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Pedofilia. 8 anni anche in appello a don Bertagna, reo confesso di 38 violenze

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view post Posted on 12/6/2008, 21:59
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E' l'abate di Farneta

http://www.instablog.org/ultime/22460.html

Pedofilia: 8 anni di carcere a parroco, è reo confesso di 38 casi di violenza
12 Giugno 2008, 20:36

AREZZO - Reo confesso di 38 casi di violenza sessuale e processato per 16 episodi di molestie a minori. E' la vicenda di un prete toscano, ora condannato, con rito abbreviato, a otto anni di reclusione dal giudice per le indagini preliminari di Arezzo. Don Pierangelo Bertagna, 46 anni, ex parroco di Farneta, nel comune di Cortona, in provincia di Arezzo, fu incastrato dalla testimonianza di un ragazzino di 13 anni e che nel 2005 portò all'arresto del sacerdote. Successivamente, il vescovo di Arezzo Gualtiero Bassetti lo sospese 'a divinis'. Dopo l'arresto, decine di genitori andarono dai carabinieri per raccontare cosa era accaduto ai loro figli; a quel punto, il religioso ammise i casi segnalati dalle famiglie, confessando gli altri avvenuti in passato. (Agr)
 
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view post Posted on 13/6/2008, 11:56
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http://stage7.presstoday.com/_Standard/Articles/3963692

Nazione, La (Arezzo)
"La sua congregazione sapeva ma ha sempre taciuto «Vai in missione in Brasile»"
Data: 13/06/2008
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Prima Pagina
AREZZO
--------------------------------------------------------------------------------

PRIMO PIANO pag. 2
La sua congregazione sapeva ma ha sempre taciuto «Vai in missione in Brasile»
I PECCATI DELL’ABATE

I «RICOSTRUTTORI» SAPEVANO ma hanno sempre taciuto. Per connivenza, per timore, forse per la presunzione di riuscire a risolvere il dramma di Don Bertagna senza suscitare lo scandalo. E invece il silenzio dei «Ricostruttori nella preghiera», la comunità cui l’ex abate di Farneta, 46 anni, originario di Gardone Valtrompia, in provincia di Brescia, faceva parte fin da quando era giovane ha contribuito a trasformarsi nel calvario di altre vittime, tutti i ragazzini tra gli 8 e i 16 anni che sono stati molestati dal sacerdote dopo le sue prime confidenze coi compagni di esperienza pastolare.

IL PRETE pedofilo, diviso fra intensità della fede e forza della tentazione, non ha mai nascosto le sue tendenze alla congregazione di cui faceva parte, quei «Ricostruttori» che hanno sede centrale a Torino e che sono da tempo al centro delle polemiche, anche all’interno della Chiesa. Fin da metà degli anni ’80 quindi Don Pierangelo si era confidato con i compagni e in particolare con Padre Vittorio Cappelletto, capo carismatico della comunità e già padre spirituale del futuro abate.

Risulta dalla relazione dello psicologo che ha seguito il prete negli ultimi tre anni e che è stata depositata presso il Gip dalla difesa. Il che non ha impedito che nessuno muovesse un dito perchè Bertagna non cominciasse il percorso che lo ha portato a diventare sacerdote, perchè non frequentasse il seminario, perchè non venisse accolto a braccia aperte in una diocesi, quella di Arezzo, del tutto ignara delle tendenze del nuovo religioso.

C’È STATO poi un secondo avvertimento forte ai «Ricostruttori», come racconta lo stesso Don Bertagna allo psicologo che lo ha inserito nella sua relazione. Accade nel 2000. I volontari della congregazione stanno svolgendo attività nella campagna romana. In una cascina Don Bertagna molesta uno dei ragazzini per i quali si è svolto il processo. I genitori lo vengono a sapere ma non fanno denuncia. Si rivolgono invece ancora a Padre Cappelletto, mettendolo in guardia. C’è un colloquio col futuro abate nel quale gli viene detto che la cura per lui è di stare in mezzo ai bambini. Gli si prospetta pure la possibilità di un invio in Brasile come missionario, ma nulla di più.

Nessuno avverte il Vescovo Bassetti, nessuno cerca di evitare sul serio che Don Bertagna continui a sfogare i suoi istinti. Anzi, nella parrocchia di Farneta, l’abate viene affiancato da altri sacerdoti dei «Ricostruttori», che saranno allontanati qualche mese dopo lo scoppio dello scandalo per le tensioni con i parrocchiani. Ma è troppo tardi per salvare i bimbi molestati, troppo tardi per impedire che un parroco molestato da bambino diventi a sua volta un violentatore. Salvatore Mannino
 
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view post Posted on 14/6/2008, 07:39
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http://corrierefiorentino.corriere.it/cron...nza_prete.shtml

