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La terribile istoria dei frati di Mazzarino

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view post Posted on 15/1/2010, 00:41
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www.lastoriasiamonoi.rai.it/puntata.aspx?id=473

Nel 1960 la Procura di Caltanisetta emette l'ordine di cattura per quattro frati del convento francescano di Mazzarino accusati di estorsioni, violenze e omicidi. Una storia terribile ai limiti dell'inverosimile.

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Una storia terribile ai limiti dell'inverosimile. Il 16 febbraio 1960 la Procura di Caltanisetta emette l'ordine di cattura per quattro frati del convento francescano di Mazzarino: estorsioni, violenze. omicidi, simulazione di reato per dei frati che avevano fatto voto di povertà, di castità e obbedienza.

www.aldocapitini.it/PagineCOS/2002_02/cosinrete902_3.htm

In “Tutto libri”, come sempre Oreste del Buono e Giorgio Boatti ci ricordano fatti della storia italiana oggi dimenticati ma meritovoli di essere ricordati e presenti.

Impresa lodevole, che dovrebbe essere prassi normale nella scuole a integrazione delle spesso aride cronache della storia.

Il 29 dicembre 2001 ci hanno ricordato la storia dei frati di Mazzarino, frazione siciliana, sotto il cui saio si nascondeva la mafia.

La segnaliamo per chi non l’avesse letta, anche per il suo valore letterario di racconto esemplare

"…La vicenda - in cui si intrecciano omicidi, estorsioni, suicidi di imputati detenuti in attesa di processo - è stata ricostruita una dozzina di anni fa da Giorgio Frasca Polara in un libretto edito da Sellerio che dovrebbe entrare di rigore in una biblioteca ideale di «storie civili» da far leggere non solo ai più giovani, ma a tutti coloro che stentano ancora ad accettare il sacrosanto principio dell'eguaglianza dei cittadini, qualsiasi sia l'abito che portano e il ruolo che svolgono, davanti alla legge.

Che qualcosa non vada per il meglio dalle parti del convento di Mazzarino lo comprende anche il padre provinciale dell'ordine quando alla fine dell'aprile 1957 - in visita pastorale ai suo fraticelli - due di questi lo avvicinano e gli spiegano che qualcuno vuole vederlo morto. C'è un solo modo per salvare la pelle: pagare.

Seicentomila lire(che allora non sono pochissime).

Loro sanno a chi.

E' la prima di ulteriori somme che il provinciale avvicinato sempre dai due frati per conto di una misteriosa congrega delinquenziale di cui loro, asseriscono, non sarebbero che i terrorizzati ambasciatori, deve pagare.

Questo è il primo capitolo e, in un certo senso, la sperimentazione di un copione che si evolverà.

La vittima successiva è il farmacista Ernesto Colajanni che si vede bruciare il massiccio portone di quercia della sua abitazione.

….Seguono convulse trattative tra il farmacista e il decano dei frati, padre Venanzio, che davanti alle proteste del professionista per l'entità della somma si dimostra assai informato sui suoi cespiti.

Comunque s'impegna ad intercedere presso i malavitosi.

E' un compito che svolge in sveltezza: come racconta Frasca Polara, padre Venanzio «ricomparve in casa Colajanni appena due giorni dopo. Dalla soglia levò in alto la mano destra e drizzò indice e medio, ma non era una benedizione: “Due, quelli vogliono almeno due milioni"».

Alla fine l'estorsione ai Colajanni si conclude con un esborso, affidato sempre ai frati, di mezzo milione.

L'anno dopo, siamo nel 1951, s'arriva alla nuova vittima.

Il proprietario Angelo Cannata di ritorno dalle sue proprietà, viene affrontato al tramonto da quattro uomini armati che - davanti all'autista, alla moglie e al figlioletto - gli sparano alle gambe.

Sopravviene un'emorragia e il pover'uomo muore…

….La cosa impressionante è che la macchina estorsiva non si ferma neppure col morto di mezzo.

Un altro fraticello, padre Carmelo avvicina i famigliari e bussa a soldi per stornare ulteriori rappresaglie.

Sentendo che frastornati dall'uccisione del loro caro i Cannata intendono cristianamente affidarsi alla Provvidenza il frate perde le staffe «che Provvidenza e Provvidenza! Ci avimu a pinzari nuantri, no Diu!», afferma.

E i Cannata pagheranno.

….la vicenda…alla fine, culmina con l'arresto da parte della procura di Caltanisetta di quattro frati e di alcuni «laici», tra cui l'ortolano del convento di Mazzarino, che costituivano il commando assassino.

L'ortolano sarà poi trovato impiccato in carcere.

Ad un cappio legato ad un metro di altezza.

S'apre a Caltanisetta un processo, che calamita l'attenzione nazionale.

Per chi è vicino al cardinale Ruffini, arcivescovo di Palermo, i frati sono vittime di una strumentalizzazione anticlericale.

E' una tesi sostenuta anche da «L'Avvenire»

….Alla fine la corte condanna i «laici» e assolve i frati, accogliendo la tesi di Carnelutti dello «stato di necessità», in quanto minacciati dalla mafia.

E qui, bisogna ricordare una bellissima pagina scritta da Giovanni Leone.

Il grande penalista è allora presidente della Camera.

