Laici Libertari Anticlericali Forum

Don Carli condannato per pedofilia su bimba di 9 anni. Gli danno parrocchia con bambini a Vipiteno, Salvato dalla galera per prescrizione, condannato a risarcimento, pagato dalla curia di Bolzano

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 27/1/2007, 22:39
Avatar

Group:
Administrator
Posts:
21,940

Status:


Salvato dalla galera per prescrizione, condannato a risarcimento, pagato dalla curia di Bolzano

Don Carli condannato per pedofilia su bimba di 9 anni. Gli danno parrocchia con bambini a Vipiteno

d-giorgio


www.adnkronos.com/3Level.php?cat=Tr...d=1.0.672278215

Per effetto della pronuncia della consulta su legge Pecorella

Pedofilia, Bolzano: ricorso in appello contro parroco assolto in primo grado

Un sacerdote di San Giacomo, assolto il 20 febbraio 2006 dall'accusa di abusi sessuali nei confronti di una parrocchiana che all'epoca dei fatti aveva 9 anni
Bolzano, 27 gen. - (Adnkronos) - Don Giorgio Carli, 43enne sacerdote di San Giacomo a Bolzano, assolto il 20 febbraio 2006 dall'accusa di abusi sessuali nei confronti di una parrocchiana che all'epoca dei fatti aveva 9 anni, con tutta probabilita' dovra' tornare dinanzi ai giudici. Il sacerdote era stato assolto, perche' il fatto non sussiste, art. 530 secondo comma del codice di procedura penale, ex insufficienza di prove. Gli avvocati di parte civile e la procura avevano annunciato ricorso per Cassazione, dal momento che all'epoca, per effetto della legge Pecorella, non era ammessa l'impugnazione in appello di una sentenza di assoluzione in primo grado.

Ora, a distanza di quasi un anno, la recente sentenza con cui la Corte Costituzionale ha dichiarato illegittime alcune parti della legge Pecorella riapre le porte del tribunale per questo procedimento. L'avvocato Gianni Lanzinger, uno dei legali della parte civile, conferma che si terra' un processo di merito di secondo grado e don Giorgio Carli tornera' davanti ai giudici della corte d'appello di Bolzano, i quali dovranno giudicare la veridicita' del racconto della ragazza che, a distanza di dieci anni e dopo una lunga terapia psicologica, accuso' il prete di ripetuti stupri e violenze avvenuti tra il 1989 e il 1994.

Edited by pincopallino2 - 1/12/2018, 16:24
 
Web  Top
view post Posted on 12/9/2007, 14:42
Avatar

Group:
Administrator
Posts:
21,940

Status:


http://espresso.repubblica.it/dettaglio-lo...trati/1763768/6

TOGHE CONTRO A PALAZZO
Processo don Carli, è «guerra» tra magistrati
Mario Bertoldi


Nota di Tarfusser al Csm perché Coraiola non vuole sostenere l’accusa in appello BOLZANO. «Non sarò certo io a sostenere in aula nel processo d’appello l’ipotesi accusatoria nei confronti di don Giorgio Carli». Questa frase rilasciata al nostro giornale dell’Avvocato generale Silvio Coraiola nel febbraio scorso ha scatenato la reazione del procuratore Cuno Tarfusser che ha preso carta e penna, ha preparato un documento di dissenso (sottoscritto da tutti i magistrati della Procura) e lo ha inviato al Ministro, al Consiglio superiore della magistratura e al Procuratore generale.


Il caso del sacerdote accusato di violenze sessuali a ripetizione ai danni di una parrocchiana bambina, sta creando fratture apparentemente insanabili nella magistratura altoatesina. Come noto il religioso è stato assolto in primo grado. Ora però il caso è destinato a finire entro poche settimane davanti alla sezione bolzanina della Corte d’appello.

I fascicoli del corposo processo sono dunque passati all’Avvocato generale che dovrebbe rilevare il lavoro del Procuratore Cuno Tarfusser e del sostituto Donatella Marchesini, autori dell’ inchiesta. Nel febbraio scorso, però, il dottor Coraiola fece tranquillamente capire che le posizioni delle due Procure non sono certo univoche sul caso e non mancò di sottolineare le proprie profonde perplessità su alcuni «passaggi procedurali» molto disinvolti dell’inchiesta come la decisione del magistrato inquirente di permettere alla donna denunciante di portarsi a casa il verbale di interrogatorio per apporvi eventuali correzioni sulle accuse mosse al prete e la decisione di sottoporre a perizia psichiatrica il testimone chiave il quale avrebbe ripetuto più volte di non ricordare assolutamente nulla. Su questi due passaggi dell’inchiesta il dissenso tra Procure è totale. «Non sarò certo io - disse il dottor Silvio Coraiola - a sostenere in aula l’ipotesi accusatoria».

Una dichiarazione che suonò come una innegabile presa di distanza rispetto al teorema su cui si è sempre basata l’imputazione a carico di don Giorgio Carli. Ora però il caso potrebbe provocare un procedimento di carattere disciplinare nei confronti dello stesso Coraiola che avrebbe in qualche maniera delegittimato il lavoro svolto dalla Procura con dichiarazioni pubbliche rilasciate, oltrettutto, prima ancora di aver preso visione dei fascicoli dell’inchiesta. «Ho voluto segnalare alle autorità competenti un atteggiamento ed un modo di fare del collega Coraiola che non condivido» ha confermato ieri il procuratore Cuno Tarfusser.(12 settembre 2007)
 
Web  Top
view post Posted on 17/4/2008, 08:18
Avatar

Group:
Administrator
Posts:
21,940

Status:


http://www.tgcom.mediaset.it/cronaca/artic...olo409712.shtml

Pedofilia, condannato un sacerdote
Bolzano, sentenza della Corte d'Appello
Un sacerdote 44enne è stato condannato in Corte d'Appello a Bolzano a 7 anni e 6 mesi di reclusione per violenze sessuali nei confronti di una sua parrocchiana, minorenne all'epoca dei fatti. La clamorosa sentenza è arrivata dopo l'assoluzione in primo grado e dopo otto ore di Camera di Consiglio. Il prete è stato anche condannato a un risarcimento di 500 mila euro per la giovane donna e di 200 mila euro per i suoi genitori.


Al centro del processo ci sono le affermazioni della giovane donna. Il ricordo dei fatti, aveva affermato nella sua denuncia, era riaffiorato nel corso di una lunga serie di sedute psicoanalitiche dopo essere stata in precedenza rimosso per anni e anni, causandole una serie di sofferenze fisiche e psichiche. Gli abusi si sarebbero ripetuti per alcuni anni, quando la ragazza ne aveva circa dieci. I fatti, secondo le testimonianze della giovane, erano avvenuti nel periodo della colonia estiva della parrocchia e nella canonica. Il prete si è sempre dichiarato innocente.

