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Truffa ad anziano incapace. Indagato don Paolo Pasini su segnalazione giudice tutelare, Ravenna, Opera Santa Teresa, prete compra capannoni coi soldi dell'assistito

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view post Posted on 12/7/2014, 21:57
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Ravenna. Giudice tutelare segnala operazioni sospette all'Opera Santa Teresa

Donpaolopasini

http://www.ravennaedintorni.it/ravenna-not...un-anziano.html

IL CASO
Opera Santa Teresa, indagine per truffa
Dubbi sul patrimonio di un anziano
Sotto inchiesta direttore e coordinatore amministrativo
Don Pasini: «Errori di gestione ma in buona fede»


L'opera Santa Teresa del Bambin Gesù è al centro di un'inchiesta giudiziaria che ha portato la procura di Ravenna a indagare il direttore don Paolo Pasini e il coordinatore amministrativo Lorenzo Selmi per truffa. L'accusa? Avrebbero gestito malamente il patrimonio di un anziano (affidato al ricovero dalla famiglia tramite un giudice tutelare), transitato da un capitolo di bilancio a un altro in modo improprio. Ai due sono stati recapitati gli avvisi di garanzia.

Secondo Pasini – intervistato da Il Resto del Carlino che riporta la notizia oggi, 11 luglio – ci sarebbero stati errori di gestione ma in buona fede, convinzione che ha reso i protagonisti della vicenda stupefatti delle indagini a loro carico. Il direttore dell'opera si dice amareggiato ma sereno: afferma sul quotidiano che «non c'è stata alcuna intenzione di truffare, nè abbiamo mai agito in questa direzione. Stiamo collaborando con la magistratura e i carabinieri perché noi per primi vogliamo sia fatta chiarezza. Siamo pronti a correggere gli errori commessi, per evitare danni all'interessato». Sempre a detta del don, non ci sarebbero problermi nemmeno con la famiglia dell'interessato, che «sa come abbiamo sempre operato, ci ha rinnovato fiducia e la teniamo aggiornata».
L'indagine, nata da una segnalazione dello stesso giudice tutelare Cesare Santi – che ha avvisato la procura una volta riscontrate alcune presunte anomalie nella gestione –, sta continuando con l'ascolto di alcuni dipendenti del ricovero di via Santa Teresa. Nel frattempo l'opera stessa ha avviato un'indagine amministrativa interna per «accertare le responsabilità di questi errori – conclude Pasini –. Per ora non sono stati assunti provvedimenti».
11 - 07 - 2014
 
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view post Posted on 31/7/2014, 05:47
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Ravenna. Eredità da 1,5 mln di € gestita dall'Opera di Santa Teresa del Bambino Gesù

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www.ilrestodelcarlino.it/ravenna/in...-teresa-1.90831

Maxi eredità da un disabile, due indagati per tentata truffa all'Opera Santa Teresa
Commenti
L'enorme cifra, un milione e mezzo, sarebbe passata all'istituto religioso solo dopo la morte dell'ospite facoltoso ma con quei soldi hanno cercato di comprare dei capannoni. Nei guai ex direttore e coordinatore amministrativo
Opera Santa Teresa del Bambin Gesù Opera Santa Teresa del Bambin Gesù

Ravenna, 30 luglio 2014 - La Procura di Ravenna ha contestato l'accusa di truffa aggravata all'ex direttore dell'istituto religioso "Opera di Santa Teresa del Bambino Gesù", un sacerdote ravennate 56enne, e al coordinatore amministrativo della struttura, anche lui 56enne, originario di Modena. A entrambi è già stato notificato l'avviso di chiusura delle indagini.

La tentata truffa riguarda un'operazione immobiliare legata all'eredità da oltre un milione e 500 mila euro ricevuta, alla morte della madre, da uno degli ospiti dell'Opera di Santa Teresa, un sessantenne disabile praticamente dalla nascita. La vicenda - secondo quanto sin qui delineato dalla Procura - si è innescata quando alla sua morte a fine 2012, una donna aveva disposto nel suo testamento che l'intero patrimonio sarebbe andato al figlio disabile e alla morte di questi, all'opera di Santa Teresa a patto che lo continuasse a ospitare fino alla fine dei suoi giorni.

