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Posts written by ese

view post Posted: 22/12/2012, 11:16 nazhir, qualche spunto di riflessione - Storia e Controstoria
la parola nazareno in greco non esisteva, in origine era probabimente nazireo.
cristo il nazireo: ci son state 4o5 figure storicamnte accertabili a portare questi titoli. e molte altre ancora, con ogni probabilitò, spalmate su un paio di secoli circa.
capi rivolta contro l'occupazione romana e la casta che dominava la palestina in quei tempi.
di due si disse che con ogni probabilità eran di sangue nobile, discendenza da re davide.

cristo post adesione imperiale al cristianesimo:
intanto delle tantissime sette cristiane e paleocristiane, spesso impegnate in aspre lotte quantomeno dialettiche tra loro, l'impero adotto' il cristianesimo paolino, che era l'unico che si estendeva ai gentili (i non circoncisi, gli altri eran decisamente fondamentalisti e scordatevi pure tutta la roba sul pacifismo, son balle, questi combattevano e facevan "attentati", la scacciata dei mercanti dal tempio, così come ce l'han raccontata, è quantomeno fantasiosa: un uomo solo sarebbe stato fatto a pezzi, con ogni probabilità guidava una folla armata ed inferocita, il fatto che la guarnigione romana non sia intervenuta- ed è un fattto storico registrato nelle cronache- la dice lunga, eran chiaramente in inferiorità numerica rispetto ad una probabile folla arrmata eed inferocita. il mercato del tempio di gerusalemme non era esattamente paragonabile ai 4 banchetti della fiera paesana, era piu' paragonabile all'agorà di atene.).

la figura del cristo venne a tavolino equiparata ad una divinità solare, quindi maschile, ispirandosi a credenze più antiche e molto in voga in precedenza:
Per certi versi quella cristiana ha l’aria appunto di una religione costruita a tavolino per riconciliare pagani e cristiani (i seguaci dei Cristi, che erano sempre stati i leaders d’Israele che i Romani dovettero combattere), fondendo in se vari miti e leggende proprie del mondo pagano dell’epoca.
La figura di Cristo per l’appunto è stata delineata secondo il modello pagano della divinità solare.

Tutte le divinità solari finiscono per essere vittime propiziatorie che espiano i peccati dei mortali, facendosi carico delle loro colpe, e sono uccisi in modo violento, per poi resuscitare.
Non è difficile trovare anche nelle antiche religioni del nord Europa leggende molto simili, dove un dio, tradito da uno dei suoi dodici adepti, viene ucciso e risorge per dimostrare la realtà di una possibile redenzione (Es: la leggenda del dio scandinavo Baldur, ucciso da Loki, uno dei "dodici" Walhalla).

Horus» scrive Acharia_s «è stato generato dalla vergine Iside, il 25 Dicembre, in una stalla; la sua nascita fu annunciata in Oriente da una stella e fu assistita da tre importanti personaggi.
Ebbe 12 discepoli. Compì miracoli e risuscitò un uomo chiamato El-Azar-us («Nella leggenda di Lazarus, Lazzaro, il morto resuscitato da Gesù» nota Acharia_s «i copisti cristiani non si sono preoccupati di cambiare più di tanto il suo nome originale El-Azar-us, che era poi lo stesso morto risuscitato da Horus, almeno 1000 anni prima della versione ebraica»). Camminò sulle acque. Si trasfigurò sulla cima di un monte. Fu crocifisso, chiuso in una tomba e resuscitato.
Nelle catacombe di Roma, ci sono dei dipinti di Horus bambino tra le braccia della vergine madre Iside (il prototipo della Madonna con Bambino)

La stessa struttura organizzativa del Vaticano è costruita similmente a quella del papato di Mitra. La gerarchia cristiana è del tutto identica a quella (ben più antica) della precedente versione mitraica. In pratica, quindi, tutti gli elementi del rituale cattolico, dall’ostia all’acqua santa, dall’altare alla liturgia sono presi direttamente dalle primitive religioni misteriche pagane.
La storia di Mitra precede la leggenda cristiana di almeno 600 anni. Secondo Wheless il culto di Mitra fu, nell’età appena precedente l’era cristiana, la religione più popolare e la più diffusa tra i pagani di quel tempo.
Il suo giorno consacrato era la domenica, il giorno del Signore, centinaia di anni prima della venuta di Cristo.

