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Cremazione. Il no di vescovi e don Patriciello a nuovi impianti: "i morti non sono pizze", Il culto dei cadaveri che risorgeranno. CEI: Vietato custodire e disperdere ceneri

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view post Posted on 25/10/2007, 07:00
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Don Patriciello: i morti non sono pizze

Il culto dei cadaveri. CEI: Vietato custodire e disperdere ceneri

Bare-abbandonate-palermo
Bare accatastate a Palermo (2021)

www.gvonline.it/leggi_id.php?id=4371

25 Ottobre 2007

Dopo la cremazione le ceneri a casa? «Pericoloso»
Le ceneri della mamma disperse al vento? Quelle del nonno sulla laguna o conservate in salotto accanto alla tivù? E' una pratica che in Italia sta prendendo piede, resa possibile da nuove leggi, e per la cui più ampia applicazione ci si sta muovendo anche in Veneto e a Venezia.

In Italia cremazioni al 10%, in Svizzera al 75%.
Ma attenzione – avverte don Silvano Bellomo, sacerdote veneziano ma da trent'anni operante in Francia e ora impegnato nella pastorale del lutto: «Attenzione perché la Francia, che ha compiuto gli stessi passi, ora sta facendo marcia indietro, perché si è resa conto dei pericoli per la psiche individuale e per la cultura collettiva di una libertà incontrollata e mal gestita».
La pratica della cremazione è in continua crescita, in Veneto come in tutt'Italia. Il 2007 dovrebbe essere – secondo le previsione della Federazione italiana per la cremazione – l'anno in cui si arriverà a 60.000 cremazioni; cioè vi si ricorrerà nel 10% dei decessi.
Ma in Europa i numeri sono già molto più consistenti: in Svizzera tre defunti su quattro vengono cremati, e percentuali molto simili ci sono in Gran Bretagna, in Svezia e nella Repubblica ceca.
L'Italia, soprattutto per il divieto opposto a questa pratica dalla Chiesa fino al 1963, il costume dell'incenerimento del cadavere è molto meno diffuso. Ma il permesso concesso dalla Chiesa - se la cremazione non contrasta la fede nella risurrezione dei corpi - e ragioni anche pratiche, a partire dal fatto che i cimiteri sono strapieni e bisognerebbe costruirne di nuovi, inducono anche da noi a scegliere la via del fuoco, anziché quella della terra.

In Veneto manca la legge: c’è solo la proposta. In Veneto è stata presentata poco più di un anno fa una proposta di legge regionale per consentire, a chi desideri la cremazione, che le sue ceneri siano poi disperse o conservate in un luogo a scelta e cura dei familiari.
La proposta di legge, che non è ancora stata discussa e approvata, ricalca leggi votate da altre Regioni ed esplicita ciò che prescrive una norma nazionale del 2001. Già oggi, nella vicina Lombardia, alcuni giorni dopo la cremazione è possibile recarsi all'impianto crematorio e portare a casa l'urna con i resti del congiunto.
«In Francia – spiega don Bellomo – da tempo c'è un'inflazione di libertà che genera problemi. Conosco una vedova che si è portata a casa l'urna con le ceneri del marito. Poi è mancata anche lei e i figli, disuniti, hanno messo l'urna in cantina, dove si è rovesciata e nessuno adesso osa più toccare quelle ceneri».

Insomma – continua don Silvano – si assiste, in nome della libertà, a episodi strampalati o problematici: dai ricchi che snobisticamente noleggiano un aereo per disperdere le ceneri sopra le vette più alte ai meno ricchi che ripongono l'urna sul caminetto di casa rischiando che diventi un feticcio o un balocco.
«Noi siamo fatti di emozioni forti ma “corte”, passeggere. Tutti piangono il giorno del funerale, ma tre giorni dopo dimenticano. E allora trovarsi in casa l'urna con le ceneri del congiunto, mentre le stagioni si avvicendano e nascono nuove generazioni, diventa cosa difficile da gestire».
Altrettanto complicato è elaborare il lutto quando non esiste più un punto di riferimento concreto: lasciare le ceneri al vento sarà anche un gesto romantico, ma poi non resta nulla.