La questione penale è nata con l'idea di comprare con quel denaro un complesso di capannoni industriali di nuova fabbricazione costruiti a Fornace Zarattini, frazione alle porte di Ravenna. Nell'ottobre scorso e' stato infatti sottoscritto un preliminare di vendita tramite atto notarile firmato a Torino. Lì il sessantenne disabile ha elargito una caparra da 500 mila euro, il 30% del valore dell'immobile, tramite il suo tutore ovvero l'ex direttore dell'istituto. La stipula era prevista per fine gennaio scorso ma alla Procura è parso strano che ci fosse una caparra di quella entità.

E cosi' quando sono giunti gli atti del giudice tutelare, e' scattata l'inchiesta. Nei numeri, solo dopo la sottoscrizione del preliminare di contratto, ci si era posto il problema in merito al carico fiscale sull'immobile pari a 300 mila euro. Cio' avrebbe fatto innalzare la cifra totale a un milione e 800 mila euro. E qui si giunge al profilo del secondo indagato che in qualita' di consulente aveva secondo l'accusa chiesto al giudice tutelare di Ravenna di potere fare un trust, cioe' un'amministrazione fiduciaria che si occupasse di gestire direttamente il patrimonio: un po' come se il testamento fosse gia' stato applicato. Cio' avrebbe consentito un risparmio d'imposta. Il complesso di capannoni sarebbe poi stato ceduto a cooperative vicine al Santa Teresa con canoni dai 75 mila ai 100 mila euro annui.

Ma il giudice tutelare, che aveva dato via libera alla compravendita, ha qui respinto la richiesta mandando le carte in Procura. La stipula e' cosi' saltata e il proprietario del capannone ha potuto tenersi legittimamente sia i 500 mila euro del compromesso che l'immobile stesso. Peraltro prima della stipula, non lo aveva in completa proprieta' avendolo preso in leasing: poi, forse grazie anche alla caparra, ha potuto saldare tutto. "Nessuno intende certo contestare i meriti del Santa Teresa. L'istituzione non e' in discussione - ha sottolineato il Procuratore Mancini - e noi abbiamo indagato le persone fisiche e non quelle giuridiche. Ma quanto accaduto non ci sembra in linea con la tradizione cristiana e caritatevole dell'Opera". Per quanto riguarda i due indagati - difesi dagli avvocati Marco Martines e Valerio Girani del Foro di Forli'-Cesena -, sono gia' stati interrogati in Procura.

L'ex direttore dell'Opera, dopo le prime rivelazioni sull'inchiesta, nelle scorse settimane a mezzo stampa aveva in buona sostanza ammesso che erano stati compiuti errori gestionali; ma che non c'era stata nessuna intenzione di truffare nessuno. E che anzi c'era stata grande collaborazione con gli inquirenti alla luce della buona fede dietro a ogni operazione.

www.ilrestodelcarlino.it/ravenna/do...-teresa-1.77775

Santa Teresa, don Pasini si dimette
L’addio dopo l’inchiesta della Procura che vede indagati per truffa l’ormai ex direttore e il coordinatore amministrativo
di Lorenzo Priviato
Don Paolo Pasini (Foto Corelli) Don Paolo Pasini (Foto Corelli)

Ravenna, 25 luglio 2014 - "Non commento", e butta giù il telefono. Una, due volte. Appare seccato, don Paolo Pasini. Diverso approccio rispetto a quello del sacerdote che l’ultima volta aveva accettato di raccontare con serenità quanto stava accadendo all’interno dell’opera Santa Teresa, l’inchiesta per truffa ai danni di un anziano che ha portato la Procura a indagare il direttore, don Pasini appunto, e il coordinatore amministrativo, Lorenzo Selmi: un laico che arrivò da Modena con l’ex vescovo Verrucchi. Don Paolo — con l’onestà che si chiede a un uomo di fede — aveva ammesso che c’erano stati errori.