La sentenza Prete condannato per pedofilia
«Solo adesso mi sento libero» Chi lo conosce dice che ha accolto la condanna come fosse una liberazione. Sacerdote accusato di aver abusato di un bambino di 13 anni. Confessati altri 38 casi STRUMENTIVERSIONE STAMPABILEI PIU' LETTIINVIA QUESTO ARTICOLO
Chi lo conosce dice che ha accolto la condanna come fosse una liberazione. La seconda dopo l’arresto, nel 2005, con l’accusa di aver abusato di un suo parrocchiano, un bambino di 13 anni. «Finalmente qualcuno mi ha aiutato» disse il sacerdote quando i carabinieri andarono a prenderlo. Dopo anni di buio, ieri l’ex parroco di Farneta, una frazione di Cortona (Arezzo), Pierangelo Bertagna, 46 anni, è stato condannato, con rito abbreviato, a otto anni di reclusione. Era accusato di violenza sessuale su 16 minori, abusi che lo stesso sacerdote confessò al magistrato. Dalla relazione di uno psicologo, depositata dai difensori del parroco Francesca Mafucci e Annelise Anania, emergerebbe che, in cerca di una via di uscita, già negli anni Ottanta il sacerdote avrebbe confidato la sua attrazione per i bambini a persone fidate dei «Ricostruttori nella preghiera», la comunità guidata da Gian Vittorio Cappelletto e di cui Bertagna faceva parte.
DEI 16 EPISODI, 4 SONO MINORI. Dei sedici episodi per i quali Bertagna è stato condannato, la maggior parte avvenuti nel Cortonese e nel Lazio, quattro riguardano minori di 10 anni. La vicenda emerse nel 2005, quando il religioso venne arrestato dai carabinieri. Il paese si ribellò, ma poi si scoprì che un bambino di 13 anni aveva raccontato alla madre le attenzioni subite dal parroco, che involontariamente ammise le proprie responsabilità scusandosi con la famiglia del piccolo. Poco dopo, ci fu la confessione al magistrato Ersilia Spena. «Fu una sorta di liberazione - dicono i difensori - Bertagna aveva sempre cercato qualcuno che lo aiutasse ma fino a quel momento, chi aveva raccolto i suoi sfoghi non aveva mosso un dito». Si racconta che siano 38 i casi confessati dal sacerdote al magistrato, non sempre su minori, non sempre con violenza. Si trattava di carezze molto audaci o di qualche contatto più profondo; mai, sembra, di rapporti completi. Dopo l’arresto, il vescovo di Arezzo Gualtiero Bassetti lo sospese a divinis. Poi Bertagna chiese al Papa di ridurlo allo stato laicale e Benedetto XVI lo dispensò da tutti gli oneri del sacerdozio. Bertagna, nato a Gardone Val Trompia (Brescia), ha avuto un’infanzia difficile: da bambino ha subito una violenza sessuale. Prima di entrare in seminario (sarà ordinato sacerdote a 39 anni) si era arrangiato con qualche lavoretto da falegname. Poi l’incarico a Farneta. «Da quando è stato arrestato - conclude Mafucci - ha passato il tempo fra eremi e attività di volontariato. Non è più tornato a Farneta. Paradossalmente, adesso che è sotto controllo in un luogo protetto, Bretagna si sente finalmente libero».
13 giugno 2008


 
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Visitor Q
view post Posted on 14/6/2008, 14:28




CITAZIONE
Pedofilia: 8 anni di carcere a parroco, è reo confesso di 38 casi di violenza
12 Giugno 2008, 20:36

AREZZO - Reo confesso di 38 casi di violenza sessuale e processato per 16 episodi di molestie a minori. E' la vicenda di un prete toscano, ora condannato, con rito abbreviato, a otto anni di reclusione dal giudice per le indagini preliminari di Arezzo......

la stessa vecchia disgustosa storia...
 
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view post Posted on 17/6/2008, 12:11
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http://stage7.presstoday.com/_Standard/Articles/4015500

Stampa, La
"L'ex parroco pedofilo "I superiori sapevano""
Data: 17/06/2008


Cronaca Locale



Lo scandalo
di Arezzo
investe Torino


L’ex parroco pedofilo
“I superiori sapevano”


RAPHAËL ZANOTTI


Lo scandalo parte da Arezzo, con la condanna a otto anni dell’ex parroco di Farneta, don Pierangelo Bertagna, 46 anni, reo confesso di 38 casi di violenza sessuale e processato per 16 episodi di molestie a bambini. Ma il terremoto investe Torino e la diffusissima quanto discussa associazione dei «Ricostruttori nella preghiera», creatura di padre Vittorio Cappelletto, ottuagenario e carismatico gesuita il cui movimento conta ormai una cinquantina di sedi in tutta Italia.

A mettere nei guai i «Ricostruttori» è stato lo stesso Bertagna, sospeso a divinis e oggi senza tonaca. Arrestato nel 2005 a seguito della denuncia della famiglia di un 13enne, l’ex parroco non solo ha candidamente confessato, ma ha rivelato che i «Ricostruttori» e padre Cappelletto sapevano tutto fin dagli Anni Ottanta. Lui, nato e cresciuto nel gruppo e diventato parroco proprio grazie al gesuita torinese, avrebbe chiesto loro aiuto, ma senza riceverlo.

L’agghiacciante particolare, emerso nel corso del processo, troverebbe conferma nelle testimonianze di alcune famiglie delle vittime. Racconti prodotti al processo dai difensori dell’ex parroco, le avvocatesse Annelise Anania e Francesca Mafucci. Alcuni genitori si sarebbero rivolti a padre Cappelletto per segnalare che c’era qualcosa che non andava, ma dopo generiche rassicurazioni la situazione sarebbe rimasta identica. Secondo quanto dichiara Bertagna allo psicologo che lo ha avuto in cura negli ultimi tre anni (e riportato nella perizia depositata al processo), addirittura padre Cappelletto, di fronte alla sua confessione, lo avrebbe esortato a rimanere coi minori: «I bambini ti guariranno», avrebbe detto, prospettando anche un suo trasferimento in Brasile nel caso in cui le pressioni dei familiari si fossero fatte troppo forti. Una versione che oggi padre Cappelletto respinge con forza: «È una persona disperata - dice il gesuita mentre è in visita in una delle case del gruppo in Sicilia -. Non mi ha mai detto nulla, così come le famiglie. Se avessi saputo, lo avrei aiutato».

I «Ricostruttori», però, non vivono un buon momento. Il Centro di Consulenza Anti Abuso di Bologna ha raccolto numerose testimonianze di fuoriusciti che raccontano di pratiche che poco hanno a che vedere con il cattolicesimo, quanto piuttosto con l’induismo e le medicine energetiche, con forme che ricordano la setta spersonalizzante. «Una montagna di materiale venuto fuori dopo una tavola rotonda sul tema organizzata dal centro a dicembre del 2007», racconta la psicologa Silvana Radoani.

