Laici Libertari Anticlericali Forum

Perché molti preti sono pedofili?

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Felipe-bis
view post Posted on 6/6/2009, 14:31




CITAZIONE (vaticANO @ 6/6/2009, 15:27)
Se, resto io, ti sarai dimenticato.

L'estremista.

L'estremista -nelle dosi giuste- è come il prezzemolo: ci sta sempre bene. -_-
 
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view post Posted on 7/3/2010, 00:55
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Quoto Galileo in todo. Aggiungo che nei seminari, i vari adepti sono molto giovano e nemmeno svezzati sessualmente; quindi le loro prime esperienze avvengono lì. I maiali che sono già veterano adocchiano subito i novelli e li puntano fino a quando non gli fanno il servizio al posteriore. Il giovane, quando diventerà sacerdote cosa farà?
 
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view post Posted on 12/3/2010, 07:25
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http://www.gaxetaveneta.com/2010/03/la-ped...toleghi-romani/


LA PEDOFILIA LA XE 4 OLTE PI ALTA FRA I PRETI CATOLEGHI ROMANI

Postà da admin on Mar 10th, 2010 e meso soto a Polilengoa. Te poi tegner de ocio a le risposte a sto articolo nando drio a sto liganbo RSS 2.0. Te poi lasar na risposta o on trackback a sto articolo

E così Federico Lombardi, gesuita e direttore della Sala Stampa del Vaticano, usa oggi questo argomento per difendere la Chiesa Cattolica dalle accuse di tollerare o aver tollerato la pedofilia tra le proprie fila, come riportato da Rainews24:

“Concentrare le accuse solo sulla Chiesa porta a falsare la prospettiva”. “Solo per fare un esempio, i dati recentemente forniti dalle autorità competenti in Austria dicono che in uno stesso periodo di tempo i casi accertati in istituzioni riconducibili alla Chiesa sono stati 17, mentre ve ne sono stati altri 510 in altri ambienti. E` bene preoccuparsi anche di questi”.

La logica è di per sé strana (chissà se Padre Lombardi mi assolverebbe dai miei peccati se domattina andassi da lui a dirgli in confessione quelli del mio vicino di casa), ma l’argomento quantitativo sembra essere: perbacco, 17 è un numero più basso di 510! Esattamente 30 volte più basso! Qualcuno può forse affermare il contrario?

Padre Lombardi, non me ne vorrà se li metto insieme anch’io due numeri, così a scopo illustrativo.

Dunque, in Austria ci sono 0,31 preti per ogni mille abitanti (rigrazio il mio amico Giovanni Prarolo, che è un brillante economista e non un seminarista di Graz, per aver scovato questo numero). Mettiamo intorno a ciascuno di questi preti anche 10 laici maschi zelanti che sono molto addentro alle cose di chiesa. Chiameremo il risultato “preti allargati”. In Austria ci sono quindi 3,1 preti allargati per ogni mille abitanti, ovvero 0,31 per ogni cento abitanti.

In Austria, si può calcolare dai numeri qui, ci sono anche 40 maschi sopra i venti anni per ogni cento abitanti. Prendiamo questa come la popolazione di riferimento per gli abusi sessuali sui minori. Cioé assumo che chi commette abusi sessuali su minori appartenga a questo 40%.

I preti allargati costituiscono il 0,31/40 = 0,78% di questa popolazione. Questa è quindi la frazione di abusi sessuali su minori che sarebbero commessi in istituzioni riconducibili alla Chiesa se questi abusi in Austria fossero commessi a caso dalla popolazione maschile sopra i 20 anni.

I numeri riportati da Padre Lombardi indicano che nella realtà questa frazione è 17/(510+17) = 3,22%

Ovvero, la popolazione di “preti allargati” ha una propensione agli abusi sessuali su minori pari a 3,22/0,78 = 4 (circa) volte superiore a quella della popolazione di riferimento. Se i 10 laici maschi zelanti attorno a ogni prete (numero che a occhio e croce va bene e anzi va per eccesso per la provincia in cui vivo) vi sembrano troppo pochi raddoppiateli pure. La suddetta propensione sarà pur sempre doppia di quella della popolazione di riferimento.

