Laici Libertari Anticlericali Forum

Il clerofascismo slovacco

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StefanoBR
view post Posted on 26/10/2008, 07:05




http://www.olokaustos.org/geo/slovacchia/slovacchia02.htm
Nacque il 13 ottobre 1887 a Velkabyta. Abbracciò la carriera religiosa e nonostante la carica sacerdotale si occupò di politica divenendo uno dei capi del Partito Popolare slovacco fondato da un altro ecclesiastico: Andrej Hlinka.
Il partito poneva tra i suoi punti programmatici la separazione della Slovacchia e la sua proclamazione a Stato indipendente. Dal 1927 al 1929 Tiso sedette al Parlamento cecoslovacco finendo poi per dare le dimisiioni da deputato.
Quando nel 1938 la Slovacchia ottenne un'ampia autonomia federale, gli venne affidato il governo regionale in qualità di Presidente.
Il 10 marzo 1939 grazie all'aiuto tedesco Tiso dichiarò l'indipendenza della Slovacchia formando un governo clerico-fascista.

L'opera di governo di Tiso si scontrò sin dall'inizio con la necessità di soddisfare le opposte esigenze della Chiesa cattolica e le pretese naziste. Si trattò quindi di un governo servile e irresoluto che riuscì a scontentare il potente alleato tedesco e ad irritare progressivamente la Chiesa.
Tiso accettò di introdurre una legislazione antisemita ma la definizione che la legge dava degli ebrei era unicamente su base religiosa e non razziale.
Questo atteggiamento era del tutto incomprensibile per i tedeschi che giudicarono Tiso incapace di eseguire con esattezza il compito di eliminare il giudaismo dalla Slovacchia.
Tiso era premuto nella sua opera di governo dall'ala destra i cui più importanti esponenti erano il ministro degli Esteri Tuka e il ministro degli Interni Mach.
Quest'ala destra aveva formato una sorta di gruppo paramilitare modellato sull'esempio delle SS tedesche: le "Guardie di Hlinka".

Nel 1940 ad opera dell'ambasciatore tedesco a Bratislava von Killinger, si tenne il cosiddetto "compromesso di Salisburgo". Tiso accettò di fatto di dividere il potere con le "Guardie di Hlinka".
L'arrivo al potere di Tuka e di Mach determinò un aggravarsi delle condizioni degli ebrei slovacchi sino alla prima grande ondata di deportazioni della primavera 1942.
Tiso fu anche responsabile della dichiarazione di guerra all'Unione Sovietica e della partecipazione slovacca alla guerra hitleriana.

Nel 1942 dopo le deportazioni a causa della pressione della Chiesa e dell'opinione pubblica Tiso varò una legislazione che ammorbidiva relativamente i provvedimenti adottati da Mach e Tuka.
Tuttavia già nel 1943 di fronte alle richieste tedesche Tiso si mostrò accondiscendente e disponibile a cedere gli ebrei rimasti.
I colloqui diplomatici intavolati dall'inviato tedesco Veesenmayer e dall'ambasciatore Ludin furono interrotti nell'agosto 1944 dalla insurrezione dell'esercito slovacco che cercò di espellere i tedeschi dal Paese.
Tiso, perso il controllo della nazione, chiese l'intervento dei tedeschi che inviarono le SS per sedare la rivolta.
Le truppe naziste non si limitarono al massacro degli insorti ma si dedicarono alla caccia ed alla deportazione degli ebrei slovacchi rimasti nel Paese.

Esautorato dal potere Tiso negli ultimi mesi di guerra trovò rifugio in Germania dove venne arrestato dagli angloamericani.
Estradato in Cecoslovacchia venne processato dal Tribunale Nazionale e condannato a morte. La sentenza venne eseguita il 18 aprile 1947

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Flavius-Claudius-Iulianus
view post Posted on 26/10/2008, 10:03




I paesi cattolici ed ortodossi retti da dittature fasciste espressero, tra le due guerre e durante la Seconda guerra mondiale, organizzazioni paramilitari fortemente legate al clero più oltranzista.
Come non ricordare, oltre al regime slovaccio, quello Croato e quello Rumeno?
 
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StefanoBR
view post Posted on 26/10/2008, 15:06




QUOTE (Flavius-Claudius-Iulianus @ 26/10/2008, 10:03)
I paesi cattolici ed ortodossi retti da dittature fasciste espressero, tra le due guerre e durante la Seconda guerra mondiale, organizzazioni paramilitari fortemente legate al clero più oltranzista.
Come non ricordare, oltre al regime slovaccio, quello Croato e quello Rumeno?

Dimenticato di citare i paesi protestanti!
 
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Flavius-Claudius-Iulianus
view post Posted on 26/10/2008, 22:28




Vero ma nei paesi cattolici e ortodossi, molto più arretrati, il fenomeno fu più radicale.
 
