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Perché molti preti sono pedofili?

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view post Posted on 25/10/2021, 12:18

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Abusi sessuali del clero: altro che mele marce, il problema è strutturale
Il Rapporto della Commissione Indipendente francese contiene elementi di grande interesse per affrontare seriamente la questione irrisolta degli abusi clericali.

Marco Marzano 25 Ottobre 2021

La pubblicazione del Rapporto della Commissione Indipendente francese sugli abusi sessuali commessi dal clero cattolico (CIASE) ha fatto molto rumore, almeno per qualche giorno. A essere entrato nella comunicazione pubblica è stato tuttavia un unico dato: quello sul numero di preti abusatori sul totale dei sacerdoti cattolici. Il Rapporto contiene però molti altri elementi interessantissimi che ispirano queste prime considerazioni:


1. Per far luce sul fenomeno la costituzione di una commissione indipendente (composta da scienziati di diverse discipline) è uno strumento indispensabile e praticamente insostituibile. È stato così ovunque: negli Stati Uniti, in Irlanda, in Australia, in Germania e ora in Francia. Solo le commissioni di inchiesta possono ottenere l’accesso agli archivi parrocchiali e diocesani e sollecitare su larga scala la deposizione delle vittime di ieri e di oggi, conseguendo un formidabile progresso nella conoscenza e nella misurazione del fenomeno. In Francia, la commissione CIASE, in poco più di un anno, ha ricevuto quasi 4000 telefonate e 2800 tra lettere ed email. I membri della commissione hanno incontrato personalmente quasi 200 vittime che hanno accettato di farsi intervistare per molte ore (in media tre per ciascuna intervista audioregistrata). Sono stati ascoltati una moltitudine di esperti e addirittura un piccolo gruppo di abusatori, che si è spontaneamente reso disponibile a raccontare la propria versione. L’inerzia assoluta della Conferenza Episcopale Italiana su questo terreno sconcerta e testimonia ancora una volta il livello di paurosa arretratezza del nostro paese, delle gerarchie ecclesiastiche così come della gran parte della stampa laica, sempre preoccupata di non disturbare le élites vaticane e nei fatti indifferente alle terribili sofferenze di tanti minori.

2. La questione degli abusi clericali non è affatto risolta, il problema non appartiene in alcun modo al passato. La commissione CIASE ha riconosciuto che la Chiesa ha iniziato, nell’ultimo ventennio, a prendere sul serio la questione, ma lo ha fatto in misura timidissima e quasi mai di propria iniziativa, con molte differenze da diocesi a diocesi, in definitiva in una forma così debole da non impedire, a partire dagli anni Novanta e dopo un periodo di apparente declino, una decisa ripresa del fenomeno, un significativo aumento nel numero di abusi sessuali commessi da membri del clero. E tutto questo, aggiungo io, avviene malgrado il consistente declino nel numero dei sacerdoti e in quello dei frequentatori di parrocchie e oratori. Quindi ci sono meno preti e meno fedeli, ma gli abusi invece che diminuire crescono.


3. Quello della Chiesa Cattolica si conferma l’ambiente organizzativo più pericoloso per la salute e l’integrità fisica e psichica dei minori, molto più rischioso, secondo i dati del rapporto CIase, dei campi estivi per giovani, delle scuole pubbliche, dei club sportivi, delle istituzioni culturali o artistiche.

4. Il report francese non manca di indicare anche alcune delle probabili cause degli abusi clericali: il diritto canonico, pensato per proteggere i sacramenti e cambiare l’animo dei peccatori, ma non per riconoscere in alcun modo il dolore delle vittime e per rispettare i loro fondamentali diritti umani; il clericalismo, e cioè l’eccessiva “santificazione” della figura del prete e la sopravvalutazione del suo status di celibe e casto; l’esaltazione delle virtù dell’obbedienza e del valore della gerarchia a discapito di tutti gli altri; una falsa interpretazione delle Scritture in relazione ai temi dell’affettività e della sessualità; l’assenza di qualsiasi forma di separazione tra i poteri.

