputo da poco chi è suo padre. Un prete, di quelli controcorrente, diventato un personaggio pubblico, amato, idealizzato, idolatrato da migliaia di fans, per i suoi concerti, i suoi cd, i suoi corsi e, sembra, addirittura per certe sue guarigioni!!!
Ma non vuole, non sente, di riconoscere suo figlio. "Non ha tempo" dichiara freddamente l'ultima volta che incontra sua madre, che spera, che aspetta, che chiede da anni di non far soffrire quel piccolo angelo mandato dal Signore.
Nessuna ripicca, nessuna vendetta, nessun male. Solo amore chiede per suo figlio, solo dignità e rispetto.
Il bambino quando ha saputo di suo padre si è ammalato.
Seguito da un medico di competenza e profondo conoscitore dell'animo umano e da una psicologa di grande cuore e capacità sta lentamente migliorando.
Ma non smette di chiedere perchè, perchè non viene a trovarmi, perchè non vuole stare con me...
lo chiede con le modalità di un bambino, si arrabbia, lancia i giocattoli contro il muro, si sveglia di notte urlando, comincia a non fare i compiti e a non voler andare a scuola.
Tutto questo suo padre lo sa perchè sempre è stato messo al corrente di tutto.
Quando è nato lo ha battezzato in incubatrice, perchè era piccolo piccolo, e quando la sua lunga mano si è posata sulla testolina recitando una preghiera una manina si è alzata a stringere il suo dito medio.
Ma questa immagine deve averla dimenticata, quel padre, perchè poi è sparito per otto anni.
Fino a circa due mesi fa, quando si è avvicinato al figlio per fare la prova del DNA, per essere sicuro che fosse suo...
E' suo.
Ma non ha tempo, dice, non lo sente questo figlio...anche se lui lo ha perdonato, perchè un bambino non sa odiare, un bambino aspetta, ama, e chiede amore. E se non lo riceve si dà una sola risposta: "Non sono degno. Devo aver fatto qualcosa di cattivo per non essere voluto dal mio papà".
E la sua vita è rovinata per sempre.

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Risposta inserita da pimpi il 20/02/2010 18.21.48
Già xyz, beati i bambini (ma non tutti). Beati i puri di cuore....
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Risposta inserita da xyz il 20/02/2010 17.30.04
si pimpi, allora la pensi come me....... pensavo essere l 'unico . sono adulto , ma tante volte non mi ritrovo con gli adulti..sembra che si abbia paura della semplice verità. Beati i bambini !!!!
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Risposta inserita da pimpi il 19/02/2010 20.38.55
Ah, dimenticavo...siamo quel tipo di credenti che non importa se un bimbo soffre perchè suo padre lo rifiuta.
Basta non dare scandalo
ma la domenica andiamo in chiesa
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Risposta inserita da pimpi il 19/02/2010 20.36.18
Siamo quel tipo di credenti che ha bisogno dei "maestri", dei "guru", deglio oroscopi, delle carte e dell'approvazione di tutti.
Ma andiamo in chiesa la domenica..
Siamo quel tipo di credenti per cui la "veità" va sotterrata, soprattutto quando è scomoda o provoca scandalo agli occhi degli uomini
Ma andiamo in chiesa la domenica
Siamo quel tipo di credenti che idolatra l'uomo e dimentica il Signore
Ma andiamo in chiesa la domenica
Siamo quel tipo di credenti che anzichè perdonare preferisce umiliare
Ma andiamo in chiesa la domenica
Siamo quel tipo di credenti che non ha mai capito cosa significhi "non giudicare"
Ma andiamo in chiesa la domenica
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view post Posted on 24/2/2010, 18:39
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www.tgpadova.it/index.cfm/hurl/cont...ioso_donpa.html

Prete papà, spunta il nome del misterioso Donpa

24/02/2010 17:05 Potrebbe essere Don Paolo Spoladore il prete padovano chiamato in causa da una donna in un forum on line come il padre del suo bambino di 7 anni. Un nuovo scandalo scuote la diocesi padovana dopo quello di Don Sante. Scatta la caccia mediatica da parte di giornali e tv

Don Paolo Spoladore, un nome a dir poco conosciuto. Classe 1960, sacerdote dall’84, amatissimo predicatore e trascinatore, finito per essere da parroco di San Lazzaro a cantautore di fama internazionale, con ben 8 album al suo attivo. E la voce su Wikipedia. Enciclopedia on-line che oggi prontamente recitava così nella nota aggiunta di fresco: "nel febbraio del 2010 è coinvolto nella vicenda della paternità e del riconoscimento di un bambino di 7 anni".

Lui dunque il misterioso "Donpa" citato in internet? Parrebbe di si, anche se la notizia non trova conforme ufficiali né dai direttamente coinvolti né dalla diocesi che per ora non rilascia dichiarazioni.

Suo il bimbo di 7 anni, secondo la madre del bambino, una donna padovana che s’è sfogata nei giorni scorsi su un forum cattolico raccontando on line la sua verità. E facendo scoppiare un nuovo caso-scandalo all’ombra del Santo. Si, perché il prete papà di cui parla la donna, senza freno dietro allo pseudonimo della rete, di questo figlio non sembra volerne sapere. L’avrebbe visto soltanto alla nascita, una benedizione nell’incubatrice e poi basta.

