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Matrimonio di uomo in coma: annullato. Prete rinviato a giudizio ma assolto, Prete e moglie tramano per avere eredità e pensione di invalidità

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view post Posted on 28/10/2009, 12:19
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Prete e moglie imbrogliano per avere eredità e pensione di invalidità

ZorritaMartinez_2


www.agi.it/rubriche/ultime-notizie-...ue_sotto_accusa

SPOSI IN ARTICULO MORTIS, IN CINQUE SOTTO ACCUSA


(AGI) - Moltrasio, 28 ott. - Il parroco asseconda la volonta' della compagna di un avvocato, la sorella denuncia entrambi e a processo ci finiscono in cinque per falso ideologico davanti al Tribunale di Erba. Le nozze fra i due, entrambi residenti a Moltrasio, si celebrarono ad Albese con Cassano, nel Comasco.

Nulla di particolare se non fosse che uno dei due era in punto di morte. I fatti risalgono al novembre 2007 quando l'avvocato Achille Corrado Patricolo, deceduto nel luglio dello scorso anno dopo alcuni mesi di coma, conseguenza di una emorragia cerebralle. Assistito, gia' in stato comatoso, presso la clinica San Benedetto di Albese. La sua compagna, consapevole della situazione, si rivolse a Don Bartolomeo Franzi esprimendo il desiderio di unirsi in matrimonio con Achille. Il religioso non oppose nulla al desiderio di Chiara Capra. Il matrimonio fu quindi registrato in Comune dall'impiegata che, vista l'inesistenza di qualsivoglia ostacolo, procedette con la pubblicazione. E qui che entra in scena Claudia Patricolo, sorella del legale che, dopo la dipartita del congiunto, decise di contestare la sussistenza del cosiddetto 'mutuo consenso'.

Scatta la denuncia, l'inchiesta, il rinvio a giudizio. Cosi' sul banco degli imputati ci finiscono il prete, l'impiegata Emanuela Rossini, la vedova e i testimoni di nozze, vale a dire Roberto Del Mas e Laura Casati che hanno affidato la difesa agli avvocati Marco Franzini, Andreqa Marcinkiewicz, Mario Zanchetti e Girolamo Alfieri. Don Bartolomeo celebro' quel matrimonio in ossequio al principio 'in articulo mortis' contemplato dal Codice canonico.

Edited by GalileoGalilei - 3/7/2014, 06:44
 
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fermakon
view post Posted on 30/10/2009, 11:17




Sembrerebbe un chiaro caso di vizio del consenso, poichè lo sposino era temporaneamente ( e poi, come s'è visto, definitivamente) incapace di intendere e di volere.
Inoltre rileva la malafede dell'altro contraente, la sposina: anche volendo dare per scontata la buonafede dei sentimenti della signora, questa presunzione cade quando i documenti relativi al matrimonio vengono presentati ai funzionari pubblici. Difatti, con questo atto, diviene chiara la volontà di ottenere "concreti" effetti civilistici, non accontentandosi di quelli spirituali e religiosi.
 
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view post Posted on 30/11/2009, 10:12
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http://stage7.presstoday.com/_Standard/Articles/16292717

Provincia di Como, La
"Nozze in «articulo mortis»: dal consiglio solidarietà a don Meo"

Data: 30/11/2009
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Cronaca Locale
Moltrasio, sacerdote assolto ma provato Nozze in «articulo mortis»: dal consiglio solidarietà a don Meo

MOLTRASIO (M. L.) - Il consiglio comunale l'altra sera ha espresso unanime solidarietà al parroco don Bartolomeo Franzi, coinvolto in un processo al tribunale di Erba in relazione al matrimonio celebrato nel novembre 2007 nella clinica San Benedetto di Albese tra due moltrasini, l'avvocato Achille Corrado Patricolo in stato di coma a causa di un'emorragia cerebrale, morto qualche tempo dopo, e Chiara Capra, compagna degli ultimi quindici anni di vita del noto professionista.
Il matrimonio celebrato da don Franzi, registrato in comune ad Albese, era stato contestato dalla sorella dell'avvocato, la quale aveva sollevato la mancata sussistenza del cosiddetto mutuo consenso. Don Franzi è stato rinviato a giudizio insieme a altre quattro persone, compresi i testimoni. È su quest'aspetto, indipendentemente dall'esito del processo, che si è accentrata la solidarietà del consiglio comunale.
In apertura dei lavori l'assessore Antonio Durini ha richiamato l'attenzione del consiglio e del pubblico sugli aspetti umani della vicenda che ha interessato direttamente il 75enne sacerdote, originario di Albiolo, prevosto di Moltrasio dal 1987.
«Non intendo sostituirmi né ai giudici né agli avvocati - ha detto Durini -, ma quale collaboratore di don Meo per almeno 20 anni nell'àmbito delle istituzioni parrocchiali, intendo precisare che la celebrazione del matrimonio era stata disposta dalla curia e è anche per tale ragione che il vescovo Diego Coletti è stato chiamato in aula a chiarire gli aspetti che contraddistinguono il rito «in articulo mortis». Il sacerdote, suo malgrado, è stato iscritto nel registro degli indagati, e si è trovato a fronteggiare un grande dolore. È pur vero che la giustizia lo ha assolto, ma so per certo che don Meo è stato perfino in procinto di rassegnare le dimissioni e di porre fine con il pensionamento a una cinquantennale attività che lo ha portato in vari ministeri nell'àmbito diocesano da Bregnano a Bormio, da Nesso a Moltrasio».
Alle parole di Durini si è associato il sindaco Maria Carmela Ioculano; espressioni di piena solidarietà sono state manifestate dal gruppo di minoranza «Viverbene Moltrasio» rappresentato dall'ex sindaco Rossella Scoccimarro, Maria Tettamanti, Antonella Vanini, Maria Grazia Soldini.
 