Krishna è stato partorito dalla vergine Devaki (la Divina) il 25 Dicembre. Suo padre era un falegname. La sua nascita fu assistita da angeli, uomini saggi e pastori e gli furono donati oro, incenso e mirra. Egli fu perseguitato da un tiranno che ordinò l’uccisione di migliaia di bambini. Operò miracoli e prodigi. Risuscitò i morti, guarì i lebbrosi, i muti ed i ciechi. Si trasfigurò di fronte ai suoi discepoli. Secondo alcune tradizioni morì su un albero o fu crocifisso tra due ladroni. Risuscitò dalla morte ed ascese in cielo. Egli era la seconda persona della trinità.

ce ne son molte altre: nazareth che è stata edificata tra il 200 ed il 300 dopo "cristo" e prima non esisteva (ora è facile chiamarlo nazareno, ma all'epoca dei fatti manco esisteva la città, figuriamoci la parola per definire chi dovrebbe provenire da questo non luogo).
alcuni cosidetti apostoli, specie i cosidetti "evangelisti", sarebbero dovuti campare anche fino a 140/150 anni per poter scrivere vanglei e letteere che il canone vorrebbe propinare.
mortalità media sui 38 all'epoca, eh?

Agli albori del cristianesimo, Eusebio di Cesarea, vescovo e scrittore cristiano greco, dovette per forza di cose ammettere: «I nostri modi di comportamento unitamente ai nostri principi religiosi, non sono stati inventati recentemente da noi, ma la maggior parte degli umani principi fu costruita sui naturali concetti di coloro che amavano Dio nel remoto passato».

L'avere ancora oggi a disposizione documenti non completamente conformi e con contraddizioni rilevabili, malgrado la politica perseguita dalla Chiesa di cui sopra, sembra derivare soltanto dal fatto che la chiesa non è mai stata veramente monolitica, perseguendo dottrine diverse in epoche diverse, e non è poi stata in grado di espungere e “purificare” le sue medesime dottrine di epoche precedenti, ormai troppo disperse, preferendo fare mostra di dimenticarne l’esistenza, ma lasciando tracce significative per gli studiosi ed i ricercatori.

Un fatto certo (in quanto assai ben documentato e storicamente accertato) è che la Palestina era sotto il diretto controllo romano dalla data del 4 a.C., morte di Erode (che faceva da “cuscinetto” tra israeliani ed Impero), all'epoca della quale Gesù doveva avere circa due anni. La nomina di Archelao a etnarca di Giudea e Samaria e di Erode Antipa a tetrarca di Galilea, entrambi figli di Erode e scelti nel ruolo dall'Impero Romano servì solo a procrastinare l'impatto diretto ed incisivo della dominazione romana sino al 6 d.C., data della destituzione di Archelao.

Ed il 6 d.C. è anche la data del censimento che provocò la rivolta guidata da Giuda di Galilea a da Saddok.
Come appare facilmente comprensibile il censimento ordinato dai romani è in diretta correlazione con il pagamento del tributo personale a Roma (al fine di poter riscuotere regolarmente il tributo da tutti gli interessati era necessario averli “censiti”), che è poi la reale causa della rivolta.

Potrebbe qui innestarsi anche la tesi di alcuni studiosi che sostengono la coincidenza tra il gruppo di ribelli costituito dai figli di Giuda e dai loro compagni e la canonica compagnia costituita dall'ipotetico messia e gli apostoli.

Altrettanto certo è che di tutte le regioni conquistate la Palestina è stata quella che ha provocato all'Impero maggiori seccature e che è stata necessaria (politicamente e militarmente) la diaspora (e cioè la dispersione degli ebrei tra le varie parti dell'Impero) per risolvere (apparentemente) la questione giudea (termine usato in senso lato) una volta per tutte.

Si è trattato, per quanto mi è noto, dell'unico caso in cui una popolazione pragmatica, poco incline all'astrazione e relativamente indifferente alle credenze religiose dei popoli conquistati, come i romani, si sia sentita in dovere di attuare una politica così dura e repressiva nei confronti di una (intera) nazione conquistata.


