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Replying to Contrordine: il Vaticano appoggia la depenalizzazione dell'omosessualità
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Felipe-bisPosted: 2/1/2009, 16:21
http://www.uaar.it/news/2009/01/01/vatican...gono-distinguo/

Vaticano: ora appoggia depenalizzazione omosessualità, ma rimangono distinguo
Il Vaticano ha deciso di sostenere la proposta francese all’Onu per la depenalizzazione mondiale dell’omosessualità. Monsignor Celestino Migliore, osservatore vaticano all’Onu, precisa però su Radio Vaticana che i dubbi rimangono, poiché si ritiene che «la proposta vada ben oltre questa intenzione, puntando ad omologare ogni orientamento sessuale generando quindi incertezza giuridica». Secondo Migliore, il fatto che solo 66 paesi su 192 abbiano sostenuto la proposta sarebbe la prova che «l’argomento va ancora discusso con calma, trasparenza, rispetto reciproco e molto buon senso». Contro la proposta francese ne è stata avanzata una dalla Siria, che ha ottenuto 58 voti a favore. L’osservatore vaticano pone inoltre su uno stesso piano di paragone pena di morte e aborto, affermando che molti paesi non sono favorevoli ad estendere il principio dell’«intoccabilità della vita» anche all’aborto, giudicando ciò non coerente: «Si insiste quasi unilateralmente sulla intoccabilità della vita, nel caso specifico della sentenza di morte, e si esita, o addirittura, si è contrari, ad estendere lo stesso principio a tutte le fasi della vita, che per alcuni riguardano il diritto di nascere, per altri il diritto alla sopravvivenza».

Il cardinale Renato Raffaele Martino, intervistato da «L’Osservatore Romano», spiega la posizione vaticana: «La Chiesa si oppone decisamente alle legislazione di quegli Stati che condannano, a volte sino alla pena capitale, l’omosessualità. Anzi è pronta a scendere in campo con tutte le sue forze e in ogni ambito per difendere la vita di ogni persona, dunque anche degli omosessuali». Il prelato però tiene a precisare: «Diverso è il caso in cui si vorrebbe costringere la Chiesa ad accettare l’identificazione del matrimonio naturale tra un uomo e una donna con forme di unione tra persone dello stesso sesso: facciano ciò che vogliono ma non pretendano di equiparare queste realtà, ben diverse tra loro. Abbiamo ricevuto da Dio il dono preziosissimo della libertà, anche della libertà di scegliere se peccare o no. In nome di quella stessa libertà però non si può impedire alla Chiesa di ribadire la sua posizione. Io credo alla fine che anziché polemizzare su altri presunti diritti da inserire sarebbe molto più importante profondere le nostre energie per far rispettare da tutti quelli sanciti da sessant’anni e ancora negati in tanti Paesi del mondo».


(per i links andare all'articolo originale)
NIDOCIVPosted: 14/12/2008, 19:09
La cosa piu stucchevole è che c'è chi continua a ritenere filosofiche e alte le puttanata che il nazista vestito di buffo ci propina ogni giorno.
L'assioma: depenalizzazione dell'omosessualità= matrimoni gay= pericolo per la famiglia, è degno di persone ignoranti che dovrebbero marcire internate in un manicomio.
E invece fanno il bello e il cattivo tempo della nostra politica, con un arroganza che non ha eguali.

p.s. credo che come presentazione basti.
Felipe-bisPosted: 4/12/2008, 17:14
http://www.uaar.it/news/2008/12/03/iran-ri...-morte-per-gay/

Iran: “rimane pena di morte per i gay”


Mohammad-Taqi Rahbar (1), membro della commissione Giustizia del Parlamento iraniano, ha affermato che in Iran rimarrà in vigore la pena di morte per gli omosessuali, anche se dovesse passare la proposta Onu per la depenalizzazione dell’omosessualità. Rahbar afferma: “In base alla sharia e alle leggi divine, in Iran l’omosessualità è considerata odiosa e inaccettabile. Gli stranieri possono dire quello che vogliono, ma noi continueremo sulla nostra strada, perché quello che facciamo serve a prevenire la corruzione. […] le leggi islamiche garantiscono tutti i diritti”.
“Anche se ratificheranno la depenalizzazione” continua Rahbar “non potranno imporla, perché ciascun Paese ha le sue leggi, diritti e linee rosse. E’ il caso della Convenzione internazionale per i diritti delle donne, adottata da molti Paesi, compresi alcuni islamici, ma non da noi, perché vi sono alcune parti che non accettiamo”.