Insomma, se vogliamo usare l’Austria come caso rappresentativo, allora la conclusione è rovesciata: è bene preoccuparsi primariamente proprio della Chiesa!

Almeno nella parabola della pagliuzza e della trave, queste due cose di dimensioni cosi’ diverse venivano rapportate allo stesso occhio. Se proprio in Vaticano non vogliono leggersi questo, potrebbero per lo meno rileggersi il Vangelo. Vediamo se vi trovano scritto “rimetti a noi i nostri debiti perché tanto c’hai un sacco di altri debitori.”

http://www.noisefromamerika.org/index.php/...o_e_il_Relativo
 
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view post Posted on 14/3/2010, 18:48
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Quoto in todo Galileo.
Il seminario è il luogo perfetto per deviare mentalmente un ragazzino fresco fresco verginello. Gli fanno capire i caproni, che è una prassi, che è normale, che devono pur sfogare loro, quindi il ragazzo cresce con la convinzione che è così la vita. Poi l'ho già detto, chi decide di farsi prete ha un carattere che tra le varie caratteristiche c'è anche la predisposizione alla pedophilia e all'omosessualità. C'è un tipo di omosessualità che predilige sempre i più giovani; quindi il passo è breve
 
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Felipe-bis
view post Posted on 14/3/2010, 18:56




CITAZIONE (Bramante @ 14/3/2010, 18:48)
C'è un tipo di omosessualità che predilige sempre i più giovani; quindi il passo è breve

Devi precisare meglio questo passo, che può essere facilmente equivocato.
 
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view post Posted on 14/3/2010, 19:13
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Hai ragione, per questo sono accorso.
Preciso che sono un sostenitore sfegatato dei gay; cioè difendo alla stregua i loro ideali e le loro battaglie, pun essendo etero. Non mi fanno pena, bensì hanno tutto il mio appoggio per portare avanti le loro idee e spesso io li aiuto.
Detto questo, tornando al precedente post: preciso che intendo dire , non che i gay siano altro. Punto. Bensì che i seminaristi giovani essendo inesperti e poco conoscitori della vita sessuale, gli fanno credere i maiali preti istruttori nel seminario che sfogare l'omosessualità nel seminario è normale. Poi siccome loro preferiscono carne giovane, il passo tra la gioventù e la pedophilia è breve perchè intercorrono soli pochissimi anni.
 
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T.Landi
view post Posted on 24/3/2011, 18:54




In Italia, la percentuale di pedofili tra i preti è 120 volte più alta rispetto alla percentuale di pedofili nella popolazione laica. Questo secondo le statistiche, ma io credo che sia molto superiore proprio perchè una miriade di casi non vengono allo scoperto proprio per la copertura dei complici ecclesiastici.

In USA poi sarà molto peggio che in Italia.

Perchè un prete diventa pedofilo? Bè, la risposta è semplice se si gira la domanda: perchè i pedofili si fanno preti?
Semplice, perchè così possono adescare con molta più facilità i bambini, la rete e i mezzi glieli fornisce direttamente la Chiesa! E in più, se vengono scoperti, hanno tutta la copertura dei complici! E se proprio scoppia lo scandalo, alla fine se la cavano con un trasferimento in un'altra parrocchia. E se proprio alla fine finiscono in Tribunale, se la cavano con 2 anni in pena sospesa, anzichè con 14 anni che è la pena normale per un laico.

Insomma, se girate la domanda è OVVIO del perchè un pedofilo diventa prete!!!
Non c'è bisogno di una laurea in psicologia per rispondere :D

Edited by T.Landi - 24/3/2011, 19:22
 
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hanss
view post Posted on 20/5/2011, 09:36




CITAZIONE (Bramante @ 14/3/2010, 20:13) 
Bensì che i seminaristi giovani essendo inesperti e poco conoscitori della vita sessuale, gli fanno credere i maiali preti istruttori nel seminario che sfogare l'omosessualità nel seminario è normale.