Sa dunque valutare benissimo il vasto fronte e non solo siciliano che vuole sedare lo scandalo, sopirne l’impatto.

Utilizzando solo argomentazioni politiche, in un memorabile intervento su “Epoca” non solo contesta la tesi dello stato di necessità in cui avrebbero agito i frati ma indica la strada che ogni galantuomo, qualsiasi sia il suo abito, deve percorrere per non convivere con la mafia.

Più tardi, in appello a Perugia, i giudici riconosceranno la colpevolezza dei frati, condannandoli.

Una sentenza passata in giudicato.”


DA LEGGERE

Giorgio Frasca Polara

La terribile storia dei frati di Mazzarino

Sellerio


www.crimeblog.it/post/54/i-frati-estorsori-di-mazzarino

I frati estorsori di Mazzarino
pubblicato: lunedì 11 febbraio 2008 da gabriele ferraresi in: Estorsione e racket Strano ma vero Crimine nella storia Truffe e raggiri

La Sicilia, sul finire degli anni cinquanta è una terra che non possiamo neanche immaginare. In quello scenario si muovono tre “religiosi” decisamente sui generis: Frate Carmelo, Padre Venanzio e Padre Agrippino. I tre infatti erano, come dire, più fedeli alla lira, che alla parola di Cristo; già, perché chiedevano il pizzo. E a chi non pagava, mandavano un paio di sgherri a sparare.

Il primo ad essere oggetto delle loro attenzioni fu un superiore, Padre Costantino, provinciale dei francescani, che pagò. Seicentomilalire dei tempi, non proprio uno scherzo. Il secondo a cui andarono a batter cassa fu Angelo Cannata, un proprietario terriero che si rifiutò di pagare. E loro, visto che “dio perdona, ma io no” replicarono a colpi di doppietta. I tre singolari uomini di fede vennero processati e condannati, in un dibattimento che appassionò l’Italia dei tempi, manco ci fossero di mezzo villini in Val d’Aosta o villette a Garlasco.

Solo Padre Venanzio e Padre Agrippino scontarono tutti e tredici gli anni cui furono condannati. Frà Carmelo morì il 12 dicembre 1964. Per ricordare questa incredibile storia, prequel di tanti altri casi mediatico giudiziari, mercoledì su RaiTre andrà in onda, al mattino alle 8 e la sera a mezzanotte e un quarto “I Diavoli nel convento”.

www.facebook.com/topic.php?uid=70914774960&topic=8884

Post n. 1
Adriano ha scrittoil 12 luglio 2009 alle 15.22
Chi ricorda la storia dei frati di Mazzarino? Il processo fu fatto proprio a Messina! E' stato pubblicato il mio romanzo che riporta le verità reali.


Preti e mafiosi. Due ruoli che di natura dovrebbero essere irriducibili ed inconciliabili. Non è stato così nella Sicilia degli anni 50.

Mazzarino era ed è un piccolo comune del nisseno, reso celebre per il suo convento, per il suo priore e per i fraticelli che invece di contrapporsi al potere delinquenziale denunciando le richieste ed i misfatti, piegarono molte vittime alla volontà dei malfattori.

“Pagate e nulla vi accadrà”: era questo lo slogan dei conventuali.

La loro prima vittima fu padre Costantino, il giorno del suo compleanno che, per sua sfortuna, aveva proprio deciso di festeggiarlo al convento di Mazzarino. A questi seguì il ricco possidente Angelo Cannada, freddato da colpi di fucile, proprio a due passi dalla sua residenza di campagna. Il malcapitato, nonostante numerose sollecitazioni, si era rifiutato di pagare. In seguito fu la volta del farmacista insieme ad altri notabili.

I fraticelli pagarono il conto con la giustizia terrena (con quella ultraterrena non è dato saperlo!).

Il processo iniziò nel 1962 e, tra mille coinvolgimenti, si allungò fino al 1964. In un primo momento furono assolti per lo “stato di necessità”, erano costretti, per arrecare minor danno alle vittime, a convincerli a pagare. La tesi processuale che voleva i monaci di Mazzarino a capo di un'associazione mafiosa dedita all'estorsione divise l'Italia tra innocentisti e colpevolisti. Per i difensori i frati non potevano sottrarsi allo spiacevole ruolo di emissari dei misteriosi criminali che imperversavano nel paese, anzi tennero un comportamento lodevole, quasi da eroi cristiani. Per l’accusa i francescani erano stati gli ideatori dei delitti, mossi da impulsi di avidità terreni.


Alla fine, la Cassazione condannò Padre Venanzio, Padre Agrippino e Fra' Carmelo a 13 anni di carcere.

E' ordinabile da tutte le librerie Italiane o su internet:

www.ibs.it/libri/Nicosia+Adriano/libri.html

Buona lettura! e dite le vostre impressioni

 
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perlanaturale
view post Posted on 15/1/2010, 12:46




Sentendo che frastornati dall'uccisione del loro caro i Cannata intendono cristianamente affidarsi alla Provvidenza
il frate perde le staffe «che Provvidenza e Provvidenza! Ci avimu a pinzari nuantri, no Diu!», afferma.

Che fede sincera!!!
 
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1 replies since 15/1/2010, 00:33   3273 views
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