Preparare la morte sapendo che il lutto è degli altri.
Chi muore e, per sua volontà, finisce in aria con le sue ceneri, non si è reso conto, in vita, che il lutto non sarà suo, ma dei superstiti. E chi resta, per superare il lutto, ha bisogno di un corpo, di un segno, di un sepolcro che custodisca dei resti mortali. Foscolo docet.
«Per questi motivi – continua don Bellomo - il Parlamento francese sta per approvare una legge che regolamenta gli atti che seguono la cremazione. L'intento è che si creino, nei cimiteri o in altri luoghi deputati, dei cinerari, in cui conservare le urne. E che si realizzino delle sale dignitose per raccogliersi, ricordare, pregare».

Giorgio Malavasi

Edited by pincopallino2 - 24/4/2021, 08:17
 
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Dati e Fatti
view post Posted on 25/10/2007, 13:51




Dire che la cremazione implichi il dimenticare il defunto "tre giorni dopo" mi sembra un'emerita stronzata.
Mia sorella, morta prematuramente, fu cremata, anni fa. Il lutto lo sto superando solo ora.
Sono disposti a sostenere qualunque sciocchezza.
Anche il fatto di tenere le urne in casa, per esempio. Sarebbe più o meno impressionante seppellire il cadabere intero nel giardino di casa (che in Italia hanno pochissimi?) Ma di che cavolo stanno discutendo? Del nulla.

Creare e accudire il luogo della memoria (NON del culto), in casa o sul terrazzo, è molto più facile con le ceneri.
C'è bisogno del-cimitero-consacrato?
Si, certo che ce n'è bisogno: perché è terra, rito, simbolo, che loro controllano.

Ecco perché.
 
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sd&m
view post Posted on 25/10/2007, 20:07




mah... meglio farsi cremare che inculare i bambini, secondo me...
 
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pippo777
view post Posted on 25/10/2007, 20:15




IN CORSICA ogni famiglia ha una cappella funebre in un angolo del proprio orto....è bellissimo.........se fosse possibile io me la farei.
 
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Arammigu
view post Posted on 25/10/2007, 21:05




CITAZIONE (sd&m @ 25/10/2007, 21:07)
mah... meglio farsi cremare che inculare i bambini, secondo me...

:D
 
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Kulkulcan
view post Posted on 6/1/2008, 14:40




PARROCO RIFIUTA FUNERALE PERCHE' DEFUNTO E' STATO CREMATO

(ANSA) - AOSTA, 6 gen - E' polemica ad Aosta per l'opposizione di un parroco a celebrare il funerale religioso ad un uomo che in vita aveva espresso la volontà di essere cremato e che le ceneri fossero poi disperse come ne ha dato notizia oggi La Stampa.

Protagonista della vicenda è stato don Carmelo Pellicone, parroco di Santo Stefano, una parrocchia di Aosta, che non ha voluto celebrare il funerale che si è svolto poi in una cappella della casa di riposo dove era ospite l'anziano.

Una recente legge regionale permette di disperdere le ceneri dei defunti oppure conservarle in luoghi diversi dal cimitero. La decisone del parroco ha evidenziato la contrapposizione tra il diritto canonico e quello civile in materia di sepolture con la quale devono fare i conti chi crede nella resurrezione del corpo e dell'anima. Ora la Curia corre ai ripari per dare ai credenti indicazioni "certe" sui comportamenti da tenere dopo la morte. (ANSA).

http://www.regione.vda.it/notizieansa/details_i.asp?id=47024

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Se trovo l'articolo completo vi faccio sapere. E' ora che aprono gli occhi i valdostani perchè siamo un po' isolati dalle notizie del mondo... non voglio entrare in merito..
 
