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Strasburgo, dopo il no arriva il si al crocefisso in aule scolastiche, e le altre storie di crocifissi

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GalileoGalilei
view post Posted on 3/11/2009, 18:04 by: GalileoGalilei
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Le reazioni più deludenti sono quelle di Fini e Bersani, che stupiscono per ubbidienza al Vaticano

http://www.adnkronos.com/IGN/News/Politica...3946274880.html

I commenti sulla sentenza della Corte europea
Crocefisso in classe, il Governo annuncia il ricorso. Bersani: "Simbolo che non offende nessuno"
Pierluigi Bersani (Adnkronos) Pierluigi Bersani (Adnkronos)

Bruxelles - (Adnkronos/Ign) - Il neosegretario Pd: "Prevalga il buon senso". Dure le critiche della maggioranza. Gelmini: "Non si cancellano le tradizioni". Frattini: "Colpo mortale all'Europa". Fini: "Laicità istituzioni non neghi Cristianesimo"

Bruxelles, 3 nov. (Adnkronos/Ign) - Una sentenza della Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo dice 'no' ai crocifissi nelle aule scolastiche. In attesa delle motivazioni, piovono i commenti politici e il governo annuncia il ricorso. Lo annuncia il ministro degli Esteri, Franco Frattini: "La decisione della Corte di Strasburgo ha dato un colpo mortale all'Europa dei valori e dei diritti'' e ''il governo farà ricorso''. Lo presenterà il giudice Nicola Lettieri, rappresentante del governo italiano presso la Corte Europea, che nelle prossime settimane sottoporrà il ricorso a un mini-tribunale di 5 giudici, i quali decideranno l'ammissibilità alla Grande Chambre.


Nel ricorso, spiega Lettieri, "sottolineeremo che noi non siamo uno Stato laico, ma concordatario, come sancito dall'articolo 7 della Costituzione, e che quindi ha rinunciato ad alcune delle sue prerogative".


La sentenza, dichiara Fabrizio Cicchitto (Pdl), "suscita anche in chi è laico fortissime perplessità" e "l'Europa non può andare dietro ai fanatici e, per soddisfarli, annullare uno dei punti di riferimento che nel loro complesso costituiscono la nostra identità". Per Gianfranco Fini, anche se per un giudizio completo bisognerà attendere le motivazioni della sentenza europea, si augura che "non venga salutata come giusta affermazione della laicità delle istituzioni, che è valore ben diverso dalla negazione, propria del laicismo più deteriore, del ruolo del Cristianesimo nella società e nella identità italiana''.

E se per il ministro per le Politiche Europee, Andrea Ronchi, la sentenza "disorienta e preoccupa'', per il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini "la presenza del crocifisso in classe non significa adesione al Cattolicesimo ma è un simbolo della nostra tradizione". "Nel nostro Paese -aggiunge- nessuno vuole imporre la religione cattolica, e tantomeno la si vuole imporre attraverso la presenza del crocifisso. E' altrettanto vero che nessuno, nemmeno qualche corte europea ideologizzata, riuscirà a cancellare la nostra identità''.

Per un'altra quota rosa del governo, Mara Carfagna, il ricorso è giusto perché "il crocefisso non è soltanto un simbolo religioso, ma testimonia una tradizione millenaria, dei valori condivisi dall'intera società italiana''.

"C'è un seme anticattolico che germoglia in Europa e nel nostro Paese", dice il ministro Gianfranco Rotondi. Mentre per Roberto Calderoli (Lega), "la Corte europea ha calpestato i nostri diritti, la nostra cultura, la nostra storia, le nostre tradizioni e i nostri valori. In ogni caso i crocifissi da noi resteranno sulle pareti delle nostre scuole". La sentenza, commenta Mario Borghezio (Lega), "è la fulminea e sinistra risposta dell'Europa al richiamo solennemente pronunciato il 31 ottobre, nel rievocare la caduta del muro di Berlino da Sua Santità Benedetto XVI, il quale auspicava 'che in questo processo della costruzione europea ciascun popolo non sacrifichi la propria identità culturale'''.

Pier Ferdinando Casini (Udc) parla di "pavidità dei governanti europei, che si sono rifiutati di menzionare le radici cristiane nella Costituzione europea".

E se il neosegretario Pd Pierluigi Bersani è cauto (pensa che "su questioni delicate qualche volta il buon senso finisce di essere vittima del diritto" e che "antiche tradizioni come quella del crocifisso non possano essere offensiva per nessuno''), sinistra ed atei plaudono.

''E' un grande giorno per la laicità italiana'' afferma Raffaele Carcano, segretario nazionale dell'Uaar, Unione degli atei e degli agnostici razionalisti . Mentre per Paolo Ferrero (Prc) la sentenza "ci segnale giustamente come uno stato laico debba rispettare le diverse religioni ma non identificarsi con nessuna''.

L'Unione delle Comunità islamiche in Italia (Ucoii) non entra nel merito della sentenza. "Noi come musulmani - si limita a dire il portavoce Ezzedin el-Zir - non abbiamo mai chiesto l'eliminazione dei crocifissi dalle aule scolastiche".

Mentre è un'importante sentenza per i Cobas. "Il crocefisso in aula viola la libertà dei genitori e quella di religione", dice il portavoce nazionale Piero Bernocchi sottolineando come la scelta delle Corte europea affermi "quello che da sempre i Cobas e vari gruppi laici e anticlericali sostengono''.
 
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