5. Nel rapporto CIASE si trovano indicati anche alcuni rimedi suggeriti con forza alla Chiesa francese: dare più spazio ai laici e soprattutto alle donne; ascoltare le vittime; migliorare la valutazione psicologica dei candidati al sacerdozio e incrementare gli insegnamenti delle scienze umane e sociali; assumersi la responsabilità di aver protetto gli abusatori e rendersi non solo disponibile ad avviare processi di giustizia riparativa, ma anche a risarcire le vittime, tutte le vittime, anche quelle di settant’anni fa o i loro eredi. È su quest’ultimo terreno che il Report mostra le sue maggiori debolezze. Sono convinto infatti che le generiche richieste di cambiamento contenute nel rapporto siano del tutto insufficienti a risolvere il problema. L’abuso sessuale è un comportamento strutturalmente legato alla forma attuale del sacerdozio cattolico, ovviamente non nel senso che tutti i sacerdoti siano abusatori, ma che, per coloro che lo sono, siano stati decisivi la formazione seminariale, l’obbligo celibatario, il rapporto con la sessualità e l’affettività imposti dalla Chiesa Cattolica. La teoria delle “mele marce”, cioè dei pedofili che si infiltrano nella Chiesa approfittando della buona fede e delle disattenzioni di vescovi e formatori, è del tutto priva, e da tempo, di ogni solido riscontro scientifico. Se il nodo è strutturale dev’essere affrontato con riforme strutturali, prime fra tutte la chiusura dei seminari e la fine del vincolo celibatario, le uniche vie per raggiungere l’obiettivo auspicato anche dalla commissione Ciase, di “desantificare” i preti.

Tutto il resto, l’aumento delle ore di insegnamento delle scienze umane, gli appelli a diminuire il clericalismo e ad aprire le donne, eccetera, è al più un modesto palliativo, inutile nella sostanza e adatto nella forma solo a dare l’impressione che la Chiesa Cattolica si muova mentre invece rimane completamente immobile. Il papa tuona contro il clericalismo da anni, ma gli effetti sulla struttura sono stati praticamente insignificanti. È venuto il momento di esigere di più, di non accontentarsi delle buone intenzioni e dei proclami. Lo dobbiamo alle bimbe e ai bimbi, ai ragazzi e alle ragazze di domani alle quali dobbiamo offrire un mondo diverso e migliore.

Marco Marzano è autore de “La casta dei casti“, Bompiani, 2021.

Edited by pincopallino2 - 6/11/2021, 21:03
 
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view post Posted on 6/11/2021, 21:02

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Domenico Barrilà*
06 novembre 2021 10:35

Preti e abusi sessuali, la trappola del celibato sul futuro della chiesa cattolica
La dolorosa vicenda che tocca il seminario diocesano di Messina, è l'ennesima prova di una chiesa popolata da problematicità che la annienteranno e che continua con regole aliene rispetto a quelle del mondo. Ritengo che pagare il desiderio di servire il proprio Dio, a prezzo di mutilazioni enormi, come quella di rinunciare a una famiglia o a mettere tra parentesi la propria affettività, si una questione da Corte europea dei diritti


Sono sincero, avrei preferito non intervenire sulla dolorosa vicenda che tocca il seminario diocesano di Messina, a proposito di presunti abusi subiti da un candidato. Lo avrei preferito perché si tratta dell’ennesima riflessione sullo stesso tema e perché nelle modalità denunciate dalla giovane presunta vittima riconosco quella sottocultura che mi fa pensare, fino a prendere decisioni personali drastiche, che la Chiesa sia diventata un circuito minore, popolato da problematicità che la annienteranno. Se temono tu possa rompere il patto, ti isolano crudelmente e poi ti allontanano. Non saprei se nel caso specifico sia andata esattamente così, ma in genere i modi solo quelli. Se eccepisci, se possiedi un pensiero indipendente, entri nel mirino, e alla fine quello sbagliato sei tu. Il risultato finale è che si perdono voci critiche che potrebbero fare lievitare il famoso impasto.

