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La Bibbia e l'utero in affitto. Le due donne di Abramo, Come Dio si serve di una schiava, ingravidata da Abramo per far contenta la moglie del patriarca ebraico cristiano islamico

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view post Posted on 6/7/2007, 10:54
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Come Dio si serve di una schiava, ingravidata da Abramo per far contenta la moglie del patriarca ebraico cristiano islamico

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Mathias Stomer - Sara conduce Hagar da Abramo (1630 circa)

www.ildialogo.org/donna/index.htm

Proviamo a rileggere il famoso racconto delle donne amate da Abramo
Hagar e Sarah, quella difficile diversità

di CONCETTA MELCHIORRE

Esisteva già allora la pratica che oggi definiamo «utero in affitto» in un tempo in cui la sterilità era considerata una vera e propria maledizione e la colpa era sempre della donna


VENERDÌ 29 GIUGNO 2007
IL racconto di Sarah e Ha-gar prende le mosse dalla sterilità di Sarah: Dio aveva già promesso sia ad Abramo sia a Sarah una discendenza numerosa («Farò di te un popolo numeroso, una grande nazione» - Genesi 12, 2) ed essi avevano risposto con fede pur sapendo non solo che Sarah era vecchia ma che era stata sterile anche da giovane. A questo punto del racconto (cap. 16 della Genesi) Sarah e Abramo incominciarono a dubitare della promessa di Dio; in loro nacque il dubbio che Dio non avrebbe adempiuto più la sua promessa, che non avrebbero avuto nessun figlio e cercarono di risolvere in modo umano le sterilità di Sarah utilizzando Hagar.
Nella società in cui vivevano Sarah e Abramo la sterilità e la mancanza di figli era considerata un disonore e un dramma per cui Sarah sicuramente avrà sofferto tantissimo per quella che, per le leggi patriarcali dell’epoca, costituiva una grave mancanza, dato che l’avere una discendenza era ritenuta una delle principali benedizioni divine. Sarah certamente era stata vittima quando suo marito aveva preso la decisione di lasciare la sua terra per seguire la promessa che Dio gli aveva fatto (cap. 12). Abramo dunque aveva ubbidito alla promessa di Dio ma aveva costretto praticamente a partire anche Sarah senza prima discutere con lei delle decisioni che voleva prendere e che riguardavano la vita e il futuro di entrambi. Ancora di più Sarah era stata vittima delle leggi del patriarcato dell’epoca (secondo le quali una moglie era una proprietà del marito, il quale poteva sbarazzarsene come più gradiva) quando Abramo, in Egitto, dove si era recato con la moglie a causa di una grave carestia che si era abbattuta su Canaan (Genesi 12, 10), non esitò a far passare sua moglie per sua sorella, temendo che il faraone la volesse per sé, e quindi potesse ucciderlo, liberandosi così di un marito scomodo. In quel momento Sarah era veramente diventata un oggetto da comprare o da vendere ad altri a proprio piacimento.
Eppure Sarah, «matriarca» e madre della fede, e soprattutto vittima di soprusi perpetuati dei maschi, non esitò a sfruttare Hagar, una sua schiava, per avere un figlio; non esitò a trattare una donna, un essere umano come lei e del suo stesso sesso, come una madre a prestito, un utero in affitto (come si vede, questa è una pratica molto antica, tanto più che era perfettamente legale in quell’epoca storica: una pratica che non prevedeva solo l’atto sessuale con il marito della propria padrona per poter concepire l’erede, ma prevedeva anche che il padrone e la schiava trascorressero un periodo di tempo insieme e i figli che la schiava avrebbe partorito sarebbero stati considerati figli legittimi della coppia padronale; in questo caso il figlio di Hagar e Abramo sarebbe stato considerato figlio legittimo di Sarah e del suo legittimo consorte Abramo).
Fin qui il Dio di cui si parla è un Dio che sembra essere dalla parte dei potenti, dalla parte degli oppressori che possono «utilizzare» gli oppressi a proprio piacimento, perché considerati inferiori ad altri esseri umani; nel caso di Hagar l’inferiorità deriva dal fatto che essa era non ebrea (egiziana), schiava e donna. Per questo motivo Hagar divenne una persona sfruttata nel corpo e nella sua esistenza, una donna che sarebbe stata costretta a concepire un bambino che poi le sarebbe stato tolto.
In realtà questi passi mettono in luce anche l’opposizione alla tentazione di considerare Dio come la divinità degli oppressori perché nel momento stesso in cui Hagar scoprì di essere incinta incominciò a ribellarsi: guardò la sua padrona dall’alto in basso e Sarah, per gelosia, si rivolse ad Abramo il quale, dando ragione a sua moglie, offrì a Sarah la possibilità di fuggire. Presso una sorgente Hagar incontrò «l’angelo del Signore» che le ordinò di ritornare da Sarah e le promise che anche suo figlio, che avrebbe dovuto chiamare Ismaele, avrebbe avuto una numerosa discendenza.
Dopo la nascita di Ismaele e in seguito di Isacco, Sarah, gelosa che Ismaele potesse insidiare l’eredità di suo figlio Isacco, essendo sempre Ismaele il figlio primogenito di Abramo, chiese a suo marito di mandare via Hagar e Ismaele. Hagar e Ismaele si incamminarono nel deserto e Hagar era ormai rassegnata al peggio; ma Dio ascoltò il grido di Ismaele (così come in seguito avrebbe ascoltato le grida degli schiavi ebrei sotto l’oppressione egiziana) e intervenne per salvarli. Dio, il Dio che «abbatte le gerarchie razziste, economiche, sessiste» (AaVv., Riletture bibliche al femminile, Claudiana, p. 23) salvò Hagar e suo figlio e ripetè ad Hagar la promessa di una grande discendenza per mezzo di Ismaele. Non è un caso che molte teologhe e credenti afroamericane si siano identificate in Hagar per la comune esperienza e violenza che sia loro sia le loro antenate hanno dovuto subire da parte degli uomini bianchi ma anche, seppur forse in misura minore, dalle donne bianche. Ma hanno pure considerato favorevolmente il comportamento di Dio, che rende libera Hagar la schiava e la fa divenire capostipite, pure lei insieme ad Abramo, di una moltitudine di persone, anch’esse benedette da Dio come la discendenza di Isacco. Forse esse stesse trovano la forza di ribellarsi alla violenza razzista leggendo della ribellione di quell’umile schiava. Esse inoltre hanno guardato con sospetto Sarah, sprezzante nei confronti di Hagar e di suo figlio, che sarebbe pronta a lasciarli morire di fame e di sete nel deserto.
In questa strana storia, dove Sarah diventa da vittima dell’oppressione patriarcale carnefice della sua schiava, che però ottiene ascolto e giustizia presso Dio, ha fatto giu-
stamente notare Marie-The-rese Wacker che Hagar, in modo sorprendente, «viene collocata in una posizione simile a quella di Abramo: come Abramo per il figlio Isacco, anche Hagar deve sopportare la minaccia di morte per suo figlio (…) e Dio stesso per entrambi provvederà per la loro salvezza» (Riletture bibliche..., p. 22). Hagar, la schiava forse egiziana, e Abramo, padre di Israele, vengono posti sullo stesso piano da Dio «che ha rovesciato dal trono i potenti, ha rialzato da terra gli oppressi» (Luca, 1, 52).
Per concludere, la storia di Ismaele e di sua madre sembra raccontata secondo il punto di vista di Hagar, la schiava liberata e di suo figlio, piuttosto che dalla parte di Sarah e Abramo, che vengono rappresentati come persone «cattive» perché Dio è il dio di quanti sono abbandonati nel deserto, di coloro che sono emarginati, di coloro che non vivono nei palazzi o nelle regge, ma in umili capanne, come del resto lo stesso Gesù non è re nato in una grande reggia ma in una caverna, un re alla rovescia che è, come suo padre, dalla parte degli oppressi e non dei dominatori.