“Non ha tempo – si sfoga la donna – non lo sente questo figlio, lui prete controcorrente, diventato personaggio pubblico, idolatrato da migliaia di fan per i suoi concerti e i suoi cd…”

Il dado, con queste parole, ormai era lanciato, con riferimenti inequivocabili. Tutti a caccia del nuovo don Sante, l’altro prete papà che nel 2007 ha animato le cronache di Monterosso e ben oltre…

Subissato di telefonate l’avvocato Maria Pia Rizzo, a cui la madre del bambino s’è rivolta per una consulenza. “Per conoscere i diritti di suo figlio” ha dichiarato…Già in moto il carosello mediatico delle grandi occasioni: dirette tv e stampa nazionale… tutti a caccia della storia che scotta.
 
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view post Posted on 25/2/2010, 08:47
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http://www.ilgiornaledivicenza.it/stories/...utte_illazioni/

Il "papà" sacerdote: «Sono tutte illazioni»
PADOVA. La donna ha dichiarato che l'esame del Dna ha confermato che don Paolo Spoladore è il padre di un bambino di sette anni, ma il prete smentisce tutto. La bomba è stata fatta scoppiare sul forum del sito vicentino www.campiglia.it diventato un riferimento per tutti i suoi fans

* 25/02/2010

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Zoom Foto
Don Paolo Spoladore durante un concerto

Padova. Tutto per colpa, si fa per dire, di un sito internet vicentino. È su www.campiglia.it che è scoppiato il caso don Spoladore, o meglio è esplosa la storia della donna che afferma di avere avuto un bambino da don Paolo-rock, firmandosi Pimpi.
Il sito curato dal trentenne Enrico Donà in questi giorni sta spopolando con il forum dedicato alle vicende di un presunto padre, una madre e un bambino di quasi 7 anni e mezzo.
Il "caso Spoladore" è deflagrato nel mondo on-line dopo che "Pimpi" ha raccontato sul sito la sua verità sulla presunta paternità del prete rock e il sito ha fatto il pieno di accessi.
«Già prima della nostra gestione - racconta Enrico- il sito era diventato un punto di riferimento per i tanti fans di don Paolo. Per questo "Pimpi" ha deciso di raccontare tutto sul nostro sito, evidentemente è una fan anche lei».
Le cronache padovane sono altre. Da una parte una donna che dice di aver avuto un bimbo da un prete famoso, dall'altra il prete famoso che nega tutto. In mezzo le analisi del Dna fatte sei mesi fa che dimostrerebbero però che il figlio è davvero di don rock.
«Tutte illazioni, don Paolo è tranquillissimo e smonterà queste notizie. Non c'è nessun bambino». A parlare ieri pomeriggio è stata Fabiola Berlaso, segretaria e confidente di don Paolo, che qualche anno fa ha creato la "Uso Gobbe", una società che gestisce i concerti e i corsi di comunicazione di don Spoladore.
Il 48enne don Paolo dunque smentisce la storia che tre giorni fa ha fatto sobbalzare la curia di Padova. Una donna, prima attraverso www.campiglia.it e poi ad un giornale, aveva dichiarato di aver avuto un figlio da un prete famoso della diocesi padovana. «Vorrei che lui lo riconoscesse», aveva confessato, rompendo così il silenzio durato per anni.
Il bimbo adesso avrebbe sette anni e mezzo e sarebbe stato battezzato dal padre-prete quando ancora era in incubatrice. La denuncia choc è di una cinquantenne professionista che vive nella città del Santo e che alla stampa ha dichiarato qualche giorno fa che per il papà-prete «è troppo pericoloso far sapere in giro che questo bambino esiste ed è suo figlio».
La caccia al nome del presunto padre a Padova è durata qualche ora. Il nome è spuntato proprio nel forum on line, e confermato poi da quanti dicono di aver visto la firma di don Paolo Spoladore sul registro battesimale dell'ospedale. La cinquantenne professionista ora si è chiusa nel silenzio, affidandosi all'avvocato Maria Pia Rizzo di Padova, ma intende andare fino in fondo. Non solo continua ad accusare don Paolo di aver ignorato il presunto figlio per anni, ma chiede che si faccia vivo.
Il Dna confermerebbe tutto, per buona pace di don Spoladore. Al figlio qualche mese sarebbe stata diagnosticata una malattia genetica e per guarirla servivano le analisi del padre. Da quel momento il nome del padre sarebbe stato fornito per motivi medici e sempre in quell'occasione anche il bambino alla soglia degli otto anni avrebbe saputo chi è suo papà. A quel punto la madre avrebbe contattato don Paolo per dirgli di uscire allo
scoperto, per il bene del figlio. Ma così non è stato e adesso la donna è disposta a tutto per ottenere la verità.

Eugenio Marzotto
 
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il caso - Don Spoladore, accusato di aver avuto un figlio, è chiuso nel silenzio
Don rock e il giallo del figlio
La diocesi: giudizio sospeso
Parla don Brusegan: «Per noi sofferenza e disagio»
Don Paolo Spoladore, detto don rock, durante uno dei suoi concerti. Nei giorni scorsi è stato «accusato» da una donna di averla messa incinta

Don Paolo Spoladore, detto don rock, durante uno dei suoi concerti. Nei giorni scorsi è stato «accusato» da una donna di averla messa incinta



PADOVA — L’accostamento del nome di don Paolo Spoladore— il predicatore con la passione della musica, capace di mobilitare folle di fedeli alle messe—a quello dell’uomo che sette anni e mezzo fa avrebbe messo incinta una cinquantenne della provincia ha scosso Padova. Sarà davvero lui il «noto sacerdote» della diocesi, a cui l’ex compagna chiede ora il riconoscimento del figlio? E perché la madre è venuta allo scoperto solo oggi, a distanza di così tanto tempo dal concepimento del piccolo? Queste domande si sono rincorse per tutta la giornata di ieri in città e nei corridoi della curia; senza tuttavia trovare risposta. All’indomani dell’uscita delle prime indiscrezioni sul nuovo presunto caso di paternità sacerdotale, infatti, nessuna delle parti in causa ha voluto parlare. Alimentando però voci e sospetti.

