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Quando un prete o un religioso si suicida, Neanche la promessa del paradiso guarisce il mal di vivere

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GalileoGalilei
view post Posted on 24/3/2009, 11:50 by: GalileoGalilei
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http://www.cronacaqui.it/news-le-fiamme-ha...ti--_20473.html

Parla un anatomo-patologo della Asl di Monza: «E’ difficile che l’autopsia possa dare risposte concrete»
«Le fiamme hanno cancellato tracce molto importanti»
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* Le analisi sull’auto sveleranno la verità: don Caccia era solo?

[CronacaQui] MILANO 24/03/2009 - «Potremo dire solo se è stato colpito con un oggetto contundente, o per assurdo, ucciso con un colpo di pistola. Non altro, dall’autopsia emergeranno pochi dati. Non sarà possibile stabilire se c’è stato un rapporto sessuale. Le analisi non potranno determinare se siano state ingerite pastiglie o altre sostanze » . Nascosto dall’anonimato, un anatomo-patologo della Asl di Monza e Brianza sembra scrivere la parola fine sulla morte di don Silvano Caccia, il sacerdote 55enne ritrovato carbonizzato giovedì sera a bordo della sua Punto, ne ll ’ area di servizio Brianza Est, sull’autostrada A4.
Ma il giallo sulla fine del prelato, per anni stretto collaboratore del cardinale Carlo Maria Martini, e più recentemente del suo successore, Dionigi Tettamanzi, sembra infittirsi. Troppe le domande in attesa di risposta.

Se dall’esame autoptico, previsto per domani, non dovessero uscire elementi utili per fare chiarezza sulla vicenda, gli inquirenti si ritroverebbero al punto di partenza. «In questi casi – prosegue il medico – vengono svolti studi clinici che saranno pronti tra quattro, sei mesi». Per dare una svolta alle indagini, coordinate dal pm Alessandro Gentile, sostituto della Procura di Monza, le speranze sono affidate alla tecnologia. Cellulari, telecamere, e barriere dell’autostrada. È qui che si scava per fare luce sulle ultime ore di vita del prevosto di Giussano.
Al momento, tutte le ipotesi restano valide. Ma ambienti vicini alle forze dell’ordine e alla Curia tendono a scartare la morte violenta. In questo senso, il ritrovamento del portafogli tra le lamiere annerite suggerisce di escludere l’ipotesi della rapina finita male: al suo interno sono stati recuperati frammenti di banconote di grosso taglio.

I fatti certi sono pochi. Abituato a respirare l’aria dell’Arcivescovado, il sacerdote si era ritrovato a 55 anni, per la prima volta, a ricoprire l’incarico di parroco. Amici e conoscenti di Azione Cattolica, all’interno della quale la voce di don Caccia aveva un certo peso, parlano di un uomo preoccupato per la sua nuova missione. I Padri Venturini, a Trento, dove il prete si era recato lo scorso lunedì per rimanervi una settimana, è un luogo dove i sacerdoti si ritirano quando incontrano difficoltà di carattere personale nel loro cammino. «Esco a fare un giro in città, rientro tra due ore». Sono queste le ultime parole di don Caccia, raccolte sull’uscio dell’eremo da Edoardo Algeri, uno dei confratelli della comunità. Sono le 15 di giovedì pomeriggio. Alle 19, non vedendolo rientrare, dall’eremo lo chiamano sul cellulare. Suona, ma non risponde nessuno. Vengono avvisate le forze dell’ordine. Due ore di vuoto assoluto. Il cadavere mummificato del sacerdote sbuca a 230 chilometri di distanza. Sono le 21.15.

La Curia riferisce che don Caccia si è allontanato in seguito alla telefonata della sorella. Lo avvisava che la madre di un caro amico, don Giuseppe Reduzzi, è morta. Una circostanza che don Silvano tace al momento di allontanarsi da Trento. C’è un altro particolare che sfugge agli inquirenti. Del suo bagaglio personale, non prende nulla. Esce così come è vestito. Al posto di visitare Trento imbocca la A4 in direzione Milano. Da società Autostrade, gli inquirenti stanno cercando di capire a che ora la Fiat Punto bianca ha varcato la barriera di Trento. Un dato che sarà incrociato con l’ora in cui l’auto transita davanti alle telecamere della stazione di servizio Brianza Est. La Polstrada di Seriate ha già visionato più volte le immagini. Ancora nulla è trapelato. Al vaglio anche i tabulati telefonici. Forse in una conversazione, magari proprio nell’ultima, si nasconde la verità.