Il presente articolo è tratto da Riforma - SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE BATTISTE, METODISTE, VALDESI Anno 143 - numero 26 - 29 giugno 2007. Ringraziamo la redazione di Riforma (per contatti: www.riforma.it) per averci messo a disposizione questo testo



Giovedì, 05 luglio 2007

Edited by pincopallino2 - 4/7/2017, 15:34
 
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devolaurearmi
view post Posted on 13/2/2008, 17:04




wau.
Lo aveva permesso perfino Dio l'utero in affitto...qualcuno dovrebbe ricordarlo ai tanti "papi" che affollano quest'italietta ipocrita e bigotta...
 
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Giovanni Bianchi3
view post Posted on 2/3/2016, 13:52




TUTTO GIUSTO, MA X FAVORE TOGLIETE DIO CHE NON C'ENTRA NULLA E METTETE EL-YAHWEH ,UNO DEI TANTI EL CHE GOVERNAVA UN POPOLO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
 
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Lorenzo18
view post Posted on 25/6/2016, 12:56




Non è vero. Leggete Gal 4, 21-28.
21 Ditemi: Voi che volete esser sotto la legge, non ascoltate voi la legge? 22 Poiché sta scritto che Abramo ebbe due figliuoli: uno dalla schiava, e uno dalla donna libera; 23 ma quello dalla schiava nacque secondo la carne; mentre quello dalla libera nacque in virtù della promessa. 24 Le quali cose hanno un senso allegorico; poiché queste donne sono due patti, l’uno, del monte Sinai, genera per la schiavitù, ed è Agar. 25 Infatti Agar è il monte Sinai in Arabia, e corrisponde alla Gerusalemme del tempo presente, la quale è schiava coi suoi figliuoli. 26 Ma la Gerusalemme di sopra è libera, ed essa è nostra madre. 27 Poich’egli è scritto: Rallegrati, o sterile che non partorivi! Prorompi in grida, tu che non avevi sentito doglie di parto! Poiché i figliuoli dell’abbandonata saranno più numerosi di quelli di colei che aveva il marito. 28 Ora voi, fratelli, siete figliuoli della promessa alla maniera d’Isacco.
 
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view post Posted on 4/7/2017, 14:34

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4 replies since 6/7/2007, 10:54   6162 views
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