Sia dalla parte della madre, che si è affidata alla consulenza legale dell’avvocato Maria Pia Rizzo, sia dalla parte di don Spoladore si è alzato un muro di silenzio. «Non è possibile contattare don Paolo in questo momento—si è limitato a dire uno dei fedelissimi del sacerdote —. Non c’è nessun commento da fare». E non è andata meglio con la signora: «La mia cliente non intende rilasciare dichiarazioni », ha affermato in serata l’avvocato Rizzo. La donna, però, sino a martedì non si è contenuta con la stampa locale: «Chiedo che mio figlio sia scelto da suo padre di fronte al mondo—ha ribadito, senza rivelare il proprio nome— il bambino non deve soffrire più di quello che ha già sofferto ». La donna, inoltre, ha sottolineato ancora una vola che dalla sua parte c’è la prova regina: l'esame del dna a cui si sarebbe sottoposto il prete-sacerdote, che avrebbe accertato il legame di parentela.

Chi si è espresso, invece, è stato uno degli uomini più vicini al vescovo, cioè don Giovanni Brusegan, delegato della diocesi per l’ecumenismo. «È inutile dire che abbiamo appreso la notizia con sbigottimento, sofferenza e disagio — ha confessato il sacerdote —. Tuttavia crediamo sia troppo presto per trarre conclusioni. Aspettiamo e vediamo ». E lo stesso motivo è stato ripetuto a denti stretti anche da monsignor Franco Costa, vicario del vescovo. «Finora ho visto solo il titolo di un giornale—ha ammesso il prelato —. È troppo poco per crocifiggere un uomo». Il caso della presunta paternità di don Paolo Spoladore, ex parroco di San Lazzaro e anche autore di otto cd musicali, ha spaccato ovviamente il suo popolo. Sul forum cattolico www.campiglia.it—dove la madre del bambino, coperta da uno pseudonimo, aveva raccontato qualche giorno fa il proprio dramma privato — è montata una discussione animata e sofferta. «Mi lasci perplesso perché hai scelto questa strada—ha scritto "Oraequi" rivolto alla madre —. In tutte le cose che noi facciamo dobbiamo sempre chiederci se facciamo un piacere a Satana o a Dio. Ci sono altre strade per arrivare alla comunione, all’amore e alla vita. Non certo questa che ti porta sui giornali. La preghiera è la migliore soluzione ». Ma tanti sono stati i commenti a favore della scelta della donna. Come quello di "Verità". «Comodo invitare alla preghiera e al silenzio; comodo per il prete, non per il figlio — ha ribattuto il fedele —. Così al silenzio della preghiera si soffoca lo scandalo e tutto come prima. Invece l’invito che si deve fare è alla verità; la verità da assicurare a un bambino malato che chiede perché il padre non lo vuole ».

Giovanni Viafora
25 febbraio 2010
 
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Donna rivela: un figlio con don rock
Una donna indica come il padre di suo figlio un prete padovano, don Paolo Spoladore, 48 anni, ex parroco di San Lazzaro, conosciuto come «Padre rock» da un suo cd e dall’impegno nella musica pop-rock
di Paolo Baron
Paolo Spoladore
Paolo Spoladore
PADOVA. Un prete padovano è accusato da una donna di essere il padre di suo figlio che ha circa otto anni. Il piccolo ha saputo da poco chi è suo padre: «Un prete, di quelli controcorrente, diventato un personaggio pubblico, amato, idolatrato da migliaia di fan, per i suoi concerti e i suoi cd». La storia, nei giorni scorsi è rimbalzata dalla «rete» alla carta stampata, deflagrando in uno scandalo.

La donna, cinquantenne, che vive nella Bassa padovana, nei giorni scorsi si è confidata con una amica giornalista che ha scritto la sua storia su un giornale locale. Ieri il Corriere del Veneto ha ricostruito la vicenda, avanzando l’ipotesi di chi possa essere il prete-padre: si tratterebbe di Paolo Spoladore, ex parroco di San Lazzaro, 49 anni, fondatore dell’etichetta «Usiogope» (che in lingua Swahili significa “non temere”) con sede a Dolo in via Giotto, casa discografica che edita i cd di «Donpa» o «Padre rock» come è stato soprannominato dalla moltitudine di fedeli che lo segue ai concerti e va alle sue prediche.

Don Paolo Spoladore, aveva un incarico (mai esercitato e ora decaduto) in Diocesi, dove nessuno lo vede da tempo. La Diocesi, per altro, ha già sottolineato che non commenta e non commenterà ipotesi giornalistiche. Ieri pomeriggio, nel frattempo, la sua segretaria Fabiola ha ribadito che «Donpa» non sarebbe passato in ufficio. Ma che comunque era sereno, perché tutto ciò che è stato scritto non corrisponde alla verità. Il suo «portavoce» Filippo, invece, al telefono cellulare si è limitato a dire che don Spoladore «non ha nulla da dire». Dunque, nessuna conferma, ma nemmeno nessuna smentita.

«La mia assistita ha deciso di uscire allo scoperto ora perché il bambino ha cominciato a fare domande su chi sia suo padre - risponde Maria Pia Rizzo, il legale che tutela gli interessi della donna e del figlio - E io credo che ogni individuo abbia diritto di sapere da dove viene. Anche i bimbi adottati ad un certo punto della loro vita vogliono sapere chi sono i loro genitori. Tanto più ne ha diritto questo ragazzino».


