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Svizzera. Centinaia di bimbi stuprati, frustati, maltratti, sfruttati in collegi e chiese cattoliche, Figli di coppie in difficoltà carne da macello per preti ed educatori all'Istituto Marini di Montet

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view post Posted on 15/1/2008, 15:41
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www.expobg.it/modules/news/article.php?storyid=8804

Pedofilia. Prete svizzero: sono recidivo
Inviato da Redazione il 15/1/2008 15:06:12 ( )
Rivelazione senza ombre quella del prete svizzero che ha confessato di essere un pedofilo e pure recidivo.


Il prelato era sospettato di pedofilia ed e' stato sottoposto ad interrogatorio dalla polizia dopo aver rilasciato un'intervista al settimanale francese Tribune de Lyon in cui ammetteva di ''esserci ricaduto una volta''. Dopo la rivelazione shock del prete la procura di Lione ha subito invitato le autorita' svizzere di procedere all'interrogatorio del prete di 67 anni. Il sacerdote che per sua ammissione lo ha fatto più volte, prima dell'intervento della polizia svizzera, aveva passato le ultime settimane in un convento nella citta' di Delemont, il capoluogo del cantone di Jura. Precedentemente, il prete e' stato trasferito dal 1989 al 2005 in un monastero francese, dopo le accuse di pedofilia per episodi che sarebbero avvenuti nella citta' di Fribourg dal 1968 al 1972.

Edited by GalileoGalilei - 17/1/2017, 18:41
 
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liberiatei
view post Posted on 15/1/2008, 23:17




Ma non è vero..i preti pedofili mica vengono spostati!!

-.-'
 
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http://new.ticinonews.ch/articolo.aspx?id=45712&rubrica=15

Pedofilia: confessa il prete svizzero indagato in Francia
EDIT
16.01.08 16:04 | Svizzera |

Un prete svizzero di 67 anni ha confermato alla polizia giurassiana di aver molestato sessualmente il nipote di 12 anni

Un prete svizzero di 67 anni sospettato di pedofilia in Francia ha confermato durante un'audizione davanti alla polizia giurassiana di aver molestato sessualmente un minorenne nel 1992. La vittima era il nipote di 12 anni, ha indicato la giustizia giurassiana.

Il sacerdote ha precisato di aver avvicinato intimamente il ragazzo in una sola occasione dopo il suo arrivo in Francia nella regione di Grenoble, ha precisato oggi il procuratore generale della Corte d'appello di Lione, Jean-Olivier Viout.

Ascoltato dalla polizia giudiziaria giurassiana lunedì l'uomo ha poi dato il suo accordo affinché il verbale venisse consegnato al procuratore generale della Corte d'appello di Lione. Il 67enne avrebbe anche riconosciuto di aver commesso molestie in Svizzera.

Il prete era già stato implicato in altri casi di pedofilia in Svizzera tra il 1968 e il 1972.Nel 1989 aveva lasciato la Svizzera e vissuto in Francia dove dapprima aveva ottenuto un ministero a Grenoble (F). Nel 2002, la Diocesi di Ginevra, Losanna e Friburgo, venuta a conoscenza della situazione, ha allertato la curia di Grenoble della pericolosità dell'uomo. Quest'ultimo ha negato i fatti, ma è comunque stato trasferito a Lione (F), secondo informazioni date alla stampa da Nicolas Betticher, portavoce della diocesi romanda.

La giustizia francese potrebbe decidere di archiviare il caso o chiedere un mandato d'arresto internazionale a causa della gravità dei fatti. Le autorità francesi avevano inoltrato giovedì scorso una domanda di assistenza giudiziaria per procedere ad un'udienza del prete, dopo che questi aveva ammesso in interviste al giornale "Tribune de Lyon" di aver commesso un abuso sessuale in Francia.

La polizia giurassiana sta indagando per sapere se l'uomo abbia commesso abusi in Svizzera non ancora prescritti. Trasmetterà quindi le sue conclusioni al Ministero pubblico che potrà, all'occorenza, aprire un procedura e chiedere l'arresto del sospettato.

Il prete risiede da due anni al convento dei cappuccini di Montcroix a Delémont. L'uomo, che aveva lasciato la Svizzera dopo un caso simile terminato con un indennizzo alla vittima, ha vissuto per oltre una decina d'anni in Francia ed è poi tornato in Svizzera nel 2005.
 
