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Anno 2008. Una donna entra in Vaticano. Come dipendente

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view post Posted on 29/4/2008, 10:20
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http://www.corriere.it/cronache/08_aprile_...44f02aabc.shtml

silvia guidi all'osservatore romano
Una donna nel giornale del Papa
Svolta storica. Il direttore Vian: «Porterà aria nuova»


Una riunione di redazione con il direttore Giovanni Maria Vian
ROMA — Il colpo di fulmine è del 23 novembre scorso. Università Cattolica di Milano, sala Negri da Oleggio, convegno dedicato a Giuseppe Dalla Torre, che dell’Osservatore fu direttore per 40 anni. La platea non è proprio giovanile, sono quasi tutti uomini. Poi, più o meno a metà sala, i capelli lunghi e il viso fresco di Silvia Guidi. Sarà lei la prima donna nella storia dell’Osservatore Romano. La prima giornalista nell’austera redazione vaticana. Nel suo piccolo un momento storico.

In quel momento Giovanni Maria Vian è da poche settimane direttore del quotidiano della Santa Sede. Ed è anche un po’ imbarazzato quando al termine del convegno quella ragazza un po’ appariscente gli si avvicina. Parlano un quarto d’ora, sempre più fitto. Ma il colpo di fulmine arriva solo dopo i saluti, quando Vian legge con attenzione il curriculum che lei gli ha lasciato. «L’ho chiamata subito—racconta il direttore — ero ancora sul taxi che mi portava in aeroporto. Le ho proposto una collaborazione ». Una decina di articoli, poi il grande salto. Un salto che forse non riguarda solo lei, ma la Chiesa intera. Dal 2 maggio Silvia Guidi, 36 anni appena compiuti, lascia il suo posto di vice capo della redazione esteri di Libero e diventa redattore della cultura per l’Osservatore Romano.

Era stato l’editore in persona, cioè Benedetto XVI, a chiedere al nuovo direttore che sul giornale venisse dato più spazio alle firme femminili. Ma perché Silvia Guidi, perché proprio lei? Galeotta fu la tesi. Silvia si è laureata nel 1998 in Letteratura latina medievale con un lavoro sui commenti ai salmi di Alcuino, il consigliere di CarloMagno. «Mentre la mia tesi — racconta il direttore Vian — era un lavoro analogo sui salmi di Attanasio. Una coincidenza incredibile. E poi aveva studiato con Claudio Leonardi, che io stimo moltissimo».

Affinità elettive e accademiche perché Vian, oltre che direttore dell’Osservatore Romano, è anche professore di Filologia patristica all’Università della Sapienza di Roma. Oltre agli studi è anche il lavoro di Silvia a colpire nel segno. Dopo il curriculum in quella cartellina c’è anche qualche numero del Fuoco, la rivista «poetica e civile» che lei dirige con l’obiettivo di «alzare lo sguardo verso l’alto, di uscire dai limiti del politicamente corretto nel quale spesso affoga il nostro tempo ». Vian sfoglia quelle pagine, riflette e conclude: «Può essere proprio la persona giusta per portare aria nuova all’Osservatore Romano». Un esempio? Tra le proposte fatte da Silvia nel suo periodo di collaborazione c’è stata anche un’intervista. Un’intervista alla badessa di un monastero negli Stati Uniti che era stata fidanzata del cantante Elvis Presley. Non proprio quello che, fino a pochi mesi fa, uno si sarebbe aspettato sul giornale del Papa.

«Non ci credo ancora», dice la diretta interessata. Fiorentina da anni a Milano, voleva fare la ricercatrice all’università ed è diventata giornalista per caso, grazie alla borsa di studio Formenton. A Libero dalla nascita del giornale, quasi 8 anni fa, è «credente, ma proprio tanto». Fa parte dei memores domini, l’associazione che riunisce i militanti di Comunione e liberazione che hanno scelto di vivere con dedizione totale a Dio, castità compresa. «Sì, credo che per il giornale e per la Chiesa questo sia un segno di apertura, di modernità. Ma non cambierò certo la mia personalità per essere accettata».

Il suo ex direttore, Vittorio Feltri, cade dalle nuvole: «Silvia all’Osservatore Romano? Non ne sapevo nulla. Mi avevano detto che andava a Lugano, al Giornale del Popolo. Però non mi stupisce: oltre che brava, scrupolosa e prudente, lei è davvero religiosissima. E non è la sola qui dentro: in redazione ci manca solo che mi organizzino una messa vespertina delle cinque. E magari mi costringono a fare la Comunione».

Lorenzo Salvia
29 aprile 2008

 
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