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view post Posted on 6/1/2008, 14:50
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La condanna della cremazione si fonda sulla superstizione che nel giorno del giudizio i morti risorgeranno coi loro corpi e che quindi non andrebbero distrutti.... Come se sotto terra si mantenessero a posto...

Inoltre la cremazione era pratica in voga tra la massoneria anticlericale.

La necrofilia è un connotato peculiare del cattolicesimo. Ci sguazzano tra cadaveri, ossa, false e vero parti anatomiche spacciate per reliquie e altre schifezze del genere.

Edited by GalileoGalilei - 6/1/2008, 16:20
 
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Kulkulcan
view post Posted on 6/1/2008, 15:54




sentite questa:

Il Parroco Pellicone: "L'inumazione è imitazione della sepoltura di Cristo che poi è risorto. La dispersioni delle ceneri è una sorta di moderno panteismo cioò un ricongiungimento con la morte dell'uomo alla natura. Non fa parte delle nostra religione."

LOL

"Putroppo molti fedeli negano la cristianità, ignorano i dogmi come quello della resurrezione"
 
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pippo777
view post Posted on 6/1/2008, 21:17




CITAZIONE (GalileoGalilei @ 6/1/2008, 14:50)
La condanna della cremazione si fonda sulla superstizione che nel giorno del giudizio i morti risorgeranno coi loro corpi e che quindi non andrebbero distrutti.... Come se sotto terra si mantenessero a posto...

Inoltre la cremazione era pratica in voga tra la massoneria anticlericale.

La necrofilia è un connotato peculiare del cattolicesimo. Ci sguazzano tra cadaveri, ossa, false e vero parti anatomiche spacciate per reliquie e altre schifezze del genere.

e i morti disintegrati da esplosioni che fine faranno???
 
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Kulkulcan
view post Posted on 8/1/2008, 10:52




Il sacerdote, don Carmelo Pellicone, responsabile della parrocchia di Santo Stefano nel centro di Aosta, si è dapprima consultato con la Curia vescovile ed ha poi comunicato di non poter officiare in parrocchia il rito funebre di una persona che, in base ad una legge regionale da poco approvata, secondo cui le ceneri dei defunti possono essere disperse o conservate in luoghi diversi dal cimitero, aveva scelto di essere cremato e di far disperdere le proprie ceneri sui monti valdostani.

Il rifiuto del parroco è ispirato al Sussidio pastorale "Proclamiamo la tua Risurrezione" della Commissione Episcopale per la Liturgia della Conferenza Episcopale Italiana (Roma 2007), dove si legge che "la prassi di spargere le ceneri in natura solleva molte domande e perplessitá e la Chiesa ha molti motivi per essere contraria a simili scelte, che possono sottintendere motivazioni o mentalitàá panteistiche o naturalistiche".

Il funerale religioso del defunto è comunque stato officiato nella cappella della casa di riposo in cui l'anziano era ospitato e la Curia vescovile di Aosta si è affrettata a definire il fatto come una "erronea interpretazione, eccessivamente severa, di una indicazione pastorale di prudenza" e che "le disposizioni del Diritto Canonico: le esequie ecclesiastiche vengono celebrate per tutti i fedeli, anche coloro che hanno scelto la dispersione delle proprie ceneri, a meno che tale scelta sia stata fatta per ragioni contrarie alla fede cristiana". In sintonia con il documento pastorale, la Curia aostana annuncia inoltre che "si rende perciò necessaria una più approfondita catechesi e comunicazione della fede".

http://qn.quotidiano.net/cronaca/2008/01/0...o_cremato.shtml

 
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view post Posted on 28/2/2008, 14:47
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In un anno passate dal 8,5% al 9,5%

http://www.ansa.it/site/notizie/awnplus/it..._128170657.html

2008-02-28 13:13
Nel 2006 53. 000 cremazioni
La pratica e' in crescita ed e' pari al 9, 5% dei decessi