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view post Posted on 21/1/2008, 13:40
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http://www.laregione.ch/interna.asp?idarti...67468&idtipo=93


Il prete pedofilo e le coperture della diocesi

Friburgo – Per la prima volta un membro della gerarchia cattolica svizzera ammette una responsabilità della Chiesa nella vicenda del sessantasettenne prete pedofilo di cui la stampa ha riferito nelle ultime settimane in seguito a un’indagine avviata contro di lui in Francia. Nicolas Betticher, portavoce e, dal primo gennaio, anche vicario generale giudiziario della diocesi di Losanna, Ginevra e Friburgo ammette persino una “complicità” nella recidiva.

“La parola complicità mi fa male per la Chiesa che amo, ma è vero”, ha dichiarato Betticher in una intervista pubblicata ieri dal giornale romando Le Matin Dimanche.

“È evidente che la procedura non si è svolta correttamente all’epoca. Altrimenti non ci sarebbe potuta essere una recidiva”, ha aggiunto. La curia sapeva infatti dal 1989 almeno che il sacerdote, un cappuccino, aveva abusato di un ragazzo, ma non aveva denunciato il fatto alla giustizia civile. La gerarchia ecclesiastica aveva preferito lasciar trasferire il molestatore in Francia, dove in almeno un’occasione ha compiuto lo stesso reato. Betticher ha detto di non avere spiegazioni per l’agire di allora: “Non ne ho idea. Non ho ritrovato dossier. Monsignor Genoud non era vescovo. Io non c’ero. Constato che si è agito in modo inaccettabile. All’epoca c’era una omertà spaventosa. Nei club di calcio, nelle scuole, si agiva allo stesso modo. Ma per un prete, è molto più grave: dev’essere al di sopra di ogni sospetto”. Da allora le cose sono cambiate, ha assicurato Betticher: “Abbiamo ormai una procedura molto severa. Non appena il vicario giudiziario è informato dei sospetti, deve immediatamente condurre un’indagine ecclesiastica. Se i fatti trovano conferma, chiederà al prete di denunciarsi. Se rifiuta, lo farà egli stesso”.

Il prete in questione è tornato in Svizzera nel 2005 e vive attualmente nel convento di Montcroix a Delémont, nel canton Giura, dove è protetto dalla pressione dei media, secondo quanto ha affermato il padre provinciale dei cappuccini, Ephrem Bücher, in carica da un anno. “Siamo anche noi responsabili in quanto cappuccini, perché all’epoca non abbiamo agito come avremmo dovuto”, ha ammesso Bücher ai microfoni della radio romanda.

Il sacerdote è stato interrogato lo scorso 14 gennaio dalla polizia cantonale giurassiana su richiesta di quella francese. Egli ha ammesso palpeggiamenti a carattere sessuale su un dodicenne nel 1992 nella regione di Grenoble. La vittima era suo nipote, ha indicato la magistratura francese, che si riserva di spiccare un mandato di cattura internazionale. Il prete avrebbe anche riconosciuto di aver commesso molestie in Svizzera.
La polizia giurassiana indaga ora a sua volta per chiarire se l’ecclesiastico abbia commesso anche in patria abusi non ancora caduti in prescrizione.
ATS/RED

21/01/2008 07:30
 
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Kulkulcan
view post Posted on 22/1/2008, 11:32




La Chiesa fa il suo mea culpa su un caso di pedofilia

La vicenda di un sacerdote pedofilo sta suscitando un certo tumulto all'interno della Chiesa svizzera. La Conferenza dei vescovi svizzeri vuole rivedere le sue direttive interne.
Dopo le ammissioni di responsabilità fatte questo fine settimana, il vicario generale della diocesi di Losanna, Ginevra e Friburgo propone la creazione di una banca dati internazionale.


Per evitare casi come quello che sta scuotendo la Chiesa cattolica svizzera in queste settimane, la Conferenza dei vescovi svizzeri (CVS) intende riesaminare le proprie direttive interne che fissano il comportamento da seguire in caso di preti sospettati di pedofilia.