La durissima guerriglia, condotta dagli ebrei per oltre cent’anni (una vera e propria guerra di liberazione nazionale), lasciò tra i romani una sensazione di fastidio per tutte le forme di fanatismo, peraltro già presente nell'ambito imperiale (che con tolleranza aveva assimilato culti e religioni diversissime tra loro), e specialmente per quelle che anteponevano la fede religiosa alla ragione di stato (rifiutando anche di pagare il dovuto tributo a Roma) e costituisce sicuramente una delle possibili spiegazioni ed una giustificazione per le contraddizioni e le inspiegabili trascuratezze che ritroviamo nei vangeli sinottici ed in tutta la documentazione paleocristiana dei primi tre secoli d.C..

La necessità di predicare una dottrina che doveva sopravvivere in un contesto dominato e controllato dai romani sembra essere il motivo guida di tutti e quattro i vangeli canonici, con il pressante ed indispensabile tentativo di esonerare i romani da ogni responsabilità (ricaduta, per mancanza di altri colpevoli o per ragioni di competizione tra comunità/sette che convivevano nei medesimi siti, sui compatrioti di Gesù, gli ebrei).

Ancora nel 71 d.C. l’ordine di Vespasiano che tutti gli Ebrei, dovunque risiedessero, avessero l’obbligo di pagare un “testatico” di due dracme, destinato al Campidoglio, invece del contributo per il Tempio, provocava discussioni e controversie.

E l’ambigua esposizione da parte di Marco relativa alla risposta di Gesù sul tributo a Cesare è da mettere in relazione con questa discussa questione, anche se non ci sono molti dubbi in ordine alla reale posizione di Gesù, vista l'accusa mossagli in Luca, XXIII, 2, secondo la quale Gesù aveva incitato il popolo a non versare il tributo a Cesare.

Nemmeno l'abile accorgimento posto in essere dai romani, del permettere (come già fatto in altre consimili occasioni) agli Ebrei di autogovernarsi e di autogiudicarsi (mediante le varie dinastie che si succedettero sul trono di Israele e sulle varie regioni della Palestina fino al 70 d.C. e, per quanto attiene al potere giudiziario, limitatamente ai reati comuni e religiosi), riuscì a risolvere il problema che il terrorismo ebraico ha costituito per l'Impero romano.

Il sicario (su larga scala) sembra proprio essere un’invenzione ebraica ed ottenne già allora risultati che sarebbero stati considerati più che buoni anche dai nostri moderni terroristi.

Colpendo, nei luoghi affollati, i cittadini romani e le autorità ebraiche accusate di collaborazionismo.
Le loro azioni a volte erano così avventate da costituire vere e proprie missioni suicide.

Sicario è il “portatore di pugnale (sica)” e, per inciso, anche Giuda Iscariota era probabilmente uno di loro (Giuda il sicario). Peraltro i sicari, insieme agli zeloti, con cui forse possono anche essere identificati (in molte occasioni i due termini risultano interscambiabili), fanno parte di quella matrice irridentista che combatteva duramente i romani dominatori.

Al tempo di Gesù inoltre vi erano degli israeliti che si proponevano al loro popolo come il Messia promesso.

Nessun ebreo si scandalizza all’idea che il Messia fosse un guerriero la cui personalità ed autorità religiosa era intimamente legata a quella politica e militare

Si trattava, quindi, di leaders rivoluzionari che si sollevavano contro l’occupazione romana. All’inizio erano soltanto azioni sporadiche di guerriglia; ma sotto Erode il Grande (37-4 a.C.) divenne un vero movimento di liberazione nazionale, molto più organizzato e intransigente.

Il destino di tutti i pretendenti liberatori messianici è stato unanime: hanno terminato la loro dura esistenza sulla croce; essendo la crocifissione il tipo di condanna che i romani riservavano agli schiavi e ai ribelli delle province imperiali.


uno di quei Messia sicuramente avrà avuto più successo degli altri.
Si tratta di Bar Kokheba, il vertice del messianismo ebraico in senso non solo cronologico ma anche ideale.
Si chiamava Simone, l’altro nome gli fu dato a riconoscimento dei suoi titoli messianici.
Bar Kokheba significa, infatti, in aramaico “figlio della stella”, un termine applicato soltanto al Messia.