La donna si è presentata dal legale con un esame del dna, affermando che l’uomo che l’ha resa madre è un prete. Prete conosciuto durante gli esercizi spirituali. L’esame del dna era stato richiesto dal medico di base alcuni mesi fa, per verificare la presenza o meno di una malattia genetica. E solo in quell’o ccasione la donna rivelò al figlio l’identità del padre. La storia del prete-padre è apparsa per la prima volta sul web, precisamente sul forum del sito www. campiglia.it (un sito frequentato da persone che conoscono don Spoladore), il 20 febbraio scorso, ovvero due giorni prima la sua pubblicazione sul quotidiano locale. A scriverla è stata una persona che si firma con uno pseudonimo: pimpi.

Due giorni dopo la storia viene ripresa dai quotidiani e diventa suo malgrado notizia. «Un bimbo di quasi otto anni chiede a sua madre: mamma, perché il mio papà non mi vuole? - scrive pimpi sul sito sotto forma di “favoletta” - La mamma risponde: Amore mio, lui ti ama ma non lo sa. Ma i preti non possono avere figli, mamma? No, tesoro, per la chiesa questo è un peccato Allora io sono un peccato?». Poi pimpi cambia registro.

«Il piccolo ha saputo da poco chi è suo padre - continua - Un prete, di quelli controcorrente, diventato un personaggio pubblico, amato, idealizzato, idolatrato da migliaia di fan, per i suoi concerti, i suoi cd. Ma non vuole di riconoscere suo figlio. “Non ha tempo” dichiara freddamente l’ultima volta che incontra sua madre. Quando è nato lo ha battezzato in incubatrice poi è sparito per otto anni. Fino a circa due mesi fa, quando si è avvicinato al figlio per fare la prova del dna, per essere sicuro che fosse suo». Lo è? La donna dice di sì.
(25 febbraio 2010)
 
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La curia padovana su don Paolo Spoladore pesunto papà: "Chiarisca subito"
Giovedì 25 Febbraio 2010 15:10 Redazione
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Le notizie apparse su carta stampata e televisioni locali - rispetto a una presunta paternità di un prete padovano, attribuita a don Paolo Spoladore - ha sorpreso e addolorato la Diocesi di Padova che, pur non esprimendo in questo momento un commento o giudizio sulla vicenda, in quanto non informata direttamente della realtà dei fatti, esprime la propria sofferenza. E si auspica, inoltre, che don Paolo Spoladore, con cui si è sempre cercato di mantenere un rapporto sereno e fraterno, possa chiarire eventuali coinvolgimenti e/o responsabilità, nel rispetto di tutti i soggetti coinvolti in questa vicenda.
 
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Ancora "fango" mediatico sui preti padovani. Nel mirino anche don Paolo Spoladore PDF Stampa E-mail
Pubblicato da Redazione web
25-02-2010
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don Paolo Spoladore
don Paolo Spoladore
Sembra non volersi placare la morbosa attenzione riservata dai giornali veneti, e padovani in particolare, su sacerdoti in prima linea e particolarmente impegnati nel sociale.


E' ancora vivo il clamore suscitato dalla vicenda di don Sguotti, soprannominato "il prete innamorato", "reo" di avere tessuto una presunta relazione sentimentale con una giovane donna immigrata e di aver avuto da questa addirittura un figlio. Ma alla gogna - anche se per altri e vari motivi - erano finiti in precedenza anche altri preti, evidentemente considerati troppo contro corrente. Parliamo di don Marco Pozza, soprannominato "don Spritz" per via della sua opera di evangelizzazione condotta nelle piazze dove va di moda l'aperitivo dei giovani, don Marino Ruggero, il parroco che fu rimosso per aver partecipato ai provini del Grande Fratello e aver aperto il bar "Pub dal Don". Per non parlare del "sorvegliato speciale" don Albino Bizzotto, fondatore e animatore del movimento "Beati i costruttori di pace". E così via...

Adesso è la volta di don Paolo Spoladore, sacerdote cantautore molto noto e seguito in tutto il Veneto, non solo tra i giovani. SUlla stampa locale di ieri sono apparsi articoli nei quali si dà spazio alle accuse di una donna che dichiara aver avuto un figlio proprio da don Spoladore. E per suffragare questa circostanza, la donna avrebbe addirittura esibito i risultati del test del DNA.

Piacerebbe conoscere meglio le basi dalle quali questi giornali traggono gli elementi che attribuiscono fondatezza alle esternazioni di questa donna... e sarebbe interessante sapere se questo presunto test del DNA è stato esaminato da un esperto (dubito che un giornalista del Gazzettino, con tutto il rispetto, sappia interpretare senza esitazione un simile documento, ndr.).

Don Spoladore, oltre ad essere un artista molto apprezzato anche a livello internazionale (le sue canzoni sono cantate da una ventina d'anni nelle parrocchie di tutta Italia e non solo), è un prete molto impegnato in attività di formazione. Migliaia di persone, da tutta Italia, seguono ogni mese i corsi di promozione umana organizzati da Usiogope, una società fondata dallo stesso Spoladore per curare l'edizione e la distribuzione di musica e libri.

Insomma, non un prete qualunque. Una figura senza dubbio scomoda, in questo Veneto ancora bigotto e ripiegato su sé stesso,

Intanto, è da sottolineare il commento della curia patavina con un comunicato rilasciato all'indomani delle notizie pubblicate sui giornali. "Le notizie apparse su carta stampata e televisioni locali - rispetto a una presunta paternità di un prete padovano, attribuita a don Paolo Spoladore - ha sorpreso e addolorato la Diocesi di Padova che, pur non esprimendo in questo momento un commento o giudizio sulla vicenda, in quanto non informata direttamente della realtà dei fatti, esprime la propria sofferenza. E si auspica, inoltre, che don Paolo Spoladore, con cui si è sempre cercato di mantenere un rapporto sereno e fraterno, possa chiarire eventuali coinvolgimenti e/o responsabilità, nel rispetto di tutti i soggetti coinvolti in questa vicenda".