È quanto indicato lunedì da Walter Müller, portavoce della CVS. «Le direttive attuali sono in vigore dal 2002 e prevedono una severa selezione dei candidati al sacerdozio, un migliore accompagnamento durante la formazione, nonché la possibilità di allontanare dai servizi pastorali le persone che hanno un comportamento scorretto; prima la politica era diversa», spiega Müller a swissinfo.



«La commissione d'esperti per gli abusi sessuali (della CVS) sarà probabilmente chiamata ad occuparsi del tema. Siamo consapevoli di dover ancora migliorare le procedure», ha precisato Müller.


Mea culpa

Domenica, dalle colonne di «Le Matin Dimanche», un membro della gerarchia cattolica svizzera ha ammesso per la prima volta una responsabilità della Chiesa nella vicenda del prete di 67 anni, indagato in Francia per atti di pedofilia.



Betticher aveva addirittura parlato di «complicità»: «La parola complicità mi fa male per la Chiesa che amo, ma è vero», ha dichiarato Betticher.



«È evidente che la procedura non si è svolta correttamente all'epoca. Altrimenti non ci sarebbe potuta essere una recidiva», ha aggiunto. La curia sapeva infatti - almeno dal 1989 - che il sacerdote, un cappuccino, aveva abusato di un ragazzo, ma non aveva denunciato il fatto alla giustizia civile. La gerarchia ecclesiastica aveva preferito lasciar trasferire il molestatore in Francia, dove è ricaduto una volta almeno nello stesso vizio.



«Constato che si è agito in modo inaccettabile. All'epoca c'era una omertà spaventosa. Nei club di calcio, nelle scuole, si agiva allo stesso modo. Ma per un prete, è molto più grave: dev'essere al di sopra di ogni sospetto».



Da allora le cose sono cambiate, ha assicurato Betticher: «Abbiamo ormai una procedura molto severa. Non appena il vicario giudiziario è informato dei sospetti, deve immediatamente condurre un'indagine ecclesiastica. Se i fatti trovano conferma, chiederà al prete di denunciarsi. Se rifiuta, lo farà egli stesso».


Rete internazionale

Secondo il vicario generale bisogna però andare ancora oltre: «Dobbiamo creare una rete internazionale per poter istituire un'autentica assistenza giudiziaria tra episcopati a livello mondiale», dice il membro della gerarchia cattolica friburghese in interviste pubblicate lunedì dai quotidiani «24 Heures» e «Tribune de Genève». E questo «con l'aiuto del braccio secolare della giustizia che ha mezzi di cui noi non disponiamo».



«Dobbiamo essere più severi. In caso di dubbio, ad esempio, sugli strumenti dei cappuccini per controllare il padre accusato di pedofilia, la diocesi deve esigere una visita canonica». Si tratta in particolare di assicurarsi che venga effettivamente garantita la qualità del controllo permanente previsto dalle regole del 2002, per esempio mediante un bilancio psicologico semestrale.


Un segnale importante

Colette Marti, responsabile della campagna «No alla violenza sessuale sui bambini!» dell'Associazione svizzera per la protezione dell'infanzia, giudica positivamente questa presa di posizione della Chiesa.



«Si tratta di un segnale inviato al pubblico: un'istituzione come la Chiesa dice in sostanza 'noi non accettiamo questo genere di comportamenti'».



«Senza dubbio siamo solo all'inizio di un lavoro che deve essere svolto in profondità – sottolinea ancora Colette Marti. È importante che tutti coloro che lavorano in una chiesa – non solo i preti ma anche ad esempio chi suona l'organo – siano sensibilizzati al problema».



swissinfo e agenzie

http://www.swissinfo.ch/ita/prima_pagina/d...915212000&ty=st
 
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view post Posted on 24/1/2008, 19:52
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La vicenda si ingigantisce.

Ieri la notizia di un altro anonimo prete della diocesi di Losanna denunciato oper crimini pedofili, oggi un botta e risposta sulla vicenda di un prete pedofilo della diocesi di Lugano, don Italo Casiraghi, condannato per crimini pedofili qualche anno fa


http://www.ticinolibero.ch/blog/?p=2449

Preti pedofili. Botta e risposta fra Giornale del Popolo e La Regione
Gennaio 24th, 2008 | by admin |
Fa discutere l’annoso problema della pedofilia. In ticino l’ editoriale di Matteo Caratti ha scatenato un botta e risposta con il Giornale del Popolo. Ieri sul GdP si leggeva:

Matteo Caratti dubita di poter credere al Vescovo che deplora e condanna senza riserve ogni caso di abuso e rivanga vecchi casi, dove anche la giustizia aveva condiviso, come nel caso di Gordola, i giudizi del Vescovo su un comportamento inopportuno di polizia e magistratura. Si fosse fatto un intervento preventivo, invece che provocatorio, le cose sarebbero andate diversamente. Quando il sacerdote venne trasferito, lo si fece informando le persone che dovevano essere informate. I tempi della gogna, quando si mandavano in giro i colpevoli con al collo i cartelli dei loro errori, dovrebbero essere passati per sempre. Quanto all’altro caso evocato da Caratti, il docente incriminato venne allontanato al termine dell’anno scolastico, ritenendo che sarebbe stato meno traumatico per gli allievi e potendo offrire tutte le garanzie di comportamenti corretti e sicuri, come del resto fu.
Lasciamo perdere poi il paragone tra scuola pubblica e scuola privata, strumentalizzazione certamente indegna, considerato che anche nella scuola pubblica simili casi si sono purtroppo verificati.
Il direttore di un giornale tanto prodigo nel pubblicare pubblicità di prostituzione, prima di togliere la pagliuzza dall’occhio del prossimo, pensi alla trave del suo

Oggi il Direttore de La Regione rispondeva :

Ci spiace dover tornare sul tema. Lo facciamo pacatamente, non per amor di sterile polemica come ha fatto ieri nei nostri confronti il giornale della curia attaccandoci e senza per altro dare le spiegazioni richieste, ma perché riteniamo che la questione della pedofilia nella chiesa e la promozione di determinati importanti valori etici a loro (e non solo a loro) tanto cari meriti una riflessione profonda e serena. Come quella che dimostra di saper fare in questi giorni la chiesa svizzera chinandosi seriamente sul problema e recitando anche alcuni dolorosi mea culpa.

Cosa hanno dunque ribattuto ieri i colleghi alle nostre critiche fondate su fatti assai preoccupanti ed esposte nel commento di martedì intitolato « Chiesa e pedofilia, la dura lezione romanda ci servirà? »?
In merito al caso che ha portato alla sbarra l’ex-parroco di Gordola sulle colonne del GdP dietro la sigla ‘ red’ si può leggere « quando il sacerdote venne trasferito lo si fece informando le persone che dovevano essere informate ». Davvero?

Ripetiamo allora la nostra domanda forse non capita: fra le misteriose persone che a loro dire « dovevano essere informate » quando il parroco ad inchiesta penale aperta venne trasferito lontano dal Ticino (precisamente per più di un anno nella parrocchia italiana di Sesto Calende) figuravano anche la comunità dei fedeli e le autorità politiche? Il problema è molto serio visto quanto afferma di voler fare ora la Conferenza episcopale svizzera per evitare che si continuino a spostare ( e in taluni casi a nascondere) parroci che si macchiano di reati penali. Visto che don Casiraghi oltre che ad esser processato per fatti ammessi doveva pure venir curato, chi poteva garantire che a Sesto Calende il sacerdote, che continuava ad avere contatti con i parrocchiani, non sarebbe ricaduto ancora in una recidiva? Chi sceglie e difende questo nebuloso modo di procedere, purtroppo, di certe basilari garanzie se ne impippa, dimostrando di considerarsi una società a parte con delle proprie regole. Alzi la mano chi permetterebbe al proprio figlio di frequentare una parrocchia sapendo che si aggira un parroco sotto inchiesta per atti sessuali su fanciulli!
Veniamo all’altra risposta pubblicata ieri dal Gdp: « quanto all’altro caso – sta scritto sul giornale – il docente incriminato venne allontanato al termine dell’anno scolastico, ritenendo che sarebbe stato meno traumatico per gli allievi e potendo offrire tutte le garanzie di comportamenti corretti e sicuri, come del resto fu ». Non ci siamo davvero: si ammette tranquillamente che in una scuola privata è stato permesso ad un docente di rimanere tutto l’anno scolastico a contatto con allievi (e con la sua vittima) mentre era già sotto inchiesta per reati sessuali su fanciulli… perché il collegio dava la garanzia che non vi sarebbe stata una recidiva. Ancora una volta, par di capire, costoro rivendicano di poter essere una società nella società, con regole tutte loro. Ripetiamo anche in tal caso le domande: perché non sospendere il docente come avviene nelle scuole pubbliche in attesa della sentenza? Chi manderebbe un figlio in un simile collegio privato? Si risponda una buona volta senza nascondersi dietro un dito o dietro una sigla, che la dice lunga sull’imbarazzo nel giustificare l’ingiustificabile e che lo si faccia senza mentire ( « si tratta di vecchi casi »), senza prendere gli altri ( credenti compresi) per fessi e facendo finta di confondere il burro ( « gli annunci erotici » presunte metaforiche travi del nostro quotidiano che reato non sono) con la ferrovia ( « la pedofilia » sminuita a pagliuzza che reato è, eccome se lo è).
Lasciateci infine darvi un consiglio che ovviamente non seguirete: ‘ passare l’acqua bassa’ a volte è la migliore strategia.
em>
 
