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Udine, istituto Bearzi: "Violentato per 6 anni dai salesiani". Archiviazione

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GalileoGalilei
view post Posted on 21/9/2008, 19:22 by: GalileoGalilei
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http://ricerca.repubblica.it/repubblica/ar...UD_23_LET1.html

Dalla parte delle vittime
Messaggero Veneto — 20 settembre 2008 pagina 23 sezione: UDINE

Mi sono a lungo interrogata sull’opportunità di intervenire all’interno di questa rubrica in merito al caso Bearzi, che da giorni ormai imperversa sulle pagine di questo giornale. Premetto che il mio intervento non vuol essere in alcun modo accusatorio, ritenendo che ogni persona debba essere considerata innocente sino a che un Tribunale non emetta un verdetto di colpevolezza. Tuttavia, a seguito delle numerose lettere di solidarietà verso l’Istituto salesiano e la persona indagata apparse su questa rubrica, mi chiedo come mai nessuno abbia espresso sensibilità verso i due ragazzi che hanno denunciato i fatti. La risposta è molto semplice e spiega perché questo genere di abusi non vede quasi mai la punizione dei colpevoli: non si viene creduti. Sono la paura di non essere creduti e il grande disagio che si prova nel raccontare questo genere di cose che spingono molti al silenzio. Questa mia lettera non vuole puntare un dito accusatorio verso l’Istituto salesiano o la Chiesa, all’interno dei quali operano persone che hanno fatto e fanno del bene, bensì innescare una riflessione circa la reazione diffusa dell’opinione pubblica allorché fatti di cronaca così gravi colpiscono la “Nobile Istituzione”. In una delle recenti lettere qui pubblicate si legge testualmente: «…Si infanga un prete, educatore, con una notizia di parte che anche agli occhi di un profano appare caratterizzarsi come inattendibile». Mi chiedo: se non risulta opportuno dar notizia di un fatto di cronaca così grave che coinvolge un prelato (come chiunque altra persona, a mio avviso) dovendo, come riportato nella stessa lettera, «verificare se questi fatti siano veritieri o privi di fondamento», perché si parte dal presupposto che tale notizia sia inattendibile? Forse perché a essere coinvolto non è il Signor Pinco, ma piuttosto un rappresentante della Chiesa? La storia e la cronaca, anche estere, ci insegnano che così non è. Il mio non è un affronto all’istituzione, per cui provo profonda stima e rispetto, ma una considerazione sulla negazione di tutto ciò che è riprovevole e perciò non associabile a coloro che rappresentano l’istituzione cattolica. Sia chiaro che è mia personale convinzione il non fare di tutta l’erba un fascio; sono certa che all’interno di tale istituzione la maggioranza dei preti ha fatto della missione evangelica la ragione della propria vita; tuttavia ritengo che l’esimersi dal condannare i colpevoli, accertati dalla giustizia, di fatti di tale gravità non sia un atteggiamento che avvicinerà i giovani al mondo cattolico. Monsignor Milingo è stato allontanato dalla Chiesa, come molti altri, allorché decise di sposarsi; i preti denunciati e colpevoli di abusi su minori sono stati semplicemente destinati ad altro incarico. In merito al caso Bearzi, mi auguro che le accuse, dopo i dovuti accertamenti da parte della giustizia, risultino infondate; d’altronde, se così non fosse, è ancora maggiore l’augurio che tale persona venga allontanata, perché solo così si protegge l’operato «…di chi ha fatto della buona educazione una ragion di vita». Erika Nan Udine


http://www.gazzettino.it/VisualizzaArticol...Hilights=bearzi

L’avvocato rappresenterà il ragazzo che accusa un sacerdote di violenza sessuale
«Abusi», Claut tutela la parte civile


«Il giovane di 27 anni che accusa il prete dell'Istituto Bearzi di violenza sessuale si è costituito parte civile dando mandato e delega al Codacons per la difesa e tutela dei suoi diritti». Lo dichiara, con una nota, il Codacons Fvg, che fa sapere che anche «altri giovani si costituiranno parte civile e hanno dato mandato all'avvocato Vitto Claut, che è anche presidente del Codacons Fvg, di tutelare i loro interessi». Claut mantiene il massimo riserbo sul numero di ragazzi che si sono rivolti a lui, visto che la vicenda è ancora in fase istruttoria. Il Codacons ricapitola anche la vicenda che ha portato all'inchiesta avviata dalla Procura di Udine e seguita dai pm Tripani e Del Giudice: tutto è cominciato dalla denuncia del giovane fatta a marzo scorso ai carabinieri del Nucleo investigativo coordinato dal tenente Fabio Pasquariello. Il ragazzo, oggi 27enne, che già prima si era confidato con un amico, ha raccontato ai militari che avrebbe subìto abusi quando era minorenne, fra il '95 e il '99, ed era ospite della casa famiglia del Bearzi .


Edizione del 29/9 : XII

Edited by GalileoGalilei - 10/10/2008, 13:35
 
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