"Si tratta di una sentenza coraggiosa che fa giustizia", ha detto l'avvocato della parte civile Gianni Lanzinger. I legali della difesa, Flavio Moccia e Alberto Valenti, si sono detti invece "sconcertati", esprimendo dubbi sulle dichiarazioni della ragazza, frutto di lunghe sedute di psicoterapia ad oltre dieci anni di distanza dai fatti. ''Attendiamo le motivazioni della sentenza ma certamente andremo in Cassazione", hanno dichiarato.


http://www.instablog.org/ultime/18682.html

Pedofilia: Bolzano, condanna in appello per sacerdote 44enne
16 Aprile 2008, 23:36
BOLZANO - Due anni fa era stato assolto in primo grado, ma oggi la Corte d'Appello di Bolzano ha ribaltato la sentenza, arrivata dopo otto ore di Camera di Consiglio. Don Giorgio Carli, un sacerdote di 44 anni, è stato condannato a sette anni e sei mesi di reclusione con l'accusa di violenza sessuale nei confronti di una sua ex parrocchiana, oggi 28enne, ma minorenne all'epoca dei presunti stupri. La giovane aveva rimosso le violenze, che sarebbero successivamente riemerse durante una lunga serie di sedute psicanalitiche, che le hanno causato diverse sofferenze fisiche e psicologiche. (Agr)



http://it.nntp2http.com/cultura/ateismo/20...22bbc292cf.html


http://www.adnkronos.com/3Level.php?cat=Tr...d=1.0.672278215
Per effetto della pronuncia della consulta su legge Pecorella

Pedofilia, Bolzano: ricorso in appello contro parroco assolto in primo grado

Un sacerdote di San Giacomo, assolto il 20 febbraio 2006 dall'accusa di
abusi sessuali nei confronti di una parrocchiana che all'epoca dei fatti
aveva 9 anni

Bolzano, 27 gen. - (Adnkronos) - Don Giorgio Carli, 43enne sacerdote di San
Giacomo a Bolzano, assolto il 20 febbraio 2006 dall'accusa di abusi sessuali
nei confronti di una parrocchiana che all'epoca dei fatti aveva 9 anni, con
tutta probabilita' dovra' tornare dinanzi ai giudici. Il sacerdote era stato
assolto, perche' il fatto non sussiste, art. 530 secondo comma del codice di
procedura penale, ex insufficienza di prove. Gli avvocati di parte civile e
la procura avevano annunciato ricorso per Cassazione, dal momento che
all'epoca, per effetto della legge Pecorella, non era ammessa l'impugnazione
in appello di una sentenza di assoluzione in primo grado.

Ora, a distanza di quasi un anno, la recente sentenza con cui la Corte
Costituzionale ha dichiarato illegittime alcune parti della legge Pecorella
riapre le porte del tribunale per questo procedimento. L'avvocato Gianni
Lanzinger, uno dei legali della parte civile, conferma che si terra' un
processo di merito di secondo grado e don Giorgio Carli tornera' davanti ai
giudici della corte d'appello di Bolzano, i quali dovranno giudicare la
veridicita' del racconto della ragazza che, a distanza di dieci anni e dopo
una lunga terapia psicologica, accuso' il prete di ripetuti stupri e
violenze avvenuti tra il 1989 e il 1994.
 
Web  Top
view post Posted on 17/4/2008, 11:47
Avatar

Group:
Administrator
Posts:
21,940

Status:


Don Giorgio Carli

image

http://www.vivicentro.org/don-guido-carli-...llo-vt8132.html

condanna in appello per sacerdote 44enne



BOLZANO - Due anni fa era stato assolto in primo grado, ma oggi la Corte d'Appello di Bolzano ha ribaltato la sentenza, arrivata dopo otto ore di Camera di Consiglio. Don Giorgio Carli, un sacerdote di 44 anni, è stato condannato a sette anni e sei mesi di reclusione con l'accusa di violenza sessuale nei confronti di una sua ex parrocchiana, oggi 28enne, ma minorenne all'epoca dei presunti stupri. La giovane aveva rimosso le violenze, che sarebbero successivamente riemerse durante una lunga serie di sedute psicanalitiche, che le hanno causato diverse sofferenze fisiche e psicologiche.

Giovedì, 17 Aprile : 2008


Don Carli,

la cronaca del processo


di Mario Bertoldi (Alto Adige)

Otto ore di camera di consiglio, poi il verdetto d'appello tanto atteso: don Giorgio Carli è stato riconosciuto colpevole di violenza sessuale continuata e condannato a sette anni e mezzo di reclusione, 500 mila euro di risarcimento alla parte lesa (la ragazza che lo ha accusato a seguito dei ricordi emersi dopo una lunga psicoterapia), 100 mila euro di risarcimento ad ognuno dei genitori, 60 mila euro di rimborso per le spese di costituzione di parte civile, interdizione perpetua dai pubblici uffici.

Erano le 22.38 di ieri sera quando il presidente Manfred Klammer ha letto in aula la sentenza che ribalta completamente il verdetto di primo grado. Don Giorgio, impassibile sino a quel momento e molto tranquillo per tutto il processo, ha accusato il colpo. Gli occhi si sono improvvisamente arrossati, specchio di una disperazione interiore che probabilmente lo ha sopraffatto. A pochi metri piangevano, ma di gioia, la ragazza accusatrice, il suo fidanzato, i genitori che si sono ritrovati uniti in un abbraccio di liberazione. Un paio d'anni fa, in occasione del processo di primo grado, le stesse scene si erano proposte a fronti invertiti. Ora il caso finirà probabilmente in Cassazione. In tribunale don Giorgio era stato assolto, ieri sera in corte d'appello è stato condannato. Cosa è cambiato tra un giudizio e l'altro? Semplicemente la valutazione che i magistrati hanno dato sulla credibilità della ragazza. E' stato il racconto della denunciante a condannare il sacerdote, pure stimato da molti fedeli, alcuni dei quali hanno atteso in aula il verdetto sino a tarda ora. Nel processo di secondo grado i giudici non hanno avuto la possibilità di elaborare in «presa diretta» tutti gli elementi della vicenda. Il processo d'appello non prevede la riapertura della fase istruttoria in aula, nessun testimone ha raccontato la sua verità davanti ai nuovi giudici. La Corte ha dovuto semplicemente metabolizzare i mille aspetti contradditori di questa vicenda processuale in due giorni di «full immersion» tra requisitorie e arringhe di diverse ore. Questo è il processo d'appello. Pubblico ministero e parti civili sono stati probabilmente più convincenti degli avvocati difensori e per don Giorgio si è aperto il baratro. Quello di ieri sera è stata una delle sentenze più sofferte degli ultimi anni. Lo dimostrano le otto ore che si sono rese necessarie per arrivare al verdetto, dimostrazione di una posizione non unitaria del collegio giudicante. Per ore ore il destino processuale di don Giorgio è rimasto in bilico. Verso le 21.45 i dubbi del terzo componente il collegio si sono sciolti. Non poteva essere diversamente per un processo fortemente indiziario ove l'imputazione nasce dall'interpretazione di un sogno (la violenza sessuale di alcuni marocchini davanti al bar «San Giorgio») di una ragazza da tempo in cura psicoanalitica per disturbi psicosomatici. Fu la correlazione tra il nome del bar ed il passato parrocchiano (a San Pio X) della presunta parte lesa a far decollare i primi sospetti a carico di don Giorgio sino a quando la ragazza, sempre a seguito delle cure, sembrò recuperare ricordi che aveva inconsciamente rimosso per lo shock subito. E' in quel contesto che la ragazza iniziò a raccontare gli stupri a ripetizione (per quasi quattro anni) subìti in parrocchia a San Pio X e in altre strutture ecclesiastiche durante colonie estive a Caoria e a Siusi. Non solo. La ragazza raccontò anche di essere stata violentata per due anni nei bagni della scuola media «Alfieri» da un compagno di classe e disse che negli stupri in parrocchia fu coinvolto anche un amichetto dell'epoca (oggi giovane adulto) obbligato a violentarla mentre il sacerdote filmava le scene indossando un paio di guanti in pelle nera. Racconti del terrore che non trovarono mai riscontri oggettivi esterni. Anche il ragazzo superteste negò. Il racconto della ragazza, però, ora è stato ritenuto attendibile per assenza di contraddizioni e per don Giorgio è stata la fine.


