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Quando un prete o un religioso si suicida, Neanche la promessa del paradiso guarisce il mal di vivere

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GalileoGalilei
view post Posted on 31/3/2009, 18:39 by: GalileoGalilei
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http://www.cronacaqui.it/news-don-caccia-s...co--_20635.html

Le sorelle del sacerdote si sono rivolte ai padri Venturini di Trento per chiarire il sospetto sull’ipotesi delle dimissioni
Don Caccia stava per lasciare il suo incarico
MILANO 31/03/2009 - «Quando sono arrivate qui, le sorelle di don Silvano mi hanno chiesto se volesse lasciare la parrocchia di Giussano. Ma lui non ne ha fatto cenno». A parlare è padre Gianluigi Pastò, l’ultima persona che don Silvano Caccia ha cercato sul cellulare prima di essere ritrovato carbonizzato la sera del 19 marzo.

Problemi psichiatrici
Dalla stanza di accoglienza dei padri Venturini, l’ordine formato da Michele Venturini nel 1928, lo sguardo spazia sulle montagne che avvolgono Trento. La missione dell’istituto è quella di curare preti con problemi psichiatrici, chi trova difficoltà sul proprio cammino, «magari anche di carattere sessuale, ma non solo, anche un semplice appannamento nella fede», racconta ancora padre Pastò.

Non stava bene
Le mani incrociate, ma ferme, il sacerdote ripercorre l’incontro e la breve permanenza di don Caccia, ritrovato carbonizzato nella sua Fiat Punto, nell’area di sosta Brianza est, sulla A4, in direzione Milano. «Mi è sembrata una persona calma, anche serena, di sicuro stanca», dice il religioso. Don Caccia aveva avuto l’indirizzo dei Venturini da un amico, un altro sacerdote, «ed era venuto qui solo per ricaricare le batterie».
È stato proprio padre Pastò ad accogliere il parroco di Giussano: «Sono sceso in autostrada a prenderlo perché arrivare qui non è semplice», ricorda. Alle spalle dell’imponente fortezza medievale del Buonconsiglio, l’eremo è ancora in città, ma la campagna è alle porte. Per arrivarci bisogna affrontare svolte e tornati lungo stradine tortuose.

«Abbiamo avuto un primo colloquio - racconta il padre - mi ha detto che non prendeva farmaci e che faceva fatica a dormire. Il giorno dopo la sua partenza avrebbe dovuto incontrarsi con un altro padre e stendere un programma per rientrare in forma. Si sarebbe trattato di una decina di giorni in tutto».

Ma don Silvano si è allontanato dall’eremo il giorno dopo essere arrivato, dopo aver ricevuto la chiamata della sorella che lo avvisava di un lutto. «Ci siamo accorti intorno alle 18 che mancava la sua auto. Poi ho celebrato messa e ho spento il cellulare. Quando l’ho riacceso ho visto la telefonata», prosegue padre Pastò. Erano le 19.26, poco dopo sarebbe divampato l’incendio.

Si esclude il suicidio
Un gesto estremo? Lo escludono tutti, «non ha lasciato alcun biglietto e quel modo di togliersi la vita è davvero strano», fa notare il religioso. Un tragico incidente, allora. Dall’esame autoptico non è uscito nulla che possa ricollegare a una morte violenta e dalla perizia condotta sull’auto sono emersi pochi elementi. Resta il mistero del difficoltà che don Silvano stava attraversando, di quella partenza improvvisa, della telefonata andata a vuoto. E di una fine così assurda e così tragica.

http://trevenezie.cronacacity.com/?p=462


Don Caccia, la chiave del giallo è nel cellulare.

Posted by Redazione on apr 15th, 2009 and filed under Trento. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0. You can leave a response or trackback to this entry from your site

42-17857599Per risolvere il giallo che ancora dopo tre settimane aleggia sulla tragica morte di don Silvano Caccia ormai potrebbe trattarsi di una questione di giorni. Gli investigatori, hanno in mano un “caso” ancora avvolto nel mistero, eppure contano di venirne a capo rapidamente. Adesso hanno i risultati dell’autopsia eseguita, la relazione dei vigili del fuoco sulle cause che hanno originato le fiamme e soprattutto il tabulato con le telefonate fatte e ricevute dal parroco di Giussano durante l’ultimo giorno di vita. Tre elementi chiave per decifrare il rompicapo che sta togliendo il sonno agli inquirenti. Tutto è sulla scrivania di Antonio Pizzi, il procuratore capo di Monza che sta coordinando la complicata ed allo stesso tempo delicatissima indagine.
Gli investigatori hanno ricostruito tutti i dettagli sul viaggio a Trento del parroco di Giussano. Don Silvano parte lunedì 16 marzo. Solo alla guida della sua Punto. Deve raggiungere la comunità dei padri Venturi per gli esercizi spirituali. È sereno. Nessuno intuisce inquietudine, apprensione, preoccupazioni che possano lasciar presagire che nella sua mente si sia infilato un incubo. Neppure una semplice preoccupazione. È ordinato, meticoloso. Allora, perché giovedì mattina lascia improvvisamente la comunità religiosa senza dire una parola? Senza avvertire, non era nel suo stile.
Si mette al volante della sua Fiat Punto e tutti d’un fiato divora oltre trecento chilometri d’autostrada, fino alla sosta all’autogrill Brianza Nord. Sulla A4 all’altezza di Caponago. È stato colto da un improvviso malore? In questo caso come mai non si è precipitato nel locale a chiedere soccorso? L’auto bruciata è stata trovata distante. A ridosso del grande cantiere aperto per ampliare il posteggio. Si potrebbe essere fermato per riposare. Lì? In cinque minuti sarebbe arrivato a Trezzo sull’Adda, dove vivono la sorella, il fratello e l’anziana madre. A venti minuti di macchina da quel maledetto posto dove ha tragicamente perso la vita, c’è Giussano. La sua parrocchia. Ancora: chi ha visto dice d’aver notato le fiamme intorno alle 21,15, mentre ha infilato lo svincolo per l’autogrill almeno un’ora prima. Ancora un buco nell’inchiesta: don Silvano dalle diciannove, tre ore prima della morte, non ha risposto alle chiamate che gli arrivavano sul telefonino. Ecco, il cellulare: di mattino quando è partito in fretta e furia dal Trentino ha risposto a qualcuno? A chi? Potrebbe essere la svolta decisiva.
Dalle strette maglie del segreto istruttorio filtra che i magistrati sono concentrati proprio su questo punto. Forse hanno già qualcuno in grado di soddisfare le loro «curiosità». Gli uomini della polizia scientifica di Milano dovranno fare gli straordinari per cercare anche il dettaglio, il particolare che li porti a trovare la chiave del mistero. Quel segreto che don Silvano Caccia ha portato con sé. Forse, ancora per poco. (Franco Sala - Il Giornale)

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Edited by GalileoGalilei - 27/5/2009, 18:28
 
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