Ovviamente questo non viene mai detto!
In un seminario nessun docente dirà ufficialmente che "sfogare l'omosessualità è normale". Esiste, però, un sistema tale per cui un ragazzo, nella crescita e con gli ormoni in pieno funzionamento, si troverà a disagio o orientato inevitabilmente verso il suo stesso sesso. Qualche settimana fa ho raccolto la confessione di un seminarista del sud Italia il quale, per quanto abbia preferenza eterosessuale, si è sentito orientato verso gli uomini. Lui stesso mi ha confidato: "A furia di vedere sempre uomini, alla fine mi sono sentito orientato verso di loro". Inutile aggiungere che tale preferenza sia stata anche "sfogata"...

Anche tale fatto dovrebbe esortare a rivedere tutto un sistema educativo ma i responsabili ecclesiali non hanno voglia, forza, capacità di farlo.
E allora accusano gli altri che denunciano le debolezze di questo sistema, continuando nella ridicola politica dello struzzo, come se nascondendo la piccola testa non possa apparire il resto del grosso e tozzo corpo ...

Edited by hanss - 20/5/2011, 10:54
 
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FutureLoop foundation
view post Posted on 13/10/2011, 16:30




Qual è la percentuale precisa di pedofili tra i preti?
 
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kabase
view post Posted on 8/11/2012, 16:10




Perchè è opera del diavolo,che li tenta fortemente e loro nella debolezza che caratterizza anche tanti non credenti cadono nella trappola del diavolo,cosi che poi possono tutti attaccare la Chiesa e quindi Dio.
 
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view post Posted on 7/4/2013, 05:05
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http://www.giornaledellumbria.it/blog/toll...3%A0-quei-preti

blog | Sab, 06/04/2013 - 23:02 | Antonio Santantoni

Antonio Santantoni
Tolleranza zero ok, ma chi risarcirà quei preti?