I giudici della Corte d'Appello pronunciano la condanna

image

Edited by GalileoGalilei - 27/5/2008, 13:28
 
Web  Top
view post Posted on 17/4/2008, 14:32
Avatar

Group:
Administrator
Posts:
21,940

Status:


La curia di Bolzano è sconcertata. Per la sorte del prete, mica per quella della vittima.


http://www.leggonline.it/articolo.php?id=7897


SCONCERTO DELLA CURIA «È con grande tristezza e sconcerto che apprendiamo la notizia della condanna di don Giorgio Carli»: lo afferma in una nota la Curia vescovile di Bolzano e Bressanone dopo la condanna, proclamata in tarda serata dalla Corte d'appello, nei confronti del sacerdote bolzanino, a 7 anni e 6 mesi di reclusione per ripetuti abusi sessuali su una parrocchiana, minorenne all'epoca dei fatti.
 
Web  Top
view post Posted on 22/4/2008, 11:57
Avatar

Group:
Administrator
Posts:
21,940

Status:


http://trentinocorrierealpi.repubblica.it/...rentino/1448145

Don Giorgio Carli
arriva in Trentino
Link correlati
LA VICENDA
Una condanna clamorosa TRENTO. Don Giorgio Carli ha lasciato Bolzano. Il sacerdote condannato in appello a sette anni e mezzo di reclusione dopo l'assoluzione ottenuta in primo grado, ha deciso di farsi momentaneamente da parte nella sua città. «E' insopportabile leggere anche in uno solo dei miei parrocchiani il dubbio sulla verità riguardante la vicenda giudiziaria che mi ha travolto» aveva detto. Don Giorgio continuerà a fare il prete in una località del Trentino.

Pur ribadendo la sua totale estraneità ai fatti che gli vengono contestati, don Giorgio ha deciso di proseguire il suo impegno religioso lontano da Bolzano e dalla sua parrocchia. Non andrà in convento come era stato fantasiosamente ipotizzato qualche giorno fa ma proseguirà la sua missione di fede tra la gente e per la gente, in una località del Trentino che la Curia non ha voluto indicare.

La decisione di lasciare momentanemente la parrocchia del Corpus Domini di via Gutenberg è stata presa dallo stesso don Giorgio nonostante la solidarietà giunta da tutto il mondo parrocchiale e dai vertici della Chiesa locale. Non c'è stato, dunque, alcun provvedimento «punitivo» assunto da monsignor Egger il quale, al contrario, avrebbe cercato di indurre il sacerdote ad attendere per lo meno il deposito delle motivazioni della sentenza se non il pronunciamento della Cassazione. In effetti a tutt'oggi la sentenza di condanna a carico di don Giorgio non è definitiva. Il verdetto potrebbe essere annullato dalla Corte di Cassazione cui sicuramente gli avvocati del sacerdote faranno ricorso. Don Giorgio, però, ha preferito fare un passo indietro anche per evitare possibili imbarazzi. Venerdì scorso ha celebrato la sua ultima Messa nella parrocchia del Corpus Domini in via Gutenberg a Bolzano, retta da don Piergiorgio Zocchio.

La celebrazione delle 18 ha visto la partecipazione di molti fedeli che hanno voluto dimostrargli assoluta fiducia e stima. Soprattutto tra i più giovani è anche spuntata qualche lacrima. «Chiedo alle tante persone che mi sono sempre vicine - ha detto commosso don Giorgio - un po' di tempo da vivere in pazienza, silenzio e umiltà, senza clamori o rumori sull'esempio di Gesù che ha amato il silenzio e la preghiera». Non si tratta di un'autosospensione in attesa della definizione della vicenda giudiziaria. Don Giorgio continuerà infatti a fare il sacerdote, a promuovere le attività parrocchiali (soprattutto tra i giovani) ma lo farà in Trentino. «E' una sua decisione assolutamente libera ed autonoma - puntualizza l'avvocato difensore Alberto Valenti - nessuno ha indotto don Giorgio ad allontanarsi da Bolzano».


Dopo la messa d'addio alla comunità del Corpus domini, don Giorgio ha scritto un breve saluto che ha consegnato al viceparocco don Bruno Carli, e che è stato letto durante le messe di sabato e domenica. Sotto il profilo puramente processuale l'attesa per il pronunciamento della Corte di Cassazione si preannuncia piuttosto lunga. Le motivazioni della sentenza di condanna dovranno essere depositate entro metà luglio (90 giorni dal pronunciamento in aula). Complice il periodo estivo i termini per il deposito del ricorso per Cassazione dovrebbero scadere in ottobre. E' molto probabile che l'udienza a Roma non venga fissata prima di un anno, dunque entro la fine del 2009.
(22 aprile 2008)
 
Web  Top
view post Posted on 18/6/2008, 12:06
Avatar

Group:
Administrator
Posts:
21,940

Status:


http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezion...33867girata.asp

18/6/2008 (7:51) - IL CASO
L’incubo inchioda lo stupratore

Don Giorgio Carli



La vittima ricorda durante la psicanalisi:
per il giudice è una prova

FERDINANDO CAMON
BOLZANO
Contiene due rivoluzioni, una nel diritto e una nella psicanalisi, la sentenza del tribunale di Bolzano, sulla quale Rai3 manda in onda una trasmissione («Ombresulgiallo») oggi in prima serata: la sentenza chiude il processo di una ragazza contro un prete che l’avrebbe violentata da quando lei aveva nove anni fino a quando ne aveva quattordici. La ragazza, in quegli anni zitta e docile (nove anni son pochi, non capiva nulla; però quattrodici son tantini), più tardi cominciò a patire dei disturbi per cui entrò in una terapia analitica, e l’analisi avrebbe fatto riemergere in lei ricordi lancinanti, così dettagliati da convincerla che contenevano la verità. Si aprì un processo che si basava su un terreno insidioso: può l’inconscio testimoniare la verità?

Sul lettino
La ragazza s’è fatta 350 sedute di psicanalisi, una particolare psicanalisi che non è freudiana né junghiana (poi ne parleremo), ha discusso con l’analista e ha portato in tribunale numerosi sogni, ma ce n’è uno in particolare, in cui lei sogna violenze di marocchini in un bar che si chiama San Giorgio: nome allarmante, perché le violenze che lei denuncia sarebbero avvenute in una parrocchia che si chiama San Pio X, e il prete che le avrebbe compiute si chiama don Giorgio.

Questo sogno è sembrato determinante. Ma se fosse determinante, sarebbe il primo caso in cui un colpevole risulterebbe «incastrato da un sogno» (o, peggio, da una fantasia). E’ qui la rivoluzione. Nell’attribuire al mondo dei sogni la funzione di garanzia sul mondo reale, tanto forte da reggere una condanna pesante. In primo grado infatti (20 febbraio 2006) il prete fu assolto, ma in secondo grado (16 aprile 2008) fu condannato a 7 anni e mezzo. L’assoluzione in primo grado dipese da alcuni punti deboli dell’accusa, che il prete aveva fatto notare: se la ragazza mi avesse visto spogliato, osservò, saprebbe che sul mio corpo c’è un segno particolare (la circoncisione). Il secondo grado di giudizio fu deciso riesaminando lo stesso materiale probatorio discusso in primo grado, ma stavolta con un altro orientamento, più disposto a riconoscere una vicinanza tra sogno e realtà, tra materiale onirico e prove a carico.