Del resto, il più celebre tra i rabbini e dottori della legge, Akiba il Grande, riconobbe in lui pubblicamente il Cristo.

La grandezza delle gesta di Simone il Magnifico e il riconoscimento ufficiale da parte dei sacerdoti, finirono col trascinare tutti dietro di lui.

Nel 132 d.C. Bar Kokheba riuscì a cacciare i romani da Gerusalemme. L’entusiasmo dilagò incontenibile, tanto che si batterono subito le monete del regno così a lungo atteso. Portavano l’iscrizione: “Anno Primo della Redenzione d’Israele”.
Il primo anno, cioè, dell’Era Messianica.

Seguirono altre esaltanti vittorie che convinsero anche quei dottori della legge ancora perplessi che il Messia era davvero giunto.

Quando Roma passò al contrattacco, la lotta divampò terribile. La resistenza degli ebrei, fanatizzati dalla certezza di combattere sotto le insegne del Cristo d’Israele, fu tale “da stupire il mondo intero”, come scrisse lo storico antico Dione Cassio.

Tanta era la fede che i legionari romani dovettero espugnare, con perdite sanguinose, ben 50 fortezze e 985 tra città e villaggi.

Quando l’incredibile resistenza terminò con la seconda rovina totale di Israele, crollò anche la fede in quel Messia.

Svetonio (Claudius, XXV, 4) scrive che i cristiani erano «giudei che l’imperatore Claudio aveva espulso dalla città, perché erano sempre in lotta, su istigazione di Cristo».

Questa particolare condizione e l'originaria dottrina religiosa permettono di cominciare a fare alcune ipotesi sulla contraddittoria figura di Gesù.

1) Non poteva essere sicuramente pro o filoromano (la sua curiosa affermazione “date a Cesare quel che è di Cesare ed a Dio quello che è di Dio”, nel contesto ebraico dell'epoca è una nettissima affermazione di insofferenza).

2) Nella scelta dei suoi discepoli il criterio o l’attegiamento pacifista non sembrano essere prevalenti, visto che tra loro c'erano almeno uno zelota (Simone il Cananeo) ed un sicario (Giuda Iscariota), mentre Pietro viene esplicitamente soprannominato “Barjiona” (una delle cui interpretazioni comuni è “terrorista”, Mt. XVI: 17. Non può essere accettata la falsa traduzione "figlio di Giona", costituendo un'impossibile contaminazione tra il termine aramaico “bar” e l'inesistente, in aramaico, Jona.

Giacomo e Giovanni erano chiamati “Boanerges” (figli del tuono/figli della vendetta - vedere anche l'interessante collegamento con i documenti detti “brontologion”, a carattere profetico e frequentissimi in quell’epoca).

Curiosa l’elencazione dei dodici apostoli effettuata da Marco, nella quale Simone viene presentato come “Kananaios”, termine che non doveva significare nulla per i lettori di lingua greca cui Marco si rivolgeva.
L'appellativo appare insensato ed oscuro, soprattutto considerando che Marco usualmente spiega le parole ebraiche o aramaiche ai cristiani Gentili per cui scrive, salvo che non si consideri che il termine “kananaios” costituisce la traslitterazione del termine aramaico “zelota” e che tale termine Marco avrebbe dovuto utilizzare per farsi capire.

La soppressione della circostanza che Gesù avesse scelto come apostolo uno zelota troverebbe spiegazione nel fatto che al momento della composizione del Vangelo la rivelazione di questo episodio era o troppo pericolosa o troppo imbarazzante.
Alcuni, proprio per questo, ritengono che tale vangelo sia stato composto verso il 70 d.C..

3) Sembra costante abitudine dei suoi discepoli quella di girare armati (vedi episodio del Getsemani, nel quale qualche discepolo ha addirittura due spade, ed è quindi armato come un “guerriero” ebreo, di spada corta e spada lunga), cosa assolutamente ingiustificata in una popolazione conquistata/controllata, salvo che tra elementi dichiaratamente ribelli.

