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Verona. 67 sordi accusano: "Violentati da preti pedofili all'Istituto Provolo", Le "virtù erocihe" del venerabile vescovo Carraro, accusato di pedofilia

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view post Posted on 14/12/2012, 14:58
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La diocesi "assolve" un vescovo pedofilo morto da 31 anni

www.larena.it/stories/dalla_home/44..._due_religiosi/

14.12.2012
Preti pedofili, assolto ex vescovo
Sotto sorveglianza due religiosi


SCANDALO. Svolta nell'inchiesta per gli abusi perpetrati per trent'anni ad ex allievi sordomuti dell'istituto Provolo. La Santa Sede: «Senza fondamento le accuse a monsignor Carraro». Precetto penale e ammonizione canonica nei confronti dei sacerdoti


Verona. In 67 denunciarono di aver patito abusi sessuali e umiliazioni. Accusarono, a trent'anni di distanza, i religiosi del Provolo, in vita ne restano quattro (fratel Lino Gugole è deceduto nell'agosto 2011) e per due di loro la Santa Sede ha preso provvedimenti. Le violenze, denunciarono le vittime, avvennero tra la fine degli anni Cinquanta e il 1984 nell'istituto che si occupa dell'educazione dei bambini sordi, nella tenuta Cervi a San Zeno di Montagna e nella sede del Chievo ed emersero tre anni fa. L'istituzione di una commissione presieduta da Mario Sannite, magistrato in pensione, già presidente del Tribunale di Verona e della Corte d'Appello di Brescia, che aveva il compito di ascoltare le vittime di quegli abusi, rappresentò il primo segnale ufficiale dell'interessamento della Santa Sede per accertare la verità. E la Congregazione per la dottrina della fede, al termine dell'indagine e alla luce della relazione del presidente Sannite, ha emanato i provvedimenti a carico di don Eligio Piccoli e don Danilo Corradi. Sono state invece ritenute «affette da incoerenze e contraddizioni» le denunce che riguardavano gli abusi compiuti dall'allora vescovo di Verona monsignor Giuseppe Carraro: «la congregazione che aveva disposto di sospendere il processo di beatificazione giunge a concludere che “non ritenendo fondate le predette accuse invita il dicastero (per le cause dei santi a procedere al completamento della positio in questione”». Per quel che riguarda don Piccoli, la Santa Sede, «tenuto conto anche dell'età avanzata e della salute precaria» lo ha sanzionato con precetto penale che comporta innanzitutto una vita dedita alla preghiera e alla penitenza, il divieto di qualsiasi contatto con minori e l'assidua sorveglianza da parte di persone individuate dal Vescovo di Verona. Ammonizione canonica invece per don Danilo Corradi: «le accuse non risultano provate ma, stante il dubbio, è stata disposta la stretta sorveglianza da parte dei responsabili sui suoi comportamenti». Don Agostino Micheloni «afferma che all'epoca degli abusi non risiedeva al Chievo ma nella Casa madre». E la Santa Sede attende la documentazione per verificare le sue affermazioni mentre don Rino Corradi «dichiara che all'epoca non risiedeva a Verona ma a Gorizia», richiesta di documentazione anche per lui. «Le pene sono estremamente edulcorate», il commento di Marco Lodi Rizzini, portavoce dell'associazione sordi Provolo, «proprio in considerazione di una vicenda che ha rovesciato la vita a bambini che poi hanno avuto problemi enormi. Quello che mi pare importante», evidenzia, «è il fatto che il Vaticano ha accettato che ci fosse una commissione senza preti e l'ammissione che abusi ci sono stati».
 
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view post Posted on 19/9/2013, 08:16
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Verona, no alla marcia contro la pedofilia, sì al convegno omofobo
di Paolo Tessadri | 18 settembre 2013Commenti (37)
Più informazioni su: Chiesa, Flavio Tosi, Pedofilia, Verona.

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Venerdì a Verona si terrà la marcia per ricordare il più grande scandalo di pedofilia in Italia, compiuto in un istituto per sordi. Mentre il sindaco Tosi nega il patrocinio ma lo concede a un convegno che ha il tono dell’omofobia. Attraverseranno le vie della città scaligera, partendo dall’istituto Provolo. Tra quelle mura per bambini sordi si compì il più grande scandalo di pedofilia compiuto da sacerdoti. In quella scuola che doveva garantire loro un futuro migliore, aiutarli nello studio e nell’inserimento lavorativo e sociale, frequentata da bambini di famiglie povere, orfani o “dimenticati” dai genitori.

Trovarono, invece, l’inferno, anche sotto l’altare, come ha denunciato Giuseppe Consiglio, che subì violenze fino a una decina di anni fa. A distanza di anni, le vittime trovarono il coraggio di denunciare quegli episodi terribili: 67 ex studenti accusarono 26 sacerdoti di abusi e maltrattamenti. “Preti e fratelli religiosi hanno abusato di noi” dissero e lo scrissero pure alla Curia di Verona, che per troppo tempo non diede credito alla loro versione. Solo di recente si aprì lo squarcio sulla verità. E meno di un anno fa il Vaticano ha ammesso gli abusi all’istituto Provolo, infliggendo però pene inadeguate ai preti ancora in vita. A nessuno, ad esempio, è stata tolta la toga, nessuno è stato cacciato da quell’istituto della vergogna.