Il Vaticano sta valutando il caso dei «Ricostruttori» e i gesuiti hanno aperto un’istruttoria su padre Cappelletto. Il quale, però, smentisce ancora: «Se fossimo ambigui non ci avrebbero assegnato due cattedre alla Gregoriana e alla facoltà teologica di Palermo». Padre Cappelletto non è mai stato interrogato né indagato dai magistrati aretini. Le confessioni di Bertagna sarebbero avvenute in una provincia diversa.
 
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view post Posted on 24/9/2008, 08:52
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Padre Vittorio Cappelletto, per i suoi fedeli semplicemente "il John"

http://www.lastampa.it/Torino/cmsSezioni/c.../8179girata.asp

24/9/2008 (8:5) - RETROSCENA
"Avevamo denunciato
quel prete pedofilo"

+ "Soltanto assurde fantasie"



Due famiglie accusano padre Cappelletto di avere taciuto
MASSIMO NUMA e NICCOLO' ZANCAN
TORINO
Lui sapeva. Così hanno denunciato due genitori. Così ha ripetuto diverse volte don Pier Angelo Bertagna, condannato dal gup di Arezzo per otto casi di pedofilia. Lui sapeva ma non avrebbe fatto niente. Così un’indagine partita da lontano deflagra a Torino.

Perché lui è Gian Vittorio Cappelletto, 81 anni, gesuita, fondatore dei Ricostruttori nella Preghiera, gruppo storico con sede in via Cernaia e via Bardonecchia. Cinquemila fedeli in Italia, moltissimi simpatizzanti. Tutti, va detto subito, pronti a difendere e testimoniare l’onestà del loro padre spirituale. Ma per quanto ancora da verificare, le accuse sono precise. Drammatiche.

Hanno messo in allarme gli investigatori torinesi che da anni tengono sotto osservazione il “fenomeno ricostruttori”. Mentre il pm di Arezzo Ersilia Spena, che dal 2005 indaga sui presunti casi di abusi sessuali nelle comunità aretine (trenta violenze confessate, otto accertate in primo grado), ha trasferito gli atti alla procura di Perugia. Perché lì risiedono i genitori di una delle vittime di Pierangelo Bertagna, quelli che hanno chiamato in causa il gesuita di Torino. Dopo aver raccolto le confidenze del figlio dodicenne sulle molestie subite, hanno messo a verbale: «Abbiamo informato padre Cappelletto. Il sacerdote era stupito e sorpreso della nostra narrazione, come se fosse accaduto realmente per la prima volta... Ci ha chiesto che intenzioni avessimo e noi, con l’assicurazione che lui ci dava di curare Pier Angelo, declinavamo l’idea di fare denuncia».

Una famiglia di origine belga. «Quando abbiamo saputo di Bertagna, siamo subito andati ad avvisare padre Cappelletto e padre Lanfranco Rossi, quest’ultimo responsabile del movimento romano. In entrambi i casi ci è stato detto di “non farne parola con nessuno”. Abbiamo abbandonato il gruppo ma non è stato preso alcun provvedimento nei suoi confronti. L’hanno lasciato a contatto con i bambini, omettendo di avvisare i genitori sulle sue tendenze...». Ancora gli stessi genitori: «Ricordiamo di avere fatto delle confidenze anche a don Lanfranco dei Ricostruttori, dicendogli però che già tutto era stato detto a padre Cappelletto e questi non diceva nulla. Non si trattava di una confessione ma di una confidenza sommaria. A lui non spiegavamo i particolari precisi come a don Cappelletto».

Sul ruolo dei superiori gerarchici di don Bertagna, difeso dall’avvocato Annalise Anania, ci sono i verbali dello stesso sacerdote reo-confesso. In sostanza, una conferma indiretta alle segnalazioni delle famiglie. Il pm lo incalza: «Ne ha parlato con il padre spirituale?». Risposta: «Sono confuso... Io ricordo di averne parlato con il padre, non so proprio se in questa occasione, però la mia difficoltà è che ne abbiamo parlato in un ambito di confessione, è quello che la Chiesa chiama il foro interno per cui mi diventa veramente difficile...». Comunque, osserva il pm, anche se in confessione, lei ne ha parlato? «Sì». Bertagna non ricorda in quale occasione ma, sia pure in modo vago, rammenta di essersi «confessato». Il pm: «Don Cappelletto oltre a essere il suo padre spirituale è anche il suo confessore abituale?». Bertagna: «In qual caso lì parlavo proprio di don Cappelletto».

Poi il magistrato si informa sul carattere della segretezza della confessione, cioè quando si possono violare le norme teologiche, ma l’ex sacerdote non è in grado di stabilire un principio preciso. La domanda cruciale del pm: «Mai parlato con nessuno al di fuori del foro, cioè fuori dal segreto della confessione?». Riposta di Bertagna: «No, fuori dal segreto della confessione, no. Ho seguito le indicazioni del padre spirituale, non ricordo in quale confessione». In un altro serrato confronto, l’ex parroco di Farneta, è più preciso: «Ricordo di averne parlato con Cappelletto nell’ambito della segretezza della confessione». Infine, lo stesso concetto, è espresso in questo modo: «Ne ho parlato a lungo anche con altri confessori, ma solo nel segreto della confessione».
Lui li chiama «toccamenti». Ma questo è il capo di imputazione: «Per aver compiuto su ... e altri minori atti sessuali consistiti nel denudarli, palpeggiarli, masturbarli, farsi masturbare ed in alcuni casi aver anche rapporti orali attivi e passivi, con l’aggravante di aver commesso fatti con minori a lui affidati per ragioni di istruzione e vigilanza, alcuni dei quali non avevano ancora compiuto gli anni dieci».