E appare non trascurabile anche la tranquilla richiesta (Luca 9,51) di poter distruggere un villaggio, fatta dagli apostoli a Gesù, che non li aveva ospitati (propria più di una banda di scorridori, che di un gruppo di pacifici fedeli).

4) Non aveva remora alcuna ad attaccare l'ordine costituito nella sua forma più importante e strutturata (vedi l’episodio dei mercanti del tempio).

5) Egli doveva probabilmente essere legalmente sposato e con figli (difficilmente qualcuno avrebbe potuto essere chiamato o definito un Rebbi se non fosse stato “completo” e cioè sposato, preferibilmente con figli. La Legge Mishnaica è molto esplicita in proposito: “un uomo non sposato non può essere un maestro”).

6) Le sue ambizioni (o quelle dei suoi sostenitori) dovevano avere obiettivi ben precisi e di natura politica (ricordiamoci che, nell’ebraismo, l’aspetto religioso non può essere mai separato da quello politico).

L'iscrizione posta sulla croce, riportata da tutti e quattro i vangeli, “Re dei giudei” è considerata autentica (Samuel Brandon ed altri) e la corretta traduzione dal testo greco della risposta di Gesù a Pilato (Marco 15:2) alla domanda “Sei tu il Re dei giudei?” (che non è “tu lo dici” ma “tu hai parlato giustamente”) conferisce una connotazione precisa all’atteggiamento del nostro messia (anche se Giovanni, che forse scrive in epoca assai più tarda e con connotazioni gnostico/platoniche, gli fa dire “il mio regno non è di questo mondo”).

Un ultima notazione che vale la pena di rilevare è quella che concerne il nome stesso di Gesù, che in ebraico significa “salvatore/salvato”, così come Cristo in greco significa “unto” (i re ebraici , così come quelli degli altri popoli antichi, venivano “eletti” e/o “scelti” alla carica dalla Divinità o dal Dio in vigore, per così dire, al momento.
A tale cerimonia veniva dato corso mediante un unzione con oli e linimenti preziosi).
Quindi Gesù si chiamava oggettivamente “Salvatore”, nome in uso anche da noi nel XX secolo, ed era Cristo in quanto “unto” (eletto) idealmente alla carica di “messia/condottiero/re” dei Giudei.

Lo strano è che Gesù parlava probabilmente l’aramaico (utilizzato comunemente in Galilea) e non l’ebraico “classico”, mentre portava un nome (aggettivato) ebraico ed un titolo/attributo greco (insieme all’ebraico “messia”).

Un nome come “Gesù il Cristo” sembra quasi costruito a tavolino da un pool di aziende di public relations.

Ricordo che il punto 4 (quello relativo all'attacco ai mercanti del Tempio) sembra un classico esempio di quanto la nostra “moderna” interpretazione degli eventi possa distorcerne il senso ed il significato astraendoli dal contesto storico.

Il mercato del Tempio non rappresentava per gli Ebrei dell’epoca alcunché di empio.

In tale mercato, che costituiva da tempo immemorabile il centro della vita economica di Gerusalemme, avvenivano tutti gli scambi.

L'immagine, tramandata dalla catechesi, di un Gesù che da solo si avventa tra i mercanti del Tempio fustigandoli e rovesciando i loro banchi appare, in quest'ottica, non solo irreale ma assolutamente improbabile.

Il mercato era infatti protetto da guardie, sia giudee sia romane, armate pesantemente e la stessa guarnigione romana era posizionata geograficamente in maniera da poter prontamente intervenire in caso di disordini (che si verificavano di frequente).

La situazione essendo quella che era (e cioè un paese dominato da un governo fantoccio e da una aristocrazia elitaria odiata dalla maggior parte della popolazione) lascia intendere che l'intervento di Gesù nel Tempio dovette necessariamente essere una vera e propria azione di forza e di massa.
Un vero e proprio attacco terroristico (per così dire).