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Cavaradossi
view post Posted on 29/10/2008, 11:01




Esiste tutta una "geografia" di movimenti filonazisti e filofascisti che si richiamavano apertamente all'ideologia cristiana.
Tra quelli piu' significativi, oltre a quelli rumeni ecc. gia' riportati, ricordo il Rex belga, che giunse persino ad armare una divisione di waffen SS (la SS-Wallonie), unica divisione nazista ad avere il cappellano militare.
In Francia i monarchici dell'Action Francaise, talmente integralista che lo stesso Pio XI intervenne condannandola (ma con un documento segreto). contribuirono pure loro ad armare una divisione di SS.
Appena ho un attimo libero preparo uno schema su questi gentiluomini.
 
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StefanoBR
view post Posted on 29/10/2008, 15:15




QUOTE (Cavaradossi @ 29/10/2008, 11:01)
Esiste tutta una "geografia" di movimenti filonazisti e filofascisti che si richiamavano apertamente all'ideologia cristiana.
Tra quelli piu' significativi, oltre a quelli rumeni ecc. gia' riportati, ricordo il Rex belga, che giunse persino ad armare una divisione di waffen SS (la SS-Wallonie), unica divisione nazista ad avere il cappellano militare.
In Francia i monarchici dell'Action Francaise, talmente integralista che lo stesso Pio XI intervenne condannandola (ma con un documento segreto). contribuirono pure loro ad armare una divisione di SS.
Appena ho un attimo libero preparo uno schema su questi gentiluomini.

Hergé è stato il movimento Rex?
 
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Cavaradossi
view post Posted on 29/10/2008, 18:38




non conosco il nome Hergè.
Il leader del rexismo era Degrelle, ammiratissimo da Hitler, scappato in Spagna (grazie anche alle complicità in tonaca).
Criminale di guerra, in Russia di distinse per cattiveria.
In tv vidi il suo funerale: un gruppo di vecchiacci nostalgici che inneggiavano al fuhrer. La differenza tra loro e Degrelle era che entrambi erano morti, ma solo il secondo stava nella bara. Inoltre, nei vecchi filmati delle adunate franchiste è identificabile perchè spesso appariva in uniforme nazista.




la fonte:
http://it.wikipedia.org/wiki/L%C3%A9on_Degrelle

LEON DEGRELLE

« Se avessi un figlio, vorrei che fosse come Lei. »
(Adolf Hitler, copertina della rivista Signal nel 1944)

Léon Joseph Marie Ignace Degrelle
Léon Joseph Marie Ignace Degrelle (Bouillon, 15 giugno 1906 – Málaga, 31 marzo 1994) è stato un politico belga, fu il fondatore del rexismo, movimento nazionalista belga di ispirazione cattolica, e in seguito combatté nel contingente vallone delle Waffen-SS.

Al termine della seconda guerra mondiale, fu una delle principali figure neofasciste europeee.

Indice [nascondi]
1 Biografia
1.1 Periodo rexista
1.2 La guerra
1.2.1 Soldato semplice
1.2.2 La scomunica
1.2.3 Fronte russo
1.3 Dopoguerra
2 Figlio mancato di Hitler
2.1 Note
3 Voci correlate
4 Altri progetti



Biografia [modifica]
Degrelle nasce a Bouillon, un borgo medievale immerso nelle foreste delle Ardenne.

Durante il periodo di studi a Lovanio, alla fine degli anni venti, lavora come giornalista all'Avant Guarde.

Nel 1929 diventa redattore capo del quotidiano di Bruxelles Il XX Secolo. Viaggia in Italia, conosce il fascismo e l' Azione Cattolica. Viaggia per il mondo, arriva negli Stati Uniti degli anni trenta, ma resta colpito soprattutto dal Messico e dalle vicende dei Cristeros su cui scriverà un reportage.


Periodo rexista [modifica]
Tornato in patria, milita inizialmente nelle file dell'Azione Cattolica; nel 1935 fonda il movimento nazional-popolare "Rex", caratterizzato dal misticismo cristiano e da una visione aristocratica e corporativa dello Stato; da qui la sostanziale adesione all'ideologia fascista di Degrelle.

Alle elezioni legislative del 1936 il suo partito riscuote un notevole successo, ottenendo ventuno deputati e dodici senatori; il movimento rexista possiede anche un proprio giornale, dal titolo Le Pays réel: tra i suoi obiettivi, fungere da sostegno spirituale per i militanti e da organo d'informazione politica.


La guerra [modifica]
Nel 1940, dopo l'occupazione del Belgio da parte tedesca, Degrelle è fautore di un'intesa con la Germania che assicura la supremazia del movimento rexista.


Soldato semplice [modifica]
L'8 agosto 1941 parte volontario con duecento giovani valloni, perlopiù costituita dai giovani rexisti, per il fronte dell'Est, come semplice soldato.