L’amico che non c’era
Otto anni e mezzo di carcere, con quelle motivazioni, sono la fine, per un prete. Adesso si pronuncerà la Cassazione. La Cassazione è attesa a un passo storico. Quel che deciderà lascerà una traccia nella storia del diritto e nella storia della psicanalisi. Perché dovrà pronunciarsi sull’utilizzabilità del sogno in tribunale, il suo rapporto col vissuto, il grado in cui il sogno deforma o conferma la realtà, e le possibilità che la memoria, perduta per una serie di traumi, possa venir ricostruita con particolari tecniche psicanalitiche. La ragazza infatti non è andata in un’analisi freudiana o junghiana, ma s’è sottoposta a un metodo che si chiama «distensione immaginativa», che non è molto lontano dall’ipnosi. Questo metodo dovrebbe permettere alla memoria di allargarsi fino a rioccupare il terreno dal quale s’era ritirata. Rioccupando quel terreno, la ragazza vi ha visto, sopra, don Giorgio, qualche volta con un amico, le loro ripetute violenze, come quelle che nelle cronache talvolta commettono i marocchini. Dimenticavo: l’amico di don Giorgio, un ragazzo, che non ricordava nulla, fu invitato a sottoporsi anche lui alla «distensione immaginativa», ma anche alla fine della cura non ricordava niente.

Era il tentativo di «costruire un testimone mediante la psicanalisi»? Comunque, è fallito. Nessun dubbio però sul fatto che quelle violenze, per la ragazza, siano verità, tant’è vero che la fanno ammalare, la caricano di sintomi. Il problema è se i sintomi siano il prodotto della realtà esterna o della realtà interna. Gli psicanalisti dicono che non è la biografia o la storia che genera nevrosi, ma la nevrosi che genera biografia e storia. Perciò i sogni e le fantasie si usano in analisi, non nelle aule giudiziarie. Se i sogni di coloro che vanno in analisi fossero prove a carico, non basterebbero tutte le prigioni ad accogliere i loro famigliari e amici e conoscenti. Quando leggiamo che un imputato è «incastrato dal dna, o da una scheda telefonica, o da una impronta», ci sentiamo sollevati; ma adesso leggiamo che un imputato è «incastrato da un sogno» o «da una fantasia indotta», e francamente ci sentiamo allarmati.
 
Web  Top
view post Posted on 18/6/2008, 14:04
Avatar

Group:
Administrator
Posts:
21,940

Status:


http://stage7.presstoday.com/_Standard/Articles/4033951

Alto Adige pag. 16
"Don Giorgio Carli pienamente reintegrato"
Data: 18/06/08



IL GIORNALE DI OGGI, MERCOLEDÌ 18 GIUGNO 2008 › CRONACA



Pagina 16 - Cronaca Stampa questo articolo



di Mario Bertoldi

Don Giorgio Carli pienamente reintegrato
Ha ripreso l’attività con i giovani Diffida della parte civile alla Curia


L’atto era stato già annunciato per evitare la prescrizione civile





BOLZANO. L’avvocato Gianni Lanzinger ha provveduto a notificare l’atto di diffida alla Curia in relazione alle presunte responsabilità di carattere civilistico per il caso di don Giorgio Carli. Come aveva preannunciato lo stesso avvocato in occasione del processo di secondo grado si tratta di un atto formale resosi necessario per evitare la prescrizione sotto il profilo civilistico. Nel frattempo don Giorgio è tornato a svolgere in pieno il proprio mandato sacerdotale.
«E’ l’ennesima dimostrazione che nessuno dà molto credito alla sentenza di condanna» commenta l’avvocato Flavio Moccia, uno dei difensori del sacerdote accusato di aver violentato per anni una parrocchiana, all’epoca dei fatti bambina. Una storia ormai nota della quale si occuperà anche la televisione nazionale questa sera con un programma legato proprio al processo di secondo grado che ha ribaltato la sentenza assolutoria del tribunale condannando il sacerdote a 7 anni e mezzo di reclusione. Don Giorgio aveva deciso di allontanarsi per un certo periodo dalla parrocchia del Corpus Domini di via Gutenberg. «E’ insopportabile leggere anche in uno solo dei parrocchiani il dubbio sulla verità riguardante la vicenda giudiziaria che mi ha travolto» aveva detto il sacerdote. Il religioso sembrava destinato ad un periodo di secondo piano all’interno dell’organizzazione della chiesa. «Chiedo un po’ di tempo da vivere in pazienza, silenzio e umiltà» aveva detto nell’ultimo messaggio letto in chiesa aifedeli. In realtà don Giorgio è tornato in pieno alla sua attività sacerdotale (in una parrocchia dell’Alto Adige non indicata per evitare inutile pubblicità) ed il vescovo gli ha confermato in pieno un ruolo di primo piano nella gestione dell’attività giovanile della sua nuova parrocchia. La chiesa, al suo interno, non nutre dunque alcun dubbio della completa estraneità di don Giorgio Carli dalla vicenda per la quale è stato condannato in secondo grado. Nel frattempo l’iter processuale non ha fatto segnare novità sostanziali. Gli avvocati difensori sono in attesa del deposito delle motivazioni della sentenza di condanna della Corte d’appello di Bolzano che dovrebbero essere rese note al massimo entro metà luglio. Anche sotto il profilo civilistico non ci sono novità sostanziali se non, per l’appunto, la notifica alla Curia della diffida della parte civile che ha inteso mettere le mani avanti in caso di conferma della condanna anche da parte della Corte di Cassazione. In effetti i giudici di secondo grado hanno già quantificato anche l’entità del risarcimento. Don Giorgio rischia di dover pagare alla ragazza 500 mila euro e ad ognuno dei genitori altri 100 mila euro. Altri 60 mila euro dovranno poi essere riconosciuti per le spese di costituzione di parte civile. Il conto, dunque, è salato. Si tratta di 760 mila euro che don Giorgio sicuramente non ha ma che gli avvocati si apprestano a chiedere alla parrocchia di San Pio X e alla Curia.







 
Web  Top
view post Posted on 16/7/2008, 12:23
Avatar

Group:
Administrator
Posts:
21,940

Status:


http://espresso.repubblica.it/dettaglio-lo...C2%BB/2033514/6

LA SENTENZA D’APPELLO - Pubblicate ieri a distanza di tre mesi le motivazioni della condanna del sacerdote

«Ragazza credibile, indizi sufficienti»

Mario Bertoldi

Per la condanna di don Giorgio Carli è bastata la parola della presunta parte offesa. Decisivi anche i consulenti dell’accusa: la Corte ha accolto in pieno il teorema della Procura. Nessun dubbio sulla veridicità dei ricordi riemersi grazie alle cure psicoanalitiche

BOLZANO.

Ricordi lineari, precisi, mai contradditori. E’ stato il racconto-denuncia della presunta parte lesa a risultare decisivo nella sentenza con cui la corte d’appello il 16 aprile scorso ha condannato a 7 anni e mezzo di reclusione don Giorgio Carli, il sacerdote assolto in primo grado (da un tribunale tutto al femminile) dall’accusa di aver violentato per alcuni anni una parrocchiana che all’epoca dei fatti era una bimba. Dichiarazioni attendibili, dice la Corte, con efficacia probatoria piena.