Ed il mancato pronto intervento dei Romani sembrerebbe rappresentare una prova a favore della tesi che le forze dei dimostranti erano così soverchianti da rendere impossibile o troppo rischioso un intervento immediato e da consigliare invece (persino ad esperti soldati) di asserragliarsi nella guarnigione.

Lo stesso strano periodo di quiete che segue all'attacco potrebbe indicare le soverchie difficoltà esistenti per struttura locale di potere e per il governatorato romano nel recuperare il controllo di una situazione fortemente conflittuale.

Il tradimento di Giuda e l'episodio di Barabba hanno le connotazioni di una complessa operazione di spionaggio, disinformazione e “divide et impera” posta in essere congiuntamente tra il Tempio ed i Romani (sempre che non siano state progettate a tavolino).
Ricordiamo che i trenta denari d’argento versati a Giuda costituiscono un importo rilevante, pari a garantire una esistenza ragionevolmente agiata ad una famiglia per tutta la vita (quindi una cifra forte) e che molti studiosi ritengono che lo sconosciuto “Barabba” fosse stato arrestato proprio in occasione dell’incursione di Gesù tra i mercanti del Tempio.

Questo era infatti l'unico episodio di “disordini” che si era verificato nei giorni precedenti all’arresto del Cristo (il che farebbe quindi pensare che il personaggio “Barabba”, che pare inesistente come nome proprio e che invece fosse un titolo riservato ai rabbi più stimati, facesse parte dei seguaci di Gesù e, nell'eventualità che l'episodio avesse una qualche base di veridicità, dovesse essere tanto importante da costringere gli ebrei a preferirlo ad un ipotetico Gesù Cristo ormai condannato).


Barabba viene genericamente definito un “lestes”, termine traducibile dal greco come “bandito”, ma utilizzato dai Romani per indicare gli zeloti ed i cosiddetti terroristi ebrei.
Ulteriore elemento, ma sostanziale, è il fatto che il Sinedrio aveva potere e qualifica per giudicare e condannare a morte (pena che veniva eseguita mediante lapidazione) anche se non sempre e non in tutte le occasioni, mentre Gesù viene giudicato da un Tribunale romano e condannato ad una crocifissione che veniva utilizzata soltanto nei confronti dei ribelli e dei terroristi.

Gesù , stando ai vangeli sinottici, appare istruito in maniera compiuta e completa (cosa non molto usuale per un povero falegname, anche se il tipo di lavoro non rappresenta per i rebbi ragione di impreparazione, anzi).

Doveva avere quasi certamente amici ricchi ed influenti (Nicodemo e Giuseppe di Arimatea, che negli apocrifi vengono spesso nominati) e, se la Maddalena (sicuramente nobile e ricca, sia per le amicizie sia per lo sfoggio di preziosità evidenziato a più riprese nei Vangeli) apparteneva veramente alla tribù di Beniamino, e Gesù (uno dei tanti), come è più volte ripetuto, apparteneva alla stirpe di Davide la loro ipotetica unione coniugale avrebbe potuto rappresentare un micidiale fondamento su cui costruire una ragionevole rivolta contro sadducei e dominazione romana.

del processo di fronte a Pilato sappiamo praticamente solo quanto riportato dai Vangeli, ma è ben noto che l’imperatore Massimino (antagonista e predecessore di Costantino), nel contesto della sua persecuzione verso i cristiani (avversari anche politici, in quanto favorevoli al suo avversario), predispose la stampa e la diffusione delle memorie di Pilato (Acta Pilati), integralmente tratte dagli archivi Imperiali, al fine di screditare le credenze cristiane e di contrastarne la ulteriore diffusione.

Risulta che ne furono inviate copie anche alle scuole affinché i bambini le imparassero a memoria (riportato da Eusebio, vescovo cristiano) e si rendessero conto della pericolosità sociale dei cristiani.

Strano è altresì il fatto che, con l’avvento di Costantino, questa documentazione (la cui veridicità non poteva formalmente essere messa in dubbio, in quanto tratta dagli Archivi Imperiali) venne letteralmente fatta sparire e soppressa, mentre nessun tentativo di contestarla o confutarla nel merito risulta compiuto dalla Chiesa cristiana dell’epoca.

