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Il rapimento di Emanuela Orlandi. Intrecci tra Vaticano e banda De Pedis, De Pedis voleva rientrare da un prestito alla IOR di Marcinkus?

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view post Posted on 24/12/2009, 12:20
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http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id...2&sez=HOME_ROMA

Orlandi, perché De Pedis è sepolto
a S. Apollinare? La procura indaga

Ascoltati la vedova di "Renatino" e rettori della basilica

ROMA (23 dicembre) - Perché il boss della Magliana Enrico De Pedis, detto Renatino, è sepolto nella basilica di Sant'Apollinare di Roma? Se lo chiede la procura che ha attivato un'indagine nell'ambito dell'inchiesta sulla scomparsa di Emanuela Orlandi.

Interrogatori. Il procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo sta procedendo ad una serie di interrogatori. A rispondere alle domande di Capaldo sono già stati Carla Di Giovanni, vedova De Pedis, don Pedro Huidobro rettore della basilica e monsignor Pietro Vergari, ex rettore di Sant'Apollinare.

Le indagini. Tempo fa un uomo telefonò alla trasmissione Chi l'ha visto? invitando ad andare a vedere nella tomba di De Pedis per fare chiarezza sulla sparizione di Emanuela, alludendo che in quella tomba ci fosse proprio il cadavere della ragazza. L'uomo riconosciuto da Sabrina Minardi (ex di De Pedis e supertestimone) fu identificato dalla procura.

La posizione del Vaticano. In passato, alla richiesta di notizie sui motivi della sepoltura di Renatino a Sant'Apollinare, il Vaticano non ha mai risposto agli inquirenti. Nel 2005 inoltre il Vicariato di Roma non autorizzò la riesumazione del cadavere di De Pedis. A parlare del «mistero» della sepoltura fu la stessa Minardi agli inquirenti: secondo la donna, la sepoltura nella basilica scaturì dalle offerte, di svariati miliardi a quanto pare, fatte dalla moglie di De Pedis. La donazione fatta dalla famiglia di Renatino al Rettorato fu di cinquecento milioni delle vecchie lire.

La sepoltura, aveva tuttavia suscitato perplessità in ambienti non solo cattolici, che era stata decisa dal cardinale vicario Ugo Poletti, e sollecitata dall'ex rettore della Basilica Piero Vergari. I dubbi riguardavano proprio il curriculum criminale di Renatino ma, nonostante ciò, a De Pedis fu assicurato l'estremo riposo in un luogo sacro, privilegio riservato in passato alle alte sfere del clero e alle famiglie patrizie romane.

Lo stesso Pietro Vergari ha affermato più volte che di De Pedis non sapeva nulla del suo passato criminale e che aveva più volte fatto donazioni alla Chiesa. «Enrico De Pedis - ha spiegato Vergari in più di una occasione anche sul suo sito - veniva come tutti gli altri, e fuori dal carcere, ci siamo visti più volte: normalmente nella chiesa di cui ero rettore, sapendo i miei orari e altre volte fuori, per caso. Mai ho veduto o saputo nulla dei suoi rapporti con gli altri, tranne la conoscenza dei suoi familiari. Aveva il passaporto per poter andare liberamente all'estero. Mi ha aiutato molto per preparare le mense che organizzavo per i poveri. Quando seppi dalla televisione della sua morte in Via del Pellegrino, ne restai meravigliato e dispiacente».

«Qualche tempo dopo la sua morte - ha spiegato Vergari - i familiari mi chiesero, per ritrovare un pò di serenità, poichè la stampa aveva parlato del caso e da vivo aveva espresso loro il desiderio di essere un giorno sepolto in una delle antiche camere mortuarie, abbandonate da oltre cento anni, nei sotterranei di S. Apollinare, di realizzare questo suo desiderio. Furono chiesti i dovuti permessi religiosi e civili, fu restaurata una delle camere e vi fu deposto. Anche in questa circostanza doveva essere valido come sempre, il solenne principio dei Romani »Parce sepulto«: perdona se c'è da perdonare a chi è morto e sepolto. Restammo d'accordo con i familiari che la visita alla cappella funeraria era riservata ai più stretti congiunti. Questo fu osservato scrupolosamente per tutto il tempo in cui sono rimasto rettore, fino al 1991».