(ANSA) - BOLOGNA, 28 FEB - Nel 2006 in Italia sono state fatte 53 mila cremazioni, pari al 9,5% dei decessi. Il dato corrisponde a poco piu' di un quarto di quello europeo (36%), e' in crescita e secondo gli esperti, nei prossimi trent'anni potra' arrivare al 25-35%. Secondo i dati diffusi da Sefit, in Italia sono in funzione 45 crematori, 31 al nord, 9 al centro e solo 5 al sud, e in 12 mesi ne dovrebbero essere attivati altri


La stessa notizia riferita al 2005.

http://www.uaar.it/news/2006/09/20/italia-...lie-cremazione/

In Italia 8,5% popolazione sceglie la cremazione
Aumentano le persone che nel nostro Paese scelgono di farsi cremare. Una forma di sepoltura che rappresenta l’8,5% della popolazione. Nel giro di diciassette anni, dal 1988 al 2005, si e’ passati da 3.650 a 48.196 cremazioni. A fronte di questa crescente richiesta pero’ manca ancora la completa attuazione da parte delle regioni della legge del 2001, che consentiva la dispersione delle ceneri fuori dal cimitero, in natura e aree private.
 
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view post Posted on 6/4/2008, 15:40
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http://www.papanews.it/dettaglio_approfond...p?IdNews=6803#a


E’ boom delle cremazioni, la Chiesa italiana corre ai ripari


da Petrus
CITTA’ DEL VATICANO - In alcune province, come Modena e Reggio Emilia, le cremazioni hanno raggiunto le tumulazioni e crescono ad un ritmo tale da suscitare addirittura le proteste di chi abita vicino agli impianti crematori e teme che le esalazioni siano nocive per la salute.

Un boom che ha spinto anche la Conferenza episcopale a correre ai ripari inviando alle diocesi un sussidio pastorale per i “funerali in caso di cremazione” nel quale si prende atto che “la cultura del cimitero e della tomba è mutata e, per vari motivi, pratiche un tempo atee vanno diffondendosi anche tra i credenti”. In assenza di “motivazioni contrarie alla fede e purché si creda nella risurrezione”, la Chiesa non si oppone alla cremazione e concede le esequie ecclesiastiche, mentre rimangono “motivate perplessità di fronte alla prassi di spargere le ceneri in natura o conservarle in casa”. La legislazione civile lo consente ma la Chiesa ritiene che “spargere le ceneri impedisca di esprimere in un luogo preciso il dolore personale e comunitario, estinguendo anzitempo il ricordo dei morti per effetto di mentalità panteistiche o naturalistiche”.

In Italia le cremazioni corrispondono al 10% dei decessi (53mila su 558mila decessi annui) e sono in funzione 45 crematori (altri 6 sono previsti entro giugno): 31 si trovano al Nord, nove al Centro e solo cinque al Sud. Ciò significa che la cremazione arriva al 15,7% al Nord, al 9,6% al Centro e allo 0,35% nel Mezzogiorno. Gli impianti più grandi si trovano a Milano, Torino, Roma, Genova e Bologna. A questo ritmo di crescita nel 2009 le cremazioni saranno 210mila l’anno (35%).

“Nell’ultimo decennio si è passati dallo 0.7% a quasi il 10% nazionale - spiega Alessandro Bosi, segretario della Federazione Imprese Onoranze Funebri (Feniof) -. E’ un trend supportato dal proliferare di leggi regionali che regolamentano l’affidamento e la dispersione delle ceneri. A livello nazionale si sconta l’assenza di una normativa ad hoc”. Un boom dovuto non solo ai cambiamenti nell’atteggiamento verso il morire e la morte o le opzioni polemicamente atee, come scrive la Cei, ma anche a motivazioni economiche.

