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Pena di morte. Scontro all'ultimo voto. Il Vaticano si oppone

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GalileoGalilei
view post Posted on 16/11/2007, 00:34 by: GalileoGalilei
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L'Onu vota la moratoria sulla pena di morte



Con 99 voti a favore, 52 contrari e 33 astensioni la moratoria universale delle esecuzioni è finalmente giunta al traguardo. La risoluzione approvata dalle Nazioni Unite è un messaggio forte e chiaro ai Paesi che ancora permettono le esecuzioni: fermate il boia.

È un risultato storico che premia la coesione europea e l'impegno del governo italiano e che arriva in tandem con un importante segnale dagli Stati Uniti dove la Corte Suprema ha fermato in extremis la mano del boia della Florida confermando l'orientamento alla moratoria di fatto sulle iniezioni letali.
«È un grosso successo per il Paese, per il governo italiano, per il Parlamento e per la società civile», ha detto l'ambasciatore italiano Marcello Spatafora uscendo dall'affollatissima aula della Terza Commissione dove la risoluzione che chiede agli stati di adottare una moratoria delle esecuzioni in vista della loro abolizione« è arrivata oggi in dirittura d'arrivo.

Il documento messo oggi ai voti nella sua interezza (la Commissione ha respinto un'insidiosa proposta presentata da Egitto Singapore e Caraibici di votare paragrafo per paragrafo) dovrà essere poi ratificato dall'Assemblea Generale ma il segnale che arriva oggi è importantissimo: già due volte negli anni Novanta (nel 1994 e nel 1999) i paesi del partito della pena di morte erano riusciti a far deragliare iniziative simili spaccando la coesione europea.

«Stavolta invece l'Europa ha tenuto», ha commentato soddisfatto il sottosegretario agli esteri Gianni Vernetti, a New York per seguire in aula l'ultima tratta della maratona. «I Ventisette sono rimasti uniti. Ed è stata premiata la capacità dell'Italia e dell'Europa di costruire una vasta coalizione».
Gli sponsor della risoluzione sono stati 87: «L'Onu - ha detto Vernetti - scrive oggi una pagina importante per il diritto internazionale sottolineando l'inalienabilità del diritto alla vita».

La diplomazia italiana tira dunque un sospiro di sollievo: secondo Spatafora, alle ultime battute di una «strategia studiata a tavolino, di una sceneggiatura perfettamente recitata e osservata da tutti», tutto è andato secondo copione «grazie a un gioco di squadra perfetto». Anche «l'ultimo miglio», come lo ha definito l'ambasciatore, è stato comunque una corsa a ostacoli.

Bocciati gli ultimi emendamenti scritti proposti dagli avversari della moratoria, il fronte pro-pena di morte è tornato in campo con una serie di modifiche orali imperniate sul collegamento tra aborto e esecuzioni in nome del diritto alla vita. Stati Uniti e Vaticano (che all'Onu non vota, ma ha ruolo di osservatore) hanno espresso parere favorevole su questo concetto. Anche queste modifiche sono state respinte con molte astensioni.

La risoluzione sulla moratoria, come tutti i documenti dell'Assemblea Generale, non ha valore vincolante ma forte peso morale: chiede «la moratoria delle esecuzioni in vista della loro abolizione» e fa appello agli Stati che hanno la pena di morte a «ridurne progressivamente» l'uso e «il numero di delitti per i quali può essere imposta». Con un rinvio ai principi della carta delle Nazioni Unite e «richiamando» la Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo, la risoluzione chiede al segretario generale Ban Ki-moon di far rapporto sulla sua attuazione alla 63esima Assemblea Generale che si aprirà a New York nel settembre 2008.
 
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