Tra il 1941 ed il 1943, combatte in Caucaso e diventa un comandante delle Waffen SS. Conduce la 28. SS-Freiwilligen-Grenadier-Division der SS Wallonien nell'operazione Barbarossa contro l'Unione Sovietica.

Mentre è in vacanza a Bouillon, sua città natale, il sacerdote si rifiuta di dargli la comunione e lui decide di imprigionarlo in una cantina da dove verrà liberato dai tedeschi. Da nazifascista convinto, tanto anticomunista quanto anticapitalista, proprio a riguardo della spedizione in Russia affermerà: "Non è per salvare il capitalismo che noi ci battiamo in Russia. È per questo che i soldati al fronte hanno una tale fiducia (...) Se l'Europa deve essere ancora questa, se deve ritornare ad essere l'Europa dei banchieri, di questa grande borghesia corrotta, della facilità e dell'infiacchimento, ebbene, noi altri, lo diciamo senza giri di parole, preferiamo ancora che il comunismo avanzi e faccia saltare tutto per aria. Auspichiamo che tutto salti piuttosto di vedere ancora rifiorire questo marciume (...) Noi altri guarderemo i caricatori, e dopo aver sbaragliato la barbarie bolscevica, affronteremo i plutocrati, per i quali abbiamo riservato le nostre ultime munizioni".


La scomunica [modifica]
Quando il vescovo di Namur lo scomunica, allora si volge alla spiritualità delle SS, all'interno delle quali prosegue la sua scalata gerarchica frequentando la scuola di formazione di Bad Tölz.


Fronte russo [modifica]
Tornato in Russia si distingue rompendo l'accerchiamento sovietico a Tcherkassy.

Quello dei valloni è l'ultimo reparto a ritirarsi, retroguardia della divisione Wiking, non cede fino a quando gli viene esplicitamente ordinato di ritirarsi; dei duemila volontari inizialmente costituenti la brigata Wallonie, alla fine dell'agosto 1944 ne restano appena un centinaio, che comunque bloccano l'avanzata sovietica verso Tallinn; lo stesso Léon Degrelle resta ferito e, divenuto comandante della brigata, viene decorato con la Croce di Ferro con fronde di quercia, fu tra i pochi non tedeschi a ricevere questa medaglia.

Ottenuta la Ritterkreutz, la sua popolarità in Germania sale alle stelle, al punto da farlo considerare il delfino del Führer [1]. [2].


Dopoguerra [modifica]
Appena finita la guerra, in fuga dall'Europa occupata dagli Alleati, Degrelle ed alcuni suoi camerati fuggono prima in Danimarca, poi in Norvegia, zone ancora sotto il controllo tedesco. Proprio partendo dalla Norvegia effettuano una folle fuga con un Heinkel He 111 fornito loro da Albert Speer. Nonostante riescano a superare le linee nemiche ed evitare la caccia e la contraerea alleata, il carburante non è sufficiente a coprire tutto il percorso, per cui si rende necessario un atterraggio di fortuna appena al di là del confine francese, sulla spiagga basca della baia di San Sebastian in Spagna dove Degrelle viene raccolto da alcuni bagnanti con varie fratture, anche alla colonna vertebrale.

Dopo le cure in ospedale, si stabilisce a Malaga ottenendo asilo politico dal Governo spagnolo di Francisco Franco.

Con la Liberazione, Degrelle è chiamato in giudizio per tradimento e condannato a morte in contumacia. Le domande di estradizione non avranno esito positivo, perché Degrelle ha rinunciato alla nazionalità belga per prendere, sotto il falso nome di José Leon de Ramirez Reina, la nazionalità spagnola. I suoi genitori e suo fratello vengono però processati e condannati a pesanti pene detentive, forse con l'intenzione di forzarlo a rientrare in patria. Vengono effettuate anche ricerche per scoprire il suo nascondiglio in Spagna, rapirlo e ricondurlo in Belgio ma la sua falsa identità e l'appoggio del governo spagnolo rendono impossibile questa operazione.

Comincia il suo dopoguerra, fra alti e bassi finanziari ma sempre fermo nella sua duplice fede, il cattolicesimo integralista e il nazismo.

Fino alla morte, Degrelle esalterà i piani di Hitler e del regime nazionalsocialista. Convinto negazionista, dubiterà soprattutto dell' esistenza e della materialità dell' olocausto e in generale la concretezza dei crimini contro l'umanità imputati al regime hitleriano.

Prosegue l'opera di proselitismo: scrive libri e tiene conferenze e comizi in tutto il mondo. A Bariloche nel 1980 concede un'intervista al giornalista Marco Dolcetta.