Il costo medio di un servizio funebre è di 2.700 euro, più l’acquisto in concessione del loculo cimiteriale che arriva a costare al metro quadro quanto una villa di lusso (3mila euro). In totale, il giro d'affari annuo del “caro estinto” è di circa un miliardo e mezzo di euro (inclusi un milione e 300mila euro per marmi e monumenti funebri, un milione e cento per diritti comunali, 400milioni per interventi di floristi e giardinieri). Rispetto alla tumulazione e all’inumazione (cioè alla sepoltura in un loculo o in terra) la cremazione è molto più economica (massimo 500 euro).

In pratica, un quinto dell’importo, incluse tassazione e diritti di competenza comunale, sanitaria e di polizia mortuaria. Proprio perché così non occorre acquistare un loculo, si sta affermando il ricorso all’urna cineraria come pratica per le esequie. Il regolamento di polizia mortuaria prevede, infatti, che le urne possano essere collocate anche in loculi nei quali vi sia già un feretro (“fino a capienza del loculo”) pagando solo le operazioni di apertura e chiusura del loculo (150 euro), senza dover pagare la concessione cimiteriale. E se una famiglia non possiede già un loculo utile per collocarvi delle urne cinerarie, è in vendita a 350 euro uno spazio apposito nel quale depositare le ceneri dei propri cari. In alternativa alla tumulazione dell’urna cineraria ci sono inoltre l’affidamento e la dispersione delle ceneri.

A differenza della cremazione, che è consentita in tutto il territorio nazionale, queste pratiche sono consentite solo in alcune regioni (Lombardia, Piemonte, Toscana, Umbria, Emilia Romagna, Valle D’Aosta, Marche, Lazio, Campania e Liguria) che hanno una apposita normativa che le regolamenta. L’affidamento dell’urna cineraria può avvenire “agli aventi diritto previa verifica delle volontà del defunto” o attraverso dichiarazione del parente che attesta che il defunto “avrebbe voluto le proprie ceneri date in affidamento”.
 
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view post Posted on 13/5/2008, 13:22
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http://www.lastefani.it/settimanale/articl...12&block=0&id=2

INCHIESTA
Perchè si sceglie di tornare cenere
Costi contenuti e mancanza di spazi: ecco cosa c’è dietro alla diffusione della cremazione, che da tempo non è più una pratica solo per massoni e agnostici. L’Emilia-Romagna ne è una roccaforte: lo confermano dalla So.Crem, convinti che “con forni moderni, Bologna arriverà alle medie europee”
di Sara Scheggia



Bologna crocevia della cremazione. Sarà perché la So.crem, l’associazione di volontari attiva per la sua diffusione dal 1889, è stata fondata proprio qui. O perché nel secolo scorso l’Emilia-Romagna contava un discreto numero di liberali, massoni e socialisti. Fatto sta che l’anno scorso più del 30% dei bolognesi ha scelto di farsi cremare, anche perché, per i residenti, costa almeno 200 euro in meno rispetto alla media nazionale.

Preferire la cremazione, però, non dipende solo da convinzioni ideologiche o da necessità strettamente economiche: in molti casi, e non solo a Bologna, è una strada obbligata, visto che nei cimiteri i posti iniziano a scarseggiare.

Nei grandi centri urbani, soprattutto al nord, si è arrivati ad una situazione di vero e proprio affollamento. Spesso non sono previste costruzioni ex novo o ampliamenti delle aree esistenti: a Milano le cremazioni hanno ormai superato le sepolture tradizionali, e se Bologna riuscirà a dotarsi di impianti migliori entro la fine dell’anno, le richieste continueranno sicuramente a crescere.
Sempre per ovviare alla mancanza di spazi, un decreto di qualche anno fa ha reso obbligatoria la riesumazione della salma dopo 20-25 anni dalla morte, classificandola, dopo questo lasso di tempo, come ‘resti mortuari’ e permettendo, così, la cremazione anche solo dietro il consenso di un familiare.