Bertagna spiega al pm l’incipit della sua malattia: «Sono stato fatto oggetto di reati simili all’età di 3,4 anni... Ho proprio perso me stesso, non so, non capisco chi sono... Vorrei che qualcuno mi aiutasse, vorrei proprio rimettere in ordine il passato, però credo di poter dare ancora qualcosa nel mio futuro».

http://www.lastampa.it/Torino/cmsSezioni/c.../8185girata.asp

24/9/2008 (12:47) - LA REPLICA
"Soltanto assurde fantasie"

Padre Vittorio Cappelletto, per i suoi fedeli semplicemente "il John"
+ "Avevamo denunciato quel prete pedofilo"



Padre Vittorio: don Pier non mi ha mai rivelato nulla
M.NUM., NIC.ZAN.
TORINO
No. Non è vero. Sono tutte falsità. Don Bertagna ha perso completamente la testa. Credo che accusare me sia un modo per scaricare la sua coscienza, ha addirittura confessato trenta episodi di molestia, vuole liberarsi di un peso, evidentemente. Vuole tirare dentro tutti...».
Padre Gian Vittorio Cappelletto, per i suoi fedeli semplicemente «il John», accetta di parlare per la prima volta. Aspetta sul portone di via Cernaia 44, davanti alla sede dei Ricostruttori nella Preghiera. Sandali neri e calze blu, lunga barba bianca da asceta. In ascensore schiaccia il bottone del terzo piano. «Sono giorni tremendi», mormora. Sa che nelle carte che condannano per pedofilia il suo sacerdote Pier Angelo Bertagna, lui ricorrere diverse volte. Non lo avrebbe allontanato pur sapendo. Quello che ancora Cappelletto non sa è che anche due genitori hanno firmato un verbale contro di lui. Entra nel suo ufficio, si siede dietro un quadro che raffigura Padre Pio. Ogni tanto si tiene ai braccioli della sedia.

Padre Cappelletto, cosa sta succedendo?
«Casco dal pero, sono stravolto, scioccato. Tutte queste accuse sono false, completamente inventate. I genitori non mi hanno mai messo al corrente delle violenze subite dai loro bambini, altrimenti sarei intervenuto subito. Ho saputo cosa faceva Bertagna quando ormai era troppo tardi».

Quando, precisamente?
«La notte prima del suo arresto. Eravamo all’abbazia di Farneta, ad Arezzo. Mi dice: “Questa donna mi denuncia”. “Per cosa?”, gli ho chiesto. Lui mi ha spiegato. Ha capito che era malato. Mi sembra di ricordare di aver cercato di parlare con quella donna. Forse le ho anche chiesto se poteva ritirare la denuncia».

Voleva mettere tutto sotto silenzio?
«Assolutamente no. Ho subito parlato con il Vescovo, anche lui è cascato dalle nuvole. Bertagna è stato immediatamente ridotto allo stato laicale».

Ora dov’è?
«Dopo la sentenza di primo grado, vive in una comunità di recupero per tossicodipendenti sul monte Amiata. Non l’ho più visto né sentito, mi hanno consigliato di comportarmi così».
Padre Bertagna al pm: «Nella confessione ho detto tutto a padre Cappelletto». Cosa risponde?
«Disgraziato. Non è vero, non me l’ha mai detto. Ripeto: mai. Se l’avessi saputo in quel contesto non avrei potuto denunciarlo. Ma mi sarei sicuramente fatto carico di una cosa così delicata. L’avrei rimosso, allontanato dai ragazzini, l’avrei fatto curare».

I genitori?
«Mentono. Non li ho mai visti».
Cosa comporta questo inchiesta per i Ricostruttori?
«È un danno enorme. Crediamo di essere una buona comunità, ci stanno tagliando le gambe».
Come ricorda padre Bertagna?
«Faceva la carità, coltivava fiori e li vendeva ai mercati. Era volenteroso, bravo, serio, un uomo grande e grosso, una bella persona: sono stato io a chiedergli di unirsi a noi. In seminario si è comportato perfettamente, ha ricevuto lodi da tutti. Ora si è autoaccusato di trenta casi di pedofilia. Sono sconvolto. Mi ha ingannato».

Il segreto confessionale, anche quando si tratta di pedofilia, e quindi con il pericolo di reiterazione dei reati, può essere infranto?
«Assolutamente no. Non ci sono dubbi. Però i sacerdoti devono consigliare o indurre le persone a lasciare gli incarichi e farsi curare».

Edited by GalileoGalilei - 24/9/2008, 15:23
 
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donnaconlapistola
view post Posted on 24/9/2008, 12:47




E che deve dire "cappelletto"? stà nello stesso brodoooooo
 
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donnaconlapistola
view post Posted on 24/9/2008, 13:31




Leggiti questo articolo!
Intervista Cappelletto
 
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donnaconlapistola
view post Posted on 24/9/2008, 14:00




La citata località sul monte Amiata? ma che c'entra qualcosa Eligio Gelmini? Mondo X?
 
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view post Posted on 24/9/2008, 14:16
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No, non credo c'entri.