L'inchiesta sulla scomparsa della giovane cittadina vaticana scomparsa il 22 giugno del 1983 in circostanze ancora misteriose procede dopo le dichiarazioni di Sabrina Minardi, l'ex compagna di De Pedis, secondo la quale la banda della Magliana ha avuto un ruolo determinante nel rapimento. Recentemente sono stati identificati i due "telefonisti", coloro che, poco dopo la scomparsa della ragazza, chiamarono più volte casa Orlandi per dare informazioni. Inoltre, secondo il pentito della banda della Magliana, Antonio Mancino, il rapimento era da ricollegarsi a problemi finanziari tra l'organizzazione criminale romana e il Vaticano. La Minardi ha accusato De Pedis del rapimento e dell'omicidio su ordine del cardinale Paul Marcinkus.
 
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Felipe-bis
view post Posted on 29/12/2009, 14:25




http://www.corriere.it/cronache/09_dicembr...44f02aabe.shtml

Il sequestro avvenne nell'ambito dei rapporti che il boss aveva con esponenti del Vaticano
«E' stato Renatino a rapire la Orlandi»
Le rivelazioni di Maurizio Abatino, uno dei pentiti storici della Banda della Magliana

ROMA - Furono Enrico De Pedis e i suoi uomini a sequestrare Emanuela Orlandi. Lo ha rivelato oggi Maurizio Abbatino, uno dei pentiti storici della Banda della Magliana, durante l'audizione resa a piazzale Clodio davanti al procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo, titolare dell'indagine sul rapimento della 15enne cittadina vaticana avvenuto nel giugno del 1983.

RACCONTI E CONFIDENZE - Abbatino, collaboratore di giustizia da decenni, ha precisato che quanto è a suo conoscenza sul caso Orlandi è frutto di confidenze raccolte da altri componenti della Banda. Al magistrato ha detto che il sequestro avvenne nell'ambito dei rapporti che «Renatino» aveva con alcuni esponenti del Vaticano - ultimamente si è tornati a parlare del fatto che il boss dell'organizzazione criminale che controllava Roma negli anni Settanta e Ottanta sia stato sepolto all'interno della basilica di Sant'Apollinare - e che ad aiutare il boss, poi ucciso nel febbraio del '90 in via del Pellegrino, furono diversi uomini di sua fiducia, alcuni ancora in vita, altri deceduti da tempo. Abbatino avrebbe citato una serie di nomi su cui ora il procuratore aggiunto farà i dovuti riscontri.


28 dicembre 2009

 
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Italoromano
view post Posted on 29/12/2009, 17:26




C'è da dire amici che Abbatino, sia come pentito oggi che per il ruolo dirigente ricoperto allora nell'organizzazione, non può che risultare molto più credibile della Minardi, e anche dello stesso Mancini, e di sicuro il comportamento delle autorità vaticane fu alquanto ambiguo, sia nella (mancata) collaborazione alle indagini, che nella scelta - operata vent'anni fa - di seppellire de Pedis proprio sotto Sant'Apollinare.

Vedo comunque una nota dissonante fra le varie testimonianze: cioè secondo "Crispino" - questo era il soprannome di Abbatino che, per chi di voi non lo sapesse, nel film di Placido aveva il volto di Pierfrancesco Favino - il rapimento avrebbe avuto origine da controversie fra i capi della Banda della Magliana ed i vertici dello Ior sulla gestione di questi ultimi dei soldi investiti dal sodalizio criminale nella banca vaticana per riciclarli, mentre secondo la Minardi vi sarebbe un giro di prostituzione minorile in favore di taluni alti prelati (=fra i quali vi sarebbe sempre stato anche il card. Marcinkus).
 