“Ho svelato abusi sessuali, mi hanno mandato via dal seminario”
Se penso alla posizione drastica dei vescovi americani, a proposito della comunione al Presidente Usa, cattolico non contrario alle leggi sull’aborto, ma silenti sull’altra strage degli innocenti, quella dei bambini vittime dei pedofili, e se aggiungo i loro colleghi francesi e di tanti altri paesi, da padre inorridisco.

Il metodo della polvere sotto il tappeto è la norma, sarebbe continuato per l’eternità se la coscienza civile e il diritto di cronaca di tanti bravi giornalisti non avessero scoperchiato il vaso di pandora, portando alla luce situazioni pesantissime in tutto il Pianeta.

La mia valutazione esclude le infrazioni che i consacrati commettono con altri adulti, laici e non solo, perché da sempre ritengo il celibato una finzione, una cattiva finzione dalla quale scaturiscono moltissimi dei mali della religione cattolica, principalmente perché tale vincolo la costringe a scegliere il proprio personale in una pozzanghera dove si pesca quello che si trova. Il superamento del celibato permetterebbe ai rettori di selezionare i candidati su un campione enormemente più ampio, puntando l’attenzione su delle prime scelte. Questo non significa che tutti i problemi sarebbero superati, ma di sicuro si porrebbero le basi per aprire la Chiesa alla “normalità”, quella di individui davvero incarnati, perché alle prese con gli stessi problemi dei loro simili, disinnescando molte delle criticità, compreso il velenoso narcisismo che si annida anche vicino a papa Francesco.

Ritengo che pagare il desiderio di servire il proprio Dio, a prezzo di mutilazioni enormi, come quella di rinunciare a una famiglia o a mettere tra parentesi la propria affettività (il vero motore dell’essere umano), sia una questione da Corte europea dei diritti.

Ma la colpa, la più grave, è dei laici impegnati, collusi perché destinatari di vantaggi che nella platea più ampia, quella universale, si sognerebbero, mentre nel “circuito minore” diventano alla loro portata, così diventano i primi difensori della segregazione, delirando di essere nel giusto.

Un contrappasso orrendo per una religione nata per andare incontro al mondo, quindi immaginata su un presupposto di universalità, ridottasi dentro un fortino all’interno del quale vigono regole aliene rispetto a quelle del mondo.

I beneficiati stanno zitti, non voglio danneggiare la mucca che mungono. Tempo fa, dopo l’arresto di un sacerdote, cui sono stati contestati innumerevoli casi di pedofilia, molti dei quali caduti in prescrizione, un mio amico aveva chiesto a una persona, antica sodale del pedofilo, come avesse fatto a non accorgersi in tutti quegli anni, sentendosi rispondere “l’amicizia mi faceva schermo”.

Lo “schermo” era rappresentato dal fatto che il potentissimo sacerdote aveva sistemato lui e tanti altri in una lucrosissima azienda parastatale, dove gli impiegati guadagnato molte volte quello che guadagna un impiegato comune. Nessuno, dopo la condanna, sebbene fossero coinvolti anche i loro figli, si è scomodato, prendendo posizione pubblica.

Questo connubio tra preti problematici e laici opportunisti sta minando le stesse basi della Chiesa, scambiata per un bancomat, economico e carrieristico, in cui una mano lava l’altra.

Tanti bambini sono da ritenersi vittime anche di queste persone, di questi complici per interesse, non solo dei carnefici che violano le loro vita, perché se vi fossero stati testimoni onesti, quelli non avrebbero potuto operare impunemente.

Salviamo le eccezioni, anzi proteggiamole, per quanto lontano, ma rispettoso, dalla Chiesa, conservo preziose amicizie al suo interno, persone che insieme a diverse loro consorelle e diversi confratelli di buona volontà, la aiutano a resistere, a non portare, metaforicamente e non solo, i libri in tribunale. Anche di recente credo di averne conosciuti un paio, un vescovo e un laico, che provano a crederci, con la forza, la semplicità e il sorriso di chi pensa davvero che Dio esista.