Sabato, la comunità di Giussano si è stretta intorno alla famiglia di don Caccia. Madre, fratelli e sorelle seduti nella prima fila della chiesa parrocchiale hanno ascoltato le parole commosse dell’arcivescovo di Milano: «La morte del caro don Silvano ha messo a dura prova la mia fede».


http://www.cronacaqui.it/news-le-analisi-s...olo-_20471.html

Le telecamere del parcheggio potrebbero aver ripreso gli ultimi istanti di vita della vittima
Le analisi sull’auto sveleranno la verità: don Caccia era solo?
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MILANO 24/03/2009 - Il cadavere carbonizzato, adagiato sul sedile leggermente reclinato della sua Fiat Punto, parcheggiata nel piazzale di un’area di servizio.
Rimane un giallo la morte di Don Silvano Caccia, 55 anni, parroco di Giussano, trovato senza vita nel parcheggio di un autogrill mentre rientrava in Brianza da un periodo di ritiro spirituale in Trentino. Nelle sale del San Gerardo di Monza, medici e investigatori stanno per eseguire i primi esami autoptici, mentre sul finire della settimana vigili del fuoco e scientifica si dedicheranno a test e reperti su ciò che rimane della sua automobile.

IL RITROVAMENTO
Quando in lontananza, a circa una settantina di metri dall’ingresso dell’Autogrill, alcuni clienti hanno visto alte fiamme e chiamato i soccorsi, venerdì scorso, la Polizia Stradale e i pompieri pensavano di trovarsi di fronte all’ennesimo omicidio maturato negli ambienti della criminalità organizzata. Il corpo carbonizzato era invece quello di Don Silvano, per dieci anni a capo dell’Ufficio Famiglie della Curia di Milano.
Il sostituto Procuratore della repubblica Alessandro Gentile, titolare delle indagini, ha disposto per domani i primi esami sul cadavere di Caccia. Dai test tossicologici alla ricerca di eventuali cause naturali di morte anticipatamente l’i ncendio dell’auto, l’autopsia dovrebbe aiutare gli investigatori a ricostruire le ultime ore di vita del religioso, la possibile aggressione da parte di qualcuno con lui in auto o l’ingestione, indotta o volontaria, di sostanze sedanti o velenose.
Gli investigatori sperano di ottenere risposte dai test che, presumibilmente venerdì, verranno effettuati sui resti carbonizzati della sua autovettura, una Fiat Punto alimentata a Gpl. Oltre ai Vigili del Fuoco, che si occuperanno di cercare le reali cause scatenanti dell’incendio, divampato apparentemente dalla parte anteriore dell’aut o, interverranno anche i tecnici della scientifica. Saranno loro a dover cercare tracce di altre persone eventualmente presenti in auto con Don Silvano o di combustibili e catalizzatori di fiamma gettati all’interno dell’abitacolo. Da stabilire, anche, se il sedile reclinato dell’auto sia stato posizionato dallo stesso sacerdote o se si sia abbassato per via della fusione provocata dalle fiamme.

LE IPOTESI
Non è ancora da scartare, per quanto difficile da credere, l’ipotesi dell’incidente. Lo scorso 19 novembre infatti, un collaudatore di auto è morto mentre provava un’autovettura ad impianto Gpl che ha improvvisamente preso fuoco. Le vetture a Gpl però, come quelle alimentate a benzina, sono fornite di una speciale valvola che interrompe il funzionamento della pompa elettrica che inietta il carburante nel motore, quando l’auto è spenta. Una possibile spiegazione alla tragedia potrebbe quindi essere che, per ascoltare musica o riscaldare l’abi tacolo, Caccia abbia lasciato il motore acceso.
Un piccolo cortocircuito elettrico e il carburante in circolazione, avrebbero potuto innescare l’incendio e, grazie ad una valvola di sicurezza, spiegherebbe anche la mancata esplosione del serbatoio Gpl rimasto intatto nella parte posteriore della Punto. Rimane però difficile da spiegare perché, se si è trattato di un incendio, don Caccia non ha neppure tentato di mettersi in salvo.


http://www.cronacaqui.it/news-vogliamo-sap...ola-_20472.html

Parla l’avvocato di famiglia del sacerdote
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[CronacaQui] MILANO 24/03/2009 - Un mazzo di mimose infilato nel guard rail di cemento, un piccolo vaso di fiori bianchi e un’immagine sacra a pochi passi da un cerchione carbonizzato. E’ tutto ciò che rimane della inspiegabile morte di don Silvano Caccia, trovato senza vita nella sua auto nella piazzola di sosta di un autogrill.
Un uomo di chiesa votato alla vita, ai giovani e alla famiglia, come lo ricordano le decine di persone che lo hanno conosciuto nei dieci anni in cui ha seguito l’Ufficio Famiglia della Curia di Milano e i tanti libri per spiegare Gesù ai bambini e il matrimonio, don Caccia aveva deciso di prendersi un periodo di riposo in un centro spirituale a Trento, per poi far ritorno alla sua parrocchia di Giussano. Anche lì la gente lo ricorda come un sacerdote presente, pieno di iniziative, quasi a voler allontanare la possibilità che abbia scelto di togliersi la vita, ipotesi tenuta comunque in considerazione dagli investigatori.