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Leonessa_63
view post Posted on 29/12/2009, 18:12




Temo che di questa storia non se ne verrà mai a capo, proprio perchè ci sono coinvolti importanti personaggi del vaticano e interessi politici e finanziari a loro collegati, vedrete che tutto verrà nuovamente messo a tacere, la posta in gioco è troppo alta.
 
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Italoromano
view post Posted on 30/12/2009, 02:31




CITAZIONE (Leonessa_63 @ 29/12/2009, 18:12)
Temo che di questa storia non se ne verrà mai a capo, proprio perchè ci sono coinvolti importanti personaggi del vaticano e interessi politici e finanziari a loro collegati, vedrete che tutto verrà nuovamente messo a tacere, la posta in gioco è troppo alta.

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Purtroppo quello di Emanuela Orlandi è un mistero vero, un caso intricatissimo: e da uno che ha seguito molto da vicino tutte le notizie relative alla Banda della Magliana ed ai suoi intrecci, non posso che condividere il tuo pessimismo...
 
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Felipe-bis
view post Posted on 30/12/2009, 19:00




www.epolisroma.it

Caso Orlandi. Claudiana Bernacchia: nessun ruolo nel rapimento

“Casco d'oro” in Procura
"La banda non c'entra"


La banda della Magliana
non avrebbe avuto alcun ruolo
nel rapimento di Emanuela Orlandi,
la cittadina vaticana
scomparsa il 22 giugno del 1983
in circostanze misteriose in cui
secondo gli inquirenti avrebbe
avuto un ruolo Renatino De Pedis,
ex boss della banda della
Magliana. Lo avrebbe affermato
Claudiana Bernacchia, soprannominata
“Casco d'oro”,
oggi 53enne già compagna di
due esponenti della banda, rispondendo
al procuratore aggiunto
Giancarlo Capaldo . La
deposizione della donna però
non avrebbe convinto chi indaga.
Dopo i guai con la giustizia,
oggi la Bernacchia si sarebbe risposata
con un imprenditore
“pulito” che conosceva De Pedis.
Le sue dichiarazioni vanno
in senso contrario rispetto a
quelle di Sabrina Minardi, la supertestimone
dell'inchiesta
 
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Italoromano
view post Posted on 30/12/2009, 19:32







Spero davvero che la Minardi non sia l'unica, o comunque la maggiore testimone dell'inchiesta, sennò... :rolleyes:
 
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vaticANO
view post Posted on 2/1/2010, 18:36




A banda dah magliana.


Nun ce sò capi nà banda nostra...
 
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Italoromano
view post Posted on 2/1/2010, 23:22




CITAZIONE (vaticANO @ 2/1/2010, 18:36)
A banda dah magliana.


Nun ce sò capi nà banda nostra...

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Esatto Ano, bravo: loro ragionavano - e operavano - proprio così.

Una parte di loro aveva il mito di Cutolo, che proprio in quegli anni aveva riunito (quasi) tutta la malavita napoletana nella sua Nuova Camorra Organizzata, ma in realtà - come attestato anche dai magistrati e giornalisti che si occuparono di loro in varie riprese - non arrivarono mai ad una struttura gerarchizzata, erano più una specie di confederazione di ras locali, fra i quali poi poteva emergere di volta in volta quello più carismatico (Franco Giuseppucci poi, dolo la sua morte, "Renatino" De Pedis).

Del resto la stessa storia sociale e criminale di Roma non poteva che portare a questo tipo di gestione per così dire "collegiale" e "federale"...

Shalòm fratello laico. :)


 
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vaticANO
view post Posted on 2/1/2010, 23:40




La serie però è bellissima, attendo con ansia la seconda stagione.
Pare che le riprese inizino nel corrente mese.
 
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Italoromano
view post Posted on 3/1/2010, 18:18




CITAZIONE (vaticANO @ 2/1/2010, 23:40)
La serie però è bellissima, attendo con ansia la seconda stagione.
Pare che le riprese inizino nel corrente mese.

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Vero, gli attori secondo me sono tutti più o meno bravi, a partire proprio dal roscetto che fa la parte del "Dandy", cioè di De Pedis (=e ke è un'altro romano e romanista sfegatato... :D ).
 
