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"Frate Elia", il falso frate dalle stimmate (false?)

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view post Posted on 11/11/2007, 15:56
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Comunicato stampa dei cappuccini che smentiscono che Elia Cataldo sia un frate

La Curia: «Frate Elia non ha mai preso i voti»


Calvi dell'Umbria - Anche il Comune si è mobilitato a Calvi dell'Umbria per sostenere logisticamente le persone che ormai da tre anni fanno visita sempre più numerose a Elia Cataldo, per tutti frate Elia, in un ex convento del piccolo centro al confine con il Lazio. Convinti che lui, quarantaquattrenne originario della Puglia, abbia il potere di guarire i malati. Anche perchè alcune parti del suo corpo, come mani e costato, sanguinano misteriosamente. Come fossero delle stimmate. Una vicenda sulla quale la diocesi di Terni invita comunque alla massima cautela sottolineando tra l'altro come sia improprio l'appellativo di frate in quanto Elia Cataldo non ha mai pronunciato voti religiosi ma ha solo frequentato, per un breve periodo, un convento di frati [cappuccini, NdR] a Bergamo senza peraltro completare alcun tipo di formazione.

È stata poi decisa un'indagine a valenza medica e religiosa per accertare le cause che determinano perdite di sangue. La curia vescovile di Terni ha comunque fatto altre precisazioni. Innanzi tutto ha puntualizzato che Elia Cataldo vive in un ex convento, già di proprietà del Comune di Calvi dell'Umbria, da lui stesso acquistato. Vi ha preso dimora con un piccolo gruppo di persone che fanno parte di una onlus denominata Degli apostoli di Dio. Un'associazione che recita il rosario, dà vita a momenti di preghiera e a incontri. Non essendo, quindi, Elia Cataldo, nè diacono nè presbitero - sottolinea la diocesi - non può celebrare alcuna messa.

Cataldo, è detto ancora in una nota della curia, «ha chiesto per sè e per il gruppo che lo accompagna il paterno discernimento del vescovo diocesano mons. Vincenzo Paglia, il quale sta seguendo con attenzione il loro cammino». Rilevato che «per una comprensione completa e obiettiva si rende necessaria la massima prudenza e la valutazione di ogni elemento utile» la curia precisa che «nè lui nè il suo gruppo hanno ancora ricevuto alcuna approvazione ecclesiastica». Per questo «è stato chiesto a Elia Cataldo di non animare incontri di preghiera, nelle chiese parrocchiali e non parrocchiali, del territorio della diocesi di Terni, Narni, Amelia».

Eppure negli ultimi di tre anni sono state sempre di più le persone che si sono recate da lui, come conferma anche il sindaco di Calvi Silvano Lorenzoni. Presenze alle quali la città si è adeguata, mettendo a loro disposizione «tutto ciò che serve, da un operaio all'ambulanza». «C'è un forte rispetto - sottolinea il sindaco - nei confronti di chi viene a Calvi». Lorenzoni spiega quindi come ci sia «un buon rapporto» con Elia Cataldo. Intanto però Calvi si prepara al prossimo incontro tra quello che tutti chiamano frate Elia e la sua gente. Un appuntamento che dovrebbe essere in programma il 13 o il 14 maggio prossimo.


Notizia dalla rassegna stampa del sito www.fraticappuccini.it


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view post Posted on 21/3/2008, 13:07
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http://www.corriere.it/cronache/08_marzo_2...=box_primopiano

La rivista di fra’ Elia: la moglie dell’allenatore non è morta per colpa nostra

Il caso: Radio Maria e la sfida con il «frate» dei Prandelli

Il direttore: le grazie? Meglio chiederle alla Madonna

Auguro a tutti di incontrare un angelo come lui
Cesare Prandelli

DAL NOSTRO INVIATO
CALVI DELL’UMBRIA (Terni) — Quando Manuela era morta, aveva pianto tutta Firenze. Perché Manuela Prandelli era la moglie di Cesare, amato allenatore della Fiorentina. Per lei, per starle accanto, Cesare Prandelli nel 2004 aveva lasciato la panchina della Roma, seguito dal rimpianto dei tifosi e dall’ammirazione di chi capiva. Era il 26 novembre dell’anno scorso, e la lunga battaglia contro il cancro della giovane signora era finita. Era durata sette anni, la sua inutile guerra. Combattuta a colpi di medicine, ma anche di preghiere e di conforto. E il luogo delle preghiere e del conforto è questo convento di severa bellezza, ai piedi di Calvi dell’Umbria. Questa è la casa di fra’ Elia e dei suoi Apostoli di Dio, fondazione religiosa che cammina accanto alla chiesa ufficiale, senza però farne parte davvero. Fra’ Elia, al secolo Elia Cataldo, non è infatti né un sacerdote né un frate. Delle stimmate, di cui i medici non hanno ancora capito la natura, gli sono comparse sul dorso dei polsi, sul piede e sul costato. La Curia di Terni ha avviato un’inchiesta canonica su di lui e sulle sue ferite, e per ora si tiene a prudente distanza dal frate che frate non è. Ma sono in tanti invece a salire fin qui per chiedere aiuto agli Apostoli di Dio e al loro pastore: migliaia di persone, in cerca di conforto per le proprie pene.

