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Slovenia. Prete pedofilo, dovrà risarcire la diocesi di Maribor, Anche in Europa si afferma la responsabilità ecclesiastica

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view post Posted on 10/11/2013, 10:07
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Anche in Europa si afferma la responsabilità ecclesiastica


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http://ilpiccolo.gelocal.it/cronaca/2013/1...hiesa-1.8083734

Prete pedofilo, deve risarcire la Chiesa
Clamorosa sentenza in Slovenia. La vittima aveva 7 anni all’inizio degli abusi. Il colpevole morto durante il processo
pedofilia preti pedofili slovenia


di Mauro Manzin

TRIESTE. A prima vista potrebbe sembrare una sentenza come tante altre. Ma appena si scopre chi è il colpevole e chi la vittima si capisce subito che in essa c’è qualcosa di molto importante. Il Tribunale di Maribor, infatti, ha condannato al risarcimento di 80mila euro l’arcidiocesi del capoluogo stiriano a favore di una tredicenne che è stata molestata sessualmente dall’ex parroco di Arti›e. Don Karl Jošt avrebbe abusato complessivamente di sedici ragazzine ma è morto durante il procedimento giudiziario a suo carico che si era aperto a Krško. Aveva 64 anni.
Era il gennaio del 2007. Solo una famiglia chiese il risarcimento del danno e nei giorni scorsi il Tribunale di Maribor con sentenza esecutiva ha condannato l’arcidiocesi al pagamento di, come detto, 80mila euro. Quello che fa senz’altro più clamore nel verdetto dei giudici sloveni non è tanto l’importo del risarcimento, peraltro modesto a nostro avviso a fronte del trauma patito dalla ragazzina, ma perché forse per la prima volta in Europa un tribunale riconosce la responsabilità oggettiva della Chiesa cattolica come persona giuridica in un caso di abuso sessuale da parte di un prete.
L’avvocato della famiglia, Rok ‹eferin aveva chiesto al tribunale un risarcimento pari a 140mila euro visto che la bambina sarebbe stata abusata per la prima volta nel 1990 negli uffici parrocchiali, all’età di 7 anni, mentre frequentava il catechismo per la prima comunione. Secondo l’accusa il parroco l’avrebbe attirata nel suo ufficio promettendole dei dolcetti. Qui avrebbe abusato di lei dicendole dopo la violenza che non doveva parlarne con nessuno altrimenti avrebbe commesso un peccato gravissimo. La bambina impaurita non raccontò nulla ai genitori e così gli abusi proseguirono per altri 5 anni quando la bimba, oramai cresciuta trovò il coraggio di confessare l’intera vicenda. Soffrì di depressione e di bulimia a causa di quanto aveva sopportato. L’avvocato aveva chiesto il risarcimento in quanto gli abusi erano stati compiuti dal parroco durante l’espletamento del suo lavoro. La Chiesa di Maribor aveva sempre negato ogni addebito e professato l’innocenza del prete.
In primo grado il risarcimento stabilito dalla corte fu di 50mila euro ma poi la sentenza venne annullata in secondo grado. Giovedì scorso la sentenza del Tribunale di Maribor (equivalente alla nostra Cassazione) a favore della ragazza che oggi ha 30 anni. «Spero che questa sentenza - ha commentato l’avvocato patrocinatore ‹efrin - porti a un cambiamento di atteggiamento da parte della Chiesa cattolica di fronte a casi di pedofilia. In futuro spero che ci sia piena collaborazione degli organismi ecclesiastici con la polizia per scoprire i colpevoli di abusi e assicurarli alla giustizia concentrandosi altresì sulla vittima e sulle sofferenze da questa patite».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
10 novembre 2013



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view post Posted on 12/11/2013, 17:10
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http://www.ilgiornale.it/news/interni/pret...nni-966578.html

Il prete-dipendente è pedofilo? L'azienda Chiesa paga i danni
L'arcidiocesi slovena di Maribor è stata condannata a versare 80mila euro di risarcimento a una ragazza violentata per anni. E ora rischia la bancarotta