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view post Posted on 17/2/2008, 16:54
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http://www.bambinicoraggiosi.com/?q=node/174

Preti pedofili Svizzera: le sconcertanti affermazioni del vescovo di Coira
Nella stessa giornata in cui ho scritto di don Crocetti e del vescovo che, nel 1997, fu avvertito dei problemi che riguardavano l'allora seminarista, (che, nonostante tutto fu ordinato sacerdote), leggo che il vescovo di Coira, in una intervista alla"NZZ am Sonntag", se la prende con i media per la loro mania di scavare nel passato dei sacerdoti per tirare fuori "vecchie storie di pedofilia" ormai cadute nel dimenticatoio. Dice anche, il vescovo, che allora la società era meno sensibile al problema della pedofilia e che si cercava di risolvere i problemi dei sacerdoti che ne avevano, cercando di riportarli sulla retta via. Nega, insomma, che la "cura" consistesse nello spostare i sacerdoti da un posto all'altro. Spero che il vescovo sia stato frainteso dal giornalista e che rettifichi quanto affermato, visto che la menzogna non è propriamente una virtù cristiana.Ma la cosa più grave è che il vescovo dice che anche nelle scuole e nelle famiglie avvenivano cose altrettanto gravi. Come dire, "di che stupirsi?". Dimentica,forse, il vescovo che i laici sono soggetti alle leggi dello stato in cui commettono i crimini, mentre i religiosi per anni sono stati coperti dalla stessa chiesa? Dimentica che i crimini commessi dai sacerdoti solo negli ultimi tempi vengono giudicati dali tribunali ordinari?

Il teologo Hans Küng, per fortuna risponde al vescovo scagliandosi contro quello che definisce "lo scandaloso silenzio" nel quale per lungo tempo la Chiesa si è rifugiata. Dice anche che Roma e numerose diocesi hanno insabbiato i problemi di pedofilia o spostato i preti coinvolti in altre località.

Purtroppo, questa è la verità ed è inutile, oggi, cercare ancora di negarla.


Roberta Lerici 16 febbraio 2008



http://new.ticinonews.ch/articolo.aspx?id=48515&rubrica=14

Preti pedofili: vescovo di Coira critica media
EDIT
17.02.08 15:12 | Svizzera |



BAnche il vescovo di Coira, mons. Vitus Huonder, come aveva già fatto quello di Losanna, Ginevra e Friburgo, mons Genoud, non lesina critiche ai media per il modo in cui trattano gli episodi dei preti accusati di pedofilia. Intanto il teologo Hans Küng controbatte a tali critiche, rinviandole al mittente e denunciando il silenzio della Chiesa.

Mons. Huonder contesta ai media di andare a scovare vecchi episodi di pedofilia senza pensare minimamente alle conseguenze per le vittime. E' chiaro - afferma - che sono stati commessi degli errori, ma all'epoca dei fatti, e non soltanto all'interno della Chiesa, la popolazione non era così sensibilizzata a un problema come quello della pedofilia. In una intervista alla "NZZ am Sonntag", il vescovo di Coira rileva che anche nella scuola e nelle famiglie avvenivano e avvengono episodi riprovevoli.

