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Pedofilia e abusi nei Legionari di Cristo. Le scuse della Congregazione "solo 27 preti pedofili", 60 anni di omertà sui crimini abominevoli di p. Maciel e del discepoli fatti passare come pochi casi isolati

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GalileoGalilei
view post Posted on 22/7/2011, 08:59 by: GalileoGalilei
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14/07/2011
Legionari di Cristo, il delegato pontificio critica i “dissidenti”
Velasio De Paolis


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Velasio De Paolis delegato pontificio per i Legionari


Il commissario nominato dal Papa per riorganizzare la Congregazione fa un bilancio di un anno di lavoro. E attacca duramente i membri critici verso il rinnovamento. “Sembrano quasi godere nel riaprire le ferite”
Andrés Beltramo Alvarez
Roma

Velasio De Paolis, delegato pontificio per la riforma dei Legionari di Cristo, è infuriato con chi, all'interno della congregazione, la pensa in maniera diversa. Lo scorso 10 luglio ha compiuto un anno come inviato personale di Benedetto XVI. Alcuni, i più critici, speravano che sguainasse la spada e tagliasse le teste degli attuali superiori, eredi dell’immorale fondatore Maciel. Questa volta il Cardinale ha sì estratto la spada, ma per tagliare la testa a chi stava più in basso, a chi ha osato pensarla in maniera diversa, i "dissidenti".



Lo ha fatto durante un lungo discorso in cui ha passato in rassegna il suo lavoro degli ultimi 12 mesi, davanti a tutti i membri della Legione che vivono a Roma, in occasione di un incontro privato, lo scorso sabato 2 luglio, presso la sede del Centro di Studi Avanzati.



In una parte importante del suo discorso ha protestato contro l'atteggiamento di un "nucleo di minoranza" che ha un'"influenza negativa", i cui membri sono "assolutamente critici" verso il percorso di rinnovamento.



"Fin dall'inizio - ha detto - è stato costituito un gruppo che qualcuno ha definito di dissidenti. Questi, ponendo l'accento sulla contaminazione, per così dire, strutturale della congregazione, hanno espresso una sfiducia radicale nei confronti della continuazione e del rinnovamento ".



"E si sono opposti agli stessi legittimi superiori, quasi considerandosi dei custodi dell'ortodossia del cammino da percorrere, utilizzando in gran parte lo strumento di Internet, attraverso una rete formata da 200 persone o forse più", ha detto.



Il porporato ha avvertito che i superiori dovrebbero tenere sotto controllo l'uso che si fa di Internet per "azioni di propaganda" e il potere che alcuni religiosi esercitano sulla comunità. "Se necessario, verranno presi dei provvedimenti opportuni", ha minacciato.



Ha criticato il fatto che questo gruppo si sia imposto con il fine di "informare correttamente" e quasi sempre in modo critico: "Sembrano i depositari di una missione profetica in cui alcuni pensano di avere una particolare vocazione a sostituire i superiori, ergersi come maestri di vita spirituale e farsi latori della sana dottrina".



Inoltre si rammarica del fatto che la ristrutturazione della Legione venga vista come la "conquista di spazi di libertà" e che l'"influenza negativa" sui giovani provochi l'abbandono della congregazione da parte degli stessi.



"Saldi come sono per la ferita subita, sembrano quasi che godano nel guardare le ferite e riaprirle di continuo, piuttosto che guardare più in profondità e con speranza verso il futuro, lavorando per il vero rinnovamento, imboccando il vero cammino della conversione".



La Legione di Cristo sperimenta un processo di riforma ordinato dal Papa dopo che il Vaticano dichiarò pubblicamente che il suo fondatore, il messicano Marcial Maciel Degollado, commise nella sua vita terrena ogni tipo di atto immorale, come l'abuso sessuale su minori e la procreazione con le sue amanti.



All'inizio del 2010, Papa Benedetto XVI ha nominato Velasio De Paolis come suo rappresentante personale per guidare la ristrutturazione interna, consapevole che la struttura dell'ordine era "profondamente contaminata" dalle azioni del suo fondatore.



Sin dall'inizio, le aspettative erano molto alte nei confronti del delegato, ma al suo rifiuto di imporre cambiamenti radicali, un gran numero di membri ha abbandonato la congregazione, circa 42 sacerdoti e 150 seminaristi negli ultimi due anni.




Nel suo discorso del 2 luglio, De Paolis ha detto che la Legione ha attraversato una "fase significativa" della sua riforma, un terzo del triennio previsto inizialmente.



"Si può dire - ha osservato - che fino ad oggi il delegato pontificio non ha mai sostituito l'autorità dei superiori dell'istituto. Le decisioni sono state sempre prese dagli stessi superiori, attraverso la riflessione comune fatta con il delegato e i suoi consiglieri".



Ha assicurato che alcuni dei "dissidenti" vivono nel tormento della loro vocazione sacerdotale e fanno ricadere sugli altri le loro preoccupazioni, in maniera negativa; interpretano il presente come uno schema obsoleto già consolidato: nel presente vedono solo la continuazione di un qualcosa di obsoleto.



"Per loro non esiste né si scorge all'orizzonte niente di nuovo. In questo modo relegano la riflessione in uno spazio confinato, senza alcuna via di fuga, provocando sconforto e disamore nei confronti della vocazione (.) É il diavolo che fa di tutto per distruggere, è l'affanno del diavolo. Sembra che il diavolo si impegni molto! Ma per quale ragione? Per distruggere il regno di Dio. Chi lavora sotto la guida dello spirito edifica", ha esclamato.

Ha riconosciuto che si può cadere in uno stato di costante conflitto, ma ha detto che il conflitto e la disputa da soli non hanno alcun valore. "Dovrebbero essere un momento da superare", ha incoraggiato.

Secondo il cardinale certe discussioni "sono tempo perso" perché sono discussioni della vita di comunità, anche se il loro contenuto è trasmesso via internet, in quanto si tratta di qualcosa che tocca la coscienza dell'individuo e la profondità dello spirito.



"Ma non siamo così ingenui da pensare che, quando diciamo le cose, ci apriamo agli altri con il cuore in mano. Quando parliamo, spesso lo facciamo per giustificarci, ma un individuo può conoscere la sua vera natura e davanti agli altri si rimane in rispettoso silenzio", ha sostenuto.



De Paolis ha anche mosso una critica contro chi trasforma i problemi legati all'interiorità delle persone in un luogo di discussione pubblica, perché significa banalizzare le situazioni, non riflettere e non confrontarsi, ma solo danneggiare i rapporti fraterni.



"Questi sono problemi troppo seri per poterli affrontare in questo modo. Dobbiamo avere rispetto per gli altri. La comunità o il nostro gruppo di interesse non possono diventare le valvole di sfogo delle nostre frustrazioni o la ragione delle nostre giustificazioni. La nostra comunità - ha concluso - non è la sputacchiera. E ci sentiamo umiliati quando veniamo manipolati in questo modo".


http://vaticaninsider.lastampa.it/homepage...de-cristo-4869/
 
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