Gianpaolo Iacobini - Mar, 12/11/2013 - 08:23
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Il prete è pedofilo? Paga la Diocesi. Perché un vescovo è come un normale datore di lavoro: risponde dei suoi dipendenti. Anche quando indossano una tonaca.
È questa la tesi che in Slovenia ha portato il Tribunale Superiore di Maribor a condannare la locale Arcidiocesi al pagamento di 80.000 euro in favore di una ragazza - oggi trentenne - ripetutamente violentata dal proprio parroco quando di anni ne aveva 7 ed in canonica andava per seguire le lezioni di catechismo.



La vicenda era cominciata nel 1990: don Karl Jost, all'epoca titolare della parrocchia di Artie, attira la bambina nel suo ufficio con la scusa dei dolcetti. Chiuse le porte, ne abusa sessualmente. E per un lustro la storia si ripete, fino a quando la fanciulla non trova il coraggio di denunciare. Come lei, si scoprirà successivamente, in quei cinque anni altre 15 adolescenti sono costrette con la forza a soddisfare le voglie del prete. Ne nasce un processo che non approda a nulla, perché l'imputato muore prima del verdetto.
È il 2007: per molte famiglie la morte dell'uomo che aveva rubato l'infanzia alle figlie salda il conto. Ma per una di esse non basta. Si va avanti, in sede civile, reclamando giustizia per la depressione e la bulimia patite dalla ragazza a causa delle violenze subite. Dopo sei anni, arrivano infine la sentenza ora definitiva e la condanna a 80.000 euro di risarcimento.
Una mazzata, per l'Arcidiocesi del capoluogo stiriano, peraltro già segnata dal crack milionario seguito al fallimento delle sue finanziarie «Zvon 1» e «Zvon 2» a seguito di investimenti folli sul mercato immobiliare e nelle fibre ottiche. Ma a far notizia è il principio posto a base della decisione: la Chiesa, paragonata ad una normale azienda, dovrà pagare perchè ritenuta giuridicamente responsabile dell'operato dei suoi sacerdoti, nella visione del Tribunale sloveno proiezione di dipendenti legati all'istituzione ecclesiale non solo dalla fede ma anche da relazioni lavorative.
Insomma, il riconoscimento di una responsabilità oggettiva che qualora dovesse diventare criterio diffuso scatenerebbe pure nel Vecchio ed un tempo cattolicissimo Continente la corsa al risarcimento, sulla scia di quanto avvenuto in America.
In realtà, e per questo negli uffici vaticani è suonato l'allarme attorno ai sacri forzieri, il pronunciamento della Corte slovena pare essere già la cristallizzazione, con forza di giudicato, di un orientamento tutt'altro che marginale. In Italia, a fine agosto, il Tribunale di Bolzano ha condannato la diocesi bolzanina e la parrocchia «San Pio X» a rifondere con 700.000 euro la vittima di abusi di pedofilia consumati da un loro sacerdote, don Giorgio Carli, per il quale la Cassazione aveva dichiarato la prescrizione dei reati riconoscendo però alle parti lese il diritto al risarcimento. E quando la palla è passata alla Sezione Civile del Tribunale, i giudici hanno tirato in ballo l'articolo 2049 del codice civile, quello che disciplina la responsabilità dei padroni e dei committenti: «I sacerdoti - si legge nella sentenza - agiscono in esecuzione del mandato canonico loro affidato».
E poichè il parroco aveva affidato a don Carli il catechismo dei ragazzini, «in capo a diocesi e parrocchia sorge una responsabilità di tipo oggettivo: alla guida degli enti ecclesiastici vi sono il parroco e il vescovo, ai quali il diritto canonico attribuisce determinati poteri-doveri di direzione, vigilanza e controllo».
Non esercitare quei poteri e quei doveri adesso può costare caro. E non solo spiritualmente.
 
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