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view post Posted on 3/7/2014, 05:42
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http://www.quicomo.it/07/03/sposo-il-marit...non-valido.html

3 LUG 14 0:17
Sposò il marito in coma: matrimonio non valido
La storia di una coppia comasca. Sentenza della Cassazione destinata a fare scuola. Ma la vedova perderà la casa e la pensione del marito
palazzo-giustizia-tribunaleSi sono sposati dopo vent’anni di convivenza, quando lui era in coma irreversibile. Un matrimonio “in articulo mortis” come previsto dal diritto ecclesiastico. Un caso raro, quasi unico. Unico certamente a Como e provincia. Una unione coniugale valida anche a livello civile vista la trascrizione nel registro dell’anagrafe. Ora, però, a distanza di quasi sette anni, dopo lunghe e complesse vicissitudini giudiziarie, quel matrimonio non è più valido. Lo ha deciso la Corte di Cassazione con una sentenza emessa lunedì scorso e le cui motivazioni saranno depositate nei prossimi giorni. Nel frattempo l’uomo è morto e la donna, che adesso ha 62 anni, perderà tutto quello che aveva ereditato dal marito, dalla casa alla pensione di reversibilità. Insomma, il matrimonio resta valido davanti a Dio, ma non davanti allo Stato.
Questa è la storia di una coppia di innamorati, entrambi comaschi, che hanno convissuto e si sono amati per circa vent’anni, fino a quando un malore improvviso ha ridotto l’uomo al coma. La sua dolce metà, però, ha deciso di realizzare lo stesso quella che era una loro intenzione da tanto tempo: convolare a nozze. Dopo le opportune verifiche legali il vescovo di Como ha autorizzato il prete a celebrare il rito del matrimonio “in articulo mortis” (era il 21 novembre 2007) in una struttura sanitaria di Albese con Cassano dove l’uomo era stato ricoverato in stato comatoso e dove è poi deceduto il 18 luglio 2008.
La sorella del defunto ha deciso di intentare una causa penale perché convinta dell’illegittimità del matrimonio. E’ iniziata così una sorta di odissea giudiziaria (destinata a fare scuola) che ha chiamato in causa la vedova, i testimoni di nozze, il prete e l’ufficiale dello stato civile di Albese con Cassano. L’accusa era di falso in atto d’ufficio.
Tutti assolti al primo grado di giudizio. Tutti tranne il funzionario comunale. Il prete pur avendo utilizzato un modello precompilato aveva precisato, inserendo varie postille a mano, che lo sposo non era cosciente né in grado di dichiarare in quel momento la volontà di sposarsi. Quindi di fatto il sacerdote aveva dichiarato nero su bianco lo stato delle cose. Diversa la situazione del funzionario comunale che in primo grado è stato giudicato colpevole con la conseguente sentenza che disponeva la cancellazione del matrimonio dal registro dello stato civile. Ma finché un iter giudiziario non ha compiuto il suo ciclo fino all’ultimo grado di giudizio la sentenza non diventa esecutiva. Il funzionario comunale ha deciso di ricorrere in appello. Con lui aveva deciso di appellarsi anche la vedova. Ma l’appello da un lato ha visto l’assoluzione dell’ufficiale di stato civile (anche se non con formula piena: come a dire che ha sbagliato ma non apposta) dall’altro lato ha visto la conferma della sentenza. Infine il nuovo ricorso in Cassazione che è stato rigettato.
Ad assistere legalmente lungo tutti questi anni la vedova è stato l’avvocato di Como Andrea Marcinkiewicz: “Sono fermamente convinto che ci fossero e ci siano tutti i presupposti affinché il ricorso fosse accolto. Fino a qui tutto si è svolto a livello penale. Ora valuteremo l’opportunità di un ricorso civile affinché il matrimonio non venga considerato cartastraccia perché non si possono prendere e buttare via vent’anni di convivenza”.
Nozze in punto di morte mentre uno dei coniugi è in coma. Solo un caso simile è noto all’opinione pubblica, quello di Lorenzo D’Auria, l’agente del Sisme che finì in coma e morì a causa delle ferite riportate in Afghanistan. Anche il suo matrimonio fu celebrato nel 2007.
 
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view post Posted on 19/11/2020, 11:08

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https://www.laprovinciadicomo.it/stories/p...meo_1377423_11/

Giovedì 19 Novembre 2020
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Albiolo e Moltrasio

piangono “don Meo”

Scomparso a 86 anni all’ospedale di Varese a causa del virus: per 27 anni era stato parroco sul lago. Tornato in paese dopo la pensione, aiutava don Alberto

Era nato il 9 novembre del 1934 in una storica e brava famiglia albiolese. E’ morto ieri, 18 novembre 2020, all’ospedale di Varese, l’ultima preghiera per il suo paese, le sue parrocchie, le sue genti alle quali ha dedicato la vita e 61 anni da prete. Lo chiamavano Don Meo, don Bartolomeo Franzi, anche lui si è arreso al Covid. In pensione, era tornato nel suo paese natale per continuare a servire, come aveva fatto a Bregnano, all’ospedale civile di Bormio, a Nesso e a Moltrasio.
 
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