Secondo Davide Vitale, che lavora in una delle più importanti ditte di onoranze funebri di Bologna, “molti scelgono la cremazione anche per i problemi che la legge 626, quella sulla sicurezza sul lavoro, crea per le cappelle di famiglia. Se i bisnonni l’avevano acquistata pensando che avrebbe ospitato almeno dieci tombe, oggi con i nuovi regolamenti ne entrano, magari, solo 4”. Ci sono, infatti, delle dimensioni da rispettare per permettere, a chi di dovere, di svolgere il proprio lavoro anche all’interno di una cappellina al cimitero. E, allora, l’urna è l’unica soluzione per rimanere nel mausoleo familiare.
Come servizio demaniale, dopo che nel 1987 la cremazione è diventata un diritto e non più una semplice libertà personale, le tariffe seguono standard nazionali, che fissano il costo massimo intorno ai 470 euro più IVA. Dipende poi dai singoli Comuni decidere i prezzi effettivi: a Bologna, per esempio, farsi cremare costa 260 euro, IVA inclusa. Per gli associati della So.Crem è addirittura gratuito. La condizione di socio era, fino a qualche anno fa, l’unico modo, insieme alla disposizione testamentaria, per ottenere la cremazione: oggi possono decidere gli eredi diretti, anche se il deceduto non ne aveva mai manifestato volontà. Il senso dell’associazionismo, dunque, non è così ampio come nel secolo scorso, ma nel caso di persone sole e molto anziane acquista l’importanza originaria. “Siamo una popolazione sempre più vecchia, e per chi, ad esempio, si spegne nelle case di cura, è impensabile che ci sia qualcuno disposto a prendersi la briga per una cremazione o per la dispersione delle ceneri”, afferma il presidente della So.Crem, Guido Stanzani.

L’Emilia-Romagna, con sei poli crematori già attivi o in procinto di essere messi in funzione, è dunque una delle regioni in cui la cremazione è più diffusa, con la prospettiva di raggiungere in fretta le medie di altre nazioni. Nell’Europa protestante, per esempio, la cremazione supera il 75-80% sui decessi annuali: non essendo concepito come un servizio pubblico, in questi paesi la concorrenza tra privati permette di praticare prezzi irrisori. “In Italia c’è una certa tendenza alla conservazione, che va al di là del credo cattolico – continua il presidente So.Crem – In Inghilterra o in Olanda, i funerali si svolgono anche dopo dieci giorni dalla morte, e c’è tutto il tempo per prepararsi ad una cerimonia dignitosa, anche contestuale alla cremazione”.

E come fanno ad aspettare così tanto? Praticano la cosiddetta tanatoprassi, un sistema che permette la conservazione del cadavere per diversi giorni. In Italia la legge non la vieta esplicitamente, ma manca un regolamento che la riconosca. Finora sono stati sottoposti a tanatoprassi solo il Papa e Pavarotti, nascondendola dietro a parole come ‘tanatoestetica’, piuttosto. Da noi il fenomeno non è così in voga, si pensa che solo in pochi possano permetterselo. In realtà, costa poco più di duecento euro. Quasi quanto una cremazione.

 
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Kulkulcan
view post Posted on 3/8/2008, 19:37




Nuovo tempio crematorio ad Aosta

È entrato ufficialmente in funzione il nuovo tempio crematorio realizzato dall’amministrazione regionale nel cimitero di Aosta. […] La cremazione delle salme che avverrà per un massimo di tre volte al giorno, tre volte alla settimana, entrerà in funzione solo a fine marzo per permettere agli operatori di seguire un apposito corso di formazione. Nel nuovo tempio crematorio trovano spazio anche gli uffici dell’Azienda pubblici Servizi e del medico legale, una sala autoptica, i locali delle celle frigorifere e del forno nonché una “Sala del commiato”, dove sarà possibile tenere una cerimonia, sia religiosa che laica. Nel tempio sarà possibile, inoltre, provvedere alla cremazione di resti esumati a seguito della scadenza della concessione del relativo spazio cimiteriale.

http://www.uaar.it/news/2006/03/05/nuovo-t...ematorio-aosta/

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Notizia vecchiotta, domani posto quella che è uscita oggi sulla stampa.
 