Il caso don Bertagna: https://laici.forumcommunity.net/?t=16493533



Edited by GalileoGalilei - 24/9/2008, 16:12
 
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view post Posted on 12/3/2009, 13:49
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http://stage7.presstoday.com/_Standard/Articles/9029372

Nazione, La (Arezzo)
"Appello per l'abate pedofilo «Riducete gli 8 anni di pena»"

Data: 12/03/2009
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Cronaca Locale
CRONACA AREZZO pag. 9
Appello per l'abate pedofilo «Riducete gli 8 anni di pena»
Ma andrà comunque in carcere: niente affido in prova
di SALVATORE MANNINO D ON BERTAGNA, l'abate pedofilo di Farneta poi ridotto allo stato laicale, chiede lo sconto. O meglio: lo chiedono per lui i suoi avvocati, Annelise Anania e Francesca Mafucci che hanno presentato ieri il ricorso in appello contro la sentenza di primo grado, quella che condanna l'ex sacerdote, ora volontario in una comunità terapeutica per tossicodipendenti, a otto anni di carcere. Singolare caso quello di un prete che ha confessato ben trentotto casi di violenza su minori (uno dei più grandi scandali sessuali nella storia della Chiesa italiana) e che si trova a essere difeso da due donne, ma anche di queste ironie della sorte è fatta la macchina della giustizia, che garantisce una tutela legale a tutti, anche ai colpevoli e anche con l'assistenza di due giovani avvocatesse assai sensibili agli abusi sui più deboli. Il ricorso non contesta i fatti. E' stato lo stesso Pierangelo Bertagna, che i titoli di Don e di abate li ha persi al termine di un percorso concordato con il Vescovo Gualtiero Bassetti e il Vaticano, a dettare la linea: le violenze ci sono state e nessuno le nega, tantomeno l'autore che le ammise tutte in un interminabile racconto al Pm Ersilia Spena, dopo la crisi di coscienza maturata nell'eremo di Cerbaiolo in cui era stato rinchiuso agli arresti domiciliari. I carabinieri lo avevano portato via dall'abbazia di Farneta in una caldissima giornata di luglio, in seguito alla telefonata con una madre della zona nella quale aveva chiesto scusa per le molestie al figlio. LE ARGOMENTAZIONI delle due avvocatesse sono dunque tutte concentrate sul quantum di pena, che secondo il ricorso è eccessivo rispetto alle colpe. E' troppo alta la pena base dalla quale è partito il Gip Simone Salcerini, spiega il ricorso, è troppo alto il calcolo che è stato fatto della continuazione (il meccanismo in base alla quale si sconta condanna piena solo per il primo episodio di una medesima serie criminosa, mentre per gli altri si aggiunge un tot prefissato), è sbagliata l'equivalenza che il giudice ha stabilito tra aggravanti e attenuanti. Queste ultime, dicono Anania e Mafucci, dovrebbero essere prevalenti, il che farebbe automaticamente scattare la riduzione di un terzo della pena. ECCO, LA PENA. A quanto scenderebbe se la corte d'appello accogliesse il ricorso? Le due avvocatesse fissano nelle loro dodici pagine d'appello anche un termine di confronto: i cinque anni del patteggiamento che era stato concordato con il Pm Spena e che fu poi respinto dal Gip Umberto Rana come non adeguatamente rappresentativo della gravità dei fatti. In ogni caso, persino se la condanna finale fosse quella auspicata dalla difesa, Bertagna non eviterebbe il carcere. Non ha diritto all'indulto (da cui sono esclusi i reati sessuali) e non può neppure essere affidato in prova ai servizi sociali. Lo vieta la legge per i casi di violenza. Se l'abate rinunciasse al ricorso in cassazione, le porte del penitenziario si aprirebbero per lui già dopo la sentenza d'appello. Fra un anno o giù di lì.
 
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view post Posted on 17/3/2009, 17:57
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Il 24 gennaio è morto "padre John", al secolo don Gian Vittorio Cappelletto, gesuita.

L'omelia per la sua morte da parte di un suo adepto

http://www.asaap.org/gruppi/ricostruttori/omeliajohn.pdf
 
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view post Posted on 13/5/2010, 20:57
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http://www.blitzquotidiano.it/cronaca-ital...farneta-373971/

Cronaca Italia
Pedofilia. Confermati 8 anni di carcere a ex abate Farneta

Pierangelo Bertagna

Condanna confermata per Pierangelo Bertagna, l’ex parroco dell’abbazia di Farneta, nel comune di Cortona, che dovrà scontare 8 anni di carcere per aver abusato di minori, anche al di sotto di 10 anni. La corte d’Appello di Firenze non ha cambiato di una virgola la sentenza in primo grado enessa dal gup di Arezzo nel 2008.

Bertagna, 48 anni, originario di Gardone Val Trompia (Brescia), sospeso a divinis, era accusato di 16 casi di molestie nei confronti di altrettanti bambini che frequentavano la parrocchia di campagna a Farneta, tutti ammessi dall’ex abate che ne confessò anche altri 22, avvenuti anni addietro, in seminario (era diventato sacerdote a 39 anni), e presso le comunità che aveva frequentato nel nord Italia. Bertagna potrebbe tra circa tre mesi finire in carcere.

Tra 40 giorni la corte fiorentina renderà note le motivazioni della conferma della condanna. Poi i legali avranno 45 giorni di tempo per ricorrere in Cassazione. Gli avvocati difensori di Bertagna, Francesca Mafucci e Annelise Anania, hanno però annunciato che rinunceranno a fare ricorso.

Il caso dell’ex abate scoppiò nell’estate del 2005. Le confessioni di un tredicenne ai genitori portarono alla prima denuncia ai carabinieri. Il gesto produsse una sorta di effetto domino, con una catena di denunce. Le indagini, condotte dal pm di Arezzo Ersilia Spena, portarono all’arresto del religioso che poi confessò in totale 38 episodi.
 
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view post Posted on 15/4/2015, 10:45
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http://www.diocesipalestrina.it/sito/secon...-casa-del-padre

È tornato alla casa del Padre
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candelEsprimiamo la nostra partecipazione al lutto de “I Ricostruttori nella preghiera”, che ieri, domenica della Divina Misericordia hanno perso un confratello p. Lanfranco Rossi, docente di spiritualità dei padri della chiesa alla università pontificia Gregoriana. La sua vita si è spenta nella cascina di san Feliciano a Zagarolo.
 
