Laici Libertari Anticlericali Forum

Di Pietro in seminario "Voleva fare il papa"

« Older   Newer »
  Share  
GalileoGalilei
view post Posted on 2/1/2009, 16:53 by: GalileoGalilei
Avatar

Group:
Administrator
Posts:
21,944

Status:


CITAZIONE
Remo Di Giandomenico, ex docente del futuro ministro Antonio Di Pietro nel seminario vescovile di Termoli, già parlamentare dell’Udc e sindaco della medesima città, ride sotto i baffi per le attuali “disgrazie” del suo giovane alunno.

Remo Di Giandomenico, ex deputato UDC indagato con la moglie per una lunga serie di reati.

La moglie del cattolicissimo Di Giandomenico, medico, cattolica, obiettore, faceva aborti clandestini in privato.

Per lui e la moglie è stato chiesto il rinvio a giudizio. Il Vaticano e Giovanardi li difendono a spada tratta.

http://www.mazzetta.splinder.com/post/1906...+in+galera,+ma+

domenica, 16 novembre 2008

Mezzo Molise va in galera, ma non lo dice nessuno.
Poco tempo fa Il Giornale di Berlusconi aveva parlato dell'inchiesta denominata "Black Hole" come di una montatura dei magistrati "comunisti", un espediente per mettere in piazza decine di galantuomini coinvolgendoli in un procedimento che sarebbe morto per mancanza di prove e Carlo Giovanardi aveva definito l'inchiesta come surreale.

Povero, surreale, Giovanardi, ieri sono stati depositati 112 rinvii a giudizio e sono stati compiuti diversi arresti. I vertici istituzionali molisani saranno processati insieme a quelli dei carabinieri, dei vigili urbani e ad imprenditori e affaristi. Un montagna di accuse certificata da una montagna di intercettazioni, con un comandante dei carabinieri già arrestato dai colleghi e molto peggio. Un sistema para-mafioso che controllava assunzioni e forniture, giungendo all'intimidazione e al dirottamento delle indagini tramite complici coinvolti nel malaffare. Sullo sfondo una strage di tangenti o l'inventarsi false associazioni anticancro per spillare soldi al bilancio della sanità, un flusso di denaro che era il vero collante dell'associazione criminale.

E' finita di nuovo nei guai anche Patrizia De Palma (nella foto), che con Remo Di Giandomenico è la metà della coppia conosciuta come "i Ceausescu del Molise". Dei Ceausescu ha sicuramente la determinazione, che le ha permesso la consumazione di una lunga serie di reati, dal peculato, agli aborti clandestini (in gran parte fuori termine, lei che era obiettrice di coscienza), fino a vere e proprie violenze personali contro i colleghi colpevoli di ostacolarla. Ciliegine sulla torta la condanna per aver partecipato alla vendita di un neonato e quella per traffico di migranti. Un corposo articolo di Prima Pagina Molise fornisce i dettagli raccapriccianti, ma per queste colpe la signora ha scontato solo un paio di in carcere, ritornando poi alla professione come se nulla fosse. Latita l'Ordine dei medici, che invece di espellerla a calci seduta stante, dopo anni non ha ancora trovato il tempo di portare a termine il procedimento d'espulsione nei suoi confronti.

Remo Di Giandomenico è invece il marito, già sindaco di Termoli, deputato UDC e molto altro, candidato nonostante la condanna della moglie e nonostante il verminaio sia già stato scoperchiato da qualche anno. Ma l'UDC si tiene anche Cuffaro, nessun stupore.

Un'operazione che decapita i vertici molisani e dimostra come le sue istituzioni fossero ormai nelle mani di un'associazione criminale rodata e priva di scrupoli, un panorama desolante nel quale i carabinieri hanno dovuto operre mentre colleghi infedeli e anche i vigili urbani cercavano di ostacolare le indagini con lo spionaggio e con l'intimidazione. Un comandante dei carabinieri sarebbe arrivato al punto di mandare un proiettile e minacce a suo fratello, ugualmente carabiniere, perchè desistesse dalle indagini. Il GIP descrive la banda arruolata nelle forze dell'ordine come:«Un vero e proprio settore separato dall'Autorità giudiziaria, dallo stesso Capo della Polizia e dalla stessa Arma dei Carabinieri e anzi collegato direttamente a uno dei più terribili centri di potere e di malaffare annidatosi nelle istituzioni del Basso Molise».

Anche il Vaticano si era scoperto scandalizzato e all'epoca dell'arresto della De Palma l'Osservatore Romano scrisse di "Sepolcri imbiancati sulla Morale insanguinata dell'avidità", ma per Il Giornale di Berlusconi le prove sono un'optional, a la montagna di intercettazioni che ha provato il malaffare è da censurare, perchè per raccogliere intercettazioni e prove i carabinieri avrebbero ascoltato anche discorsi banali e privati. Sono tutti innocenti fino al giudizio definitivo e delle condanne già rimediate da Patrizia De Palma è meglio non parlarne per i moralisti a gettone berlusconiano.

Sepolcri imbiancati come il solito Giovanardi, che da deputato di Forza Italia fece un'interrogazione parlamentare sui costi dell'inchiesta, per inciso imparagonabili ai milioni di euro sottratti dagli imputati. Le stupidaggini di Giovanardi dimostrano che Forza Italia a livello nazionale ha cercato di difendere la banda e che Il Giornale di Berlusconi si è attivato per diffamare le forze dell'ordine e i magistrati, al fine di favorire un'associazione criminale per nulla presunta, viste le condanne già subite da De Palma ed altri. Sepolcri imbiancati come i giornali nazionali che confinano la notizia nei dintorni di -pagina 20 taglio basso- o a bucare del tutto la notizia.

Non stupisce che nemmeno un politico nazionale si sia fino ad ora espresso sulla chiusura dell'inchiesta che ha decapitato il Molise (coinvolto anche il presidente della regione), come similmente è successo pochi mesi fa in Abruzzo. Allora fu più rumorosa la solidarietà per il "galantuomo" Del Turco che per il sottostante scandalo epocale, oggi il coinvolgimento di un notabile dell'IDV tiene lontano persino Di Pietro il legalitario.

Di legalità e dei suoi paladini non c'è traccia in Molise, dove i "buoni" combattono soli contro tutti per difendersi dai sopprusi della banda e dove pezzi di stato cercano di difendere medici presi a botte in ospedale da gente come la De Palma, carabinieri che si ritrovano Caino per fratello e migliaia di utenti della sanità pubblica nessi in pericolo mortale in nome della smodata avidità dei "cattivi". Una situazione che ha spinto politici ed affaristi ad agire con tale spudoratezza che non è stato difficile incastrarli, la paradossale difficoltà per gli inquirenti è stata proprio quella di assemblare una mole impressionante di prove per una mole altrettanto impressionante di reati, ben 117 capi d'accusa.

Edited by GalileoGalilei - 2/1/2009, 18:06
 
Web  Top
6 replies since 2/1/2009, 09:52   186 views
  Share