Secondo la Corte, dunque, le sole dichiarazioni della ragazza sono sufficienti a dimostrare che i fatti raccontati siano effettivamente accaduti. In sentenza i giudici parlano di «comportamento processuale equilibrato» della denunciante e sottolineano come in tutta la vicenda non siano emersi interessi particolari che possano aver indotto la giovane a fornire un racconto non veritiero. Non solo. I riferimenti di tempo, dei luoghi, delle persone e delle cose indicate sono risultati tutti corretti. Nei ricordi, riemersi grazie dapprima all’interpretazione di un sogno e poi ad una lunga e articolata cura psicoanalitica, i particolari forniti sono risultati sempre numerosi, precisi e corretti. Sono perfettamente ancorati alla realtà - scrivono ancora i giudici d’appello - anche i riferimenti fatti dalla parte lesa (che è da ritenere perfettamente sana di mente) alle attività personali e parrocchiali. Le motivazioni della sentenza di condanna del sacerdote sono dimostrazione che la corte d’appello ha accolto in tutto e per tutto il teorema accusatorio sostenuto da Procura e parte civile. In 183 pagine dattiloscritte la corte ripercorre le tappe della vicenda ma arriva anche a definire il contesto ambientale in cui i fatti si sarebbero svolti, con un ambiente parrocchiale torbido in cui don Giorgio avrebbe avuto piena libertà d’azione per alcuni anni.

Sotto il profilo tecnico la corte d’appello smonta il percorso logico-giuridico del tribunale di primo grado: considera pienamente attendibile la ragazza denunciante e non ritiene che le deposizioni di alcuni testi (in primo luogo del ragazzino che avrebbe partecipato ad alcuni degli stupri in parrocchia) abbiano la forza di togliere credibilità al racconto della presunta parte lesa. E’ questo il passaggio che porta al ribaltamento della sentenza ed è soprattutto la deposizione del cosiddetto superteste a pesare. Il ragazzo che venne indicato come compartecipe degli stupri di don Giorgio (su regia dello stesso sacerdote che avrebbe filmato gli abusi) è stato considerato dalla corte palesemente inattendibile in quanto avrebbe reso dichiarazioni contradditorie e incoerenti, considerate dai giudici di secondo grado non idonee «ad inficiare l’attendibilità della persona offesa che, al contrario, ha reso deposizione estremamente lunga e al contempo lucida, lineare e coerente». Cosa aveva detto il giovane? In un primo tempo aveva lasciato intendere che quanto sostenuto dalla presunta parte lesa potrebbe essere stato vero, anche se personalmente non ricordava nulla. Successivamente, in aula a distanza di due anni, dichiarò (con risolutezza) che i fatti raccontati dalla donna che lo coinvolgevano non erano mai avvenuti. Lo stesso ragazzo era stato anche accusato dalla donna di ripetuti abusi sessuali nei suoi confronti per circa due anni nei bagni delle scuole medie «Alfieri» che entrambi frequentavano. Accusa che non ha mai trovato alcun riscontro (la zona dei bagni era sorvegliata dalla presenza dei bidelli sul corridoio) ma che i giudici d’appello non hanno preso neppure in considerazione (nemmeno a titolo di valutazione dell’attendibilità della ragazza) perchè non considerata nel capo d’imputazione.

«Confuse ed evasive» sono state considerate anche le deposizioni di altri due testi, che in primo grado erano state considerate in termini positivi per la difesa. Si tratta delle deposizioni del parroco don Gabriele Pedrotti e della catechista Culati Vigni, legati da un rapporto di affetto e di amicizia intima. Le loro dichiarazioni rese in aula nel processo di primo grado sono state definite «intrinsecamente contradditorie in contrasto con altri atti del processo, rispetto alle dichiarazioni rese in precedenza nella fase delle indagini preliminari, smentite in modo illogico e affatto convincente».
Un capitolo della sentenza depositata ieri è dedicato anche all’analisi critica del pronunciamento di primo grado che mandò assolto don Giorgio, seppur nel dubbio. I giudici d’appello ritengono che il tribunale abbia «omesso di valutare positivamente quali riscontri prove certe risultanti dagli atti».

La corte d’appello, dunque, parla di «prove certe» evidenziate e specificate in un lungo elenco di elementi tutti a suo tempo contestati dalla difesa del sacerdote (anche nella ricostruzione temporale) quali la macchie di sangue rilevate dalla madre nelle mutandine della piccola abusata, i riferimenti precisi della presunta parte lesa in relazione ai luoghi delle violenze, le dichiarazioni di don Pedrotti in una intercettazione telefonica in cui parla di uno «scivolone» di don Giorgio che «non si sarà probabilmente ripetuto» e le dichiarazioni al telefono della catechista Culati Vigni che, preoccupata per quanto emerso, parla di «un fondo di verità». Tutti elementi che, secondo la difesa di don Giorgio, sarebbero stati letti in termini suggestivi dalla Procura la cui impostazione, però, è stata accolta in pieno dai giudici d’appello con riferimento a deposizioni e testimonianze rese solo nel processo di primo grado, dunque lette dai verbali e non assunte in presa diretta. Poche righe (rispetto alle 183 pagine della sentenza) sono dedicate all’attendibilità di un ricordo-verità recuperato dopo mesi di cure psicoanalitiche: la sentenza elogia apertamente (e più volte) i consulenti della Procura e della parte civile, ritenendo al contrario non all’altezza della situazione i consulenti schierati dalla difesa che avevano sempre fatto riferimento ai possibili «falsi ricordi» che la psiconalisi può generare.

(16 luglio 2008)
 
Web  Top
view post Posted on 16/7/2008, 12:53
Avatar

Group:
Administrator
Posts:
21,940

Status:


Facciamo qualche passo indietro e leggiamo le vergognose dichiarazioni del vescovo Egger su don Carli e don Pedrotti. Emerge il ruolo di don Pedrotti come persona informata dei fatti e che tuttavia, come si legge nella sentenza di appello, avrebbe reso dichiarazioni contraddittorie alla Corte.

http://www.vb33.it/news/se1134414487.htm

12-12-2005 20:08 - CRONACA / GIUDIZIARIA
Per il vescovo Egger niente indagine interna dopo le accuse a Don Carli


Il vescovo non ha ritenuto necessario avviare un indagine conoscitiva interna alla Curia, benché l’abuso sessuali sui minori sia previsto anche dal codice ecclesiastico. E’ il dato più eclatante emerso dall’udienza del processo contro don Giorgio Carli, il sacerdote accusato di violenza carnale nei confronti di una giovane parrocchiana, e che ha visto in mattinata sulla sedia dei testimoni il vescovo della diocesi Bolzano/Bressanone, monsignor Wilhelm Egger il quale nel corso delle indagini preliminari si era avvalso della facoltà di non rispondere richiamandosi al Concordato e all’articolo 200 del codice di procedura penale. Sollecitato dalle domande di procura e parte civile, il vescovo ha ribadito di non aver disposto accertamenti interni in quanto era già in corso quello penale. “Non avevo nessun motivo per fare delle indagini” – ha detto monsignor Egger specificando che il trasferimento di don Carli dalla parrocchia di San Pio Decimo dove secondo l’accusa si sarebbero svolte le violenza sessuali a danno di una bambina che allora aveva appena 9 anni, non aveva nulla a che vedere con i fatti denunciati dalla presunta vittima. E non c’entrerebbero nulla nemmeno le dimissioni dell’allora parroco di san Pio Decimo don Gabriele Pedrotti dall’importante carica di vicario generale. Il vescovo ha ribadito di non aver mai avuto sospetti o ricevuto notizie dei presunti abusi sessuali prima dell’arresto di don Carli ed ha rifiutato di riferire in aula, avvalendosi del segreto professionale, dei colloqui avuti con le persone e tanto meno quelli con don Gabriele Pedrotti del quale, ha detto di non essere mai stato a conoscenza di una presunta relazione con una parrocchiana separata. La parte civile ha chiesto l’acquisizione agli atti del processo dei fascicoli di don Giorgio Carli e don Gabriele Pedrotti contenuti nell’archivio segreto della Curia.