Da parte sua il teologo Hans Küng, in un articolo per la "SonntagsZeitung", si scaglia contro quello che definisce "lo scandaloso silenzio" nel quale per lungo tempo la Chiesa si è rifugiata. Roma e numerose diocesi hanno insabbiato i problemi di pedofilia o spostato i preti coinvolti in altre località. Per il vescovo di Coira, invece, la Chiesa non si è limitata a spostare i sacerdoti, ma ha cercato di dare una possibilità a tutti coloro che avevano sbagliato, a condizione che fossero pronti e capaci, di cambiare vita.

 
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view post Posted on 27/2/2008, 19:43
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http://new.ticinonews.ch/articolo.aspx?id=49542&rubrica=2



Pedofilia: Grampa critica la stampa

27.02.08 16:30

Si è tenuto stamane, a tre giorni dalla festività di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti, il tradizionale incontro che il Vescovo di Lugano, monsignor Pier Giacomo Grampa, dedica agli operatori dei mezzi d’informazione. Incontro che è stato preceduto da una Messa celebrata nella Chiesa di Santa Maria di Loreto.

Il Vescovo ha poi risposto alle domande dei giornalisti. Al centro della discussione, i recenti fatti di cronaca e il ruolo dei media chiamati a informare e non deformare la realtà dei fatti.

In tal senso, Grampa ha mosso pungenti critiche alla stampa per il modo in cui sono stati affrontati i casi di pedofilia che hanno coinvolto alcuni prelati nelle diocesi della Svizzera interna e che hanno spinto un sacerdote al suicidio.


http://www.tio.ch/aa_pagine_comuni/articol...ito=1idtipo=290

Notizia del 27/02/2008 - 14:58

BERNA
La Conferenza dei vescovi svizzeri si esprime sui "preti pedofili" e sul rapporto con i media









BERNA - Trasferire "discretamente" i preti pedofili dalla loro sede e reiserirli nella pastorale dopo aver adottato qualche provvedimento è stato un modo di agire sbagliato. È quanto hanno affermato i vescovi svizzeri durante la loro assemblea ordinaria a Berna. La Conferenza dei vescovi svizzeri (CVS) esprime quindi riscrescimento per questo modo di procedere.

I vescovi hanno quindi deciso di rivolgersi a un gruppo di esperti per esaminare l´applicazione delle direttive in materia di absui sessuali nella chiesa emanate nel 2002. Gli esperti devono dire se certe disposizioni dovranno essere completate o rielaborate, indica un comunicato di oggi della CVS.

In seguito a diversi casi che hanno scosso la sua diocesi di Losanna, Ginevra e Friburgo, mons. Bernard Genoud si era già chiesto all´inizio del mese di febbraio se queste direttive non dovessero essere precisate e rafforzate, in particolare introducendo un dovere di denuncia contro i preti colpevoli di abusi.

In occasione della loro assemblea, che si è tenuta lunedì nella capitale i vescovi hanno tuttavia considerato che queste direttive hanno, "nell´insieme", dato prova della loro pertinenza, soprattutto per le misure preventive che hanno introdotto. Tanto più, viene sottolineato, che i casi rivelati nelle ultime settimane risalgono a "diversi decenni fa".

Ciò non impedisce di affermare che "la strada scelta all´epoca, di spostare i pedofili dalla loro sede e reinserirli nella pastorale era errata", riconosce la CVS. "Al contrario del passato, oggi si sa che diversamente dagli altri crimini sessuali, il pericolo di recidiva è elevato nei pedofili, anche dopo una terapia professionale".

Mons. Genoud aveva già chiesto perdono alle vittime di preti pedofili "per la mancanza di trasparenza, chiarezza, comunicazione, addirittura di coraggio che hanno permesso sfortunatamente di avere dei recidivi".

Data la situazione il vescovo aveva deciso di istituire una commissione destinata a gestire i casi di pedofilia. "Proporremo sistematicamente alle vittime di presentarsi davanti alla giustizia civile e se necessario le accompagneremo", aveva aggiunto Genoud.

I vescovi non si considerano tuttavia i soli colpevoli. "Nelle accuse di pedofilia, non sono solo i vertici ecclesistici che hanno una responsabilità particolare, ma anche i media. I loro rapporti devono rispettare la sfera privata delle vittime e non aggiungere un nuovo trauma al precedente", scrive la CVS.

Sempre nella nota di oggi la CVS ha anche indicato che una sua delegazione si recherà dal primo al sette marzo in Terra Santa, dove visiterà i luoghi d´origine del cristianesimo e incontrerà le comunità cristiane locali. Scopo del viaggio è di "testimoniare la sua solidarietà con le Chiese locali e il suo sostegno alla ricerca della pace nella regione".