«SENZA SPIEGAZIONE»
Nel parcheggio dell’area di servizio Brianza, anche il suo avvocato, giunto per un sopralluogo, non sa darsi una spiegazione: «La sua famiglia è determinata a conoscere la verità – commenta Mario Zanchetti – don Silvano era stanco e provato da tanti anni di duro impegno, lavoro e responsabilità, questo è certo. Era andato a Trento proprio per staccare la spina. Se non fosse stato per la morte della madre di un amico, vi sarebbe rimasto più a lungo. Da come però ha parcheggiato l’auto, è evidente abbia coscientemente deciso di fermarsi, magari per riposare». Entrando nell’area di servizio, Caccia ha percorso circa duecento metri, tra curve e deviazioni obbligate a causa di un cantiere in corso per il rifacimento del l’ampio parcheggio dell’Au togrill, ha scelto un posteggio tranquillo e si è fermato.

«NESSUNA FUGA»
«Sappiamo che le fiamme sono divampate nella parte anteriore del veicolo – prosegue il legale – ma non si capisce come mai. Non trovo spiegazione però, al fatto che Don Silvano, anche se addormentato, non si sia accorto delle fiamme e non abbia tentato di fuggire. La posizione in cui lo hanno trovato non denotava nessun tentativo di mettersi in salvo e i finestrini esplosi verso l’esterno testimoniano che l’incendio era dentro l’abitacolo. Attendiamo con ansia autopsia e test».

http://ricerca.repubblica.it/repubblica/ar...intatto-il.html

Il giallo del prete carbonizzato Intatto il serbatoio dell' auto

Repubblica — 23 marzo 2009 pagina 19 sezione: CRONACA
MILANO - «Esco a fare un giro in città, rientro per cena». Sono le ultime parole pronunciate da don Silvano Caccia, il prete 55enne trovato carbonizzato giovedì sera, all' interno della sua auto, sul piazzale di un autogrill della A4. A meno di 20 chilometri da Milano. Alle 15 dell' altro ieri il sacerdote aveva abbandonato l' eremo di Trento dove si trovava da qualche giorno. Non vi ha più fatto ritorno. Non vedendolo rientrare per l' ora stabilita, i confratelli della comunità dei padri "Venturini" lo cercano sul cellulare. Alle 19.15, il telefonino del sacerdote squilla a vuoto. Chiamano le forze dell' ordine. Un buco di due ore. Alle 21.15, il corpo mummificato dal calore di don Caccia sbuca dalle lamiere annerite della sua Fiat Punto a gpl, parcheggiata in un angolo buio dell' area di sosta Brianza Est, a Caponago. A 250 chilometri da Trento. Sulle cause della tragedia nessuna certezza. Ieri mattina, la Procura di Monza ha aperto un fascicolo senza ipotesi di reato. Per la giornata di oggi è prevista l' autopsia. Indagini approfondite sono state disposte anche sull' auto, il cui serbatoio a metano è rimasto intatto. Un testimone parla di fiamme sprigionate dal bagagliaio. Gli inquirenti, intanto, hanno acquisito le immagini a circuito chiuso dell' area di sosta. Da scartare l' ipotesi della rapina finita male. Nel portafogli rimasto quasi intatto, i frammenti anneriti della sua carta d' identità e una grossa cifra in contanti. Ma sull' accaduto si rincorrono ancora molte domande. Come la posizione del sedile, trovato abbassato. Fuso dal calore o reclinato a mano? Dopo lunghi anni passati nelle stanze dell' Arcivescovado di Milano, prima vicino al cardinale Carlo Maria Martini, ora accanto al successore, Dionigi Tettamanzi, solo sei mesi fa don Caccia era stato ordinato prevosto a Giussano, in Brianza. Amici e persone vicine al sacerdote parlano di un uomo gravato dalla responsabilità della nuova missione. Arrivato a Trento lunedì, in cerca di serenità, giovedì pomeriggio se ne è allontanato dopo aver ricevuto una chiamata dalla sorella, che lo avvisava di un lutto. La morte della madre di un caro amico, don Giuseppe Reduzzi, di Solaro, nel milanese. Una circostanza che don Caccia non riferisce ai padri che lo ospitano. Da dove non porta via nulla del suo bagaglio personale. «Era un uomo amato e stimato. Sono stato suo professore in seminario, è una grossa perdita per la diocesi», ha detto di lui l' arcivescovo di Milano. Un affetto che condivide con il cardinale Carlo Maria Martini: «Il caro don Silvano era stato mio stretto collaboratore per il tema della famiglia, ricordo i suoi interventi in proposito che ci hanno arricchito». Oggi alle 18 Tettamanzi celebrerà una messa in suffragio di don Silvano, nella chiesa dei Santi Filippo e Giacomo, a Giussano. - GABRIELE CEREDA
 
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