Anche la Provincia di Verona ha negato, come il Comune, il patrocinio alla marcia contro la pedofilia, ma l’anno scorso l’aveva accordato. Nel 2009 il sindaco Flavio Tosi aveva sottoscritto l’ordine del giorno in cui si equiparava la pedofilia a “crimine contro l’umanità”, proprio dopo le denunce dei sordi. Ma ha concesso sia il patrocino e, pare, anche gratuitamente la sala della Gran Guardia, dove si terrà il convegno. L’anno scorso i sordi avevano fatto la colletta per pagare al Comune i duemila euro per un incontro pubblico.

Il convegno è su “La teoria del gender: per l’uomo o contro l’uomo”, che ha già sollevato un polverone, perché ha il sapore dell’omofobia. L’organizzatore ha dichiarato che non è vero e “noi vogliamo dare voce ai cristiani e difendiamo la famiglia”. Ma sull’omosessualità ha fatto capire come la pensa in un’intervista apparsa sul Corriere del Veneto: “La stessa Organizzazione Mondiale della Sanità, fino, mi pare, al 1992, sosteneva peraltro che l’omosessualità è una malattia. Poi, con una votazione fatta per corrispondenza, abbastanza inusuale, ha deciso che non lo è più: ma anche questa è un’opinione…”. E ha concluso con un invito agli omosessuali: “Gli direi che lui crede di trovare la felicità attraverso certi comportamenti, seguendo le sue tendenze: ma aggiungerei che se invece seguisse un’altra strada, magari faticando e lottando un po’ contro se stesso, potrebbe essere più felice…”.

Quando un ragazzo abusato conta meno di un convegno dalle teorie bislacche.

 
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view post Posted on 10/4/2014, 07:24
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http://www.veronasera.it/cronaca/verona-vi...prile-2014.html

Verona, violentati da dodici sacerdoti del Provolo: gli ex allievi adesso chiedono i risarcimenti
Il presidente dell'associazione sordi Dalla Bernardina ha riferito di aver tentato di portare alla luce cosa accadeva nell'istituto ma per molti anni, a causa dell'impossibilità di parlare, non è stato compreso

La Redazione 9 Aprile 2014
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Una marcia di protesta contro la pedofilia negli ambienti ecclesiastici
Associazione Sordomuti Antonio Provolo Onlus
Alla diocesi di Verona arriveranno richieste di risarcimento per i presunti abusi sessuali subiti da alcuni sacerdoti. E’ questa l’ultima mossa degli ex allievi dell’Istituto per sordomuti “Antonio Provolo” e quanto annunciato da Maurizio Turco, esponente dei Radicali italiani durante una riunione alla Camera dell’associazione sordi “A. Provolo”. "Si voleva evitare la politica dei risarcimenti - ha detto Turco - ma evidentemente è l'unico linguaggio che li porta a più miti consigli”.

"Visto che non abbiamo avuto giustizia - ha aggiunto il presidente dell’associazione, Giorgio Dalla Bernardina - chiediamo i risarcimenti per i danni e le sofferenze subite per tanti anni". Dalla Bernardina ha riferito di aver tentato di portare alla luce cosa accadeva nell’istituto ma per molti anni, a causa dell’impossibilità di parlare e spiegandosi a gesti, non è stato compreso. "Mia mamma veniva a trovarmi una volta al mese, io cercavo di farle capire le violenze che subivo ma non ero compreso. Sono anche scappato due volte dal collegio ma mi hanno riportato dentro e picchiato. Sono stato al Provolo fino a 22 anni e ne ho visti tanti di ragazzi che subivano violenze sessuali e fisiche".

Secondo l’Associazione sordi sarebbero dodici i sacerdoti accusati ancora in vita per i quali non sono stati presi provvedimenti. I fatti contestati sarebbero accaduti dagli anni ’50 al 1984. Secondo Turco, si dovrebbe anche far luce sul contenzioso di Tenuta Cervi, area nel territorio di San Zeno di Montagna che la Fondazione avrebbe lasciato in eredità ai bambini sordomuti, “e non nelle mani di coloro che li hanno violati”.
 
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view post Posted on 7/5/2014, 15:02
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31/01/2013 - Sociedad
Fallece Albano Mattioli, el sacerdote que hizo oír a miles de sordos
Desarrolló una muy importante labor en la oralización y formación religiosa y moral de miles de niños sordos posibilitando una plena integración a la familia, a la sociedad y al mundo del trabajo
ForumLibertas.com

A los 93 años de edad falleció en Italia el padre Albano Mattioli, superior mayor emérito de la casa de La Plata de la Compañía de María para la Educación de los Sordomudos, y el religioso más anciano de esta congregación religiosa, fundada en 1839 por el Siervo de Dios Don Antonio Próvolo.



Nació el 27 de mayo de 1919 en Perzacco, Comuna de Zevio, Provincia de Verona, Italia. El 8 de septiembre de 1937 profesó como religioso de la congregación de derecho pontificio Compañía de María para la educación de los Sordomudos. Se ordenó sacerdote el 18 de junio de 1944. Cursó y obtuvo los títulos de Maestro de Sordos en la Escuela de Método Girólamo Cardano, de Milán (Italia), y el de Maestro Especializado en la Educación de Niños Sordomudos, Hipoacúsicos y Subnormales.



Ejerció la profesión de educador desde 1945 hasta 1996 y se desempeñó en distintos cargos: Director, Vicedirector, Maestro de grado, de Articulación y Preceptor en Italia. Desde 1965 su actividad se desarrolló en la casa de la congregación en la ciudad de La Plata.



Desarrolló una muy importante labor en la oralización y formación religiosa y moral de miles de niños sordos posibilitando una plena integración a la familia, a la sociedad y al mundo del trabajo teniendo siempre como lema las palabras del padre Antonio Próvolo: "Abrir los labios a la Palabra y su mente a las verdades de la Fe".