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view post Posted on 10/1/2010, 19:52
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http://parcodeinebrodi.blogspot.com/2010/0...to-per-don.html

IL CASO ORLANDI A ‘CHI L’HA VISTO?’: PER DON VERGARI ERA UN BENEFATTORE, PER LA PROCURA UN BOSS DELLA MAGLIANA?
10/01/2010 – Perché la tomba di De Pedis si trova in una chiesa? “Monsignor Vergari (nella foto) che rese possibile la sepoltura di Enrico De Pedis nella basilica di S. Apollinare è stato interrogato dalla squadra Mobile di Roma. Il boss della banda della Magliana, per il sacerdote, era un benefattore della chiesa. Per la procura di Roma, invece, De Pedis sarebbe stato direttamente coinvolto nel rapimento di Emanuela Orlandi.

A ‘Chi l’ha visto?’ il primo appartamento dove sarebbe stata tenuta prigioniera la ragazza. Chi l’ha visto, lunedì 11 gennaio alle 21.10 su Rai3.
 
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view post Posted on 14/1/2010, 12:08
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www.corrieredellumbria.it/news.asp?id=29

Il monsignore e il boss della Magliana.

E’ un sacerdote umbro ad aver consentito la tumulazione in Sant’Apollinare a Roma di De Pedis. Il principio del “parce sepulto” e una donazione di 500 milioni.
PERUGIA13.01.2010
indietro
Foto di vita Insieme a Papa Benedetto e durante una funzione religiosa

“Parce sepulto”. Ha richiamato questo antico precetto morale latino (ante-cristianesimo, insomma) monsignor Piero Vergari, ex rettore della basilica di Sant’Apollinare a Roma, per spiegare agli inquirenti della procura della capitale, perché aveva permesso alla famiglia di un boss della Magliana, Enrico “Renatino” De Pedis (il Dandy di Romanzo Criminale), di poter tumulare la salma del loro congiunto nella importante chiesa, appartenente alla giurisdizione della città del Vaticano. Monsignor Piero Vergari è originario di Sigillo, dove è nato nel 1936. E a Sigillo è stato ordinato sacerdote. Qui, sulle balze dell’appennino umbro marchigiano, possiede ancora una casa dove viene a ritirarsi, appena può, per sfuggire al frastuono, al rumore, alla confusione della capitale. Un mese fa circa il sacerdote è stato sentito, come testimone, dagli inquirenti romani (il procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo) insieme all’attuale rettore di Sant’Apollinare monsignor Pedro Huidobro e alla vedova di De Pedis, Carla Di Giovanni. Come può un boss, sanguinario, temuto e conosciuto nella capitale, finire sepolto in una delle chiese più importanti del mondo, accanto a pie donne, beati e santi e comunque alle alte sfere del clero e alle famiglie del patriziato romano? E’ questa la domanda che si sono posti in procura. Monsignor Vergari, anche sul suo sito, ha fornito sempre una spiegazione univoca: non conosceva il passato e lo spessore criminale del De Pedis che, invece, aveva fatto molta beneficenza e diverse donazioni alla Chiesa. “De Pedis veniva spesso in chiesa. E conoscevo i suoi familiari. Mi ha aiutato molto per preparare le mense per i poveri”, ha spiegato. Quando seppe della sua morte, in via del Pellegrino, ne restò meravigliato e dispiaciuto. Poi, qualche tempo dopo, i familiari gli chiesero, per ritrovare un po’ di serenità, poiché la stampa aveva parlato del caso e Renatino da vivo aveva espresso loro il desiderio di essere un giorno sepolto in una delle antiche camere mortuarie, abbandonate da oltre cento anni, nei sotterranei di Sant’Apollinare, di realizzare questo suo desiderio. Furono chiesti i necessari permessi religiosi e civili, fu restaurata una delle camere e De Pedis vi fu deposto. “Anche in questa circostanza doveva essere valido come sempre - ha spiegato - il solenne principio dei Romani “Parce sepulto”: perdona se c’è da perdonare chi è morto e sepolto”. D’accordo con i familiari fu stabilito che la visita alla cappella funeraria era riservata ai congiunti. Aspetto che fu osservato scrupolosamente per tutto il tempo in cui Vergari fu rettore (fino al 1991). E’ emerso che la famiglia avesse fatto una donazione al rettorato di 500 milioni di lire. Della vicenda si è occupata anche la trasmissione “Chi l’ha visto”, ma il monsignore con il giornalista della trasmissione non ha voluto parlare