Truffe mai, un’accusa troppo grande. I tanti attestati di stima non sono bastati. Ma la decisione, forse anticipata già durante il consiglio di amministrazione di martedì scorso, era nell’aria. Il religioso si è dimesso dalla carica di direttore che ricopriva dal 2010. L’omelia del vescovo Lorenzo Ghizzoni, durante la messa nel giorno di Sant’Apollinare, l’aveva fatto intuire. In un lungo discorso quasi interamente dedicato a Santa Teresa, pur ringraziando don Paolo Pasini, elogiandone la «grande passione, la serietà e la lealtà», Ghizzoni aveva parlato della necessità di compiere «un salto di qualità nell’ordinamento delle persone, dei compiti, dei servizi e nei rapporti con le realtà esterne». E pregato il santo patrono al fine di un «intervento speciale», quello di aiutare la Chiesa a «prendere per mano l’Opera Santa Teresa, per ripartire con lo stesso spirito e la carità che animò il fondatore don Angelo Lolli».

‘Ripartire’ è la parola chiave nell’omelia dell’arcivescovo. Non si sa se le dimissioni di don Pasini siano del tutto volontarie o in parte accompagnate. Di certo monsignor Ghizzoni, che già aveva dovuto affrontare lo scandalo don Desio — il sacerdote di Casal Borsetti accusato di atti sessuali su minori — ora è più che mai deciso a voltare pagina. Come? Intanto separando in maniera netta l’aspetto spirituale del cottolengo più amato dai ravennati da quello amministrativo. Religione da una parte, gestione dei patrimoni dall’altra. Non si tratta solo di trovare un nuovo direttore, ma di cambiare radicalmente impostazione. Proprio un problema di natura patrimoniale ha innescato l’indagine dei carabinieri, coordinata dal procuratore capo Alessandro Mancini, che ha visto finire sul registro degli indagati direttore e amministratore dell’opera pia.

Nel mirino è finita un’operazione immobiliare non andata a buon fine, quella di un edificio comprato con i soldi — 150mila euro — di un assistito. Santa Teresa aveva chiesto al giudice tutelare di poter compiere l’investimento, ma questi a un certo punto lo ha stoppato, ravvisando anomalie. Una situazione che ha creato forte imbarazzo e dispiacere negli ambienti della chiesa. E che ha suggerito allo stimato direttore, dopo un breve periodo di riflessione, l’opportunità di cedere il testimone.

Lorenzo Priviato

www.beppegrillo.it/listeciviche/lis...i-disabili.html

30
30 Settembre 2013 | Inserisci un commento
CARTE FALSE SUI DISABILI

image.jpgCARTE FALSE SUI DISABILI! AL CENTRO SAN PIETRO QUALCOSA NON TORNA, E SONO I PERMESSI. NUOVA DENUNCIA A 5 STELLE DI DEFRANCESCHI E VANDINI


Un'altra denuncia congiunta dei consiglieri 5 Stelle Andrea Defranceschi (capogruppo in Regione) e Pietro Vandini (capogruppo Comune di Ravenna)
In conferenza stampa, presentate interrogazioni e tutte le trame di una vicenda che trova il suo apice in un esposto in Procura


Il sistema di accreditamento delle strutture sanitarie e' una grossa fetta di mercato su cui girano molti soldi. Il capogruppo regionale Andrea Defranceschi e il consigliere comunale ravennate Pietro Vandini hanno intenzione di arrivare fino in fondo a quella che si configura come una truffa ai danni della Regione, a maggior ragione se perpetuato su un tema delicato com'è' la tutela dei disabili.


Questa vicenda apre uno squarcio inquietante sul sistema di accreditamento nelle strutture sanitarie emiliano romagnole.
Autorizzazioni concesse senza requisiti, scadenze non rispettate, irregolarità avallate da dirigenti pubblici, coordinamenti fittizi. Il tutto, con il benestare di quello che oggi e' un consigliere comunale Pd, Idio Baldrati, ai tempi responsabile legale della Cooperativa Terzo Millennio.
Cooperativa che, pur non avendo i requisiti, ha ottenuto l'autorizzazione dalla dirigente dell'Area Politiche sociali del Comune.
E con questa una bella fetta di fondi pubblici. La Cooperativa entra in gioco chiamata in causa direttamente dall'Opera Santa Teresa, originale affidataria del centro disabili (dal 2006). Non a caso, l'allora direttore dell'Opera, don Paolo Pasini, risulta essere anche membro del cda della Cooperativa. Una collaborazione ben consolidata.