Dopo il vescovo ha deposto l’imputato. Don Giorgio Carli, tranquillo e sorridente, ha negato decisamente di aver mai solo pensato di poter violentare chicchessia, specificando di non aver mai avuto rapporti sessuali con nessuno né prima né dopo il voto di castità.
 
Web  Top
view post Posted on 18/9/2008, 23:37
Avatar

Group:
Administrator
Posts:
21,940

Status:


http://ricerca.quotidianiespresso.it/altoa...B1PO_AB108.html

Don Carli: «Un giudizio senza sconti»
Alto Adige — 18 settembre 2008 pagina 01 sezione: PRIMA

BOLZANO. La sentenza di condanna pronunciata dalla corte d’appello di Bolzano nei confronti di don Giorgio Carli per la vicenda della bambina violentata per quattro anni in parrocchia potrebbe essere dichiarata nulla per intervenuta prescrizione. E’ una delle ipotesi che non lasciano però tranquillo il sacerdote bolzanino che intende, al contrario, ottenere una riabilitazione nel merito. Proprio per questo il sacerdote bolzanino che si è sempre dichiarato completamente estraneo alle accuse rinuncerà espressamente all’eventuale prescrizione. Insomma, Don Giorgio Carli non vuole sconti. BERTOLDI A PAGINA 20

http://ricerca.quotidianiespresso.it/altoa...Z8PO_AZ801.html
Processo a don Giorgio, rischio prescrizione
Alto Adige — 18 settembre 2008 pagina 20 sezione: CRONACA

BOLZANO. La sentenza di condanna pronunciata dalla corte d’appello di Bolzano nei confronti di don Giorgio Carli per la vicenda della bambina violentata per quattro anni in parrocchia potrebbe essere dichiarata nulla per intervenuta prescrizione. E’ una delle ipotesi che non lasciano però tranquillo il sacerdote bolzanino che intende, al contrario, ottenere una riabilitazione nel merito. Proprio per questo il sacerdote bolzanino che si è sempre dichiarato completamente estraneo alle accuse rinuncerà espressamente all’eventuale prescrizione. In questi giorni gli avvocati di don Giorgio stanno mettendo a punto i motivi di impugnazione in Cassazione della sentenza di secondo grado. «Riteniamo che il pronunciamento della Corte - puntualizza l’avvocato Valenti - sia stato caratterizzato da alcuni vizi di legittimità piuttosto pesanti». Uno su tutti: la ripetuta considerazione inserita nella sentenza dei giudici d’appello sulla mancata impugnazione del sacerdote della sentenza assolutoria di primo grado nonostante fosse stata emessa con riferimento all’insufficienza della prova. Per due volte (alle pagine 7 e 16 della sentenza) la Corte d’appello sottolinea la mancata impugnazione da parte del sacerdote della sentenza assolutoria di primo grado, emessa nel dubbio. I giudici di secondo grado la considerarono una scelta del sacerdote quando in realtà l’impugnazione non sarebbe stata tecnicamente possibile sulla base di quanto previsto (art.571) dal codice di procedura penale. Una valutazione - secondo la difesa del sacerdote - sbagliata e pesante. «In effetti ci da la prova - puntualizza l’avvocato Alberto Valenti - di una situazione alterata del giudizio di partenza con cui si è affrontata la soluzione del quesito di responsabilità. Se il giudice erroneamente ritiene che l’imputato non abbia neppure appellato una sentenza di assoluzione emessa nel dubbio (ripetendolo per ben due volte) implicitamente ritiene anche che l’imputato l’abbia accettata». Non fu così per don Carli che - ribadiscono i suoi avvocati - si trovò nell’impossibilità tecnica di impugnare la sentenza di primo grado. I legali di don Giorgio sono comunque convinti che la sentenza d’appello di condanna verrà spazzata via dalla Cassazione. «In diversi punti è palesemente contraddittoria» puntualizza l’avvocato Flavio Moccia secondo il quale c’è pure il rischio di un annullamento della condanna per intervenuta prescrizione dei reati contestati. Una soluzione che comunque don Giorgio (che mira ad una piena riabilitazione) non intende assolutamente accettare. Sotto il profilo squisitamente tecnico sono almeno due i motivi di una possibile nullità dei giudizi precedenti: oltre alla possibile prescrizione, la Corte di Cassazione potrebbe anche rilevare l’improcedibilità dell’azione penale «per tardività o mancanza di querela» da parte della presunta parte lesa che non avrebbe rispettato il limite dei tre mesi a disposizione per sporgere querela dopo aver raggiunto la convizione personale dei presunti abusi subiti dal sacerdote. Gli avvocati difensori ritengono poi che il religioso non avrebbe potuto essere processato per violenza sessuale (secondo l’attuale configurazione giuridica dell’articolo 609 ter del codice penale, entrato in vigore nel 1996) ma per presunta violazione degli articoli (519 e 521 codice penale) in vigore al tempo dei fatti, con pena massima sensibilmente inferiore e tempi di prescrizione (di conseguenza) più ristretti, poi ulteriormente ridotti dalla legge ex Cirielli. - Mario Bertoldi
 
Web  Top
view post Posted on 11/11/2008, 11:29
Avatar

Group:
Administrator
Posts:
21,940

Status:


http://ricerca.quotidianiespresso.it/altoa...Z1PO_AZ103.html

Alto Adige

IL GIORNALE DI OGGI, GIOVEDÌ 9 OTTOBRE 2008 › CRONACA

Pagina 17

«Fa male, ma serve prudenza»
Don Golser: dove è finito il segreto istruttorio?

BOLZANO. Il caso di don Hansjörg Rigger lo aveva fatto piangere. Quello di don Carli lo aveva raccontato al Papa spiegando che era stato uno dei suoi grandi dolori. Chissà come lo scomparso vescovo Wilhelm Egger avrebbe risposto a questo nuovo colpo. Il suo sostituto, l’amministratore diocesano Josef Matzneller, ha deciso di dormirci su una notte. «Oggi niente prese di posizione, arriverà un comunicato ufficiale domani» (oggi per chi legge, ndr), fa sapere l’ufficio stampa della Diocesi.

In Curia la notizia dell’indagine sul parroco di Castelbello è stata uno shock. Don Ivo Muser, rettore del Seminario di Bressanone e tra i candidati a succedere ad Egger, non si pronuncia: «Aspetto anch’io di sentire cosa dirà l’amministratore diocesano. Prima dobbiamo capire cosa è successo».