Se si vuole davvero contrastare il fenomeno della pedofilia, bisogna mettere in mora il celibato, rendendolo facoltativo. Non ci sono altre strade per riempire i seminari di persone di valore, capaci di ridare al Vangelo la centralità che merita ma anche di scoraggiare il clericalismo dei laici più immaturi dalla loro dipendenza furba e malsana, che in definitiva blocca anche il percorso di crescita degli stessi sacerdoti e vescovi.

* psicoterapeuta, analista adleriano
 
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view post Posted on 6/1/2023, 16:17

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ITALIA
Cosa succede nella testa dei preti pedofili e come fermarli
Il percorso di formazione del clero spinge i giovani preti a maturare un rapporto difficile con il potere e con i propri desideri. La soluzione al dramma degli abusi non è psicologica, ma istituzionale

MARCO MARZANO

02 gennaio 2023
La teoria delle “mele marce”, ovvero del prete pedofilo come criminale inveterato che approfitta scientemente della veste che indossa per molestare e violentare i bambini, non regge alle molte serie analisi che sul profilo psicologico di costoro sono state condotte negli ultimi decenni.
Le gerarchie ecclesiastiche cattoliche e i pontefici eliminerebbero molto volentieri il problema degli abusi sessuali del clero che causa loro un’infinità di problemi di diversa natura a livello globale.
La complicazione deriva dal fatto che, se rimuovessero davvero e alla radice le principali tra le cause, ovvero il celibato ecclesiastico e l’imposizione perpetua ai chierici di una vita casta, i vertici sopprimerebbero anche il loro statuto sacrale, la superiorità del loro ceto sui laici e quindi buona parte di ciò che legittima il loro diritto a guidare da pastori il popolo di Dio.
 
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view post Posted on 1/2/2023, 16:07
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Non so se e' gia' stato detto, ma e' anche risaputo in psicologia che spesso le persone con interessi fuori dalla norma, siano attratti da professioni che permettano loro di dare sfogo ai propri istinti/desideri deviati.
Per es. esistono persone che hanno un' attrazione per il sangue, o per la sofferenza fisica e che quindi si sentano attrati dalle professioni mediche, soprattutto come soccorritori (ambulanza).
Naturalmente lo stesso si puo' ipotizzare per quei pedofili che vedono nella professione del prete un'opportunita' di dare sfogo alle proprie fantasie deviate con i bambini.

Questa teoria mi ha sempre convinto molto. Concordo quindi con lo psicoterapeuta che non e' spiegabile che il celibato sia la causa della pedofolia - semmai, come detto, le tendenze pedofiliche sono gia' presenti prima di entrare in seminario. Vedendo la facilita' con cui i preti possono ottenere la fiducia di bambini e delle loro famiglie, il pre-seminarista si sente consapevolmente oppure anche solo inconsciamente attratto (eccitato?) alla fantasia di essere in un simile ruolo. Naturalmente questi individui possono benissimo anche avere una certa fede religiosa, ma se cosi fosse, e' possibile immaginare che in un certo senso si autoingannino da soli; ossia credono di voler diventare dei preti per fede, ma inconsciamente sono guidati da ben altre motivazioni istintive e piu' profonde.

La teoria appena esposta mi aiuta a capire come mai diversi di questi preti pedofili abbiano commesso un gran numero di crimini sessuali e spesso con un'iniziativa a dir poco cinica - il piu' delle volte, infatti, non sembra trattarsi di un singolo incidente successo cosi, per caso ('un attimo di debolezza'). E' come se, arrivati al culmine del loro sogno/fantasia (avere campo libero coi bambini e la loro fiducia e quella dei genitori) si lasciano andare senza gran sensi di colpa. E' come un progetto ben ideato da tanto tempo (seppur inconsciamente).
 
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