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Kulkulcan
view post Posted on 4/8/2008, 14:13




La Cappella milionaria che nessuno utilizza

AOSTA


La struttura è stata consegnata dalla Regione al Comune nel 2006; l’anno dopo è stata ornata con un’opera d’arte del friulano Paolo Falaschi. Da allora la cappella polivalente, realizzata nel cimitero di Aosta per lo svolgimento di funzioni religiose diverse da quella cattolica, è sotto utilizzata. La Regione ha speso più di 2 milioni di euro per ricostruire i locali dell’ingresso principale del camposanto. Nel salone polivalente, privo di simboli religiosi specifici, non sono ancora stati celebrati funerali o funzioni con riti diversi da quello cattolico. L’accesso è a pagamento: 30 euro per i residenti e 100 per i cittadini provenienti da fuori Valle. Tra l’anno scorso e quest’anno, nella cappella polivalente sono state ospitate dieci salme sepolte dopo una breve cerimonia. Sono, perlopiù, cittadini italiani non credenti i cui famigliari hanno esaudito il desiderio del defunto di escludere la Chiesa nel rito funebre.
Non si può dire che le confessioni religiose presenti in Valle d’Aosta snobbino la cappella polivalente. Anzi, la considerano un’opportunità, «ora che lo sappiamo» dice, per esempio, Gabriela Alexandru, romena, di religione ortodossa, residente in Italia da 12 anni, di cui 5 ad Aosta. «Nella maggior parte dei casi - riprende la donna - quando muore un famigliare preferiamo seppellirlo nel Paese d’origine». I motivi? «Abbiamo tradizioni molto diverse. Il nostro corteo funebre è una sorta di Via Crucis. Non sempre in Italia troviamo le strutture adatte. E’ chiaro che i costi di trasporto sono molto alti. Sapere che - sottolinea - nel cimitero di Aosta c’è questa sala può rasserenare chi intende rimanere in Valle fino alla fine dei suoi giorni».
L’Islam rappresenta, in Valle d’Aosta, la comunità più numerosa. Si è ormai arrivati alla seconda generazione integrata soprattutto a livello scolastico. Eppure, il presidente dell’Associazione magrebina valdostana, Taharia Rachid, ignorava dell’esistenza della cappella polivalente, convinto che si parlasse del tempio crematorio, e la cremazione non è ammessa nella religione islamica. «Il trasporto di una salma dall’Italia al Marocco costa 4 mila euro - dice - cifra che, in genere, viene raccolta con una colletta tra connazionali. Fa piacere che le istituzioni regionali abbiano realizzato anche un locale plurireligioso, dopo l’area cimiteriale riservata agli islamici». Le autorità governative marocchine non contribuiscono al pagamento di trasporti funebri dall’estero. «Ho già esposto questo problema ai nostri consoli», dice Rachid. Maria Pia Macrì, segretaria dell’Assemblea spirituale dei Baha’i, di Aosta, confessa di non essere mai stata informata della possibilità di celebrare funzioni religiose in questa cappella. «Due anni fa - ricorda - è morta una cara amica. Abbiamo svolto la nostra cerimonia funebre nella stessa chiesa dove si è sposata». «Pubblicizzeremo in maniera adeguata la cappella polivalente quando verrà redatto il regolamento e completato l’arredamento» annuncia il sindaco Guido Grimod.

http://www.lastampa.it/search/articolo.asp...1&sezione=Aosta

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Chi vuole può far girare la notizia? Grazie
 
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