Amo Francesco, vescovo di Roma e di ogni cristiano nel mondo e dunque anche mio, e proprio per il gran bene che gli voglio, vorrei dirgli qualcosa che a me sembra importante. So bene che lui mai leggerà queste parole, ma gliele dico/scrivo lo stesso, forse sperando che un’eco gliene porti il vento (pneuma, vento, soffio, Spirito Santo) per vie o finestre o porte aperte, o spifferi che solo lui conosce, che solo lui può praticare.
Oggi i giornali riportano che il nuovo vescovo di Roma ha ribadito la dottrina di papa Benedetto XVI sul tristissimo caso dei preti pedofili, quella dottrina che la stampa ama chiamare della “tolleranza zero”: espressione che io detesto come poche altre dell’eloquio corrente, presa di peso dal linguaggio del sindaco di New York Rudolph Giuliani, il procuratore di ferro o anche lo sceriffo della Grande Mela.
Dai “virgolettati” della grande stampa, di quella poca che io posso consultare ogni giorno, non mi pare però che l’espressione incriminata sia mai stata pronunciata da lui, ieri almeno. Se così fosse, mi sentirei molto consolato. Da chi parla come parla il nuovo vescovo di Roma, sembrerebbe stonato sentir dire parole che negano perdono e indulgenza a chicchessia.
Sia chiaro però: indulgenza verso il peccatore, non verso il peccato, che è e resta quanto di più odioso si possa immaginare. Resta pur vero che Gesù stesso ha detto che chi dà scandalo a uno dei suoi piccoli, sarebbe meglio per lui se si legasse al collo una macina di mulino e si gettasse in mare (cfr. Mt 18,16). Se il concetto in nulla deflette dalla linea di governo di Benedetto XVI, diversi sono il tono e l’asprezza, minore l’impressione che se ne ricava d’una sentenza senza appello.
Certo nessun peccato è più odioso di quello che insozza l’innocenza dei ragazzi, che inizia (introduce) al vizio la purezza, che insegna allo stupore incantevole e indicibile dell’ innocenza le pratiche più disgustose e rivoltanti della bestia umana, che coglie i gigli solo per gettarli nel buco della fetida latrina del postribolo.
Perché vedi, amatissimo Padre in Cristo, anzi mio “dolce Cristo in terra” (Santa Caterina da Siena), per quanto mi ripugni quell’orrido peccato, io non riesco a non provare un senso di pietà anche per loro, per questi mostri che la coscienza, sia civile sia religiosa, oggi ci addita come ultimo limite, ultima vergogna per la quale mai la pietà, ma solo la giustizia si dovrebbe invocare.
Io non sopporto quelli che gridano: “i preti pedofili alla gogna!”. Allontanarli dal ministero sì, è doveroso, ma non si dovrà dimenticare che quelli che gridano così, sono alla fine gli stessi che chiedono piena licenza di mostrare tutto anche ciò che invoglia al vizio. Che guai se gli neghi la libertà di navigare nel mare di ----- della rete o delle tivvù del tutto è sempre lecito: perché siamo tutti adulti e vaccinati. No, che non lo siamo tutti, e loro lo san bene: né tutti adulti né tutti vaccinati.
Nessun dubbio che da parte tua, amatissimo Padre amante della tenerezza, non sia nemmeno pensabile che sia tua intenzione negare misericordia ai colpevoli. So che ti basterà impedire che nocciano ancora.
E ora lasciami dirti, Padre mio, che ogni volta che si parla di preti e dei loro peccati, io non riesco a far tacere in me una voce che mi induce a domandare per loro uno sconto di pena; che sia riconosciuta loro almeno una qualche attenuante generica o specifica, che faccia di loro, certamente colpevoli, altrettante almeno possibili vittime di un abuso pregresso: non sessuale stavolta, ma di altro genere, forse meno odioso, ma non certo meno gravido di dolore.
Ci furono tempi (e tu lo sai molto bene) neanche tanto lontani – diciamo fino all’età del Concilio – in cui una famiglia numerosa si liberava volentieri di una bocca da sfamare mandandolo in seminario: specie se aveva già uno zio prete. Bastava dimostrasse qualche attitudine allo studio. Di un fatto del genere sono io stesso, personalmente, a conoscenza.
Il bambino aveva appena compiuto il decimo anno che fu mandato in seminario. In estate le vacanze non le passava con la mamma, ma con lo zio prete; le sue poche ora di libertà erano sempre controllate (doveva conservarsi puro). Non aveva mai l’occasione di incontrare una donna con cui parlare, confrontarsi con lei, così da potersi fare un‘idea di cos’è, di cosa vuol dire una donna per un uomo, per un prete. E cosa vuol dire il privarsene. Così fino all’ordinazione. Se avesse voluto ripensarci e magari tornare indietro, avrebbe dovuto mettere in conto che la mamma ne sarebbe potuta morire di crepacuore. Che non sarebbe più uscita di casa. Civilmente morta.
Non che fosse sempre così, anzi questo caso (che è assolutamente storico) poté anche essere un caso limite, ma non fu certo unico. Quel figlio divenuto prete, soffrì poi di gravi turbe psichiche e finì in manicomio; uscitone, rifiutò per anni di dire messa in pubblico. Si fece adattare una cappellina in casa; ottenne il permesso di dire la messa da solo; per anni non tollerò neppure la presenza della madre alla sua messa. Solo dopo molto tempo accettò di celebrare in pubblico, in una vera chiesa, ma solo con un prete accanto a lui sull’altare. Fu un prete casto, sicuramente. Ma fu vero prete? O solo la vittima d’un abuso? Non fece abusi su nessuno: gli era bastato quello che aveva subito lui dallo zio prete e dalla mamma.
Ho conosciuto anche un frate che da bambino fu portato in un convento dal padre. Al momento di separarsi il bambino s’attaccò alla giacca del padre perché non se ne andasse senza di lui. Dopo più d’un’ora di inutili tentativi per convincerlo a restare e a lasciare andare il padre, questi chiese un minuto per poter andare in bagno. Il bimbo non lo rivide più. Se n’era andato, lasciandolo in convento. Per giorni e giorni quel bambino non mangiò. Alla fine «più che il dolor poté il digiuno» (Inferno, XXXIII, 75). Divenne frate, poi se ne andò per sposare una donna. Vive tuttora da ottimo cristiano.
Quante migliaia, milioni forse, di casi come questi? Grazie a Dio, molto più numerosi quelli come il primo che quelli come il secondo. Non per nulla, forse, i casi di pedofilia sono statisticamente assai più numerosi fra i vecchi preti che fra i giovani. Ecco perché non mi piace sentir parlare di tolleranza zero. Perché provo pietà per loro.
Sicché ho anch’io un desiderio, carissimo Padre Francesco, vescovo di Roma e d’ogni singolo cristiano del mondo e perciò anche mio: un desiderio che ora ti dirò. Eccolo.
Mi piacerebbe che tu facessi una visita anche a tutti i preti pedofili del mondo (si fa per dire: basterebbe ne incontrassi due o tre) e gettando loro al collo le tue braccia, tu chiedessi loro perdono a nome della Chiesa, per averli messi in quella condizione, strappandoli da casa all’età di dieci anni per rinchiuderli in un simil-lager di nome seminario, tenendoli lontani da un mondo nel quale un giorno sarebbero stati sbalzati senza conoscerlo, esposti a pulsioni a cui non avrebbero potuto far fronte senza peccare. Molti ce l’hanno fatta. Alcuni no. A questi vorrei vederti chiedere perdono: per non aver capito prima che l’uomo cui è negato di poter essere uomo, potrebbe un giorno risvegliarsi trasformato nel gorilla di De André.
 