Il Centro San Pietro, struttura socio-sanitaria atta a ospitare adulti non autosufficienti perché affetti da gravi disabilità, a quanto risulta, non ha le qualifiche richieste dalla normativa regionale per essere accreditato. Ma a quanto pare, poco importa. Ripetutamente, il Comune di Ravenna acconsente, a firma di diversi dirigenti, cambiamenti di struttura, di coordinamento, e infine della gestione stessa.

In ciascuno di questi passaggi, continua a mancare la documentazione necessaria, che difatti a un certo punto verrà sollecitata anche con una richiesta di integrazione da parte della Ausl.

Tutto questo emerge dalle carte che abbiamo visionato e confezionato in un pacchetto pronto per essere acquisito dalla Procura della Repubblica, e dai quali discendono le due interrogazioni depositate in Regione e in Comune.

Diversi sono infatti gli aspetti da indagare: uno regionale che chiederà conto di come vengono gestiti i fondi del servizio sanitario regionale e di quale sia il controllo a esse riservati; e una comunale, per farci spiegare secondo quali criteri vengano concesse le autorizzazioni, e su come sia possibile che questa amministrazione chiuda gli occhi su scadenze e carte irregolari.

Un vizio che pare il Comune di Ravenna non si faccia mancare in nessun settore : da Imu non pagate a qualifiche mancanti, dai centri di assistenza alle palestre...

Nei giorni seguenti alla nostra denuncia, i soggetti chiamati in causa, in preda alla confusione, non hanno saputo dare spiegazioni, a partire dal consigliere Baldrati che ha preferito "non rilasciare dichiarazioni al momento", al Comune stesso che crede che "dovrebbe essere tutto a posto". Un'approssimazione che non ci sorprende, e che nella migliore delle ipotesi e'sciatteria e arroganza verso il sistema pubblico.

Tanto che, interpellata direttamente, l'assessore Giovanna Piaia assicura che "son da quando è apparsa la notizia sulla stampa, gli uffici comunali hanno verificato che non ci sono discrasie sulle date". Dichiarazione dalla quale apprendiamo che: 1) abbiamo dovuto far conoscere NOI all'amministratore, l'operato dell'assessorato che dirige, e 2) che EVIDENTEMENTE non hanno controllato un bel niente, visto che le discrasie sono nero su bianco sulle carte consegnate in Procura.
Forse, saranno i magistrati a indicare all'assessore cosa le sfugge.

Don Paolo Pasini invece, senza entrare nel merito dei fatti, ritiene che sia "solo carità", e ci accusa di "terrorismo mediatico". Sminuendo la questione definendola un insieme di "cavilli burocratici", non fa certo il bene della sua struttura, che invece lo merita.
E a questo proposito, sottolineiamo che mai abbiamo parlato del lavoro svolto all'interno della struttura, tema sul quale non ci permettiamo di sindacare.

Qua si parla di fondi indebitamente concessi e permessi irregolari. Se queste cose sono sfuggite a don Pasini, siamo sicuri che quando apprenderà i fatti, anche lui dalla stampa, o dalla magistratura, il direttore sarà senz'altro più giudizioso.