Anche don Karl Golser, un altro dei possibili successori di Egger, viene colto di sorpresa: «Non sapevo nulla, il caso non lo conosco e non posso commentarlo». Resta però il fatto che è il terzo presunto caso di pedofilia che tocca la diocesi di Bolzano in un lasso di tempo breve. Ad aprile don Giorgio Carli era stato condannato in Corte d’Appello a 7 anni e 6 mesi di reclusione per violenze sessuali nei confronti di una sua parrocchiana, mentre poco meno di un anno fa l’ex decano dello Studio Teologico Accademico di Bressanone Hansjörg Rigger era stato condannato a Siracusa ad un anno e mezzo di reclusione. Non bisogna fare confusione, ammonisce però Golser: «Il caso di don Carli - sottolinea - è completamente diverso. Non si parla di foto trovate su un computer, ma di un’accusa tutta costruita attorno ai ricordi di una ragazza».


Proprio quello che Egger ha sempre affermato difendendo don Carli in aperta polemica con la Procura. Risale proprio al processo al prete bolzanino l’inizio di una serie di frecciate e controfrecciate tra Curia e Procura. Cuno Tarfusser, il procuratore capo, era arrivato a parlare di «ambienti omertosi» riferendosi proprio alla Curia, ma ancora più duro fu l’attacco del vescovo dopo la condanna di don Rigger: «Mentre la Chiesa e la Cutria di Bolzano hanno sempre rispettato e rispettano profondamente la giustizia civile e penale, non altrettanto è stato fatto dalla giustizia dello Stato italiano, che non rispettando le norme del Concordato non ha dato nessuna notizia formale, né preventiva né successiva, del procedimento in corso», erano state le parole di monsignor Wilhelm Egger.

Ora don Golser torna a criticare il modo di operare della Procura: «Ripeto - dice - il caso concreto non lo conosco. Però mettiamo che il computer della parrocchia fosse stato accessibile anche ad altre persone... E in ogni caso a volte il segreto istruttorio andrebbe mantenuto. È chiaro che la notizia di questa indagine avrà ampio rilievo e quindi in ogni caso resterà un’immagine che non è conciliabile con la figura del sacerdote». La Procura, insomma, secondo Golser avrebbe fatto meglio a non rendere note le generalità dell’indagato, anche perché il procedimento è solo all’inizio e non si è di fronte a nessun tipo di condanna definitiva. (mi.m.)

http://ricerca.repubblica.it/repubblica/ar...Z7PO_AZ701.html

Don Giorgio, scatta l'allarme prescrizione
Alto Adige — 06 novembre 2008 pagina 17 sezione: CRONACA

BOLZANO. La sentenza a carico di don Giorgio Carli (condannato in appello a 7 anni e mezzo di reclusione per violenza sessuale continuata ai danni di una bambina della parrocchia) è a concreto rischio prescrizione. La situazione è monitorata con attenzione in Procura a Bolzano ove proprio ieri si è fatto notare che la vicenda processuale potrebbe finire in una bolla di sapone, per prescrizione, dal marzo prossimo. I tempi di prescrizione, infatti, sono di 15 anni dall’ultimo presunto episodio di violenza contestato al sacerdote, che risale alla primavera del 1994. Gli avvocati di parte civile non fanno drammi. «La Corte di Cassazione è solitamente molto attenta a non incappare in ritardi in grado di inficiare tutto l’iter processuale a seguito di intervenuta prescrizione - puntualizza l’avvocato Gianni Lanzinger - non è la prima volta che la Cassazione affronta l’ultima tappa processuale proprio in extremis, a pochi giorni dalla possibile prescrizione. Non penso proprio che ci siano rischi di dimenticanze in caso contrario riterremo l’amministrazione della giustizia responsabile». In altre parole l’udienza a Roma per discutere le contestazioni in diritto sollevate dalla difesa del sacerdote inquisito dovrebbe essere fissata entro i primi due mesi dell’anno prossimo. Neppure la difesa di don Giorgio riterrebbe conveniente, per il sacerdote bolzanino, una conclusione «pasticciata» dell’iter processuale. Il religioso (assolto in primo grado e condannato in appello) si è sempre dichiarato estraneo a tutte le accuse e spera di ottenere l’annullamento della condanna per contradditorietà o illogicità delle motivazioni. Un’assoluzione tecnica per semplici cavilli o scadenze procedurali non sarebbe in grado di ridare dignità e serenità ad un sacerdote che è sempre stato stimato da tutti i parrocchiani. Ecco perchè lo stesso religioso potrebbe comunque decidere, nel caso di clamorosi ritardi nell’udienza in Cassazione, di rinunciare alla prescrizione. «Non si è mai visto un imputato farlo realmente» è stato puntualizzato ieri in Procura. Oltre al confermato avvocato Alberto Valenti, ad occuparsi del caso di don Giorgio e dei presunti «buchi neri» della sentenza d’appello ci sarà in Cassazione anche il professor Franco Coppi, uno degli avvocati penalisti più noti d’Italia, già difensore del senatore Giulio Andreotti. Dieci i punti di contestazione giuridica della sentenza di secondo grado. Sono rilievi in diritto sulla valutazione delle prove e degli elementi «portanti» del processo. La prima contestazione riguarda l’eccezione di tardività della querela presentata dalla presunta parte lesa solo nel 2003. Altro capitolo importante riguarda la rimozione, da parte della vittima, dei ricordi inerenti i fatti di abuso. In sostanza gli avvocati di don Giorgio ritengono viziata da «profonda illogicità» la valutazione dei giudici sulle «amnesie» della presunta parte lesa.

Edited by GalileoGalilei - 3/1/2017, 18:21
 
Web  Top
view post Posted on 14/1/2009, 11:58
Avatar

Group:
Administrator
Posts:
21,940

Status:


Fissata per il 19 marzo l'udienza in Cassazione per don Giorgio Carli, che dunque non beneficierà della prescrizione:

http://ricerca.quotidianiespresso.it/altoa...Z7PO_AZ704.html
 
Web  Top
view post Posted on 2/3/2009, 08:54
Avatar

Group:
Administrator
Posts:
21,940

Status:


http://ricerca.repubblica.it/repubblica/ar...B1PO_AB108.html

Don Carli, si va alla «battaglia» finale

Alto Adige — 28 febbraio 2009 pagina 01 sezione: PRIMA
BOLZANO. Il caso di don Giorgio Carli, il sacerdote condannato in secondo grado per presunte violenze sessuali ai danni di una parrocchiana (all’epoca dei fatti bambina) sarà discusso direttamente in udienza dibattimentale di fronte alla Cassazione. La scelta del dibattimento fa immaginare che la Corte abbia già deciso di non dare peso alle obiezioni procedurali sollevate dalla difesa, tra cui l’ipotesi di prescrizione, e punti direttamente al problema centrale, che è poi la battaglia processuale decisiva tra difesa e accusa, e cioè l’esame sull’attendibilità dei ricordi della donna riemersi durante la psicoterapia. BERTOLDI A PAGINA 16