Questa potrebbe rappresentare un classico esempio di dimostrazione a contrariis.
Se una qualche documentazione pubblica o un rapporto di Pilato favorevole a Gesù fosse materialmente esistito, senza dubbio esso sarebbe stato trionfalmente pubblicato dai cristiani una volta raggiunto il potere.

Il fatto che venga invece fatto sparire sembra ulteriormente dimostrare che tale rapporto doveva essere assai sfavorevole, sia pure limitandosi a descrivere gli eventi che condussero al processo a Gesù ed alla sua successiva condanna per “sedizione”.

Le altre descrizioni sul processo e la relazione di Pilato sono costituite dal resoconto di Anania (425 d.C.), che è confuso e contorto e la cui ragion d’essere sembra costituita dalla elaborazione della tesi evangelica della responsabilità ebraica, con esclusione di responsabilità per Pilato ed i Romani, ed in un testo greco, che ha forma di un rapporto di Pilato all’imperatore Tiberio (evidentemente e grossolanamente falsificato in epoca successiva), nel quale viene imputato il delitto agli ebrei, Erode, Archelao, Filippo, Anna, Caifa (citandone i nomi, sventuratamente, anche a sproposito, nel senso che alcuni presunti colpevoli all’epoca del processo erano morti o deposti ).

Altra curiosità riguarda specificamente la persona di Pilato, che nella chiesa pre-Costantiniana viene quasi santificato (in effetti venne canonizzato sia dalla Chiesa Copta sia da quella Etiopica), insieme alla moglie Procla o Procula, al solo evidente fine di trovare consensi tra i romani, ma, una volta raggiunto il potere, divenuto il cristianesimo religione ufficiale di stato e cessata la necessità di condizionare un ambiente non più ostile, veniva a cessare anche l'importanza della testimonianza d’innocenza di Gesù da parte di Pilato.

Le possibilità che l'odierna diffusa interpretazione della figura di Gesù Cristo rispecchi la “verità” storica (prescindendo quindi da influenze fideistiche) sembrano essere molto basse.

Queste le mie personali motivazioni (e nemmeno tutte) a carattere storico, ed esorterei a non fidarsi di chi parla della figura storica di cristo, e delle prove storiche della sua esistenza, se insegna in istituti religiosi o controllati da religiosi, o è un religioso egli stesso.
view post Posted: 22/12/2012, 10:42 Pedofilia. Papa Francesco prima perdona e poi spreta mons. Inzoli, fondatore del Banco Alimentare - La stanza del peccato
mi è stato segnalato questo forum e qusto thread pr motivi che vi saran chiarri nelle prossime righe.

correva l'anno 2007, e ho postato, in un altro forum, all'interno di una discussion con elementi di area ultracatttolica che mi stavan dando sui nervi, notizie di cui ero a conoscenza accadute ad uno dei miei migliori amici di sempre ed alcuni suoi ex- compagni di scuola del liceo shakspeare di crema.

le ho scritte come accadutemi in prima persona, vuoi per dare maggior forza a quanto volevo comunicarre, vuoi per evitare commenti tipo "mio cuGGino".
cio' che mi premeva in quell'occasione era far passare il messaggio che "non è tutto oro quello che luccica".

amici che mi ricollegano a quell'identità virtuale mi han fatto notare questo forum, ci tenevo a fare questa doverosa precisazione: caro galileo galilei redivivo, ti chiedo la gentilezza di cancellare quel quote di "esecutore" in viola da altro forum, e provvedro' a scrivere qui dentro, come narratore e non piu' in prima persona, quanto di attinente mi è dato di esser a conoscenza, nella maniera piu' completa.
diciamo che narrarlo allora, in prima persona , è stato piu' che altro una leggerezza. visti i tempi che corrno ed il polverone che si sta alzando, vorrei non trovarmici preso in mezzo, anche perchè la cosa, cosi' come l'hai quotata, potrebbe esser utilizzata per fuorviare l'attenzione a vere proprie accuse circostanziate, e mi darebbe fastidio, perchè quell'omtto meschino di nefandezze ne ha fatte, e tante, potrei deliziarvi a lungo con racconti legati a lui e alla sua cerchia di "fedelissimi"
2 replies since 22/12/2012