Ecco i documenti per maggiore approfondimento e verifica dei fatti:

QUI L'INTERROGAZIONE REGIONALE
QUI L'INTERROGAZIONE COMUNALE


Andrea Defranceschi, capogruppo M5S Regione Emilia-Romagna
e
Pietro Vandini, capogruppo M5S Comune di Ravenna

www.ravennaedintorni.it/ravenna-not...un-anziano.html

IL CASO
Opera Santa Teresa, indagine per truffa
Dubbi sul patrimonio di un anziano
Sotto inchiesta direttore e coordinatore amministrativo
Don Pasini: «Errori di gestione ma in buona fede»


L'opera Santa Teresa del Bambin Gesù è al centro di un'inchiesta giudiziaria che ha portato la procura di Ravenna a indagare il direttore don Paolo Pasini e il coordinatore amministrativo Lorenzo Selmi per truffa. L'accusa? Avrebbero gestito malamente il patrimonio di un anziano (affidato al ricovero dalla famiglia tramite un giudice tutelare), transitato da un capitolo di bilancio a un altro in modo improprio. Ai due sono stati recapitati gli avvisi di garanzia.
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Secondo Pasini – intervistato da Il Resto del Carlino che riporta la notizia oggi, 11 luglio – ci sarebbero stati errori di gestione ma in buona fede, convinzione che ha reso i protagonisti della vicenda stupefatti delle indagini a loro carico. Il direttore dell'opera si dice amareggiato ma sereno: afferma sul quotidiano che «non c'è stata alcuna intenzione di truffare, nè abbiamo mai agito in questa direzione. Stiamo collaborando con la magistratura e i carabinieri perché noi per primi vogliamo sia fatta chiarezza. Siamo pronti a correggere gli errori commessi, per evitare danni all'interessato». Sempre a detta del don, non ci sarebbero problermi nemmeno con la famiglia dell'interessato, che «sa come abbiamo sempre operato, ci ha rinnovato fiducia e la teniamo aggiornata».
L'indagine, nata da una segnalazione dello stesso giudice tutelare Cesare Santi – che ha avvisato la procura una volta riscontrate alcune presunte anomalie nella gestione –, sta continuando con l'ascolto di alcuni dipendenti del ricovero di via Santa Teresa. Nel frattempo l'opera stessa ha avviato un'indagine amministrativa interna per «accertare le responsabilità di questi errori – conclude Pasini –. Per ora non sono stati assunti provvedimenti».

www.ravennaedintorni.it/ravenna-not...per-truffa.html

IL FATTO
Si dimette il direttore dell'Opera Santa Teresa
Don Paolo Pasini è indagato per truffa
Sotto inchiesta anche il coordinatore amministrativo Lorenzo Selmi. L'attenzione della procura è sulla gestione del patrimonio di un anziano ospite: nel mirino l'acquisto di un immobile da 150mila euro

Don Paolo Pasini non è più il direttore dell'Opera Santa Teresa. Le dimissioni arrivano in seguito all'inchiesta avviata dalla procura di Ravenna nei suoi confronti e verso il coordinatore amministrativo dell'Opera Lorenzo Selmi (vedi correlato). L'accusa ipotizzata è truffa, per una presunta malagestione del patrimonio di un anziano affidato al ricovero dalla famiglia tramite un giudice tutelare, e transitato da un capitolo di bilancio a un altro. Nella fattispecie l'attenzione degli inquirenti è concentrata su un'operazione immobiliare non andata a buon termine – così come ricostruito dal Il Resto del Carlino che riporta la notizia delle dimissioni –, ossia l'acquisto di un edificio con i soldi dell'anziano per circa 150mila euro

Ai due erano stati recapitati gli avvisi di garanzia e il don, che per l'indagine in corso aveva commentato di essere «amareggiato per l'accaduto ma sereno, e pronto a risanare gli errori seppur commessi in buona fede», dopo giornate di riflessioni ha rassegnato le dimissioni.
 
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sestante1
view post Posted on 31/7/2014, 09:13




Per parodiare la famosa "tammuriata nera" della Compagnia di canto popolare... "seee... un errore se..."
 