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64mmore
view post Posted on 7/4/2013, 20:00




Perchè i preti sono pedofilii? Qual'è il fine della religione, qual'è il suo scopo e perchè li protegge? Io so il perché e so il perchè lo fa...
 
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64mmore
view post Posted on 12/4/2013, 22:26




CITAZIONE (64mmore @ 7/4/2013, 21:00) 
Perchè i preti sono pedofilii? Qual'è il fine della religione, qual'è il suo scopo e perchè li protegge? Io so il perché e so il perchè lo fa...

Il controllo sul pensiero della gente, controllare la mente e piegarla al loro volere.

Qual'è il suo scopo? Il potere.
Perchè li protegge? Per il potere sulle masse.
E qualè il fine? Il potere.

Il fine del potere è il potere. Controllare i pensieri della gente e controllarli e chi è contro la chiesa basta classificarlo come seguace di Satana. La religione è un'offesa all'intelligenza umana...
 
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view post Posted on 24/7/2013, 04:17
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http://metilparaben.blogspot.com/2007/06/a...ercentuali.html


Abusi percentuali

Anche durante la trasmissione Annozero di ieri sera Don Fortunato Di Noto ha avuto modo di ripetere con una certa soddisfazione che solo l'1% dei casi di pedofilia in Italia sono imputabili ai sacerdoti: ora, anche volendo fingere di non sapere, per amor di discussione, che la maggior parte degli abusi sui minori commessi dai preti non vengono denunciati, proviamo a fare qualche calcolo.
Gli abitanti italiani in età adulta sono grosso modo 50 milioni, mentre i sacerdoti che operano nel nostro paese sono circa 50.000, il che equivale a dire che per ogni prete ci sono più o meno mille cittadini; coerentemente con tale rapporto, sarebbe lecito aspettarsi che le violenze sessuali su minori commesse dai sacerdoti fossero una su mille, mentre invece i dati (quelli citati da loro, non quelli subdolamente artefatti da parte della lobby anticlericale) rivelano che sono una su cento, cioè ben dieci volte di più.
Insomma, Don Fortunato Di Noto ha placidamente affermato che, fatte le debite proporzioni, la percentuale di pedofili tra i preti è dieci volte maggiore della percentuale di pedofili tra i comuni cittadini.
Cosa avesse da essere soddisfatto, ancora me lo domando.