(1) http://blog.panorama.it/mondo/2008/12/02/l...uole-la-sharia/
a.freespiritPosted: 4/12/2008, 17:01
Da UAAR:
Per chi non ne fosse a conoscenza....

CITAZIONE
Sabato 6 dicembre, alle ore 17:00, è previsto un sit in in piazza Pio XII (adiacente a piazza San Pietro) delle associazioni gay, per rispondere alle affermazioni vaticane in merito alla depenalizzazione universale dell’omosessualità. La posizione del Vaticano, spiega il presidente di Arcigay Roma Fabrizio Marrazzo, “ha turbato fortemente la nostra comunità, e non solo. Tantissimi sono i messaggi di solidarietà che ci stanno arrivando. […] il Vaticano continua a offendere la vita di milioni di persone criminalizzandone l’orientamento sessuale. Una posizione contraria a qualsiasi concetto evangelico di amore e fratellanza”. In 88 paesi infatti l’omosessualità è considerata un reato, punibile con carcere, tortura, lavori forzati e addirittura la pena capitale. Continua Marrazzo: “Vogliamo rivolgerci anche ai fedeli cattolici, offesi, come noi, da parole che negano la vita della persona. A loro chiediamo di riflettere, perché siano al nostro fianco in un momento in cui è importante ribadire con forza che nessun credo religioso può giustificare l’opposizione alla cancellazione di una barbarie che ogni anno produce incarcerazioni e sentenze di morte”.

L’UAAR sarà presente con una sua delegazione.

Hiram777Posted: 4/12/2008, 16:20
Decisamente meglio Cavour...
Aah sti bersaglieri che non portano a termine i lavori che iniziano... ;)
Felipe-bisPosted: 4/12/2008, 13:38
Ecco cosa ne dicono i gay di destra, per una volta d'accordo con quelli 'di sinistra':