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view post Posted on 9/8/2014, 15:32
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http://www.corriereromagna.it/news/ravenna...o-il-mezzo.html

L'INCHIESTA CHE SCUOTE SANTA TERESALa Diocesi: restituiremo il mezzo milione Parte dell'eredità di un paziente disabile è stata pagata come caparra per l'acquisto di alcuni capannoni a Fornace Zarattini PATRIZIA CUPO09/08/2014 - 09:55
La Diocesi: restituiremo il mezzo milione
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RAVENNA. Quei soldi, dicono in Diocesi, troveremo il modo per restituirli. La Curia non ha nessuna voglia di arrivare a una causa civile, dopo il terremoto che ha già scosso Santa Teresa, e dopo la richiesta presentata dal nuovo tutore dell’ospite disabile della struttura il cui patrimonio stava per essere investito in una maxi operazione immobiliare a Fornace Zarattini, piazza dell’Arcivescovado è pronta ad assecondarlo: quel mezzo milione di euro, versato come cospicua caparra per l’“affarone”, verrà restituito.

L’inchiesta. Il nodo è la vicenda sulla quale la Procura di Ravenna ha già aperto un’inchiesta per tentata truffa a carico dell’ex direttore dell’Opera, don Paolo Pasini, e del suo coordinatore amministrativo Lorenzo Selmi: entrambi, dopo l’esplosione del caso, hanno preferito dimettersi. Al centro, c’è l’acquisto di tre capannoni in via Valle Bartina a Fornace Zarattini: un affare da un milione e mezzo di euro, soldi dell’ospite dell’Opera il cui patrimonio - per volontà della defunta madre - sarebbe comunque stato lasciato in eredità a Santa Teresa. Fin qui, tutto regolare visto che la gestione del patrimonio era comunque in capo all’Opera ecclesiale. Da per quell’affare, era già stata versata una maxi caparra da ben 500mila euro, e l’operazione venne bloccata poco dopo quando il giudice tutelare segnalò alla Procura la volontà di voler costituire su quei beni un “trust” per ottenere sgravi fiscali: questo avrebbe infatti fatto acquisire all’istituto la proprietà del patrimonio del suo ospite, prima del suo decesso. Da qui, l’avvio dell’inchiesta.

La maxi caparra. Il risultato è che l’operazione è bloccata ma, di contro, il venditore dei capannoni può contare sulla caparra che, in quanto tale, non va restituita. Per questo, con due comunicazioni (prima a don Pasini e a Selmi, ora ai nuovi dirigenti dell’Opera), il nuovo tutore dell’ospite chiede direttamente a Santa Teresa di pagare il conto, ovvero di restituire i 500mila euro “persi”. «Non so nulla di questa richiesta», si limita a dire don Alberto Camprini, nuovo direttore dell’Opera, nominato dal vescovo Lorenzo Ghizzoni l’indomani delle dimissioni di don Pasini. In realtà, in diocesi, si sa molto bene di cosa si sta parlando. Ma mezzo milione non è cifra da poco conto specie per Santa Teresa le cui casse non sono in buona salute. «In qualche modo, i soldi si troveranno – chiarisce l’avvocato Enrico Maria Saviotti, portavoce di piazza dell’Arcivescovado -. Il primo invito a pagare andò praticamente a vuoto: nel frattempo i vertici sono cambiati e ora ci sono delle trattative in atto». Anche perché, il nuovo tutore è stato chiaro: o Santa Teresa restituisce i soldi, o si va verso una causa civile.

Parte il toto-parroci. Intanto, nonostante don Camprini abbia già assunto formalmente l’incarico, non è chiaro quando si trasferirà a Santa Teresa. Probabilmente “approfitterà” della festa del primo ottobre: d’altronde, ai suoi parrocchiani di Cannuzzo ha assicurato la propria presenza in parrocchia fino a fine settembre. E poi, chi lo sostituirà? Sarà il vescovo Ghizzoni a decidere. Lo stesso dovrà fare per don Pasini. A cosa verrà destinato l’ex direttore? «Al momento, è in astensione di attività - si limita a dire Saviotti -. La vicenda è avvenuta in maniera repentina e non indolore. E don Paolo Pasini sta affrontando un momento di sconforto. Sarà comunque il vescovo a decidere a quale incarico affidarlo». Prima era parroco a Marina di Ravenna e, al Santa Teresa, stava dalla metà degli anni Duemila. Escluso che vi rimanga in ogni modo.
 
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