Su actividad pastoral más importante fue la que efectuó con los alumnos y ex alumnos de la escuela Antonio Próvolo, de La Plata, y su ayuda a las distintas parroquias y comunidades religiosas de esa ciudad.



En la Argentina estuvo siempre al frente de las necesidades del Instituto Antonio Próvolo y pudo ver el inicio y el feliz desarrollo del nuevo Instituto Antonio Próvolo, inaugurado en Mendoza el 19 de marzo de 1998.



Por sus méritos como educador católico, el 29 septiembre de 2000 el Consejo Superior de Educación Católica le acordó la distinción del Divino Maestro. El 11 de diciembre de 2005 la Cámara de Comercio, Industria, Artesanía y Agricultura de Verona (Italia) le asignó el Premio de la Fidelidad al Trabajo, Progreso Económico y Trabajo Veronés en el mundo, en la categoría reservada a los trabajadores en el exterior.



Fue miembro de la Obra Antonio Próvolo de La Plata desde 1966 como vicepresidente o vocal hasta ser nombrado presidente en 1974, cargo que ejerció hasta el año 2007, cuando no pudo ser más elegido por haberse vuelto a la Casa Madre en Italia debido a la grave enfermedad que estaba sufriendo.



En Italia pudo recuperarse de manera muy satisfactoria. Iniciaba el año 2013 con la esperanza de buena salud, pero después de la fiesta de la Epifanía tuvo que retirarse a la cama porque su corazón ya no aguantaba más y el 14 de enero de este año, a la edad de 93 años, “dejó esta tierra para el cielo, para recibir el premio de su vida de apostolado y sacrificio en bien de la Comunidad y de un montón de ex alumnos por él tan amados”, según reza un comunicado de la congregación.



“La comunidad religiosa de La Plata -dice el comunicado- que ha contado por muchos años con su servicio humilde y generoso de sacerdote, maestro y Superior Mayor se une a la oración de toda la Congregación para el sufragio de su alma y al mismo tiempo le agradece a Dios por la herencia de bien que le ha dejado”.
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2 Comentarios:
mario leandro calegari
mario leandro calegari hola mi sentimiento y tengo recuerdo momento lindo lo guardo en mi corazon para siempre , me acorde cuando yo era chiquito iba a escuela no tenia moneda para tomar el colectivo y padre albano me dio moneda para ir a mi casa siempre ayuda a mis compañeros para aprender y crecer educacion eso es muy importante absolutamente mis amigos y mis compañeros nunca se olvida de padre albano es como mi papa te extraño monton padre albano nos vemos pronto en cielo te quiero mucho
sebastian augusto navarro
hola todos,soy sebastian navarro , si me acuerdo el padre albaño te quiero muchos dios te amo y de todos tambien te quiero muchos el padre y hermanas argentina y italia.. saludos...partes de fuerte un abrazon grandes..
 
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view post Posted on 7/5/2014, 16:14
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http://retelabuso.org/abusi-allistituto-pe...-da-dichiarare/


Abusi all’Istituto per sordi di Verona. L’impunità dei preti pedofili sull’asse Italia – Argentina Papa Francesco, niente da dichiarare?
maggio 7, 2014 - Il punto di Rete L'ABUSO, Preti Pedofili - Tagged: abusi, abusi sessuali, Albano, antonio provolo, argentina, bambini, Cardinale, curia, La Plata, Papa Francesco, parroco, prete, preti pedofili, Rete L'ABUSO, Roma, sacerdoti, sordi, tribunale, vaticano, Verona - 0 commenti

Jorge Bergoglio La commissione di inchiesta voluta dal Vaticano a Verona ha confermato le violenze sui sordi, ma i 27 preti, tutti impuniti.

Un caso di cui si è parlato poco in Italia, ma che invece ha avuto moltissimo risalto all’estero, è quello dell’istituto per sordi di Verona Antonio Provolo. In quell’istituto che ospitava circa 400 bambini sordi e incapaci di parlare, ben 26 tra preti e fratelli laici risultarono pedofili. A stabilirlo fu una commissione di inchiesta voluta nel 2009 dal Vaticano e presieduta dal Dott. Mario Sannite, ex presidente del Tribunale penale di Verona.

Inizialmente la curia dichiarò che non avrebbe dato importanza alla prescrizione, ma poi, forse visti anche i risultati dell’inchiesta, ritrattò. Di fatto oggi ben 14 delle persone coinvolte ne escono impunite, i più sono ancora preti e sono tuttora dimorano all’istituto Provolo di Verona, altri invece sono stati trasferiti nella succursale argentina dell’istituto, con sede a La Plata.

I restanti 12 invece sono deceduti.

Possibile che mentre operava questa commissione di inchiesta non sapesse niente il cardinale Bergoglio, allora a capo della Conferenza Episcopale in Argentina, oggi papa Francesco?

Papa venuto dall’altro capo del mondo a istituire una commissione di inchiesta in Vaticano sugli abusi sessuali del clero che finora ha prodotto il nulla, a parte una montagna di parole.

E ora il papa argentino comincerà a far pulizia?

manifestazioneprovolo Di seguito i nomi dei sacerdoti coinvolti nello scandalo e le loro attuali posizioni aggiornate a maggio 2014.