http://www.gaylib.it/

1 dic 08



Meglio impiccati in Iran che sposati in Spagna

Notizie di questi giorni danno gruppi di cristiani perseguitati in India e in diversi paesi con un forte fondamentalismo islamico: le aggressioni ai religiosi e gli atti vandalici ai luoghi di culto ormai non si contano più ed il Santo Padre, preoccupato, ha lanciato diversi appelli dalla finestra su San Pietro per invitare le varie nazioni a garantire il rispetto, la libertà di culto e la non discriminazione della minoranza cattolica.
Ci mancherebbe: chi non darebbe ragione a Benedetto XVI nel momento in cui chiede di osservare i diritti dell’Uomo e le libertà civili?
La Chiesa, che si avvicina alla società con un approccio teologico, viene però ad essere fortemente discriminante ed incisiva proprio in materia di diritti civili e la classe politica, sempre attenta al bacino elettorale, preferisce andare a braccetto con il vescovone piuttosto che con l’imprenditore o l’operaio.
Ed è così che in Italia resta difficile portare avanti qualsiasi tipo di libertà civile ed individuale senza il nulla osta di Oltretevere, cosa che appare evidente nel momento in cui si affrontano le nuove frontiere dei
diritti civili. Basti vedere la parole di Magdi Cristiano Allam: ''Pur rispettando le scelte e le tendenze sessuali di ognuno e senza voler discriminare gli omosessuali, siamo contrari ai matrimoni gay e quindi alle adozioni di figli da parte delle coppie omosessuali''.
Non a caso dunque l’Italia resta l’ultimo paese dell’Europa occidentale, in compagnia della Grecia, a non aver legiferato in materia di riconoscimento della coppia omoaffettiva, cosa che era stata raccomandata dal Parlamento europeo ben quindici anni fa e che ha portato uno dei sette paesi più potenti della terra ad essere superato persino dalla Slovenia, dal Sudafrica, da paesi dell’America Latina e persino del Terzo mondo.
Oggi l’Osservatore Vaticano presso le Nazioni Unite, Celestino Migliore, ha sbalordito enunciando la posizione del papa re contro la proposta della Francia, la quale prevede la depenalizzazione globale dell’omosessualità; a dire del diplomatico in salsa clericale, “gli stati che non riconoscono le unioni gay verrebbero messi alla gogna”.
Oggi l’omosessualità fra adulti consenzienti viene perseguita penalmente in oltre 91 paesi (www.oliari.com/inpiu/paesi.html), con pene che vanno dalla reclusione, alla fustigazione e persino alla morte: fa un certo effetto sapere che lo Stato della Città del Vaticano plaude a queste ingiustizie,
anzi, le ammira. Addirittura per monsignor Migliore, che è il rappresentante del Vaticano davanti alle Nazioni Unite e non un punico pallino qualunque, le misure di depenalizzazione proposte dalla Francia “se
adottate, creeranno nuove e implacabili discriminazioni”, nonostante che, come tutti sanno, da che mondo è mondo, le leggi di tutela e di emancipazione servono proprio per abbattere le discriminazioni.
Nonostante si tratti di un argomento civile e non religioso, la Chiesa teme fortemente il riconoscimento delle coppie omoaffettive, proprio perché riguardano il rapporto di solidarietà e di amore fra due persone dello stesso sesso e per il papa-teologo perdere la battaglia, com’era successo in occasione di aborto e divorzio, significherebbe perdere potere, ovvero il monopolio su ciò che è bene e ciò che è male in materia di famiglia e di sentimento affettivo.
Ogni qual volta una nazione riconosce i diritti delle coppie omoaffettive, la Chiesa va in fibrillazione poiché sparisce un po’ della sua presunta competenza esclusiva; per questo motivo preferisce i gay di 18 anni
impiccati in Iran a quelli sposati e felici in Spagna. Il “meglio il figlio morto che frocio” lo dice oggi anche la Chiesa con le affermazioni di Migliore, esponente di una potentissima lobby che parla di accettazione e di
non discriminazione delle persone omosessuali, salvo nel momento in cui si arriva al dunque.
Sarà interessante vedere l’atteggiamento dell’Italia filo-papista al momento del voto della proposta francese: la classe politica italiana, di centrodestra o centrosinistra che sia, è liberale solo in economia ed
europeista solo quando si tratta di prendere i soldi dei contributi o di tutelare i formaggi.
Con uno strapotere simile della Chiesa ed un tale pallore della classe politica, i veri liberali non si sanno se sperare nella resurrezione di De Gasperi, che da statista democristiano autentico voleva una separazione dei ruoli fra Stato e Chiesa, o di Cavour, che per assicurarsene aveva usato i cannoni.
Hiram777Posted: 3/12/2008, 20:54
CITAZIONE
"Disinformazione su gay e disabili"
Replica del Vaticano alle critiche
Dopo le proteste in piazza dei comitati gay contro il rifiuto di firmare le convenzioni Onu su omosessuali e diritti dei disabili, il presidente dei Giuristi cattolici, Francesco D'Agostino, precisa la posizione del Vaticano. "La Chiesa sostiene la depenalizzazione dell'omosessualità ma non vuole porre sullo stesso piano ogni orientamento sessuale - ha detto -. Quanto ai disabili non vogliamo negare il diritto alla vita di tutti".

Fonte: http://www.tgcom.mediaset.it/politica/arti...olo434996.shtml

Senza parole... :angry: :angry: :angry:
GalileoGalileiPosted: 3/12/2008, 18:46
http://www.radioradicale.it/il-testo-che-l...llomosessualita
Il testo che l'Unione Europea presenterà all'ONU per la depenalizzazione universale dell'omosessualità
Pubblicato il 2 Dicembre 2008
Invia a un amico, Stampa

Il progetto di una depenalizzazione universale dell'omosessualità, presentato dalla presidenza di turno francese dell'Unione europea e accolta da tutti i 27 Stati membri, verrà diffuso anche tra gli Stati membri ONU ed esposto a dicembre durante i lavori dell'Assemblea Generale. Il testo, che chiede che orientamento sessuale e identità di genere non siano in alcun caso alla base di pene di qualunque natura o motivo di violazione dei diritti umani, ha già raccolto l'adesione di altri 53 Stati membri dell'ONU (tra cui Andorra, Argentina, Armenia, Bosnia, Brasile, Capo Verde, Cile, Croazia, Ecuador, Ex Repubblica Yugoslava di Macedonia (FYROM), Gabon, Georgia, Guinea Bissau, Islanda, Israele, Giappone, Liechtenstein, Montenegro, Norvegia, Nuova Zelanda, San Marino, Serbia, Svizzera, Ucraina, Uruguay e Venezuela), ma nuove adesioni potrebbero giungere nei prossimi giorni.