L'ultima opera di Spoladore è "Shiloh". Il nono cd di don Paolo Spoladore, in distribuzione dallo scorso dicembre, porta il nome che in alcuni testi biblici si usa per nominare il Messia. «E' il frutto - spiega il sacerdote padovano - di dodici anni di ricerche sui testi e di molte collaborazioni con musicisti e tecnici di tutto il mondo». Ad ascoltarlo in anteprima, al palasport di Bassano, per le tre serate del 20, 21 e 22 dicembre, ci sono state diecimila persone.

Per questo disco, di cui don Paolo ha scritto tutti i brani, ci si è avvalsi di molte collaborazioni esterne rispetto a quelle tradizionali della casa editrice Usiogope. «Pur mantenendo la nostra linea, e cioè che le canzoni siano semplici e cantabili, abbiamo chiesto aiuto ad alcuni che riteniamo tra i migliori professionisti al mondo. L'orchestrazione di circa metà dei brani è fatta da David Campbell che, tra l'altro, è arrangiatore per gli U2 e che, per noi, ha formato un'orchestra registrando in uno studio di Los Angeles. Il coro, poi - raffinatissimo - è svedese, mentre ottoni e fiati sono polacchi. Il resto l'ha fatto la nostra band».
 
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Don Spoladore, la Diocesi non commenta
Ma don Brusegan: "Sbigottito e a disagio"
Padova, intervista con il delegato per l'Ecumenismo sul caso del sacerdote noto come "Padre Rock" che secondo una donna sarebbe il padre di suo figlio di otto anni
PADOVA. Con che stato d'animo avete appreso la notizia?
«Sbigottimento e anche disagio. Disagio perché non sappiamo quanto corrisponda a verità ciò che è stato scritto in questi giorni».

Don Giovanni Brusegan, delegato per l’Ecumenismo della Diocesi di Padova, si sta preparando la cena quando risponde al telefono. Ha appena celebrato una messa in ricordo del marito di una professoressa del Curiel, il liceo scientifico di via Durer dove ha insegnato per molti anni. La telefonata forse non arriva inaspettata. Don Brusegan comunque pesa le parole.

Se confermata, tuttavia, la faccenda si fa pesante per la Diocesi. Prima la storia di don Sante Sguotti, poi di don Federico Bellettin, e ora l’ipotesi di un don Paolo Spoladore padre.
«Al di là dei singoli casi credo sia necessario tenere un atteggiamento di misericordia corretta più che di scandalo. Con ciò non voglio giustificare nessuno, ma nemmeno essere frainteso».

Come mai alcuni anni fa «Donpa» è stato spostato dalla parrocchia di San Lazzaro? «Era un modo per fargli vivere con più autonomia rispetto a quanto può fare un prete di parrocchia il suo modo di comunicare con il canto. Era sicuramente per premiarlo».

L’ha sentito in questi giorni?
«No. Io ho un bel rapporto con don Paolo. Un rapporto di reciproca stima e simpatia».

Secondo lei si è confidato con qualcuno?
«Non saprei. Per come lo conosco prima vorrà verificare i fatti. E comunque posso dire una cosa?»

Prego...
«Oggi viviamo in un mondo fatto di scandali. Ma cerchiamo di rispettare il sacro. E’ l’ultima Bastiglia. Il celibato dei preti è un valore: ogni critica va valutata attentamente. Serve dignità, evitiamo il lassismo».
(25 febbraio 2010)
 
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Venerdì 26 Febbraio 2010
Ancora "fango" mediatico sui preti padovani. Nel mirino anche don Paolo Spoladore

Sembra non volersi placare la morbosa attenzione riservata dai giornali veneti, e padovani in particolare, ai sacerdoti schierati in prima linea e particolarmente impegnati nel sociale.

E' ancora vivo il clamore suscitato dalla vicenda di don Sguotti, soprannominato "il prete innamorato", "reo" di avere tessuto una presunta relazione sentimentale con una giovane donna immigrata e di aver avuto da questa addirittura un figlio. Ma alla gogna - anche se per altri e vari motivi - erano finiti in precedenza anche altri preti, evidentemente considerati troppo contro corrente. Parliamo di don Marco Pozza, soprannominato "don Spritz" per via della sua opera di evangelizzazione condotta nelle piazze dove va di moda l'aperitivo dei giovani, don Marino Ruggero, il parroco che fu rimosso per aver partecipato ai provini del Grande Fratello e aver aperto il bar "Pub dal Don", don Federico Bollettin , il giovane prete che si innamora di una ragazza che aveva aiutato ad uscire dalla tratta. Per non parlare del "sorvegliato speciale" don Albino Bizzotto, fondatore e animatore del movimento "Beati i costruttori di pace". E così via...

Adesso è la volta di don Paolo Spoladore, sacerdote cantautore molto noto e seguito in tutto il Veneto, non solo tra i giovani. SUlla stampa locale di ieri sono apparsi articoli nei quali si dà spazio alle accuse di una donna che dichiara aver avuto un figlio proprio da don Spoladore. E per suffragare questa circostanza, la donna avrebbe addirittura esibito i risultati del test del DNA.

Piacerebbe conoscere meglio le basi dalle quali questi giornali traggono gli elementi che attribuiscono fondatezza alle esternazioni di questa donna... e sarebbe interessante sapere se questo presunto test del DNA è stato esaminato da un esperto (dubito che un giornalista del Gazzettino, con tutto il rispetto, sappia interpretare senza esitazione un simile documento, ndr.).