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view post Posted on 17/4/2015, 14:05
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https://mammadolce.wordpress.com/2008/06/1...-dagli-anni-80/

Testimonianze
08/02/2009 alle 21:00

Invio alcun testimonianze importanti riprese da un blog, che confermano ciò che è emerso nel processo, e cioè che padre Cappelletto ed alcuni altri sacerdoti dei Ricostruttori sapevano ed hanno taciuto.

Questo racconto è la cronaca di come si sono comportati i Ricostruttori con gli abitanti di Farneta dopo l’arresto di don Pierangelo Bertagna. E’ preso da un post del vecchio Blog che potete trovare sul link:
www.asaap.org/gruppi/ricostruttori/orlandofurioso.pdf

Per chi non conosce il gruppo vi sono alcune parole e nomi che hanno bisogno di spiegazione.

DEVADATTA è il nome dei centri dei Ricostruttori in cui si insegna la meditazione, si fanno corsi new age, spesso sono corredati di ambulatori dove si cura con la medicina alternativa, e si dice messa.

PISTU, LORENZO, DANIELE, LANFRANCO sono Sacerdoti dei Ricostruttori nella Preghiera

CAPP è padre Cappelletto Sacerdote Gesuita fondatore dei Ricostruttori nella Preghiera

PIERANGELO è Pierangelo Bertagna ex Sacerdote dei Ricostruttori nella Preghiera

commento di ARIANNA – mai stata in Tibet il 17/10/2006 19.10.15, 213.45.135.xxx

Quello che segue è ciò che mi è stato raccontato.
Appositamente ho omesso tutto ciò che mi sembrava troppo personale, quindi la versione riportata sminuisce i fatti,
certo non li esagera.

Gridavano aiuto da Farneta, perché Farneta si era fidata e poi è stata tradita, abbandonata, negata e infine accusata.
E’ lontano il Tibet da Farneta, ma intorno ci sono uliveti e campi di girasole coltivati con esperienza e amore.

Grazie Farneta e che Dio ci perdoni per non averti amata e rispettata come meritavi.
Come tutti meriterebbero: vicini e lontani.

Il racconto:
Pierangelo e Pistu erano i due parroci di Farneta ma Pistu non viveva lì essendo “in altre faccende affaccendato”.
Era Luglio e c’erano i bambini di Cernobyl ospitati dalle famiglie del luogo.
Durante il giorno i bambini venivano riuniti presso l’Abbazia di Farneta per le attività ricreative organizzate da
Pierangelo e alle quali partecipavano a turno alcuni ragazzi e adulti della zona.

Pierangelo è stato arrestato l’ 11 luglio 2005.

( un abbraccio a tutti: ric ed ex e GRAZIE!)

DOMENICA 10 LUGLIO

Arrivano inaspettatamente a Farneta P Cappelletto e P Lorenzo.
Dicono che quest’ultimo è venuto a sostituire P Pierangelo perché lui possa andare al ritiro.
(Strano: non era mai successo prima!).
P Capp insiste perché Pierangelo parta SUBITO ma lui rifiuta.
P Capp riparte.

LUNEDI’ 11 LUGLIO

I Carabinieri arrivano in Abbazia.
Noi aspettiamo fuori per ore insieme ai bambini di Cernobyl, in estrema ansia.
P Lorenzo è presente.
Arrestano Pierangelo.
Siamo sconvolti e convinti che si tratti di un drammatico errore.
Avvertiamo in cascina.
Ci dicono ridendo che Pierangelo “ne avrà combinata una delle sue”.

MARTEDI’ 12 LUGLIO

Sulle prime pagine dei giornali compare la notizia che l’accusa è pedofilia.
Si precipita da noi il presidente del comitato bambini di Cernobyl da Terni.
Arrivano i giornalisti.
Le famiglie sono sconvolte.
Ci stringiamo intorno all’Abbazia.

DEI RIC NON C’E’ PIU’ L’OMBRA.
LA CANONICA E’ VUOTA.
ANDIAMO IN CASCINA MA NON C’E’ PIU’ NEPPURE IL CARTELLO!

Finalmente Si fa vivo, per telefono, Pistu ma solo per dirci che non viene, di rassicurare noi la gente.

“NOI” DOVEVAMO RASSICURARE LA GENTE???
NOI ERAVAMO LA GENTE!!!

Più volte gli ripetiamo che la situazione è gravissima,
tutti sono sconvolti e c’è urgente bisogno di dare risposte chiare.
Lui ripete di rassicurare tutti e parlare noi con i giornalisti.
Dice che non sono scappati, ma che anzi saranno più presenti di prima.

INTANTO LORO NON CI SONO!

Più tardi P Daniele ci avrebbe detto che avevano dovuto stare vicini ai Ric che erano ai ritiri.

E noi?
NON ERAVAMO ALLA DISTANZA GIUSTA?
NE’ ABBASTANZA VICINI NE’ ABBASTANZA LONTANI?

MERCOLEDI’ 13 LUGLIO

Nella segreteria telefonica della canonica, ancora deserta, ci sono i messaggi disperati della famiglia di Pierangelo
(anche lui ha una mamma e un papà): chiedono che qualcuno dia loro notizie perché hanno saputo del suo arresto
solo attraverso i giornali.

NESSUNO DEI RIC SI ERA FATTO VIVO CON LORO
(anche loro alla distanza sbagliata?).

GIOVEDI’ 14 LUGLIO

È il giorno della riunione settimanale in Cascina.
Andiamo a vedere e troviamo numerosi Ric.: chi canta, chi suona la chitarra, chi prepara e beve tisane.
Ci dicono che la sera sarebbe arrivato P Daniele a dare notizie di Pierangelo.
Tutti sono allegri e gioviali.
Come se niente fosse accaduto.
Aspettiamo.