PRETI E FRATELLI LAICI COINVOLTI VIVENTI

Don Eligio Piccoli (residente presso Istituto Provolo Verona)

Don Rino Corradi (residente presso Istituto Provolo Verona –Chievo)

Don Danilo Corradi (residente presso Istituto Provolo Verona-Chievo)

Don Alcide Tovo (residente presso Istituto Provolo Verona)

Don Vasco Dal Dosso (residente presso Istituto Provolo Verona)

Don Agostino Micheloni (residente presso Istituto Provolo Verona)

Don Arrigo Zerbato (ex prete) (residente a Dossobuono VR)

Don Luigi Colognato (ex prete) (residente a Verona)

Don Giovanni Granuzzo (superiore Istituto Provolo La Plata – Argentina)

Don Nicola Corradi (residente presso Istituto Provolo La Plata – Argentina)

Don Giuseppe Pernigotti (parroco SS Gratiliano e Felicissima – Fabrica (Roma)

Fratel Rizzi Erminio (residente a Gazzo Veronese VR)

Fratel Sergio Orso (fratello laico intervistato da L’Espresso )

Fratel Spinelli (residente in Argentina c/o Istituto Provolo La Plata)

DECEDUTI

Don Giuseppe Carteri

Don Aleardo Zecchini

Don Giovanni Pasqualini

Don Aquilino

Don Giuseppe Viliotti

Don Lino Viliotti

Don Giovanni Turati

Fratel Dal Castello Fratel Aggio

Fratel Allori

Fratel Lino Gugole (m. agosto 2011)

Don Albano Mattioli (m. 14 gennaio 2013) (in Argentina dal 1965 al 2007 c/o Istituto Provolo La Plata)

Rete L’ABUSO
 
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view post Posted on 17/10/2014, 16:43
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www.avvenire.it/Cronaca/Pagine/accuse-al-don-provolo.aspx

Accuse al “Don Provolo”
La Chiesa fa chiarezza

Francesco Dal Mas
15 dicembre 2012




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Un prete sanzionato e uno ammonito; altri due sacerdoti ancora sotto indagine; un teste ritenuto «incoerente e contraddittorio», quindi inattendibile; e il vescovo dell’epoca, Giuseppe Carraro, completamente scagionato, tanto che il processo di beatificazione va avanti.

Queste le conclusione della Santa Sede sulla base dell’indagine del magistrato Mario Sannite, ex giudice del Tribunale di Verona, del tutto esterno alla Chiesa, incaricato dalla diocesi di far luce sui presunti abusi sessuali avvenuti decenni fa all’Istituto Provolo che accoglie persone sorde. Le misure sono state comunicate a Paolo Tacchi Venturi, legale rappresentante dell’«Associazione Sordi A. Provolo» dal vicario giudiziale di Verona monsignor Giampietro Mazzoni.

L’associazione, a suo tempo, aveva denunciato alcuni sacerdoti per "rapporti particolari" intrattenuti con gli assistiti. L’inchiesta non è definitivamente conclusa; la Santa Sede, infatti, ha proposto un approfondimento di alcuni dettagli. Ma alla luce di quanto emerso, oltre ai provvedimenti del Vaticano, la diocesi scaligera esprime anzitutto «profonda solidarietà» nei confronti delle vittime di abuso che, «anche in ragione della loro particolare condizione, hanno portato dentro di sé per lunghi anni in silenzio una sofferenza difficilmente descrivibile». Di più, il vicario giudiziale rivolge alle vittime e alle loro famiglie «una umile richiesta di perdono». E questo perché «la vicenda suscita una grande amarezza: alcuni di coloro che erano chiamati a custodire e proteggere dei ragazzi particolarmente provati dalla vita ne hanno vergognosamente abusato». Un’indagine «inevitabilmente complessa», quella del Provolo; se c’è stato qualche ritardo negli accertamenti, questo è avvenuto per le «tardive denunce».

Alcuni religiosi, tra i più pesantemente accusati, erano già stati dimessi dall’Istituto proprio in ragione dei loro comportamenti; molti nel frattempo erano deceduti. Una complessità resa ancora più acuta da alcuni fraintendimenti iniziali per il sovrapporsi di denunce. «Ciò non ha impedito, pur con lentezze forse eccessive – sottolinea monsignor Mazzoni – che la Chiesa prendesse in seria considerazione le accuse, pur essendo stati superati non solo per la giustizia penale vigente in Italia, ma anche in ambito canonico, i termini della prescrizione». Il «segno inequivocabile» dell’impegno della Chiesa nel fare piena luce su questa vicenda si evidenzia dal fatto che, unico caso in Italia, sia stato incaricato dell’indagine, su suggerimento del vescovo di Verona alla Santa Sede, una persona estranea agli organismi ecclesiastici, il dottor Mario Sannite, magistrato in quiescenza la cui professionalità e imparzialità è unanimemente riconosciuta. Sulla base delle conclusioni a cui è pervenuto Sannite, la Santa Sede ha sanzionato con precetto penale, considerati i suoi 84 anni, don Eligio Piccoli, che dovrà dedicarsi alla preghiera e alla penitenza e a cui è fatto divieto di qualsiasi contatto con minori.

A carico di don Danilo Corradi, invece, le accuse «non risultano provate» ma, stante il dubbio, la Santa Sede ha formulato nei suoi confronti una formale «ammonizione canonica», che comporta una stretta vigilanza sui suoi comportamenti. Supplemento d’indagini per don Agostino Micheloni e don Rino Corradi, che all’epoca dei fatti forse risiedevano altrove. Nessun provvedimento per fratel Lino Gugole, la cui posizione non è più accertabile perché «affetto da una grave forma di Alzheimer». Per quanto riguarda le pesanti accuse formulate da Gianni Bisoli nei confronti sia di ben 29 religiosi dell’«Istituto Don Provolo», che dell’allora vescovo di Verona Giuseppe Carraro, Sannite ha concluso, dopo tre udienze, che le affermazioni dell’interessato sono «affette da incoerenze e contraddizioni», e quindi non attendibili. Con ciò non si esclude che Bisoli abbia subito degli abusi, ma gli viene contestato che la realtà complessiva da lui descritta corrisponda a verità.