Fra loro anche Manuela Prandelli, già piegata dal male che l’avrebbe uccisa. E proprio su di lei e sui suoi ultimi giorni è nata una brutta polemica, ancora tutta da decifrare. Nel numero di gennaio di Angeli e Arcangeli, il bollettino della comunità di fra’ Elia, si accusa il direttore di Radio Maria, l’emittente religiosa più ascoltata del Paese, di aver insinuato che Manuela era morta «perché fratello Elia le aveva sospeso le medicine». La frase incriminata, scrive il bollettino, «è stata pronunciata a fine novembre o ai primi di dicembre». E adesso qualcuno dei fedeli di fra’ Elia si dice pronto a trascinare don Livio, il direttore di Radio Maria, in tribunale. Ma lui smentisce con forza: «Non mi sono mai sognato di parlare male di fra’ Elia, per il semplice fatto che non lo conosco se non per sentito dire. Mi ricordo soltanto di aver detto, alcuni mesi fa, che per ottenere le grazie la via più sicura è quella di rivolgerci alla Madonna... Smentisco categoricamente queste incredibili dicerie, cado dalle nuvole, è un caso costruito sul nulla. Le persone che affermano di aver sentito simili facezie perché non indicano almeno il giorno, se non l’ora, in cui le avrei dette?». Cesare Prandelli non ha sentito personalmente la frase incriminata, ma qualcuno gliel’ha riportata. «Me l’hanno riferita, questa cosa, e ci siamo rimasti tutti male. So che fra’ Elia è andato alla radio, ma non è riuscito a incontrare il direttore.

Comunque è una falsità: Manuela si è curata fino all’ultimo giorno con le terapie tradizionali. Eravamo in cura da un oncologo di Bologna, eravamo andati anche a Parigi. Abbiamo fatto tutto quello che dovevamo fare. In più aveva un aiuto spirituale da fra’ Elia. Punto. Questa è la verità. Fra’ Elia io lo conosco bene, ma lo conoscono bene anche i vescovi, la Curia. Non sono io che posso parlarne... Comunque io andrò a trovarlo, nei prossimi giorni. Per me è stato una persona straordinaria, auguro a tutti di incontrare un angelo come lui». Adesso fra’ Elia è chiuso in ritiro. Le porte del convento sono sbarrate ai visitatori, si riapriranno forse il 2 aprile. E il pellegrinaggio dei dolenti ricomincerà. Nei giorni scorsi l’unico visitatore ammesso era stato Carlo Marcelletti, il cardiochirurgo che ha lavorato per anni al Bambino Gesù di Roma e che oggi è primario a Palermo. Marcelletti, che segue da tre anni il predicatore, è scettico come ogni scienziato che si rispetti. Ha esaminato molte volte le misteriose ferite di fra’ Elia, e giura di non aver mai trovato indizi che facessero pensare a una mistificazione. Le ferite, ha spiegato, iniziano a sanguinare, raggiungono un acme e poi il sabato scompaiono.

Giuliano Gallo
21 marzo 2008
 
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view post Posted on 13/6/2008, 12:04
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http://stage7.presstoday.com/_Standard/Articles/3963705

Nazione, La (Prato)
"La prudenza delle gerarchie ecclesiastiche"
Data: 13/06/2008
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Prima Pagina
PRATO
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PRIMO PIANO pag. 3
La prudenza delle gerarchie ecclesiastiche
IL CASO

FRÀ ELIA afferma di avere avuto ordine da Gesù Cristo di lasciare l’ordine Cappuccino e di fondarne uno nuovo, quello degli Apostoli di Dio, che vestono come i Domenicani, ma le cui tuniche bianche sono bordate di verde. Un ordine che fino a questo momento non ha ricevuto approvazione: per questo i voti di Frà Elia non sono perpetui, ma ogni anno deve recarsi al suo ex convento Cappuccino per rinnovarli.

QUALI sono obiettivi e finalità degli Apostoli di Dio? «I confratelli degli Apostoli di Dio saranno pellegrini nel mondo e per il mondo, e parleranno dell'amore di Dio ovunque si troveranno: nelle famiglie, nelle piazze, nelle chiese». Loro scopo dichiarato è di «promuovere l’assistenza di tutte le persone sole ed abbandonate, di quelle economicamente più deboli, bisognose di qualsiasi aiuto, giovani e vecchi, sani e malati nell'anima e nel corpo; in particolare dei ragazzi dai 12 ai 16 anni in difficoltà, a rischio di esclusione sociale, emarginati e violentati».