La sera c’è la normale meditazione di gruppo, terminata la quale, anche dopo l’arrivo di P Daniele, la gente parla e
scherza del più e del meno.
Alla fine, qualcuno di noi decide di chiedere a Daniele notizie: lui dice che Pierangelo ha fatto qualcosa, – NON
GRAVE MA QUALCOSINA SI’ – , e che va cristianamente perdonato.
Aggiunge che sta bene e che loro si occuperanno di tutto.

AVREMMO BEN PRESTO SAPUTO CHE NULLA DI TUTTO QUESTO ERA VERO, NEPPURE CHE DI
PIERANGELO SI SAREBBERO OCCUPATI LORO.

VENERDI’ 15 LUGLIO

Gli anziani genitori di Pierangelo arrivano in Cascina a Farneta e li accogliamo noi.
L’allegra brigata se ne è di nuovo andata!

POI …

Ricompare il cartello per la cascina.
In Abbazia viene appeso un foglio con gli orari della meditazione.
Pistu viene rarissimamente, lo sostituisce P Lorenzo che però se ne sta sempre chiuso in canonica. Persino per la
recita dei rosari per i defunti viene mandato solo un giovanissimo comunitario.

E’ che sappiamo recitare il rosario anche da soli, la presenza di un sacerdote ha per noi ben altro significato e
conforto!

Con noi hanno pochi rapporti, non rispondono mai alle nostre domande, non accettano mai di discutere
dell’accaduto, neanche per aiutarci o sostenerci, sono persino riluttanti ad essere coinvolti nelle nostre attività
parrocchiali.
Continuano invece le loro attività e i loro corsi come se l’Abbazia fosse diventata un Devadatta.

Devadatta e non Chiesa perché la cura di quest’ultima è solo nostra: una volta abbiamo persino trovato le ostie
consacrate dimenticate sull’altare dopo la Messa.

P Capp non è mai più tornato a Farneta.
Però una volta la televisione ha annunciato che P Lanfranco sarebbe venuto a tenerci una conferenza sulla
spiritualità.
Questo poco dopo che dai giornali avevamo saputo la vera entità del “qualcosina” confessato da Pierangelo…

Noi abbiamo cercato il loro aiuto con tutta la disperazione e la necessità che vivevamo in quel momento.
Nessuno può, forse, davvero capire quanto eravamo e siamo sconvolti e confusi!

Quando il consiglio parrocchiale ha deciso di dimettersi, ci hanno detto che a loro non importava:
AVERE UN CONSIGLIO PARROCCHIALE NON ERA UN NOSTRO DIRITTO MA UNA CONCESSIONE
CHE CI FACEVANO LORO!

Sono arrivati al punto di dirci che secondo loro
PIERANGELO AVEVA FATTO CIO’ CHE AVEVA FATTO PERCHE’, A CAUSA NOSTRA, NON POTEVA
MEDITARE ABBASTANZA!!!

Nessuno qui medita più.
A volte ci manca persino la forza di pregare.

commento di Lara per Paolo il 24/10/2006 15.12.28, 87.24.79.xxx

Caro Paolo,
per prima cosa ti ringrazio tanto perchè hai scritto delle cose splendide in cui si sente il tuo cuore e mi hai aiutata.
Adesso sento il bisogno di portare la mia testimonianza su una telefonata che ho avuto con Lanfranco, ma prima
devo spiegare le premesse che mi hanno portato a fare quella telefonata circa un anno fa.
Come vi ho già detto io sono uscita dal gruppo già un anno prima che succedesse di Farneta.

Quando a Luglio 2005 sono usciti i giornali con la notizia dell’arresto di Pierangelo, io non li ho letti, ed essendo già
fuori dal gruppo non ne sapevo nulla.
A Settembre 2005, dopo 2 mesi, una mia amica ancora nel gruppo con cui ero rimasta in contatto, mi ha chiamata e
mi ha raccontato di Farneta, e che lei insieme ad altri del gruppo erano andati via dai ricostruttori non tanto per
quello che era successo, ma per l’omertà ed i tentativi di mettere tutto a tacere che avevano ricevuto in risposta ai
loro tentativi di capire da Cappelletto e vari.
Quest’amica mi ha detto che loro ( lei ed altri volontari che avevano dato TUTTO per il gruppo ) si erano subito
attivati, per cercare di avvisare tutti quelli che potevano aver avuto i figli a contatto con Pierangelo e che nel corso di
questa loro ricerca erano venuti a sapere che una coppia di genitori del gruppo, 10 anni e più prima aveva avvisato
sia Cappelletto che Lanfranco Rossi, del fatto che loro figlio era stato abusato/molestato da Pierangelo (che più di 10
anni fa non ancora era Sacerdote).Che quei genitori uscirono dal gruppo e – continuò a spiegarmi la mia amica- che
Cappelletto nonostante le promesse fatte a loro, non prese NESSUN provvedimento nè per proteggere gli altri
bambini, nè per far curare Pierangelo, che invece fu lasciato senza controllo con i bambini e venne addirittura
ordinato Sacerdote.