Quanto poi alle «accuse pesantissime e raccapriccianti» rivolte dal Bisoli al vescovo monsignor Giuseppe Carraro – la finalità delle quali permane «oscura e ambigua» – dall’indagine risulta evidente l’assoluta mancanza di ogni fondamento. La stessa Congregazione per la dottrina della fede, che aveva disposto di sospendere il processo di beatificazione di monsignor Carraro in seguito alle predette accuse, ha quindi concluso: «Questa Congregazione, valutata la documentazione trasmessale afferente l’espletata investigatio, ritenendo non fondate le predette accuse, invita codesto Dicastero (per le cause dei santi, ndr) a procedere al completamento della Positio in questione».

Edited by GalileoGalilei - 5/10/2016, 21:51
 
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PEDOFILIA: don Agostino Micheloni salvato parzialmente dalla prescrizione. Ora il via al procedimento civile contro lui e gli istituti Provolo e Gresner
redazione web 12 maggio 2015Triveneto

1023674_136333_resize_597_334Salvato da un processo penale per presunti abusi, grazie all’intervento dei termini di prescrizione, ma non dalla richiesta di risarcimento danni in sede civile che toccherà il portafogli non solo don Agostino Micheloni, ma anche alla Diocesi di Verona.

Si conclude per il momento così l’opposizione all’archiviazione presentata dall’avvocato della Rete L’ABUSO Sergio Cavaliere lo scorso gennaio e dibattuta in aula lo scorso 17 marzo dall’avvocato Paolo Tacchi Venturi.

Il querelante Giuseppe C. una delle presunte vittime degli istituti cattolici Antonio Provolo e Fortunata Gresner di Verona, oggi 24enne. Il 15-12-2014 il gip Giuseppe Pighi aveva chiesto l’archiviazione motivando l’infondatezza della notizia di reato e sopraggiunti termini di prescrizione.

In realtà però, nei carteggi forniti proprio dalla Diocesi di Verona, emergeva che anche altri ex allievi dei due istituti veronesi avevano indicato don Micheloni come loro molestatore. Sulla base di queste dichiarazioni (precedentemente non depositate) gli avvocati della Rete L’ABUSO hanno potuto opporsi all’archiviazione facendo decadere “l’infondatezza della notizia di reato” e dando quindi la possibilità alla vittima di poter richiedere i danni materiali derivati dai presunti abusi.

Va ricordato che l’archiviazione per intervenuti termini di prescrizione non è e non va considerata una assoluzione. Per don Micheloni restava la possibilità; qualora avesse voluto chiarire la sua posizione poteva chiedere la rinuncia alla prescrizione e il prosieguo delle indagini, che nel caso lo avessero ritenuto colpevole, per via dell’avanzato stato di età del sacerdote, non lo avrebbero porterebbero a dover scontare una eventuale condanna.

Resta invece aperta la richiesta di risarcimento danni per la quale la Rete L’ABUSO nello scorso dicembre, aveva comunicato a Agostino Micheloni, alla Diocesi di Verona, all’istituto Antonio Provolo e Fortunata Gresner, la messa in mora per quanto riguarda il risarcimento in sede civile.

Avv. Sergio Cavaliere

il portavoce Francesco Zanardi
 
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view post Posted on 22/7/2015, 16:05
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Il vescovo Giuseppe Carraro diventa venerabile
Giovedì 16 luglio sono state riconosciute dalla Chiesa le virtù eroiche del Servo di Dio mons. Giuseppe Carrraro, vescovo di Verona dal 1959 al '78.

Parole chiave: Carraro (1), Verona (4), Diocesi (1)
Il vescovo Giuseppe Carraro diventa venerabile
18/07/2015
Monsignor Giuseppe Carraro è venerabile. Lo scorso giovedì 16 luglio papa Francesco ricevendo in udienza privata il cardinale Angelo Amato, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, ha autorizzato il dicastero a promulgare il decreto riguardante le virtù eroiche del Servo di Dio che fu Vescovo di Verona dal 1959 al ’78.

Nato a Mira (provincia di Venezia, diocesi di Treviso) il 26 giugno 1899, venne ordinato sacerdote il 31 marzo 1923 dal “suo” vescovo, il cappuccino Andrea Giacinto Longhin (ora beato). Dopo la laurea in Scienze naturali all’Università di Padova, insegnò nel Seminario di Treviso, dove fu anche direttore spirituale e in seguito dopo rettore. Ordinato Vescovo come ausiliare di Treviso nel 1952 per l’imposizione delle mani di mons. Antonio Mantiero, passò quattro anni dopo a reggere la Chiesa di Vittorio Veneto. Chiamato da Giovanni XXIII a guidare la diocesi di Verona, iniziò il suo servizio pastorale il 18 gennaio 1959, una settimana prima che papa Roncalli annunciasse l’indizione del Concilio. Carraro partecipò da protagonista al Vaticano II, segnalandosi nel settore dei seminari e dell’educazione. In particolare, contribuì all’elaborazione e fu relatore dell’Optatam Totius, il decreto sulla formazione sacerdotale. Grazie a lui il respiro conciliare si diffuse rapidamente in tutta la diocesi scaligera.