http://ricerca.repubblica.it/repubblica/ar...Z6PO_AZ601.html


Caso don Carli in Cassazione Battaglia sui ricordi della donna

Alto Adige — 28 febbraio 2009 pagina 16 sezione: CRONACA
BOLZANO. Il caso di don Giorgio Carli, il sacerdote condannato in secondo grado per presunte violenze sessuali ai danni di una parrocchiana (all’epoca dei fatti bambina), non sarà deciso da cavilli procedurali. La Corte di Cassazione, infatti, avrebbe già deciso di ritenere non percorribile l’ipotesi che il procedimento nei confronti del sacerdote possa essere dichiarato estinto, almeno sotto il profilo penale, per prescrizione dei reati. Nè sembra percorribile una secondo strada indicata dagli avvocati difensori del religioso riguardante il presunto ritardo insanabile con cui la presunta parte lesa presentò querela dando il via all’inchiesta. Come noto l’udienza decisiva in Cassazione (terza sezione penale) è stata fissata per il 19 marzo. Ma una prima valutazione dello stato del processo, sotto il profilo procedurale, ci sarebbe già stata da parte dei giudici. Lo si evince dalla decisione della Suprema Corte di fissare un’udienza pubblica nel corso della quale, dunque, il caso dovrà essere affrontato sotto il profilo di legittimità, non affrontando più il merito della vicenda. Per i difensori di don Giorgio (il professor Coppi, già legale del senatore Giulio Andreotti e l’avvocato Alberto Valenti di Bolzano) potrebbe trattarsi di un limite pesante. Entrare nel merito della vicenda (che ha portato ad una assoluzione dell’imputato in primo grado e ad una condanna in appello) non sarà più possibile. A venti giorni dall’udienza la tensione cresce anche perchè il sacerdote, in caso di rigetto del ricorso, dovrà affrontare il carcere (per la condanna a sette anni e mezzo inflitta in appello) e procedere al pesante risarcimento della presunta parte lesa. Come detto una via d’uscita «strategica» da questa vicenda non sarà possibile. Il 19 marzo in Cassazione è stata fissata un’udienza dibattimentabile pubblica. Se il caso fosse stato ritenuto viziato da irregolarità formali (come ad esempio un ritardo insanabile nei tempi di presentazione della querela della parte lesa) o fosse risultato evidente che i fatti contestati sono già prescritti, i giudici avrebbero fissato l’udienza in camera di consiglio, misura deflattiva prevista proprio per alleggerire i carichi processuali. Il caso don Giorgio, dunque, si discuterà in un pubblico dibattimento. Proprio ieri gli avvocati di parte civile Gianni Lanzinger e Arnaldo Loner hanno depositato una memoria di replica (alle istanze dei difensori del sacerdote) di ottanta pagine. E’ probabile che il processo si decida sulla valutazione dei ricordi riamersi nella presunta parte lesa grazie alla psicoterapia. Gli avvocati di don Giorgio punteranno molto sulla inattendibilità intrinseca di quelli che la difesa ritiene «falsi ricordi» con una possibile soprapposizione di ruoli e persone che rientrano nel vissuto della ragazza denunciante. La difesa di don Giorgio tenterà di dimostrare una errata valutazione non solo di alcuni testimoni-chiave ma anche della figura del nonno della vittima. Così come, sempre la difesa, invocherà la necessità di valutare con maggiore attenzione la portata di alcuni testimoni importanti che nel corso del processo non hanno fornito riscontri oggettivi al racconto della denunciante. Potrebbe essere proprio questo un altro punto decisivo. Al centro delle valutazioni contrapposte finiranno ancora una volta le deposizioni della catechiesta Culatti Vigni, del parroco don Pedrotti, del ragazzo indicato dalla denunciante per aver preso parte ad alcune violenze sessuali in canonica sotto la «regia» di don Giorgio. Nessuno dei tre ha confermato il racconto (seppur sempre lucido e dettagliatissimo) della parte lesa. Dimostrazione, seconda la difesa, della inattendibilità della ragazza vittima (seppur in perfetta buona fede e in condizioni mentali sane) di falsi ricordi. Ipotesi seccamente respinta dagli avvocati di parte civile secondo i quali tutti e tre i testi avrebbero avuto, in realtà, buoni motivi per non ricordare. Il parroco e la catechista per paura che potesse emergere dell’altro, il ragazzo per paura di essere accusato di concorso nelle presunte violenze sessuali. - Mario Bertoldi

 
Web  Top
view post Posted on 13/3/2009, 13:04
Avatar

Group:
Administrator
Posts:
21,940

Status:


http://ricerca.repubblica.it/repubblica/ar...Z8PO_AZ801.html

Don Giorgio, «pronto anche al carcere»

Alto Adige — 12 marzo 2009 pagina 19 sezione: CRONACA
BOLZANO. «Se malauguratamente la Corte di Cassazione dovesse confermare il verdetto di secondo grado don Giorgio la mattina successiva si presenterà in un penitenziario spontaneamente». A rivelarlo, a pochi giorni dal ricorso in Corte di Cassazione (fissato per giovedì 19 marzo alle 10.30), è l’avvocato Alberto Valenti, uno dei legali dello stesso don Giorgio Carli, assolto in primo grado e condannato in appello per presunti abusi sessuali su una bambina. Per il collegio di difesa del sacerdote sono giorni di piena fibrillazione. «Don Giorgio è comunque tranquillo, sa di essere estraneo a tutte le accuse e pertanto non può che essere fiducioso. Se i giudici dovessero pensarla in maniera diversa affronterà comunque la realtà». In caso di rigetto del ricorso in Cassazione non ci sono possibilità di sottrarsi alla detenzione in carcere. Sette anni e mezzo sono troppi per poter aspirare a forme alternative di espiazione della pena. Da Roma, per il momento, non è trapelata alcuna indicazione sulla posizione della Procura generale. A difendere le istanze del sacerdote ci saranno gli avvocati Franco Coppi (uno dei penalisti più noti d’Italia) e Alberto Valenti. Per la parte civile saranno della partita gli avvocati Gianni Lanzinger e Arnaldo Loner. La difesa del sacerdote ha sempre contestato la lettura dei fatti data dai giudici di secondo grado. Non sarebbe stato possibile altrimenti dato che lo stesso don Giorgio si è sempre dichiarato assolutamente estraneo ai fatti contestatigli. Secondo gli avvocati difensori la sentenza della corte d’appello sarebbe caratterizzata da «valutazioni oltre il paradosso e l’assurdo». In particolare i giudici non avrebbero valutato correttamente il peso processuale di numerose prove contrarie all’ipotesi accusatoria, soprattutto in relazione ai comportamenti della bambina (sempre sereni e gioiosi con manifestazioni di entusiasmo nei confronti del sacerdote) proprio nel periodo dei presunti e ripetuti abusi in canonica durati, secondo l’accusa, quattro anni e mezzo. La difesa di don Giorgio contesta l’ipotesi dello sdoppiamento di personalità della bimba per rimuovere il dolore e la vergogna provocati dalle violenze sessuali. «Va oltre il paradosso e l’assurdo - hanno scritto i difensori di don Giorgio - la prospettazione solo ipotetica della idoneità di una bambina di 9-10 anni di mettere in atto una così complessa dinamica psicologica di fronte, non già ad un fatto isolato di abuso, ma ad una complessa situazione di reiterate violenze che quotidianamente avrebbero riaperto pagine mai chiuse e soprattutto ferite ovviamente incapaci di rimarginarsi...Risulta illogico che la bambina potesse addirittura compiere un’operazione di mistificazione attraverso la quale riportare nel proprio diario pensieri, sentimenti ed emozioni di segno opposto...» Il pronunciamento della Corte di Cassazione segnerà una tappa importante anche a livello giurisprudenziale perchè per la prima volta in Italia si è istruito un processo di questa importanza sulla base dei ricordi riemersi nella presunta parte lesa grazie ad un prolungato periodo di psicoterapia. Non solo. L’individuazione del presunto responsabile delle violenze avvenne sulla base dell’interpretazione di un sogno della ragazza sotto cura.
 
Web  Top
61 replies since 27/1/2007, 22:39   19837 views
  Share