Don Spoladore, oltre ad essere un artista molto apprezzato anche a livello internazionale (le sue canzoni sono cantate da una ventina d'anni nelle parrocchie di tutta Italia e non solo), è un prete molto impegnato in attività di formazione. Migliaia di persone, da tutta Italia, seguono ogni mese i corsi di promozione umana organizzati da Usiogope, una società fondata dallo stesso Spoladore per curare l'edizione e la distribuzione di musica e libri.

Insomma, non un prete qualunque. Una figura senza dubbio scomoda, in questo Veneto ancora bigotto e ripiegato su sé stesso,

Intanto, è da sottolineare il commento della curia patavina con un comunicato rilasciato all'indomani delle notizie pubblicate sui giornali. "Le notizie apparse su carta stampata e televisioni locali - rispetto a una presunta paternità di un prete padovano, attribuita a don Paolo Spoladore - ha sorpreso e addolorato la Diocesi di Padova che, pur non esprimendo in questo momento un commento o giudizio sulla vicenda, in quanto non informata direttamente della realtà dei fatti, esprime la propria sofferenza. E si auspica, inoltre, che don Paolo Spoladore, con cui si è sempre cercato di mantenere un rapporto sereno e fraterno, possa chiarire eventuali coinvolgimenti e/o responsabilità, nel rispetto di tutti i soggetti coinvolti in questa vicenda".

L'ultima opera di Spoladore è "Shiloh". Il nono cd di don Paolo Spoladore, in distribuzione dallo scorso dicembre, porta il nome che in alcuni testi biblici si usa per nominare il Messia. «E' il frutto - spiega il sacerdote padovano - di dodici anni di ricerche sui testi e di molte collaborazioni con musicisti e tecnici di tutto il mondo». Ad ascoltarlo in anteprima, al palasport di Bassano, per le tre serate del 20, 21 e 22 dicembre, ci sono state diecimila persone.

Per questo disco, di cui don Paolo ha scritto tutti i brani, ci si è avvalsi di molte collaborazioni esterne rispetto a quelle tradizionali della casa editrice Usiogope. «Pur mantenendo la nostra linea, e cioè che le canzoni siano semplici e cantabili, abbiamo chiesto aiuto ad alcuni che riteniamo tra i migliori professionisti al mondo. L'orchestrazione di circa metà dei brani è fatta da David Campbell che, tra l'altro, è arrangiatore per gli U2 e che, per noi, ha formato un'orchestra registrando in uno studio di Los Angeles. Il coro, poi - raffinatissimo - è svedese, mentre ottoni e fiati sono polacchi. Il resto l'ha fatto la nostra band».
 
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Il prete si è barricato in casa nel silenzio. E rifiuta di dirci la sua verità.

Il prete ci tiene tanto che la gente dica la verità, tanto che ha scritto pure un libro sulla verità.

Ma lui si rifiuta di dire la verità.

www.libreriadelsanto.it/libri/97888...ul-vangelo.html

La verità libera. Riflessioni sul vangelo

di Spoladore Paolo

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Il caso di Padre Rock
La Diocesi: don Paolo confessati
La Diocesi di Padova ha lanciato un appello a Donpa Spoladore, il prete rock che una donna di Padova indica come il padre del suo bambino di 8 anni. Il tam tam sulla rete
Paolo Spoladore
Paolo Spoladore
PADOVA. Sorpresa e dolore. Ma anche una preghiera. La Diocesi di Padova ha ufficialmente rotto il silenzio (con un comunicato) e ha chiesto a «Donpa» Spoladore «di chiarire eventuali coinvolgimenti e/o responsabilità, nel rispetto di tutti i soggetti coinvolti in questa vicenda». Un comunicato scritto dopo che don Paolo Spoladore e don Paolo Doni, vicario generale della Diocesi, si sono sentiti telefonicamente. Il contatto è stato confermato sia dai più stretti collaboratori di don Rock che dallo stesso don Doni. «Non ho nulla da aggiungere - ha tagliato corto il vicario generale - Noi abbiamo saputo di questa faccenda dai giornali. E gli unici a sapere la verità sono loro due (la donna e don Spoladore ndr)».

«Le notizie apparse su carta stampata e televisioni locali rispetto a una presunta paternità di un prete padovano, attribuita a don Paolo Spoladore - è, infatti, detto nel comunicato - ha sorpreso e addolorato la Diocesi di Padova che, pur non esprimendo in questo momento un commento o giudizio sulla vicenda, in quanto non informata direttamente della realtà dei fatti, esprime la propria sofferenza. E si auspica, inoltre, che don Paolo Spoladore, con cui si è sempre cercato di mantenere un rapporto sereno e fraterno, possa chiarire eventuali coinvolgimenti o responsabilità, nel rispetto di tutti i soggetti coinvolti in questa vicenda».

Ieri nel frattempo è stata un’altra giornata di passione. Dopo la pubblicazione da parte di un utente della pagina del mattino sulla vicenda, si è scatenato il dibattito sul sito www.campiglia.it. Chi se l’è presa con Pimpi (probabilmente lo pseudonimo utilizzato dall’� ex dipendente di un istituto professionale di Conselve che ha rivelato di aver avuto un figlio otto anni da fa da un prete), chi invece, con «Donpa». Ma non mancano nemmeno i «blogger» a favore di uno o dell’altra. L’unico grande assente è ancora lui: don Spoladore, il cui nome è stato associato a quello del prete accusato da una donna di essere il padre di suo figlio. La donna - che avrebbe in mano l’esito del test del dna che certificherebbe che il padre di suo figlio che ora ha quasi otto anni è un sacerdote - ieri ha parlato attraverso il suo legale che ha cercato di fissare alcuni concetti di una storia che rischia di scappare loro di mano. «La donna ha chiesto per anni il riconoscimento - ha riferito l’avvocato Maria Pia Rizzo - ma non è mai riuscita nel suo intento. Lei vuole che lui faccia da padre al piccolo».