Immediato e secco il "no" della Santa Sede, secondo la quale, in caso di approvazione «gli Stati che non riconoscono l'unione tra persone dello stesso sesso come "matrimonio" verranno messi alla gogna e fatti oggetto di pressioni»

Di seguito, il testo della dichiarazione in italiano

Proposta dell’Unione Europea per una dichiarazione ONU che condanni formalmente le discriminazioni contro gli omosessuali

Abbiamo l’onore di presentare questa dichiarazione sui diritti umani realtivamente all’orientamento sessuale e all’identità di genere da parte di […]

1.

Riaffermiamo il principio di universalità dei diritti umani, così come sancito nella Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo di cui quest’anno si celebra il 60esimo anniversario e che all’articolo 1 proclama che “tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti”;
2.

Riaffermiamo che ogni individuo ha diritto a godere dei diritti umani senza distinzioni di alcun tipo, per ragioni di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione politica o di altro genere, di origine nazionale o sociale, di ricchezza, di nascita o di altra condizione, così come stabilito nell’Articolo 2 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo e nell’articolo 2 del Patto Internazionale sui Diritti Economici, Sociali e Culturali e nell’articolo 26 del Patto Internazionale sui Diritti Civili e Politici;
3.

Riaffermiamo il principio di non-discriminazione che richiede che i diritti umani siano estesi a tutti gli esseri umani indipendentemente dall’orientamento sessuale o dall’identità di genere;
4.

Siamo profondamente preoccupati per le violazioni dei diritti umani e delle libertà fondamentali basate sull’orientamento sessuale o sull’identità di genere;
5.

Siamo anche preoccupati che le persone di tutti i paesi del mondo siano oggetto di violenze, persecuzioni, discriminazioni, esclusioni, stigmatizzationi e pregiudizi a causa del loro orientamento sessuale o della loro identità di genere e che queste pratiche minino la loro integrità e dignità;
6.

Condanniamo tutte le violazioni dei diritti umani basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere ovunque avvengano ed in particolare la loro penalizzazione attraverso la pena di morte, le esecuzioni extragiudiziali, sommarie o arbitrarie, la pratica della tortura, altre pene o trattamenti crudeli, inumani e degradanti, l’arresto o la detenzione arbitrarie e la privazione dei diritti economici, sociali e culturali, compreso il diritto alla salute;
7.

Richiamiamo la dichiarazione del 2006 emessa di fronte al Consiglio per i Diritti Umani da 54 paesi, per richiedere al presidente del Consiglio di fornire un’occasione per discutere di queste violazioni durante un’appropriata futura sessione del Consiglio;
8.

Accogliamo con favore l’attenzione conferita attraverso speciali procedure a questi temi dal Consiglio dei Diritti Umani e dai soggetti del trattato e li incoraggiamo a continuare a considerare, nell’esercizio dei loro mandati, le violazioni dei diritti umani basate sull’orientamento sessuale;
9.

Accogliamo l’adozione della Risoluzione AG/RES. 2435 (XXXVIII-O/08) su “Diritti umani, Orientamento Sessuale e Identità di Genere” dell’Assemblea Generale dell’Organizzazione degli Stati Americani, emessa durante la 38esima sessione, il 3 giugno 2008;
10.

Richiamiamo tutti gli stati e i maggiori organismi per la protezione dei diritti umani ad impegnarsi a promuovere e proteggere i diritti umani di tutte le persone, indipendentemente dall’orientamento sessuale e dall’identità di genere;
11.

Esortiamo gli Stati a prendere tutte le misure necessarie, in particolare legislative o amministrative, per assicurare che l’orientamento sessuale o l’identità di genere non possano essere, in nessuna circostanza, la base per l’attuazione di pene criminali, in particolare di esecuzioni, arresti o detenzioni;
12.