La Chiesa è sempre stata il punto di riferimento della sua attività pastorale, caratterizzata da grandi aperture: in particolare si impegnò per la formazione di preti diocesani “fidei donum”, disponibili cioè a prestare servizio nei territori di missione; per le iniziative ecumeniche, gli itinerari di formazione dei sacerdoti, nonché del laicato, verso il quale manifestava la massima fiducia. Ma la Chiesa fu anche il centro nevralgico del suo pregare, del suo operare e del suo soffrire, del tentare strade nuove, nello sforzo tutto conciliare di “leggere i segni dei tempi”.

Numerose le istituzioni promosse da Carraro, molte delle quali ancora operative, tra le quali l’Istituto Giberti per la formazione del clero giovane; lo Studio Teologico “S. Zeno”; la Scuola di teologia per i laici, oggi Istituto superiore di scienze religiose “San Pietro martire”; il Centro diocesano di cultura “Giuseppe Toniolo”. Inaugurò il Seminario minore a San Massimo (1960); la casa diocesana di spiritualità “San Fidenzio” (1962); il Seminario italiano per l’America Latina “Nostra Signora di Guadalupe”, oggi sede del Cum (1964); Casa San Giovanni Battista per le vocazioni giovanili e adulte (1971). Lo spirito di comunione con le altre Chiese lo spinse a promuovere lo scambio di équipes pastorali con Chiese di missione (soprattutto in America Latina e Africa).

Durante il suo episcopato veronese predicò gli esercizi spirituali al Papa e alla Casa pontificia (1966), partecipò al Sinodo dei Vescovi (1967 e 1974); fu dapprima consultore quindi membro della Congregazione per l’Educazione cattolica (dal 1968). Nella Conferenza episcopale italiana presiedette la commissione episcopale per il clero e i seminari (dal 1966), quindi quella per l’Educazione cattolica (dal 1969), fino all’elezione quale vicepresidente della Cei (1975-78).

Il 18 maggio 1978 Paolo VI accettò le dimissioni di Carraro dalla guida della diocesi. Nonostante la salute malferma, continuò a servire la Chiesa veronese con il ministero episcopale. Morì il 30 dicembre 1980 all’ospedale Sacro Cuore di Negrar.

Il venerabile Servo di Dio Giuseppe Carraro è sepolto nella cripta della Cattedrale di Verona, luogo memoriale dei vescovi veronesi.

Il Processo diocesano di beatificazione e canonizzazione si è svolto dal 5 ottobre 2006 al 18 ottobre 2008. Per essere proclamato beato servirà il riconoscimento di un miracolo ottenuto per intercessione del venerabile Giuseppe Carraro, un vescovo piccolo di statura, ma dal cuore grande.

Verona Fedele dedicherà due pagine al venerabile mons. Giuseppe Carraro nell’edizione del 26 luglio, con ricordi e testimonianze di persone che l’hanno conosciuto e stimato.

- See more at: http://www.veronafedele.it/Chiesa/Il-vesco...h.LSwXYIGx.dpuf
 
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Don Nicola Bruno Corradi, 82 anni, dell'Istituto Provolo, fuggito da Verona dopo denunce di abusi

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L'istituto di Luján dove sarebbero avvenuti gli abusi

I nostri collaboratori in Argentina ci informano che nella mattinata di ieri, 27 novembre 2016 le autorità di Luján (Provincia di Buenos Aires), coordinate dal Procuratore Fabricio Sidoti, hanno arrestato due sacerdoti, della locale filiale dell’Istituto per sordomuti Antonio Provolo di Verona, l’italiano don Nicola Bruno Corradi (82 anni) e don Horacio Corvaro (55 anni). Con loro anche un laico dipendente dell’istituto che sarebbe stato costretto a commettere abusi. Le vittime sarebbero tra 10 e 12.

L’arcivescovo di Mendoza, “indignato per gli eventi” avvenuti nella sede di Luján, ha dichiarato di aver informato i vertici dell’Istituto per l’inizio del procedimento canonico.

Don Corradi figura in una lista di 27 tra sacerdoti e fratelli laici dell’istituto veronese accusati da decine di vittime veronesi. Don Corradi fu fatto espatriare nella comunità di La Plata, dove tuttora dimorano altri sacerdoti italiani.

Secondo lo SNAP, associazione che tutela le vittime di abusi sessuali, don Corradi poté espatriare dopo aver comprato il silenzio di alcune vittime.

In qualità di legale di una vittima ipoudente degli abusi dei sacerdoti degli istituti veronesi, protestiamo la nostra indignazione per aver permesso a questi religiosi di avvicinare altri minori in condizioni di particolare fragilità, contando sulla prescrizione delle accuse. Ciò nonostante alcuni di questi religiosi abbiano ufficialmente ammesso gli abusi.

Ci domandiamo come abbia potuto Papa Francesco, ex arcivescovo di Buenos Aires, non prendere provvedimenti contro i sacerdoti trasferiti a due passi dalla sua sede episcopale. Ci domandiamo dove è la Misericordia giubilata in questo Anno Santo, dove è finita l’attenzione per le vittime più volte annunciata e mai da noi, vittime e loro legali, mai constatata.

Avv. Sergio Cavaliere


www.mdzol.com/opinion/706401-el-cas...ampaign=botones

El caso Provolo: Abusadores for export
El abogado especializado en derecho canónico y abusos en la Iglesia puso en foco el caso de Luján de Cuyo para MDZ:

28 de Noviembre de 2016 | 08:196 opiniones
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El caso Provolo: Abusadores for export
Carlos Lombardi
Nueva denuncia por abusos sexuales de sacerdotes católicos. Esta vez, en el Instituto Antonio Próvolo, sede Mendoza, dedicado a niños con discapacidad auditiva y trastornos del lenguaje.