Questo post è stato pubblicato il 01 giugno 2007
 
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view post Posted on 26/7/2013, 09:32
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http://inchieste.repubblica.it/it/repubbli...ofili-62446106/

L'INTERVISTA di ELENA AFFINITO e GIORGIO RAGNOLI
"Difficile curare i preti pedofili
in un ambiente ecclesiastico"
"Difficile curare i preti pedofili in un ambiente ecclesiastico"
Il parere del professor Maurizio Marasco, docente di Psicopatologia forense alla Sapienza di Roma
MILANO - La psichiatria accademica tende a minimizzare le possibilità di recupero per i soggetti che abusano di minori, soprattutto se non curati precocemente, e tende ad escludere l'efficacia riabilitativa di qualsiasi trattamento farmacologico, compresa la castrazione chimica. La pedofilia non è una malattia mentale, ma piuttosto un disturbo abnorme del comportamento sessuale che di solito emerge durante lo sviluppo evolutivo, in età prepuberale.

"Il pedofilo non è un malato di mente e conserva la capacità di rendersi conto del valore o disvalore delle proprie azioni", spiega lo psichiatra Maurizio Marasco, professore di Psicopatologia forense all'università "La Sapienza" di Roma. "Quando compiono l'atto, questi soggetti sono molto attenti nell'occultare la propria azione sessuale. Sono astuti e abili nel nascondere tutte le prove a loro carico e sanno benissimo che stanno commettendo dei reati".

Il professor Marasco spiega di aver incontrato, in qualità di perito nominato dal tribunale, preti accusati di molestie sessuali su minori: "Per esperienza ritengo che i soggetti che sono protagonisti di questi comportamenti si sono avviati verso il sacerdozio con personalità già deviate fin dal loro processo evolutivo. Nei rari casi in cui i disturbi si manifestano dopo l'ordinamento, probabilmente c'è un'immaturità dal punto di vista psicosessuale".

Sembra che la medicina ufficiale ignori le strategie di sostegno attuate dai Padri Venturini. Nonostante queste comunità religiose si avvalgano anche di specialisti laici, tutto rimane sotto uno scrupoloso riserbo. "Posso immaginare che questi soggetti vengano sospesi dal sacerdozio e inviati in una comunità per essere sottoposti a cure", prosegue il professor Marasco, "Ho qualche dubbio però che in un ambiente chiuso come quello ecclesiastico si possano ottenere buoni risultati. Inoltre affidare questi soggetti a psicologi che vengono dallo stesso ambiente, mi lascia perplesso". Poiché i sacerdoti, psicologo e paziente, condividono lo stesso mondo e la stessa morale, il terapeuta, anziché mantenere una posizione neutra, tenderà a esercitare il giudizio e a far emergere il senso di colpa, piuttosto che la consapevolezza delle proprie pulsioni. Sulle possibilità di reinserimento dei pedofili nel loro ambiente, Marasco è categorico: "Ho enormi riserve sul reintegro dei sacerdoti pedofili in un contesto che li esponga a contatti con minori. Nei soggetti adulti la possibilità di debellare questa anomalia del comportamento è minima, per non dire nulla. Il rischio che si riattivi è altissimo".

Il professor Marasco spiega che, in linea di massima, i soggetti pedofili non accettano spontaneamente una terapia di tipo psichiatrico. Senza questa volontà la psicoterapia non può essere efficace. Il pedofilo non vuole uscire dalla sua situazione perché da essa trae gratificazione. Nel sistema sanitario italiano, soprattutto in quello pubblico, non ci sono centri in grado di accogliere questo tipo di casi. Una volta uscito dal carcere il pedofilo rimane un soggetto pericoloso. "Sarebbe utile, come succede ad esempio in Svizzera, che si costituissero dei centri che possano aiutare i pazienti ad inibire i propri impulsi in modo da non compiere l'atto", continua lo psichiatra."Oltre a questa mancanza In Italia c'è un rifiuto anche da parte di molti miei colleghi a curare soggetti che hanno un disturbo così sgradevole, per usare un termine elegante. C'è un rifiuto davanti ad azioni così degradanti. La terapia dovrebbe cominciare subito: il carcere non deve essere solo un luogo di afflizione, ma deve avere un ruolo nella riabilitazione. Rimessi in libertà questi soggetti dovrebbero essere inseriti in comunità e trattati con psicoterapie cognitive e relazionali per evitare il ritorno di comportamenti deviati, anche se l'alterazione rimarrà comunque sempre latente: fa parte dello stile di vita del soggetto ed è molto difficile sradicarla".

24 luglio 2013

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