Poi l’avvocato ha spiegato anche il perché la sua cliente abbia deciso di far deflagrare lo scandalo proprio ora. «Non è una questione di soldi - precisa - lui contribuisce economicamente. E’ che già fra l’entourage del sacerdote si parlasse di questa faccenda».

Entourage che da giorni si è stretto attorno a «Donpa». Ieri mattina sia la sede di Usiogope (l’etichetta che edita i cd e organizza i concerti di don Paolo Spoladore il cui nome significa «non temere» in Swahili) a Dolo in via Giotto 4, che la casa del prelato in via Campolino 36 a Codiverno di Vigonza erano rocche invalicabili. Solo risposte telefoniche da parte dei collaboratori. «Assolutamente no comment - risponde Filippo, portavoce di don Spoladore - Sul perché non voglia parlare non so che dire. Sono questioni private. Quando e se deciderà di farlo, penso ve lo dirà». «Chi dice che non ha parlato? - chiude Fabiola, la sua segretaria - La Diocesi ieri l’ha cercato ma lui non c’era. Quando è ritornato in ufficio ha richiamato il vicario generale. Che si sono detti? A voi che interessa?».
(26 febbraio 2010)
 
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Il caso
Gli affari «d’oro» di don Spoladore
E i fan su Internet gli chiedono di fare chiarezza sulla presunta paternità. Il sacerdote-rock star tace dopo la rivelazione di una donna. Intanto guida un impero da 900 mila euro
Don Paolo Spoladore (archivio)

Don Paolo Spoladore (archivio)

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PADOVA — Tace don Paolo Spoladore a cinque giorni dalla denuncia della 49enne mamma della Bassa che, dopo essersi rivolta a una consulente legale con in mano un test del Dna per provare la paternità dal sacerdote, ha raccontato alla stampa il proprio (presunto) dramma personale. «Quasi otto anni fa ho avuto un bambino da un noto prete della diocesi, molto amato dai giovani. E ora vorrei che lui lo riconoscesse» ha fatto sapere. Ma, se la donna non è una mitomane, perché allora il «Donpa» non risponde? Se lo chiedono anche i suoi discepoli. «Su, fatti coraggio, metti in pratica gli insegnamenti che dai agli altri: dicci la verità – ha scritto uno di loro sul forum in Internet www.campiglia.it -. Chi te lo fa fare a barricarti nella tua villetta e a far parlare il portavoce?». Invece niente. Don Paolo Spoladore – chiamato formalmente a giustificarsi anche dalla Diocesi - ha deciso di non parlare, protetto dalla strettissima cortina di ferro dei suoi più fedeli collaboratori.

È una figura singolare don Spoladore. Amatissimo dal suo popolo - che lo considera uno straordinario predicatore, «l’unico in grado di interpretare alla lettera il Vangelo » - il 50enne sacerdote padovano con la passione per il rock è un uomo dalle qualità poliedriche. Negli anni il «Donpa», oltre a coltivare lo spirito di decine di fedeli, è riuscito a costruirsi attorno un impero economico. Per rendersene conto basta fare un salto a Codiverno e osservare la casa dove vive: una splendida villa country, ottimamente rifinita e contornata da un meraviglioso parco. Ma non solo. È soprattutto analizzando i conti della società che cura gli interessi di don Spoladore – la «Usiogope Srl», che ha sede a Dolo, nel Veneziano - che si resta impressionati. Il business è notevole: solo nel 2008 il bilancio della società, gestita come amministratore unico da una donna, la 40enne Fabiola Berloso, si è chiuso con un volume d’affari stimato attorno ai 900 mila euro (893.967 per la precisione). Nel marzo 1994, all’inizio della propria attività, Don Spoladore - che a Santa Maria di Sala, sempre nel Veneziano, tiene corsi di spiritualità, comunicazione, ipnosi, canto – si era accontentato di una società unipersonale. Nel giro di tre anni – nel febbraio 1997 – però l’ha cancellata dal registro delle imprese. E poi, nel 2003, è nata la «Usiogope Srl».

La società gestisce tutto il merchandising di «don rock»: la vendita di cd musicali, spartiti, libri. E poi la raccolta dei soldi relativi alle iscrizioni ai corsi e alle lezioni. Nel 2008 i ricavi di vendite e prestazioni della Srl amministrata dalla Berloso si sono attestati sui 770 mila euro. Una montagna di soldi, se relazionata all’attività di un sacerdote. «È troppo pericoloso per lui far sapere in giro che questo bimbo esiste, che è suo figlio» ha accusato cinque giorni fa la donna che si è rivolta all’avvocato con in mano un test del Dna per provare la paternità. Un’accusa pesantissima tutta da provare, ma a cui per ora don Spoladore ha replicato col silenzio. Un silenzio d’oro.