La denuncia radicada en la justicia penal mendocina refleja cómo el oscurantismo y el sistema de encubrimiento de violaciones - pergeñado por la jerarquía eclesiástica -, continua más vigente que nunca.

Los antecedentes en la materia de este Instituto tienen larga data. En 2009 alrededor de 70 personas denunciaron haber sido abusadas y violadas en la sede ubicada en Verona, Italia. Las víctimas - personas mayores y sordomudas - informaron que los hechos ocurrieron entre 1950 y 1984.

En las cartas que enviaron a las autoridades eclesiásticas, pudo leerse: "En la sala establecida como confesionario de la iglesia de Santa María del Pianto del Instituto Provolo algunos sacerdotes aprovechaban para hacerse masturbar y tocar a la vez por niñas sordas (la puerta estaba en esos momentos siempre cerrada)".

"Las relaciones sodomitas tenían lugar en el dormitorio, en las habitaciones de los sacerdotes y en los baños" (1).

Los campamentos de verano también eran ámbitos propicios para la lascivia clerical. Un método similar al que aplicaba en la ciudad de La Plata Héctor Giménez, un cura delincuente encubierto desde hace 20 años por el obispo Héctor Aguer.

También denunciaron que el obispo responsable de los ocultamientos y facilitador de violaciones - Giuseppe Carraro - había fallecido y estaba en proceso de beatificación, dato que pinta de cuerpo entero a los eternos carniceros de la humanidad.

"Me llevaron al palacio episcopal y me dejaron a solas con él [Obispo Carraro...]. Era 1959. Yo tenía 11 años. Me sodomizó e intentó otros juegos sexuales. Fue una experiencia terrible" (2).

Descubiertos, los abusadores emprendieron su huida hacia A. Latina. A nuestro país vinieron algunos, a las ciudades de La Plata y Mendoza. Fue la Red de Sobrevivientes de Abuso Sexual Eclesiástico la agrupación que recibió el primer pedido de información por abogados italianos y suministró la que poseía.

La historia de las víctimas del Instituto Próvolo tuvo su réplica en Wisconsin, EE.UU. Pero en este caso se trató de un solo violador: el cura Lawrence Murphy, responsable de unos 200 abusos en la misma cantidad de niños sordos. La regla de oro de la mafia eclesiástica indica que todo cura abusador tiene uno o varios jerarcas encubridores. A este le tocó Joseph Ratzinger y Tarcisio Bertone. Si bien el primero ordenó una investigación interna, no se llegó a sanción alguna sino a su suspensión (3).

La investigación canónica: para violarte mejor

Es un dato comprobado por los Comités de la ONU que monitorean la Declaración de los Derechos del Niño y la Convención contra la Tortura y Otros Tratos o Penas Crueles, Inhumanos o Degradantes, que las normas jurídicas que la Iglesia Católica aplica a los casos de abuso sexual es la columna vertebral donde engarza todo el sistema de encubrimiento del clero abusador.

Sistema organizado - premeditadamente - que tiene efectos demoledores para las víctimas ya que protege a las sotanas violadoras, consolida la denegación de justicia y perpetúa el abuso de poder.

Este nuevo genocidio - con copyright eclesiástico - se desarrolla en dos planos. El primero, tiene que ver con un patrón o modelo de conducta institucional que ha sido sistematizado por un investigador español, y que lo ha calificado de decálogo: "1) Averiguación discreta de los hechos; 2) Inicio de acciones disuasorias con el agresor y la víctima; 3) encubrimiento del agresor y los hechos antes de que afloren; 4) toma de medidas para reforzar el ocultamiento, 5) negación de los hechos cuando se hacen públicos; 6) defensa pública del agresor sexual y atribución de méritos; 7) descalificación pública de la víctima y de su entorno; 8) atribución paranoide de las acusaciones a campañas orquestadas por "enemigos de la iglesia"; 9) posibilidad de negociación con la víctima; 10) protección del abusador sexual" (4).

Aquel plano, se complementa con otro, que tiene que ver con lo procedimental. La investigación canónica (c. 1717), una especie de procedimiento administrativo previo a la iniciación de un juicio contra el acusado. Un esperpento jurídico contrario al derecho internacional de los derechos humanos.

Un obispo puede amonestar al abusador por encontrarse en ocasión próxima de delinquir, o sobre el cual, después de realizar una investigación, recae grave sospecha de que ha cometido un delito (c. 1339 § 1).

El propio Código de Derecho Canónico obliga al obispo a amonestar al menos una vez al cura violador para que cese en su accionar contumaz, dándole un tiempo prudencial para la enmienda (c. 1347).

Sigue el procedimiento delictivo con el canon 1341, símbolo de la impunidad interna: "Cuide el Ordinario de promover el procedimiento judicial o administrativo para imponer o declarar penas, sólo cuando haya visto que la corrección fraterna, la reprensión u otros medios de la solicitud pastoral no bastan para reparar el escándalo, restablecer la justicia y conseguir la enmienda del reo".

Dicho de otro modo. Luego de decenas de abusos, el cura pudo haber recibido un retito, una palmadita en la espalda, una jaculatoria ñoña, una reprimenda, un regañito de parte del obispo y.... ¡¡¡ a seguir violando!!!! La pantomima continúa, todo queda bajo el secreto pontificio (c. 1339 § 3).