Questo pellegrinaggio "si tiene in un momento sempre più traumatico per gli israeliani, i palestinesi e tutti i popoli del Vicino Oriente", sottolinea il comunicato. Le minoranze cristiane sono chiamate a svolgere un ruolo di mediatrici e indispensabile alla pace. Per questo motivo la CVS invita i cattolici svizzeri a parteciparvi.

Nel corso della visita i vescovi svizzeri incontreranno pure il patriarca latino di Gerusalemme e si recheranno al memoriale per le vittime dell´olocausto Yad Vashem.
 
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view post Posted on 3/11/2008, 17:18
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http://www.ticinonews.ch/articolo.aspx?id=95944&rubrica=14

Preti pedofili in diocesi Friburgo, Losanna, Ginevra
EDIT
03.11.08 15:40 | Svizzera |





Fra i sacerdoti della diocesi di Losanna, Ginevra e Friburgo indagati per abusi sessuali è stato smascherato un "predatore" di bimbi: il frate cappuccino di cui si era già parlato agli inizi dell'anno è sospettato di aver abusato di 24 fanciulli sull'arco di almeno 35 anni. Lo ha indicato oggi la giudice istruttrice friburghese Yvonne Gendre. Il caso di un altro prete è stato trasmesso alla magistratura neocastellana.

La giudice ha reso conto stamani delle investigazioni avviate inizio estate sulla base di una "lista di sospetti" ricevuta dalle mani di un parroco attivo nel canton Vaud. Cinque indagini preliminari sono state avviate contro altrettanti sacerdoti. Due essendo deceduti, l'operato della giustizia si è concentrato sugli altri tre. Uno dei religiosi è stato scagionato e l'inchiesta che lo riguardava è stata archiviata.

Il caso più grave è rappresentato dal frate cappuccino di 68 anni, sul quale agli inizi dell'anno la magistratura francese aveva aperto un'inchiesta. L'uomo "ha agito in tutta impunità per più di 35 anni". Quando la giudice ha ricevuto il fascicolo riunito dalla diocesi, esso conteneva già i nomi di otto vittime, fra le quali il nipote dell'ecclesiastico. Dopo l'interrogatorio dell'interessato, il loro numero è salito a 22. L'apposita commissione della diocesi ha poi annunciato due vittime supplementari.

Il frate contesta due casi, che sarebbero ormai caduti in prescrizione. Gli abusi sono stati commessi in svariati cantoni e in Francia. È tuttavia in questo paese che sono stati commessi i fatti non ancora coperti dalla prescrizione: l'ultimo risale al 1995, mentre il nipote è stato molestato nel 1992. La giudice friburghese ha già contattato un collega di Grenoble, cui saranno trasmessi i risultati dell'inchiesta. Il religioso potrebbe essere giudicato in Francia o nel cantone - il cui nome è stato taciuto - dove risiede attualmente.

Le vittime dell'ecclesiastico erano tutti ragazzini dai 9 ai 14 anni "particolarmente vulnerabili", ha dichiarato la giudice. Tre di loro erano handicappati. I primi abusi sono incominciati nel 1958 quando il religioso studiava in un convitto in Vallese. L'ecclesiastico era poi stato implicato in casi di pedofilia in Svizzera tra il 1968 e il 1972. Nel 1989 aveva lasciato il paese per la Francia. Nel 2002, la diocesi, venuta a conoscenza della situazione, aveva allertato la curia di Grenoble della pericolosità dell'uomo. Dopo essere stato trasferito a Lione, il frate era rientrato in Svizzera nel 2005.


ATS
 
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view post Posted on 4/11/2008, 09:53
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http://news.search.ch/inland/2008-11-03/pr...enda-si-aggrava

Prete Pedofilo: la vicenda si aggrava 3.11.2008 13:51
Dall'indagine della magistratura friburghese risulta che il prete cappuccino sospettato di pedofilia avrebbe abusato di 24 ragazzini in 40 anni. Il 68enne dovrà rispondere dinnanzi alla giustizia svizzera o francese delle pesanti accuse. I fatti non ancora prescritti sono stati commessi in Francia, ma qualora non vi venisse giudicato, il processo si svolgerebbe nel cantone in cui risiede attualmente, cantone che la giudice istruttrice Yvonne Gendre non ha voluto precisare. Quest'ultima ha inoltre avviato inchieste simili su altri quattro sacerdoti, due dei quali sono però deceduti.
 