« Noi abbiamo lottato fino alla fine, finché abbiamo potuto, in condizioni orribili; più si avvicinava l'ora della disfatta, più era dura. L'esercito russo era immenso e soprattutto aveva materiale americano immenso, perché sono stati gli americani a vincere in Russia, non i russi. Se ci fossero stati solo i sovietici non ci avrebbero mai sconfitti, mai. Abbiamo combattuto ma alla fine non avevamo veramente più niente; negli ultimi mesi di guerra, durante l'ultima offensiva nel febbraio 1945, avevamo tre obici per cannone, poi ne è rimasto uno solo ... Quando abbiamo sferrato l'ultima offensiva camminavo come sempre davanti ai miei soldati ma avevo preso un bastone per mostrare che non dovevamo aver paura anche se avevamo poche armi. Tutto questo aveva un accento epico, si sapeva che andavamo a morire - abbiamo perso la metà dei nostri uomini nelle ultime settimane e continuavamo pur sapendo che la guerra era persa, perché i russi non invadessero il nostro Paese. È proprio il colmo che ora ci oltraggino, mentre invece senza di noi sarebbero stati perduti. »


Muore in Spagna nel 1994.


Figlio mancato di Hitler [modifica]
Léon Degrelle può essere considerato - con Benito Mussolini - l'unico non tedesco che Hitler stimasse profondamente. Degrelle è un cattolico, esponente di quella linea della Chiesa secondo cui fra comunismo e capitalismo giudaico-pluto-massonico, il male minore è il nazifascismo.

È il simbolo di una mentalità latina impregnata di superomismo romantico e di una avversione profonda per la democrazia.

Degrelle si dimostra leader di incontestabile personalità: oratore, giornalista, poeta, deputato, soldato, entra nella mitologia nazionalsocialista soprattutto in quanto portatore di una forte compenente di Geist, di Spirito.


Note [modifica]
^ Marco Delcetta, Gli spetti del quarto Reich, Bur Rizzoli, 2007, ISBN 9788817013635
^ Arrigo Petacco, La nostra guerra, 1940-1945, Mondadori, 1995

Voci correlate [modifica]
Fascismo
Nazismo
Rexismo
 
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topometallo
view post Posted on 29/10/2008, 19:30




CITAZIONE (Cavaradossi @ 29/10/2008, 18:38)
non conosco il nome Hergè.

Belga, è (era) lo pseudonimo di Georges Remi, il creatore del fumetto Tintin; so che aveva ricevuto accuse di collaborazionismo, leggo su wiki francese che conosceva Degrelle, o almeno aveva illustrato un suo opuscolo (Histoire de la guerre scolaire, 1879-1884)


mi ero scordato il link: http://fr.wikipedia.org/wiki/Herge

nel paragafo " Collaborateur ? "

CITAZIONE
À la situation professionnelle d'Hergé s'ajoutent son admiration pour l'abbé Wallez, antisémite et admirateur de Mussolini, et ses relations avec les catholiques ultra-conservateurs et l'extrême-droite rexiste. Hergé avait notamment illustré la brochure Histoire de la guerre scolaire, 1879-1884 du leader de l'extrême-droite belge Léon Degrelle en 1932. Certains détracteurs d'Hergé déduiront de cette proximité une sympathie du dessinateur envers les thèses d'extrême-droite. Il n'a en tout cas jamais fait état publiquement d'un tel engagement politique ; et lorsque Le Pays réel, organe de presse officiel du rexisme, l'avait sollicité en 1940 pour relancer Tintin, alors qu'Hergé était sans employeur, il avait décliné l'offre.

Forse non ce n'è bisogno, ma mi perfetto di tradurre a braccio:

CITAZIONE
Alla situazione professionale di Hergé [ai fini dell'accusa di collaborazionismo ndT] si uniscono la sua ammirazione per l'abate Wallez, antisemita e ammiratore di Mussolini e i suoi rapporti con i cattolici ultraconservatori e l'estrema destra rexista. Era risaputo che Hergé aveva illustrato nel 1932 l'opuscolo Histoire de la guerre scolaire, 1879-1884 del leader belga di estrema destra Léon Degrelle. Alcuni detrattori di Hergé dedussero da tale collaborazione una simpatia del disegnatore nei confronti delle tesi dell'estrema destra. Ma non è mai stato verificato pubblicamente un tale impegno politico; e quando Le Pays réel, organo ufficiale del rexismo lo aveva richiesto per rilanciare Tintin nel 1940, quando Hergé era disoccupato, questi aveva declinato l'invito.



Edited by topometallo - 29/10/2008, 23:15
 
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Cavaradossi
view post Posted on 30/10/2008, 01:42




Grazie. Mi ricorda un po Giannini che fondò l'Uomo Qualunque per poi ritrovarsi con le mosche in mano e morire dimenticato e indigente.
 
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8 replies since 26/10/2008, 07:05   214 views
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