Giovanni Viafora
01 marzo 2010
 
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Una canzone per la ragazza madre

il mattino di Padova — 27 febbraio 2010 pagina 27 sezione: CRONACA
Don Paolo Spoladore ha composto, in una delle 14 canzoni da lui musicate, un brano dove si può riconoscere una storia così simile a quella vissuta con Pimpy, la ragazza madre che dichiara d’aver avuto con lui un figlio, peraltro mai riconosciuto. Prima che Pimpy mettesse al mondo il suo bambino, che ora sta per compiere 8 anni, il suo legame non spirituale con l’allora parroco rockstar di San Lazzaro durava da circa un biennio. E’ la stessa donna a raccontarlo, una cinquantenne che conserva una bellezza non ancora spenta. Fu un parto prematuro e rischioso. Il «Donpa», questo il nome di battaglia di Spoladore in ambito musicale e religioso, andò a battezzare il neonato in ospedale, quando ancora si trovava nell’incubatrice. Ma poi rimosse quella presunta paternità. E alla Pimpy che reclamava la sua presenza di padre del bimbo, rispondeva che «non aveva tempo». E glielo avrebbe ripetuto anche di recente, quando tornò alla carica sostenendo che il bambino aveva bisogno di un riferimento paterno stabile. E gli spiegò che alla loro creatura era stata riscontrata una patologia di probabile origine ereditaria, tale da richiedere il test genetico del padre naturale per escludere tale eventualità. A quel punto la salute del figlio prevalse su ogni cautela: e venne a galla la verità, visto che il Dna non mente. Forte di tale riscontro scientifico, la madre del bambino ha cominciato a martellare in modo sempre più pressante il sacerdote, andato nel frattempo a vivere a Codiverno, nella villetta rustica con frutteto di via Campolino 35/C. Resta inspiegabile questo lungo silenzio di un ministro di Dio anche coi suoi superiori. Quando era parroco a San Lazzaro, migliaia di adepti intasavano con le loro auto via San Marco e dintorni per andare alla messa «cantata» delle 11. I residenti protestarono e alla fine «Donpa» venne trasferito ad altro incarico nel circuito delle telecomunicazioni, peraltro mai ricoperto. In realtà c’era dell’altro. Non solo i «sussurri» sulla sua paternità ma anche il sospetto che con il suo fare da sacerdote «fuori dagli schemi» potesse aver plagiato altre ragazze. Quel suo aggredire con note che ritmavano il battito cardiaco risvegliava nei fedeli corpo e anima, attraverso un mix d’influenze musicali classiche alla Back dovute a studi di pianoforte, d’esperienze legate all’improvvisazione jazz ma anche al cabaret, quando «Donpa» andava a suonare di sera negli hotel ad Abano per sbarcare il lunario. Un linguaggio musicale con riferimenti anche rock e pop: Deep Purple, Led Zeppelin, Yes, Kiss, Who e Pink Floyd. E soprattutto i Coldplay. Parole e suoni dove tutto vibra. Cuore, sangue e respiro. Aprirò, Bella, Amami, Scivola, Corri, Ali, Pozzo, Ecco, Cerca, Dimmi, Alba, Vivere: tutte canzoni sue, profetiche ed imbonitrici insieme, spirituali e nel contempo terrene. Oppure criptiche, come Ehjeh e Tuuh. Ed ora il silenzio strategico. Di parole ne ha già dette abbastanza. - (Enzo Bordin)

http://ricerca.repubblica.it/repubblica/ar...C6PO_MC601.html

Pimpy si sente accerchiata Il popolo difende «Donpa»

il mattino di Padova — 28 febbraio 2010 pagina 27 sezione: CRONACA
«Donpa» Spoladore continua a non parlare della sua paternità. Meglio tacere che lasciarsi magari sfuggire qualche parola di troppo. E da ieri non è più attivo il forum di wwwcampiglia.it dove Pimpy, l’ex amata, aveva lanciato le sue prime esternazioni riferendo che il sacerdote rockstar si era sottoposto al test del Dna, risultato compatibile con quello del suo bambino di 7 anni e mezzo. «Per qualche giorno il forum non sarà accessibile. Mi spiace chiudere anche a chi non scrive di don Paolo, ma sono costretto a farlo» puntualizza il webmaster Enrico. Il tam-tam sussurrato nel forum di Campiglia.it in queste settimane sul conto di «Donpa» per via di un suo «figlio clandestino», ha costretto Pimpy ad uscire allo scoperto con alcune rivelazioni decisive su una vicenda che avrebbe invece dovuto rimanere segreta. Essendo un’assidua e attiva visitatrice di questo sito internet, era rimasta esterrefatta nel sentir raccontare una storia distorta su questa sua privatissima vicenda di ragazza-madre. Ha allora deciso di uscire allo scoperto dando la versione esatta dei fatti, soprattutto in riferimento al test genetico e al comportamento di don Spoladore che si sarebbe disinteressato del bambino. Adesso è divenuta furiosa davanti alle dure (e per lei ingiuste) posizioni assunte da numerosi adepti nei suoi confronti. «Pimpy, sei dispiaciuta per tuo figlio, ma accusare suo padre, sputtanandolo non è che migliori lo stato delle cose. Facevi meglio risolvere la questione senza coinvolgere tanta gente. E poi sapevi benissimo che procreare un figlio con un prete (storia comunque secondo me inventata) portava a future difficoltà. Quello che semini, raccoglierai» scrive Vinny sul forum del 25 febbraio. «Bisogna accettare gli eventi e smettere di parlare. Qualsiasi cosa (Donpa) abbia fatto o non fatto, è la sua vita. Non spetta a nessuno di noi giudicare le sue scelte» avverte Elena. Pimpy non ha gradito questa alzata generale di scudi a favore del presunto padre di suo figlio. Di qui la decisione di rivolgersi all’avvocatessa Maria Pia Rizzo perché si faccia finalmente chiarezza sull’intera vicenda e che «Donpa» si assuma tutte le responsabilità del caso. Un invito alla chiarezza arriva anche dalla stessa Curia vescovile, inquieta per quel suo sacerdote-imbonitore in grado di fare presa su migliaia di ragazzi e ragazze con la sua «musica del cuore».
 
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