LA REGOLA della comunità religiosa si fonda sulla parola di Gesù Cristo che ha detto ai suoi Apostoli: «mi è stato dato ogni potere in cielo ed in terra, andate dunque ad ammaestrare tutte le nazioni, insegnando tutto ciò che vi ho comandato. Ecco, io sarò con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo».

CAUTELA e prudenza. La diocesi di Terni tiene ovviamente ‘sotto osservazione’ il «caso» Fra’ Elia e dei suoi Apostoli di Dio. Al momento non si registrano comportamenti che non siano in linea con i canoni dell’ortodossia cattolica. Tra curia e congregazione, insomma, non sembrano soffiare venti di guerra. L’ultima presa di posizione delle gerarchie risale a due anni or sono, quando, sull’«onda mediatica» che investì il frate laico pugliese, la curia di Terni lo invitò «a non animare incontri di preghiera nelle chiese parrocchiali e non parrocchiali del territorio diocesano».

http://stage7.presstoday.com/_Standard/Articles/3963704

Nazione, La (Prato)
"La voce dei devoti: «Ha le stimmate E' come Padre Pio»"
Data: 13/06/2008
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Prima Pagina
PRATO
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PRIMO PIANO pag. 2
La voce dei devoti: «Ha le stimmate E’ come Padre Pio»
IL PERSONAGGIO

I SUOI DEVOTI vedono in lui addirittura un nuovo Padre Pio. Lui è Fra’ Elia, all’anagrafe Elia Cataldo, nato il 20 febbraio 1962 a Francavilla Fontana, in provincia di Brindisi, da genitori contadini. E’ il frate laico, ovvero che ancora non ha pronunciato i voti, che fra le antiche mura dell’ex Convento San Francesco di Calvi dell’Umbria, in provincia di Terni — in cui si è trasferito nel 2003 — ha creato la Fondazione Fra’ Elia degli Apostoli di Dio. Ed è qui che afferma di avere colloqui con Padre Pio, con la Madonna e con il suo angelo custode Lechitiel. Ma, anche e soprattutto, è sempre qui, nell’eremo francescano, che rivive la Passione di Cristo: dopo aver digiunato per quaranta giorni, durante i tre giorni che precedono la Pasqua rivive passione, morte e rinascita come le ha vissute Cristo, con la comparsa di stimmate su mani e piedi, sanguinamenti spontanei su fronte e costato. «Segni» che appaiono il Venerdì Santo e, dopo aver raggiunto un acme, spariscono a Pasqua. Ferite che tornano ciclicamente. E così per tutti quelli che la domenica fanno la fila per vederlo, prendendo un numerino per parlargli, è il nuovo Padre Pio. Fra i suoi devoti c’è anche un non meglio precisato principe e anche Vip del mondo del calcio come il capitano della Roma Totti, che, dopo averlo incontrato, ha detto: « E’ una persona che trasmette serenità e forza d'animo». Ma molti altri si recano da Fra’ Elia per chiedere che interceda direttamente presso il Signore o per invocare miracolose guarigioni.

SECONDO quanto afferma Fiorella Turolli, seguace e portavoce ufficiale di Fra’ Elia, già all’età di 7 anni il piccolo Cataldo cominciò a soffrire di strani stati di malessere, come svenimenti, inappetenza, dimagrimento, durante il periodo di Quaresima. In età più adulta entrò nei Minori Cappuccini a Bergamo e dopo qualche tempo iniziarono a comparire le prime stigmate, nonché i fenomeni mistici, le estasi, le apparizioni. Fra’ Elia qualche anno fa è diventato anche un vero e proprio fenomeno mediatico grazie alla trasmissione televisiva «Miracoli» condotta da Piero Vigorelli. Le telecamere in quell’occasione mostrarono Fra’ Elia durante l’agonia con il viso livido, le stigmate, la ferita al costato, le flagellazioni, la corona di spine, che piange sangue, pronunciando di tanto in tanto qualche parola in ebraico o aramaico. La trasmissione riprese due giorni dopo (a Pasqua) con Fra’ Elia che usciva dalla sua camera completamente pulito, con le lacerazioni perfettamente cicatrizzate, il letto come nuovo, mentre affermava che erano stati gli angeli ad averlo lavato.

ECCO CHI È Fra’ Elia, fratello laico consacrato, uno di quelli che un tempo erano chiamati i «frati da cerca» perché stavano in mezzo alla gente, come sottolinea don Luca Rosati, il parroco di Galciana, ovvero la «piccola città» alle porte di Prato dove ad attendere il «nuovo padre Pio» ci saranno dalle tremila alle quattromila persone per un momento di preghiera. Ma anche con la speranza, magari inconfessata, di poter asssistere a qualche miracolosa guarigione. Maurizio Sessa
 
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