Elio Clero Bertoldi
 
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perlanaturale
view post Posted on 14/1/2010, 17:18




Ma come mai le persone "normali" non vengono mai tumulate nelle chiese, invece i delinquenti si?
 
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Felipe-bis
view post Posted on 11/3/2010, 11:03




http://www.corriere.it/cronache/10_marzo_1...44f02aabe.shtml

IL CASO
Emanuela Orlandi, dopo 26 anni un indagato per omicidio e sequestro
Si tratta di Sergio Virtù, autista di Enrico De Pedis, esponente di spicco della banda della Magliana

ROMA - Dopo 26 anni c’è un indagato per la scomparsa di Emanuela Orlandi, figlia di un commesso della Prefettura della Casa Pontificia e cittadina vaticana, scomparsa in circostanze misteriose il 22 giugno 1983, all’età di 15 anni. In serata il procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo e il pm Simona Maisto hanno interrogato nel carcere di Regina Coeli hanno interrogato Sergio Virtù, 49 anni, indicato dalla superteste Sabrina Minardi come l’autista del boss della Magliana, Enrico De Pedis, detto «Renatino», il celebre capo della banda misteriosamente sepolto nella basilica di Sant'Apollinare, nella Capitale.

PERICOLO DI FUGA- Secondo quanto si è appreso nei confronti dell’uomo è stato disposto l’arresto, per altre vicende, dalla corte d’appello, per un cumulo di pene da scontare e in forza di un possibile pericolo di fuga. Le accuse contestate a Virtù, nel fascicolo sulla Orlandi, sono quelle di sequestro a scopo di estorsione e omicidio volontario aggravato. A fare il nome di Virtù, oltre alla Minardi, è stata anche Fabiola Moretti, già pentita della banda della Magliana. Entrambe le donne lo hanno indicato come uno del gruppo malavitoso, legato a ’Renatino’ tra il 1982 e il 1983. La Minardi, in particolare, ha riferito agli inquirenti che Virtù sarebbe stato l’autista del boss della Magliana e in particolare a collegarlo alla scomparsa della Orlandi.

LA RICOSTRUZIONE DELLA VICENDA - La Minardi ha anche raccontato agli inquirenti di aver visto la Orlandi al laghetto dell'Eur, nell'immediatezza del sequestro. Con la ragazzina ci sarebbe stato appunto Sergio. La Minardi ha anche sostenuto di aver guidato un'auto, con accanto De Pedis, seguito dalla vettura di Sergio che aveva a bordo Emanuela. Il gruppo raggiunse Torvajanica dove la 15enne venne affidata alle cure di un'altra signora. Alcuni mesi dopo la Orlandi, sempre stando alla Minardi, venne consegnata a un sacerdote dopo essere stata prelevata dalla donna in un bar del Gianicolo dove le fu affidata dallo stesso Sergio. Contro l'uomo ci sono anche le dichiarazioni di un'altra donna, una sua ex convivente in tempi molto recenti. A lei avrebbe confidato in modo vago e generico di aver avuto un ruolo nella scomparsa della Orlandi e di aver ricevuto un congruo compenso. Ai pm, però, Virtù ha negato ogni addebito negando di aver conosciuto De Pedis ed escludendo qualunque partecipazione al sequestro della ragazzina. L'uomo ha ammesso, invece, di aver conosciuto Claudio Sicilia, considerato dagli inquirenti l'anello di congiunzione tra la camorra e la banda della Magliana, salvo poi diventare collaboratore di giustizia e per questo essere ucciso nel 1991 a Tor Marancia, zona della periferia romana.

Redazione online
10 marzo 2010
 
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