Esortiamo gli Stati ad assicurare che le violazioni dei diritti umani legate all’ orientamento sessuale o all’identità di genere siano investigate e che gli autori siano perseguiti e tenuti a renderne conto in termini giudiziari;
13.

Esortiamo gli Stati ad assicurare un’adeguata protezione ai difensori dei diritti umani e a rimuovere gli ostacoli che impediscono loro di portare avanti il loro lavoro relativamente alla tutela dei diritti umani e alla lotta alle discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere.
ulisse62Posted: 2/12/2008, 20:01
I politici italiani spesso parlano solo per leccaculismo senza nemmeno sapere di cosa discutono, ciò vale soprattutto per i politici cattolici che difendono a spada tratta e per partito preso senza alcun costrutto logico o riflessivo le posizioni del Vaticano. Se Ratzinger dicesse che la merda è buona, questi baciapile pagati da noi sosterrebbero che la merda ha un sapore squisito. Purtroppo qui non stiamo parlando di gusti culinari ma della vita umana, quella vita che il Vaticano dovrebbe difendere senza se e senza ma ed invece difende solo se gli conviene.
GalileoGalileiPosted: 2/12/2008, 19:08
http://www.zenit.org/article-16365?l=italian

La Santa Sede contro l'ingiusta discriminazione degli omosessuali

Spiegazione del portavoce vaticano

CITTA' DEL VATICANO, martedì, 2 dicembre 2008 (ZENIT.org).- La Santa Sede è contraria alle ingiuste discriminazioni contro gli omosessuali, ha spiegato il portavoce vaticano di fronte alle interpretazioni di alcuni mezzi di comunicazione.

Padre Federico Lombardi S.I. ha emesso una dichiarazione in cui commenta l'opposizione espressa in un'intervista dall'Arcivescovo Celestino Migliore, Osservatore Permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite a New York, alla proposta presentata dalla Francia di approvare la depenalizzazione universale dell'omosessualità, che potrebbe includere allo stesso tempo l'imposizione del matrimonio omosessuale.

Rispondendo alle domande dei giornalisti, il direttore della Sala Stampa della Santa Sede ha dichiarato: "Nessuno vuole difendere la pena di morte per gli omosessuali, come qualcuno vorrebbe far credere".

"I noti principi del rispetto dei diritti fondamentali della persona e del rifiuto di ogni ingiusta discriminazione - che sono sanciti a chiare lettere nello stesso Catechismo della Chiesa cattolica - escludono evidentemente non solo la pena di morte, ma tutte le legislazioni penali violente o discriminatorie nei confronti degli omosessuali".

Il numero 2358 del Catechismo della Chiesa cattolica afferma: "Un numero non trascurabile di uomini e di donne presenta tendenze omosessuali profondamente radicate. Questa inclinazione, oggettivamente disordinata, costituisce per la maggior parte di loro una prova".

"Perciò devono essere accolti con rispetto, compassione, delicatezza. A loro riguardo si eviterà ogni marchio di ingiusta discriminazione. Tali persone sono chiamate a realizzare la volontà di Dio nella loro vita, e, se sono cristiane, a unire al sacrificio della croce del Signore le difficoltà che possono incontrare in conseguenza della loro condizione", aggiunge il Catechismo.

Secondo il portavoce vaticano, la proposta francese non solo cerca di "depenalizzare l'omosessualità", "ma di introdurre una dichiarazione di valore politico che si può riflettere in meccanismi di controllo in forza dei quali ogni norma (non solo legale, ma anche relativa alla vita di gruppi sociali o religiosi) che non ponga esattamente sullo stesso piano ogni orientamento sessuale può venire considerata contraria al rispetto dei diritti dell'uomo".


"Ciò può diventare chiaramente strumento di pressione o discriminazione nei confronti di chi - solo per fare un esempio molto chiaro - considera il matrimonio fra uomo e donna la forma fondamentale e originaria della vita sociale e come tale da privilegiare", ha spiegato padre Lombardi.

"Non per nulla meno di 50 stati membri delle Nazioni Unite hanno aderito alla proposta in questione, mentre più di 150 non vi hanno aderito - ha concluso -. La Santa Sede non è sola".