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Cavaradossi
view post Posted on 4/11/2008, 16:38






Forse sbaglio, ma i dati sul numero di preti ecc. sembrerebbro controtendenza?

vedi dati a questo link

http://it.wikipedia.org/wiki/Diocesi_di_Lo...inevra-Friburgo
 
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view post Posted on 4/11/2008, 20:14
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Le statistiche sui preti vanno lette a medio termine perché spesso tra un anno e un altro si notano discrepanze incredibili. Es. Tra il 2000 e il 2002 i preti sarebbero calati da 668 a 623 (-6,74%), mentre dal 2002 al 2004 sarebbero saliti a 630. In reltà questi scostamenti sono dovuti alle ampie approssimazioni delle statistiche ecclesiastiche.

La chiesa cattolica in Svizzera è in profonda crisi, al pari di tutto il mondo germanico. Peggio stanno messi solo in Francia, Olanda e Belgio.

Basti pensare che in tutta la Svizzera non ci sono più di 200 seminaristi.
 
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Cavaradossi
view post Posted on 4/11/2008, 23:46




Su Wikipendia è possibile trovare molti dati cercando i nomi delle diocesi (dati ripresi dagli Annuari Pontifici")
Oggi curiosavo su quella di Treviri, e il crollo è verticale.
 
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view post Posted on 5/11/2008, 00:04
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Su Wikipedia i dati sono copiati da questo sito, le cui informazioni provengono molto probabilmente direttamente dal Vaticano:
http://www.catholic-hierarchy.org/country/sc1.html

Cliccando sul link al singolo stato si accede alle varie diocesi e al link statistics, con le statistiche aggiornate al 2004 o, in alcuni casi, al 2006.
 
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view post Posted on 7/11/2008, 19:50
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http://www.tio.ch/aa_pagine_comuni/articol...to=1&idtipo=290

SVIZZERA
Preti pedofili, primo bilancio: individuati 28 abusi

Preti pedofili nelle diocesi di Friburgo, Losanna e Ginevra

FRIBURGO - La commissione SOS Prevenzione, istituita dalla Diocesi di Losanna, Ginevra e Friburgo lo scorso febbraio allo scopo di riunire le testimonianze di vittime di preti pedofili, ha stilato un primo bilancio oggi. In nove mesi i cinque membri della commissione si sono imbattuti in 28 "situazioni" di abusi. La stragrande maggioranza dei casi è tuttavia ormai prescritta, o "più che prescritta".

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Soltanto due casi, di cui uno ancora "poco chiaro", si riferiscono a tempi più recenti. Due casi andati in prescrizione sono stati segnalati alla giustizia perché legati a due inchieste penali recenti: quella su un frate cappuccino descritto come un "predatore di bimbi" dalla magistratura friburghese e quella in corso nel cantone di Neuchâtel a carico di un altro sacerdote.
La commissione si è soprattutto impegnata ad "ascoltare" le vittime, un ruolo considerato prezioso dal suo vicepresidente, l´avvocato Jacques Meyer: "il fatto di essere riconosciuto quale vittima e poter raccontare un passato molto doloroso è estremamente importante".

Gli atti commessi dai preti, nella stragrande maggioranza deceduti, vanno dagli abusi sessuali, ai maltrattamenti, all´inosservanza dei doveri ecclesiastici, quali la discrezione o il dovere di prudenza.

In passato, la Chiesa ha omesso troppo spesso di dare il seguito adeguato ai casi di pedofilia fra i sacerdoti: "il prete in questione era trasferito altrove e si sperava nella grazia di Dio perché cambiasse atteggiamento", rileva l´avvocato. Al riguardo, il caso del frate cappuccino, trasferito a più riprese in Svizzera e in Francia, dove ha mietuto complessivamente 24 vittime, è "emblematico".

Un´analisi in corso dovrebbe sfociare in una politica di prevenzione volta ad evitare gli abusi e soprattutto la loro ripetizione. Saranno pure emesse raccomandazioni concrete e direttive in materia di indennizzi.

 
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