Ahora bien, ¿cuándo comienza el procedimiento administrativo propiamente dicho? Lo establece el canon 1718 § 1.: "Cuando se estime que ya se han reunido elementos suficientes, determine el Ordinario: 1. si puede ponerse en marcha el proceso para infligir o declarar una pena; 2. si conviene hacerlo así, teniendo presente el c. 1341; 3. si debe utilizarse el proceso judicial o, cuando la ley no lo prohíbe, se ha de proceder por decreto extrajudicial".

La práctica en los tribunales eclesiásticos es categórica respecto a la ausencia de garantías procesales, o de defensa en juicio para las víctimas. Pueden consultarse las "Líneas-guía de actuación en el caso de denuncias de abusos sexuales en los que los acusados sean clérigos y las presuntas víctimas sean menores de edad (o personas a ellos equiparados)", elaboradas por la C.E.A, para corroborar lo expuesto. Un monumento a la ilegalidad.

Responsabilidad del Arzobispado de Mendoza

El caso en cuestión tiene un responsable directo. La máxima autoridad católica romana con domicilio en la Ciudad de Mendoza.

A los hechos consumados y patrones ilícitos mencionados se suma una práctica tan ridícula como mendaz: los comunicados de ese organismo simulando dolor, tristeza, indignación, consternación, y cuanto sentimiento sea necesario para fingir.

Cualquiera sea la naturaleza de la persona jurídica ligada a la iglesia católica donde se constaten abusos sexuales del clero (Prelatura, Parroquia, Congregación, etc.), los comunicados estarán presentes. Como han estado en todos los casos que tomaron estado público. El último fue el de las monjas Carmelitas sometidas a vejaciones en Nogoyá.

Sin perjuicio de ello, el arzobispado pretende deslindar su responsabilidad informando en el comunicado que el Instituto Próvolo es de derecho pontificio, es decir, constituido por la Santa Sede, o aprobado por ella mediante decreto formal una vez constituido por el obispo. Excusa perfecta para lavarse las manos.

Mientras que aludir al "debido proceso canónico establecido por la Iglesia para estos delitos denunciados", es una falsedad que no resiste el menor análisis.

La ausencia de garantías para las víctimas, la hipocresía institucional y su actitud cínica demuestran a las claras que el sistema de encubrimiento de predadores sexuales seguirá por mucho tiempo más.



Carlos Lombardi

Asesor legal de la Red de Sobrevivientes de Abuso Sexual Eclesiástico de Argentina.
 
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Prove certe contro i preti Ma Zenti va scagionato»
Vescovo, procura per l’archiviazione. «Però documentati casi di pedofilia»
Corriere di Verona11 Feb 2018di Laura Tedesco

Abusi all’Istituto Provolo Primi risultati dopo un anno di indagini coordinate dalla procura di Verona
Abusi all’Istituto Provolo, un anno di indagini coordinate dalla procura di Verona ed ecco le prime conclusioni: «Per quanto attiene alla posizione del vescovo Giuseppe, nessun addebito di responsabilità penale appare imputabile».

Inizia così, infatti, la richiesta di archiviazione firmata il 22 gennaio 2018 dal pm Valeria Ardito, chiamata ad accertare eventuali «responsabilità omissive» da parte del capo della Diocesi scaligera riguardo ai casi di pedofilia di cui si sono macchiati alcuni sacerdoti su bimbi e ragazzi sordomuti: «È difatti emerso dall’istruttoria che l’Istituto Provolo è ente morale di diritto privato e dipende, come all’epoca, dalla Congregazione Compagnia di Maria, ente ecclesiastico. Questa dipende dall’Ufficio Congregazione Vita Consacrata del Vaticano. Deve quindi escludersi una qualsiasi dipendenza del Provolo dalla Curia di Verona».

Lo scandalo abusi era tornato prepotentemente d’attualità a fine 2016, in coincidenza della carcerazione (alleggerita poi in domiciliari) a Mendoza, in Argentina, di don Nicola Corradi, veronese.

Quest’ultimo, scrive il pm Ardito, «è stato arrestato il 28 novembre 2016 per abusi sessuali su minori, si trasferì (o fu fatto trasferire?) in quel paese a gennaio 1970. In quella data pertanto, quando Zenti non ricopriva ancora la carica di vescovo a Verona, avrebbe dovuto effettuarsi un oculato controllo sulla sede presso cui il sacerdote sarebbe stato destinato, alla luce delle sue tendenze pedofile, all’epoca già note all’interno della congregazione».

Non è finita, perché «la successiva mancata vigilanza sulla condotta del sacerdote in Argentina - prosegue il pm - è condotta che esula dalla responsabilità giuridica del vescovo Zenti e potrebbe eventualmente riguardare solo una responsabilità morale».

A indurre la procura scaligera a riaprire le indagini (le precedenti erano finite in archivio) sui fatti del Provolo, era stato un esposto dell’associazione Rete L’Abuso presieduta da Francesco Zanardi, mentre Zenti aveva denunciato a sua volta per calunnia «alcuni soggetti del “gruppo” Dalla Bernardina. Sul punto osserva il pm - va rilevata l’assoluta assenza di malafede da parte dei “detrattori” della Curia in quanto gli stessi, a fronte di certi e documentati atti di raccapricciante pedofilia commessi da sacerdoti dell’istituto sui bambini sordomuti affidati alle loro cure, hanno ritenuto in buona fede di ravvisare una responsabilità penale nei confronti del vescovo di Verona». Parola, adesso, al giudice per le indagini preliminari.

La procura A Zenti nessun addebito penale
 
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