Questa mia amica mi ha detto che loro sconvolti, per prima cosa hanno chiesto spiegazioni a Cappelletto che gli ha detto “perdonate, e tenetevelo per voi” che poi era la stessa cosa che Cappelletto aveva detto anche ai genitori di quel bambino 10 anni prima (con gli effetti successivi che tutti sappiamo!)
Poi questi miei amici che allora ancora si consideravano ricostruttori hanno chiesto anche di poter fare una riunione tra tutti i volontari per discutere cosa fare e che questa richiesta è stata categoricamente negata sia dai comunitari che da alcuni responsabili dei volontari. Quindi hanno anche chiesto spiegazioni a Lanfranco che loro stimavano, che era la loro guida, e tu Paolo puoi forse capire adesso cosa si prova, e quanto chi è nel gruppo può stimare Lanfranco! e che le spiegazioni non sono state chieste per distruggere o per vendetta, ma con la morte nel cuore! e soltanto per
capire, e per poter avvisare i genitori dei bambini del gruppo che potevano essere stati abusati, ed aiutarli!Perchè un bambino abusato, ha bisogno di tirar fuori le cose spaventose che ha dentro!!!ha bisogno di essere curato!
A questi miei amici che gli chiedevano come mai non avesse fatto NULLA per allontanare Pierangelo dai bambini e metterli al riparo, ( mi risulta che PierAngelo sia stato molto tempo a Roma prima di essere ordinato )Lanfranco ha risposto DI AVER PREGATO…
Ma ti rendi conto ? se lo avessero curato, allontanato dai bambini, non ne sarebbero stati abusati altri quaranta!!!(non so se è questo il numero preciso)e lui non sarebbe stato rovinato.
Ti rendi conto che senso di onnipotenza e di potere viene attribuito alla meditazione ?

Telefonai e con la morte nel cuore ed ancora un pò di soggezione gli dissi: “Lanfranco è vero che anche tu eri stato avvisato dieci anni fa da una coppia di genitori che Pierangelo aveva molestato il figlio?” e Lanfranco mi ha risposto di si. Allora gli ho chiesto: “perchè non avete fatto nulla per allontanare Pierangelo dai bambini?” e Lanfranco mi ha risposto:” perchè abbiamo pensato che Pierangelo aveva tante belle qualità e volevamo dargli un’altra possibilità”
allora gli ho chiesto se anche Cappelletto lo sapeva, e Lanfranco mi ha risposto: “questo non lo so.”
Allora ho sentito una grande rabbia e gli ho detto:” ma per i bambini che cosa avete fatto ? ai bambini non avete dato nessuna possibilità! che possibilità avete dato ai bambini?” e Lanfranco mi ha risposto:” abbiamo pregato.” di fronte a questa risposta non avevo davvero più parole, ho sentito una gran ferita dentro che si riapriva, perchè anche con
me hanno fatto così, hanno pregato senza fare nulla per me. E gli ho detto soltanto: “prendetevi le vostre responsabilità.” E ti assicuro Paolo che gliel’ho detto con il cuore a pezzi, e poi l’ho salutato.

# 481 commento di Clara – lasciato il 23/11/2006 alle 23:8

Ragazzi in comunità sanno di questo blog e sono anche aggiornati!Vittorio per esempio è al corrente di alcune cose che sono state scritte riguardo a Farneta (lui ha ammesso che le persone sono state lasciate da sole)è al corrente delle contestazioni per il metodo di Ananda Marga e dice che padre Cappelletto all’inizio non ne faceva un mistero.Per ovvi motivi non ha potuto presentare esplicitamente ai vescovi quel metodo. Quindi io deduco che il metodo Ananda Marga è stato presentato camuffato da esicasmo.Comunque Vittorio non condanna Pierangelo e nemmeno il padre anche se non è sicuro che quest’ultimo non fosse al corrente del cosidetto,come lo vogliamo chiamare”disturbo?” di Pierangelo.

# 504 commento di Clara – lasciato il 24/11/2006 alle 14:58

Si mia cara Lara è tutto vero quello che dici. Sono sicura che Padre Cappelletto era già al corrente di tutto ma a me Vittorio non ha voluto dare la certezza ,come se avesse voluto lasciare il beneficio del dubbio su tutta la faccenda.Disse solo “anche se l’avesse saputo cosa sarebbe cambiato?”.Ebbi dentro di me una forte ribellione a queste parole e mi venne la sensazione che il messaggio fosse “il padre lascia che la provvidenza faccia il suo corso”. Pensai che questo io non l’avrei mai accettato perchè per me significa avere grosse responsabilità verso altri esseri umani e non avere carità cristiana verso di loro! Avete presente la PRIMA LETTERA DI SAN PAOLO AI CORINZI 13 CAP. Vi dò solo l’inizio ma cercate di leggerlo è molto eloquente. Se parlassi le lingue degli uomini e degli angeli,ma non avessi la carità,sono come un bronzo che risuona o un cembalo che tentenna. E se avessi il dono della profezia e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza,e possedessi la pienezza della fede così da trasportare le montagne,ma non avessi la carità,non sono nulla..ecc..ecc..più va avanti e più aiuta a capire qual’è l’atteggiamento da tenere SEMPRE se uno vuole il BENE DEGLI ALTRI.

commento di Gabriele – lasciato il 6/12/2006 alle 13:14

Clara, tu hai detto: “Comunque Vittorio non condanna Pierangelo e nemmeno il padre anche se non è sicuro che quest’ultimo non fosse al corrente del cosidetto,come lo vogliamo chiamare “disturbo?”

Io, in un vecchissimo post, scrissi: “Posso aggiungere che un prete dei R mi ha confermato il fatto che “qualcuno sapeva” e che (SECONDO TALE PRETE, ci tengo a precisare che non mi ha dato la cosa per certa) “il Padre (Cappelletto) ha tentato a lungo di dissuadere il Bertagna da certi comportamenti fino poi ad arrendersi e lasciare che la giustizia facesse il suo corso” (quest’ultima cosa è falsa, visto che è stato necessario un ulteriore episodio per portare a galla il fatto). Ancora più grave è stata l’ammissione di questo prete che anche lui “se lo sarebbe tenuto per sè” a proposito del denunciare o meno i comportamenti del Bertagna. Questo è semplicemente agghiacciante.”
Beh, quel prete, adesso lo dico, era proprio Vittorio. Sono convinto che sia una vittima del sistema almeno quanto tutti quelli che scrivono nel blog, perchè si percepisce che in realtà è una persona dal cuore d’oro (dico sul serio). Almeno spero… CONTINUA 14
 
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15 replies since 12/6/2008, 21:59   2544 views
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